Categoria: Pesce In Rete Pagina 1 di 904

Mindful eating e prodotti ittici: il legame tra benessere e sostenibilità

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Mindful eating e prodotti ittici: il legame tra benessere e sostenibilità – Negli ultimi anni, l’alimentazione consapevole, nota anche come mindful eating, è diventata sempre più importante per gli italiani. Mangiare non è più un semplice atto nutritivo, ma un’esperienza che intreccia benessere fisico e mentale. Questo cambiamento si riflette nelle scelte alimentari quotidiane, dove l’attenzione verso la qualità del cibo si estende a considerazioni etiche e ambientali, in particolare nel settore ittico.

Il concetto di pesca sostenibile sta diventando un fattore decisivo per i consumatori. In risposta alla crescente domanda di prodotti ittici che rispettino l’ambiente, sempre più aziende del settore stanno adottando pratiche che tutelano gli ecosistemi marini, riducono l’impatto sugli stock ittici e garantiscono trasparenza lungo tutta la filiera. La pesca sostenibile, infatti, non si limita a rispettare i limiti di cattura stabiliti dalle normative internazionali, ma mira a preservare la biodiversità marina e a promuovere l’uso di tecnologie che minimizzano i danni all’ecosistema.

Parallelamente, l’acquacoltura si afferma come alternativa responsabile alla pesca intensiva. Tecnologie come i sistemi di acquacoltura a ricircolo (RAS) e la riduzione degli sprechi sono oggi all’ordine del giorno, rendendo il settore sempre più attento alla sostenibilità ambientale. Queste tecniche permettono di allevare diverse specie ittiche in modo efficiente, contribuendo a ridurre la pressione sulla pesca selvaggia e offrendo al mercato prodotti freschi, ricchi di nutrienti e tracciabili dalla fonte.

La coltivazione di alghe è un altro settore in forte crescita, trainato dall’interesse verso alimenti sani e a basso impatto ambientale. Le alghe, fonte di antiossidanti, fibre e vitamine, non solo migliorano la salute dei consumatori, ma contribuiscono anche a mitigare gli effetti del cambiamento climatico assorbendo grandi quantità di CO₂. Le loro applicazioni vanno oltre l’alimentazione, trovando spazio nei settori cosmetico, farmaceutico e persino nella produzione di materiali biodegradabili.

L’Italia, con il suo ricco patrimonio marittimo, sta riscoprendo il valore della pesca sostenibile e dell’acquacoltura innovativa. Regioni diverse, da nord a sud, sono all’avanguardia nell’implementazione di queste pratiche, sia per garantire la qualità dei prodotti ittici sia per proteggere il delicato equilibrio degli ecosistemi marini locali. Questo approccio non solo migliora la qualità della vita dei consumatori, ma supporta anche la crescita economica delle comunità costiere, creando un circolo virtuoso tra sostenibilità, economia e benessere.

In un contesto in cui i consumatori sono sempre più attenti al proprio impatto sull’ambiente e alla qualità dei prodotti che consumano, la sinergia tra pesca sostenibile, acquacoltura e mindful eating offre una risposta concreta alle esigenze di benessere psicofisico e responsabilità ecologica. Scegliere prodotti ittici sostenibili significa non solo nutrirsi in modo consapevole, ma anche contribuire attivamente alla tutela del pianeta.

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Marca by BolognaFiere: una 21° edizione a tutto business

Marca by BolognaFiere: una 21° edizione a tutto business

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Marca by BolognaFiere: una 21° edizione a tutto business – Organizzata in collaborazione con ADM – Associazione Distribuzione Moderna, Marca by BolognaFiere si prepara a un’edizione in forte crescita, confermandosi punto di riferimento dell’intero ecosistema della Marca del Distributore. L’espansione dell’appuntamento fieristico bolognese trova riscontro negli ottimi dati sulle vendite dei prodotti a marca privata.

Come certifica Circana, partner di BolognaFiere anche per il 2025, al primo semestre 2024, la private label risulta il segmento più dinamico del settore: con una crescita delle vendite a valore di +2,7% a totale Omnichannel, la MDD sviluppa oltre 14,5 miliardi di euro di ricavi complessivi, raggiungendo 30,1 punti di quota (+0,2 rispetto al primo semestre 2023). La crescita è rinsaldata anche da un aumento dei volumi di vendita del +3,6%.

Edizione 2025

In programma a gennaio 2025, Marca by BolognaFiere è l’unico appuntamento in Italia interamente dedicato ai prodotti food e non food a Marca del Distributore e l’unico in Europa a poter contare sulla presenza, in qualità di espositori, delle principali insegne della Distribuzione Moderna Organizzata.

Tra le novità, l’introduzione dell’International Buyers Preview, prevista nel pomeriggio di martedì 14 gennaio e che anticipa la due giorni di manifestazione: si tratterà di un momento ad alto tasso di professionalità, destinato agli incontri B2B e al networking tra aziende espositrici e buyer internazionali.

I 9 padiglioni assegnati a Marca danno forza all’impianto generale dell’evento, articolato nelle macro-aree espositive Food e Non Food, e in Marca Fresh e Marca Tech, i due format tematici che si ripropongono con le rispettive formule di successo.

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La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

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La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce – La Festa dei Sette Pesci, conosciuta negli Stati Uniti come Feast of the Seven Fishes, è uno dei momenti più attesi dalle famiglie italo-americane durante la Vigilia di Natale.

Non l’hai mai sentita nominare? Non preoccuparti, anche se può sembrare una vecchia tradizione italiana, questa particolare celebrazione non ha radici autentiche nel nostro Paese, ma è il frutto dell’inventiva degli immigrati italiani all’estero.

In Italia, infatti, non esiste una tradizione con questo nome che prevede un menù di questo tipo, sebbene soprattutto nelle regioni meridionali la cena della Vigilia è tradizionalmente composta di un ricco menù a base di pesce.

Per le famiglie italo-americane, invece, il cenone della Vigilia, chiamato The Vigil, prevede un menù di 13 portate, che ogni famiglia contribuisce a preparare per poi condividerlo insieme ai propri parenti.

La celebre serie TV, The Bear, ormai diventata un cult tra appassionati di cucina e non solo, ha rafforzato l’idea che anche in Italia si festeggi con il famoso menù dei sette pesci. Questa serie esplora infatti le dinamiche familiari e culinarie di una famiglia italo-americana, contribuendo a diffondere una versione romanzata e idealizzata della cultura gastronomica italiana. Uno degli episodi più curiosi della serie è proprio quello dedicato alla Festa dei Sette Pesci, dove questa famiglia viene rappresentata in modo bizzarro tra urla e cibo che sembra profondamente radicato in una comunità, che cerca di preservare le proprie origini.

Ma perché proprio sette pesci? Le interpretazioni sono numerose: si parla di un simbolismo legato ai sette giorni che impiegarono Maria e Giuseppe per arrivare a Betlemme, oppure ai sette sacramenti della religione cattolica o ancora ai sette peccati capitali. In altre versioni, il numero 13 delle portate rappresenterebbe i commensali dell’Ultima Cena.
In alcune famiglie, c’è persino l’usanza da parte dei bambini di lasciare un piccolo assaggio di ogni portata per gli angeli, in segno di devozione e speranza per una visita divina durante la Notte Santa.

La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

Il menù della Festa dei Sette Pesci negli Stati Uniti riflette una fusione tra specialità italiane e prodotti diversi. Ecco un esempio:
Antipasti: 1. Filetti di baccalà fritto, 2. Insalata di polpo, 3. Crudo di mare.
Primi piatti: 4. Spaghetti allo scoglio o con vongole, 5. Tubettini alle cozze.
Secondi piatti: 6. Capitone al forno, 7. Gamberetti fritti in pastella, 8. Seppie con patate.
Contorni: 9. Insalata, 10. Cardi al forno, 11. Finocchi crudi in pinzimonio.
Dolci: 12. Panettone, Pandoro o Cartellate, 13. Tronchetto di Natale.

In Italia, specialmente nelle regioni del Sud, la Vigilia di Natale è altrettanto ricca di piatti a base di pesce, ma senza concentrarsi su di un rigido calcolo che si basa sul numero sette.
Il pranzo o la cena, prevede una grande varietà di preparazioni a base di mare: crudo di mare, ostriche, tagliatelle di seppia, insalata di mare, alici marinate, baccalà fritto, spaghetti alle cozze, patate riso e cozze, polpo in pignata, cozze gratinate, gamberoni al forno, pesce al forno, polpo e seppie alla brace, solo per citarne alcuni ed in molte famiglie, i piatti possono superare di gran lunga il numero sette, creando un vero e proprio banchetto a base di pesce.

Se ci pensiamo, l’aspetto più importante ed il vero spirito di queste feste, sia in Italia che all’estero, è quello di passare del tempo con le persone a cui si vuole bene, parlare, ascoltarle e come suggerisce la serie tv, The Bear, cucinare sette o più piatti, è un atto che richiede tanta pazienza ed impegno, e questo tempo trascorso in cucina non è altro che un gesto concreto di affetto verso chi si ama.

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura – Il futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero sarà al centro della conferenza regionale sull’acquacoltura che si terrà il 4 e 5 dicembre a Heraklion, in Grecia. La conferenza è organizzata dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dal Ministero greco per lo sviluppo rurale e l’alimentazione, con il sostegno finanziario dell’Unione europea.

Celebrando un decennio dalla prima grande conferenza regionale tenutasi a Bari, in Italia, e basandosi sui risultati della conferenza di alto livello del 2023 sulle iniziative MedFish4Ever, l’evento riunirà decisori senior ed esperti di acquacoltura provenienti da tutta la regione. I partecipanti esamineranno i progressi compiuti negli ultimi dieci anni, tracceranno la traiettoria del settore e discuteranno le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella strategia GFCM 2030 per la pesca e l’acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Le discussioni coinvolgenti si concentreranno sull’equilibrio tra crescita e sostenibilità ambientale, sottolineando sia la salute dell’ecosistema che la vitalità economica. I partecipanti sottolineeranno l’ importanza dell’acquacoltura all’interno degli impegni politici esistenti e forniranno spunti e soluzioni per rafforzare l’azione futura verso un settore sostenibile e resiliente.

Lavorare insieme per affrontare le sfide urgenti

L’acquacoltura è sempre più vitale per la sicurezza alimentare, l’occupazione e lo sviluppo economico nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero. Nell’ultimo decennio, la produzione di acquacoltura in acque marine e salmastre è quasi raddoppiata, crescendo del 91,3 percento, con ricavi in ​​aumento del 74,5 percento. Tuttavia, la regione del Mediterraneo e del Mar Nero affronta vulnerabilità uniche, aggravate dal cambiamento climatico, dalla crescita della popolazione e dall’instabilità economica, che stanno esercitando una pressione crescente sui suoi sistemi alimentari. Questi problemi saranno un punto focale delle discussioni alla conferenza.

Definire una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione

La conferenza si aprirà con i rappresentanti dei paesi che valuteranno i progressi compiuti da Bari 2014, in particolare il notevole impulso nei quadri normativi nazionali e regionali e i piani di sviluppo dell’acquacoltura nazionale mirati. Queste discussioni getteranno le basi per una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione.

Una serie di sessioni tematiche affronterà le sfide urgenti, con un’enfasi sul cambiamento climatico e sulla sicurezza alimentare. Gli argomenti includeranno:

– Sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura di oggi e di domani;
– Avanzare verso sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura ecologicamente sostenibili;
– Gestire il cambiamento: strategie per affrontare le sfide attuali ed emergenti.
Queste sessioni comprenderanno dibattiti di gruppo e forniranno un orientamento su una serie di azioni di follow-up proposte per lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile.

Gli eventi collaterali completeranno le discussioni delle sessioni tematiche e affronteranno vari argomenti salienti, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore, la creazione di reti e la promozione delle donne nell’acquacoltura e nella produzione su piccola scala.

La conferenza sarà arricchita da dimostrazioni dal vivo e stand che esporranno tecnologie emergenti e il lavoro di organizzazioni di acquacoltura pertinenti. Nel frattempo, le discussioni metteranno in evidenza la governance unificata e inclusiva, l’acquacoltura ricostituente, la promozione della sicurezza alimentare e degli investimenti responsabili, la raccolta dati, la ricerca e l’innovazione, il benessere degli animali, il cambiamento climatico e la trasformazione blu.

La conferenza è rivolta ai partecipanti in rappresentanza dei dipartimenti e delle agenzie governative competenti, delle organizzazioni internazionali, intergovernative e non governative, nonché alle parti interessate delle piattaforme di acquacoltura, della comunità di ricerca e delle organizzazioni di acquacoltori della regione.

Le iscrizioni alla Conferenza Regionale sull’Acquacoltura “Dare forma al futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero” sono aperte fino al 25 ottobre al seguente link .

Informazioni sul GFCM

La GFCM è un’organizzazione regionale di gestione della pesca che opera nell’ambito della FAO, la cui competenza si estende a tutte le acque marine del Mediterraneo e del Mar Nero. Il suo obiettivo principale è garantire la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse marine viventi, nonché lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura.

I membri della GFCM includono 23 parti contraenti (Albania, Algeria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Unione Europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Romania, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia) e sei parti non contraenti cooperanti (Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Giordania, Moldavia, Arabia Saudita, Ucraina).

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico – L’acquacoltura, considerata una soluzione sostenibile per alleviare la pressione sugli stock ittici naturali, potrebbe in realtà dipendere dal pesce selvatico molto più di quanto si pensasse. Un recente studio pubblicato su Science Advances ha rivalutato l’uso di pesce pescato in natura nei mangimi per acquacoltura, rivelando che l’industria mondiale potrebbe consumare quantità significativamente maggiori di pesce selvatico rispetto a quanto stimato in passato.

La ricerca, condotta da esperti delle Università di Miami e New York e da Oceana, ha esaminato il rapporto tra pesce utilizzato per i mangimi (FI:FO – fish-in:fish-out ratio) e pesce prodotto dall’acquacoltura. Precedenti stime avevano collocato questo rapporto a 0,28, ma la nuova analisi suggerisce che potrebbe essere fino a tre volte superiore per alcune specie carnivore d’allevamento, come salmone e trota. Questo significa che per ogni chilo di pesce allevato, potrebbero essere necessari due chili di pesce pescato in natura.

Una delle scoperte più significative riguarda le specie carnivore, che richiedono grandi quantità di proteine marine per crescere. La dipendenza dell’acquacoltura da fonti di pesce selvatico, inclusi ritagli e sottoprodotti della pesca commerciale, non è mai stata completamente considerata nelle stime precedenti. Questo fenomeno solleva nuove preoccupazioni sulla sostenibilità del settore.

Il team di ricerca ha inoltre considerato l’impatto della mortalità da catture accessorie, ovvero i pesci catturati accidentalmente e restituiti al mare, ma che spesso non sopravvivono. Tali fattori contribuiscono a un consumo ancora maggiore di pesce selvatico rispetto alle stime ufficiali.

Questa revisione dei dati offre un quadro più complesso della produzione di mangimi per acquacoltura e solleva importanti domande sul futuro dell’industria. L’aumento dell’uso di ingredienti alternativi nei mangimi, come proteine vegetali e microalghe, non ha ancora portato a una significativa riduzione della dipendenza dai pesci selvatici. Ciò pone un serio interrogativo sul reale impatto ambientale dell’acquacoltura, soprattutto in un momento in cui il settore offshore sta espandendosi rapidamente.

Le implicazioni di questa ricerca sono profonde. La gestione delle risorse marine e la sostenibilità dell’acquacoltura richiedono una riflessione critica sulle specie da allevare e sugli approcci adottati per limitare il consumo di risorse naturali. I responsabili politici e le parti interessate nel settore ittico dovranno affrontare queste sfide se si vuole che l’acquacoltura mantenga la sua promessa di contribuire alla sicurezza alimentare globale senza esaurire gli ecosistemi marini.

C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

 

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