Mese: Gennaio 2023 Pagina 4 di 8

Aree marine protette (AMP), dal Pnrr una risposta alla salute dei nostri mari

Aree marine protette (AMP), dal Pnrr una risposta alla salute dei nostri mari

 

Aree marine protette (AMP), dal Pnrr una risposta alla salute dei nostri mari – Stando ai dati forniti da Protected Planet, la copertura globale delle aree marine protette è del 7,68%.

Cosa sono le aree marine protette?

Le aree marine protette (AMP), zone di mare delimitate, sono fondamentali per preservare la salute dell’ambiente marino, fauna, flora ed ecosistemi, assicurando ai pescatori riserve di stock ittici per evitarne l’esaurimento, proteggendo così le specie in via d’estinzione, rendendo gli ecosistemi più resistenti ai cambiamenti climatici e preservando la biodiversità.

La copertura globale delle aree marine protette è del 7,68%

La percentuale precisa della parte degli oceani protetti è difficile da stabilire. Stando ai dati forniti da Protected Planet, la copertura globale delle aree marine protette è del 7,68%. In Europa, i dati ufficiali suggeriscono che le aree marine protette rappresentano il 10% delle acque del continente, anche se alcune organizzazioni come il WWF sostengono che la percentuale reale sia inferiore al 5%.
Le aree marine protette in Italia, secondo il Mase, sono 29 oltre a 2 parchi sommersi che tutelano complessivamente circa 228mila ettari di mare e quasi 700 chilometri di costa.

Se ideate e gestite in modo efficace, le AMP forniscono rifugio per la vita marina, ripristinano importanti funzioni ecologiche come la deposizione delle uova e la riproduzione dei pesci e preservano la produzione di beni e servizi ecosistemici. Investire in aree marine protette rappresenta una scelta intelligente per la salute degli oceani e lo sviluppo dell’economia blu.

Il Pnrr potrebbe rappresentare un passo importante per garantire un futuro migliore ai nostri mari

A causare la perdita di biodiversità marina sono le diverse condizioni di stress antropogenici, tra cui l’uso insostenibile delle risorse marine, i cambiamenti climatici, la distruzione degli habitat, la diffusione di specie invasive, l’alterazione delle reti trofiche e l’inquinamento.
Per questo motivo si rende necessario un intervento immediato da parte delle istituzioni e il contributo della ricerca scientifica per aumentare la protezione delle aree marine e fermare l’erosione della biodiversità nei nostri mari. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) potrebbe rappresentare un passo importante per garantire un futuro migliore ai nostri mari, poiché la salute dei mari è essenziale per la sopravvivenza del nostro pianeta.

Aree marine protette (AMP), dal Pnrr una risposta alla salute dei nostri mari

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Cinque curiosità sulla biodiversità marina

Cinque curiosità sulla biodiversità marina

 

Cinque curiosità sulla biodiversità marina – La spagnola Fundación Biodiversidad ha cercato di sensibilizzare la società sull’importanza della diversità biologica per lo sviluppo umano e la conservazione degli ecosistemi. Per questo ha raccolto cinque dati interessanti sulla biodiversità marina.

Si potrebbe pensare che il principale polmone del pianeta sia la foresta amazzonica, tuttavia non è così, il principale polmone del pianeta si trova sotto l’acqua. Il plancton oceanico produce il 75% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe il 25% del biossido di carbonio che emettiamo nell’atmosfera.
Gli oceani sono davvero immensi e la superficie costiera rispetto all’altomare è davvero piccola. Tuttavia, il 60% della popolazione marina vive nei 60 chilometri vicini alla costa.
In molti paesi il turismo è il principale motore dell’economia. In altri è l’industria o il settore primario. Eppure forse non sapevi che in tutta Europa un posto di lavoro su sei dipende direttamente o indirettamente dall’ambiente e dalla biodiversità.
La presenza di balene e altri cetacei nei dintorni delle Isole Canarie genera un beneficio economico di circa 20 milioni di euro grazie a quasi un milione di visitatori che attirano ogni anno.
A livello scientifico, industriale, medico e per lo sviluppo umano in generale la buona salute degli oceani ha un valore incalcolabile. Ecco perché organizzazioni governative e non governative si sforzano di conservare la biodiversità degli ecosistemi marini.                                                        Cinque curiosità sulla biodiversità marina

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Come sta cambiando il carrello della spesa?


 

Come sta cambiando il carrello della spesa? – Quante tempeste sul carrello della spesa: prima gli effetti della pandemia e delle crisi globali, poi l’aumento dei prezzi e l’accelerazione dell’inflazione si sono abbattuti sul mondo del largo consumo e, di conseguenza, anche sull’approccio degli italiani alla spesa in GDO. Cos’è cambiato in una manciata di mesi?
A raccontarlo, in modo dettagliato e argomentato, è la dodicesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha monitorato l’andamento delle vendite di quasi 130 mila prodotti tra food & beverage, cura casa e cura persona, che complessivamente realizzano oltre 41 miliardi di euro di sell-out, pari all’82,3% dell’incasso complessivo di supermercati e ipermercati italiani.

Incrociando le informazioni presenti sulle etichette e sulle confezioni dei prodotti digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy con i dati elaborati da NielsenIQ su venduto e consumo nella GDO, questo ampio e diversificato paniere di prodotti è stato suddiviso in 11 carrelli equivalenti ad altrettante tendenze che stanno guidando la spesa in GDO – dal free from all’italianità, dalle certificazioni etico e ambientali fino ai prodotti green – e di cui è stata monitorata l’evoluzione nel corso degli ultimi 12 mesi. Cos’è cambiato in questo periodo?
«Con l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona e di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, il carrello della spesa si è appesantito e, quindi, per non stravolgere il suo stile di vita, il consumatore ha cercato di trovare e applicare diverse soluzioni» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

Le misure adottate dai consumatori in supermercati e ipermercati hanno determinato una forte discontinuità rispetto all’anno precedente, con una diffusa contrazione della domanda a cui si è contrapposto un generalizzato aumento dell’offerta, a testimonianza della reattività e del dinamismo dei produttori e dei retailer. Su questo scenario inizia, intanto, ad aleggiare il tema della convenienza, a cui è dedicato il dossier di questa dodicesima edizione dell’Osservatorio Immagino.

«Alla luce della crescente attenzione verso comportamenti di consumo volti al risparmio in risposta agli elevati tassi di inflazione, l’Osservatorio Immagino ha voluto offrire una prima indagine del mercato con l’obiettivo di offrire una lettura della domanda di convenienza da parte dei consumatori attraverso le lenti dei claim, delle etichette e delle certificazioni monitorate sulle confezioni» spiega Marco Cuppini.

L’Osservatorio Immagino ha approfondito il tema della convenienza con un doppio approccio. Da un lato ha mappato il posizionamento di prezzo degli assortimenti dei fenomeni di consumo monitorati, descrivendo il peso del venduto e i trend di mercato. Dall’altro ha costruito un “paniere convenienza”, in cui ha collocato tutti i prodotti che presentano in etichetta almeno un riferimento a questa caratteristica (ad esempio le parole “risparmio” od “offerta”), e ne ha monitorato le performance rispetto alla media del grocery e delle singole macrocategorie.
I contenuti della dodicesima edizione dell’Osservatorio Immagino
L’Osservatorio Immagino monitora i trend che guidano le scelte d’acquisto degli italiani nella distribuzione moderna, seguendo l’evoluzione di 11 panieri che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo:
Nel food:
Italianità: in tutte le declinazioni, dal “100% italiano” alle indicazioni geografiche (come Dop e Igp) fino alla presenza di un richiamo alla regione di provenienza.
Free from: i 16 claim più importanti nel mondo dei prodotti “senza”, come “senza zuccheri” o “senza antibiotici”.
Rich-in: i 12 claim più rilevanti nel paniere dei prodotti ricchi o arricchiti, come “proteine” o “fibre”.
Intolleranze: la dinamica dei prodotti “senza glutine” o “senza lattosio”, e quella dei claim emergenti, come “senza latte” o “senza uova”.
Lifestyle: i claim del cibo identitario, come “vegano”, “vegetariano”, o come le certificazioni Kosher e Halal.
Loghi e certificazioni: bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come il logo EU Organic o le certificazioni del mondo della Corporate social responsibility (come Fairtrade, Friend of the sea, FSC, Sustainable cleaning e UTZ).
Ingredienti benefici: dall’avena al cacao, dal matcha al caramello, dallo zenzero ai semi di sesamo, i 34 prodotti e ingredienti più trendy.
Metodo di lavorazione: “trafilato al bronzo” o “non fritto”, “non filtrato” o “a lievitazione naturale”, quando la tecnica produttiva fa la differenza.
Texture dei prodotti: morbido o ruvido, soffice o croccante, sottile o fragrante? Le 11 consistenze più evidenziate in etichetta.
Nel non food:
Cura casa green: da “biodegradabile” a “senza fosfati”, i sette claim che comunicano la sostenibilità dei prodotti per la pulizia domestica.
Cura persona: da “senza solfati” a “con acido ialuronico”, i 34 claim più significativi del free from, del rich-in e della naturalità nel mondo dei prodotti per la cura personale.

A completare la fotografia dei consumi, l’Osservatorio Immagino si arricchisce ancora di due approfondimenti dedicati alla sostenibilità:
La sostenibilità in etichetta. Il “Barometro sostenibilità” racconta come le aziende comunicano sulle etichette le misure che hanno adottato per migliorare il loro impatto ambientale, rilevando la presenza on pack di 35 tra claim e certificazioni relativi alla sostenibilità, suddivise in quattro aree:
• Management sostenibile delle risorse.
• Agricoltura e allevamento sostenibili.
• Responsabilità sociale.
• Rispetto degli animali.

Il packaging green. L’Osservatorio Immagino analizza l’evoluzione della comunicazione in etichetta della riciclabilità dei packaging, rilevando la presenza di ogni indicazione che aiuti i consumatori a gestire correttamente le confezioni dopo l’uso.

Per scaricare la dodicesima edizione dell’Osservatorio Immagino: osservatorioimmagino.it.
Per rimanere aggiornati e seguirlo sui social: #OsservatorioImmagino

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Gli europei sono preoccupati per il costo della vita e chiedono soluzioni

 

Gli europei sono preoccupati per il costo della vita e chiedono soluzioni  – La preoccupazione maggiore per il 93% dei cittadini europei riguarda il costo della vita, è quanto rileva l’ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento Europeo.

I cittadini si aspettano che l’UE continui a lavorare a possibili soluzioni in grado di mitigare gli effetti della crisi.

In ciascun stato membro, oltre sette intervistati su dieci hanno dichiarato di esser preoccupati del crescente costo della vita. I dati più alti in Grecia (100%), Cipro (99%), Italia e Portogallo (entrambi con una percentuale pari al 98%). L’aumento dei prezzi, compresi quelli dell’energia e dei generi alimentari, è stato avvertito da ognuna delle categorie sociodemografiche, come sesso o età. La seconda preoccupazione più citata (82%) è la minaccia della povertà e dell’esclusione sociale, seguita dal cambiamento climatico e dalla diffusione della guerra in Ucraina ad altri paesi, al terzo posto con l’81%. In Italia sono il cambiamento climatico e la povertà e esclusione sociale a occupare il secondo posto (entrambe 92%).

I cittadini si aspettano che l’UE continui a lavorare a possibili soluzioni per mitigare gli effetti aggravanti delle molteplici crisi che hanno colpito il continente. L’elevato sostegno in favore dell’Unione è determinato dall’esperienza passata: negli scorsi anni quest’ultima ha, infatti, dimostrato una notevole capacità di coesione e messo in atto misure efficaci. Tuttavia, al momento i cittadini non si dicono soddisfatti delle misure intraprese, a livello sia nazionale sia europeo. Solo un terzo dei cittadini si dice soddisfatto rispetto a quanto adottato dal proprio governo nazionale e dall’UE per far fronte al crescente costo della vita.

Per quanto riguarda la situazione finanziaria dei cittadini, l’indagine mostra che le ricadute delle crisi si fanno sempre più sentire. Quasi la metà della popolazione dell’UE (46%) afferma che il proprio tenore di vita sia già stato ridotto a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19, della guerra della Russia contro l’Ucraina e dall’aumento del costo della vita. Un altro 39% non ha ancora visto diminuire il proprio tenore di vita, ma si aspetta che ciò avvenga nell’anno a venire, con prospettive piuttosto negative per il 2023. Un altro indicatore rivelatore dei crescenti problemi economici è l’aumento della quota di cittadini che affrontano difficoltà di pagamento delle bollette “la maggior parte del tempo” o “a volte”, un aumento di nove punti dal 30% al 39% dall’autunno 2021. In Italia questo dato è al 64%.

“Le persone sono comprensibilmente preoccupate per l’aumento del costo della vita, poiché sempre più famiglie stanno lottando per sbarcare il lunario. Ora è il momento per noi di garantire soluzioni per tenere sotto controllo le nostre bollette, respingere l’inflazione e far crescere le nostre economie. Dobbiamo proteggere i più vulnerabili nella nostra società”, ha affermato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Le molteplici crisi geopolitiche degli ultimi anni continuano a porre ai cittadini e ai responsabili politici sfide profonde. Con l’inflazione ai massimi da decenni, i cittadini vogliono che il Parlamento europeo si concentri sulla lotta alla povertà e all’esclusione sociale (37%). La salute pubblica rimane rilevante per molti cittadini (34%) – così come l’azione continua contro il cambiamento climatico (31%). Al primo posto anche il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro (31%). In Italia i rispondenti considerano prioritari il supporto alla creazione di nuovi lavori (45%) e alla salute pubblica (42%).

Allo stesso tempo le recenti crisi, e in particolare la guerra della Russia contro l’Ucraina, stanno rafforzando il sostegno dei cittadini all’UE: il 62% vede l’adesione all’Unione come una “buona cosa” che rappresenta uno dei risultati più alti mai registrati dal 2007. In Italia questo dato è al 46%. Due terzi dei cittadini europei (66%) considerano importante l’appartenenza del proprio paese all’UE e il 72% ritiene che il proprio paese abbia beneficiato dall’essere membro dell’UE (61% per l’Italia). In questo contesto, la “pace” torna nella mente dei cittadini come una delle ragioni fondamentali e fondanti dell’Unione: il 36% degli europei afferma che il contributo dell’Unione europea al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza sono i principali benefici dell’adesione all’UE, sei punti di aumento rispetto all’autunno 2021. Inoltre, gli europei pensano anche che l’UE faciliti una migliore cooperazione tra gli Stati membri.

Gli europei sono preoccupati per il costo della vita e chiedono soluzioni 

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Federpesca audita in senato segnala crisi del settore

 

Federpesca audita in senato segnala crisi del settore  – Ieri, 16 gennaio 2023, la Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, ha preso parte all’audizione informale dinanzi all’Ufficio di Presidenza delle Commissioni riunite 1ª e 5ª (Affari costituzionali e Bilancio) del Senato, in relazione al disegno di legge Mille proroghe, che interviene con una serie di proroghe dei termini legislativi, in relazione a diversi ambiti, relativi a imprese e famiglie.

Federpesca è stata l’unica associazione del settore pesca ad essere audita e ha segnalato la necessità di prorogare il contributo sotto forma di credito di imposta per i mesi successivi al primo trimestre 2023 così come la necessità di aumentare la percentuale prevista dal 20 al 40%, in conseguenza del perdurare della situazione determinata dalla crisi del prezzo dell’energia e dei carburanti sulla pesca italiana, la quale non risulta superata ma anzi ha causato una perdita di profitti non indifferenti e sta avendo effetti devastanti per le imprese anche in questi primi giorni dell’anno 2023.

È ovvio che andando avanti con questi indicatori, in assenza di adeguati interventi di compensazione, la situazione economica e finanziaria delle imprese ne risulterebbe seriamente compromessa, con disinvestimenti, fallimenti e riduzioni di personale nel comparto della pesca che resta un settore strategico per il nostro Paese e sul quale risulta più che opportuno trovare misure di breve e lungo termine volte a fronteggiare la minaccia del caro energia.
Federpesca ha infatti richiesto di intervenire con una modifica volta a prorogare il contributo previsto dall’articolo 1, commi 45 a 50, della Legge di Bilancio 2023 anche per le spese sostenute nel secondo trimestre solare dell’anno 2023.

“Dopo il successo della norma inserita in Legge di Bilancio era fondamentale impegnarsi nuovamente fin da subito per garantire che questa misura possa essere prorogata anche per i successivi mesi del 2023, che purtroppo si prospetta un anno molto difficile.” – ha dichiarato la Direttrice Biondo. “Già in questi giorni molte imprese hanno nuovamente sospeso la propria attività, per questo era nostro dovere essere qui oggi e chiedere di rinnovare l’attenzione per un settore così importante” – ha così concluso la Direttrice Biondo al termine dell’audizione.

“Da parte delle Commissioni riunite abbiamo trovato grande attenzione e disponibilità.” – ha commentato la Direttrice Biondo a seguito dell’audizione. “Tale proroga andrebbe a fornire una parziale ma fondamentale risposta alle problematiche che il comparto sta vivendo, evitando un fermo dei pescherecci e il conseguente pericolo di lasciare che il prodotto italiano venga sostituito da quello importato, favorendo la valorizzazione delle imprese italiane e garantendo che il settore possa operare in condizioni tali da soddisfare la domanda interna dei prodotti. Auspichiamo pertanto che la proposta di modifica formulata possa essere condivisa e possa trovare accoglimento nel corso dell’esame dei prossimi giorni.”

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