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La giornata del 3 dicembre 2025 si preannuncia centrale per la politica comune della pesca. Il Comitato PECH del Parlamento europeo torna a riunirsi con un’agenda che intreccia governance internazionale, controllo della filiera, sostenibilità e semplificazione normativa. Un equilibrio delicato che l’Europa dovrà gestire con attenzione nel nuovo anno.

EFCA: Steele presenta il piano 2026. E il discarico 2024 diventa la bussola per leggere il lavoro dell’Agenzia

La sessione del mattino si aprirà con l’intervento di Susan Steele, direttrice dell’Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA), chiamata a presentare il programma operativo per il 2026.

Il confronto con gli eurodeputati avviene in continuità con il lavoro sul parere relativo al discarico EFCA 2024, affidato al Comitato pesca. Il discarico è la procedura con cui Parlamento e Consiglio verificano se un’agenzia UE ha gestito correttamente le risorse e svolto i compiti assegnati: conti in ordine, obiettivi raggiunti, uso regolare del bilancio.

Nel caso di EFCA, il Comitato pesca esprime un parere tecnico e politico che prende in esame il rapporto annuale dell’Agenzia, i rilievi della Corte dei conti e l’analisi del Consiglio di amministrazione. È un passaggio che va oltre il piano contabile: le conclusioni influenzano il dibattito sulle priorità future, sulle dotazioni di personale e sui mezzi a disposizione per i controlli.

In questo quadro si inserisce il lavoro del relatore Giuseppe Lupo, che nel suo progetto di parere riconosce la capacità di EFCA di attuare quasi integralmente il programma 2024, pur con un bilancio e un organico tra i più contenuti nel sistema delle agenzie europee. Il testo sottolinea l’aumento delle attività dell’Agenzia e il maggior carico di lavoro derivante dal nuovo Regolamento controllo pesca, avvertendo che sarebbe incoerente ampliare gli obblighi senza adeguare le risorse.

La discussione con Steele sul programma 2026 si innesta quindi su una base chiara: il Parlamento riconosce il ruolo centrale di EFCA nella lotta alla pesca illegale e nel coordinamento dei controlli, ma chiede che ambizioni e mezzi vadano di pari passo.

Bajada e le ORGP: l’Unione aggiorna le sue regole internazionali

Nel pomeriggio l’attenzione si sposterà sulla bozza di relazione del maltese Thomas Bajada, dedicata all’attuazione, nel diritto dell’Unione, delle misure adottate da diverse organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP).

Il draft report modifica sette regolamenti europei relativi a ICCAT, SPRFMO, NAFO, IATTC, WCPFC, IOTC e al piano pluriennale per il tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo. Il testo integra a livello UE le decisioni assunte in sede internazionale su conservazione, gestione e controllo: dalla protezione di squali e mobulidi al trattamento dei whale shark, dalla definizione di bottom fishing e delle aree di gestione alla disciplina dei transhipment, passando per gli obblighi di osservatori e i flussi di dati.

Per il settore si tratta di un dossier di natura tecnica, ma con effetti molto concreti: l’aggiornamento dei regolamenti consente all’Unione di restare allineata alle misure internazionali e di garantire condizioni di concorrenza più eque tra flotte europee e flotte di Paesi terzi che operano negli stessi bacini.

Kadis: la relazione sulla semplificazione al centro del dialogo con il settore

Alle 15.30 il commissario Costas Kadis presenterà la relazione annuale sui progressi in materia di semplificazione, attuazione e applicazione della normativa.

La relazione rientra nel percorso con cui le istituzioni europee cercano di rendere più gestibili gli obblighi previsti dalla politica comune della pesca, mantenendo al tempo stesso alti standard di controllo e trasparenza. Per molte marinerie, in particolare le realtà di piccola scala, il tema della semplificazione è strettamente legato alla possibilità di applicare le regole in modo efficace nella pratica quotidiana.

Mediterraneo 2026: uno dei dossier più sensibili per flotte e amministrazioni

Un altro momento centrale della riunione sarà la presentazione, da parte della Commissione, della proposta sulle possibilità di pesca nel Mediterraneo per il 2026 e il successivo scambio di opinioni con gli eurodeputati.

L’oggetto formale del punto all’ordine del giorno è la definizione dei livelli di possibilità di pesca per l’anno 2026. Il Mediterraneo resta uno dei bacini più delicati per l’Unione: su questo sfondo, ogni proposta sulle possibilità di pesca si inserisce nel quadro di lungo periodo fatto di piani di gestione, misure tecniche e accordi regionali, in particolare in seno alla GFCM.

Cooperazione internazionale e prossime tappe

Nel corso della seduta, il Comitato prenderà in esame anche il resoconto sulla 48ª sessione della GFCM a Malaga, con un’informativa al comitato dedicata agli esiti dei lavori.

Il programma della giornata include inoltre, a porte chiuse, un debriefing sui negoziati in corso relativi agli Accordi di partenariato per una pesca sostenibile (SFPA), che rappresentano uno strumento chiave della presenza dell’Unione nei Paesi costieri con cui vengono conclusi accordi di accesso.

La prossima riunione del Comitato pesca è già fissata per il 26–27 gennaio 2026, sempre a Bruxelles.

Una seduta che orienta la politica della pesca per il 2026

La riunione del 3 dicembre non è una semplice tappa procedurale.
Le valutazioni sul lavoro di EFCA, l’aggiornamento delle norme che danno attuazione alle decisioni delle ORGP, la relazione sulla semplificazione e il primo confronto sulle possibilità di pesca nel Mediterraneo 2026 concorrono a definire il quadro operativo in cui si muoveranno flotte, amministrazioni e organismi di controllo nel prossimo anno.

Per il settore, seguire da vicino i lavori del Comitato pesca significa capire in anticipo in che direzione si orienta la politica europea della pesca e quali saranno le priorità che guideranno il 2026.

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