Mese: Gennaio 2025 Pagina 1 di 8

Pesci di piccola taglia, la soluzione che nutre il pianeta

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Pesci di piccola taglia, la soluzione che nutre il pianeta – Nel cuore delle comunità costiere e rurali di tutto il mondo si nasconde una risorsa straordinaria: i pesci di piccola taglia. Spesso trascurati dai mercati globali e sottovalutati rispetto a specie ittiche più grandi, questi piccoli eroi degli ecosistemi acquatici offrono un contributo nutrizionale di portata inestimabile.

In un’epoca in cui la malnutrizione colpisce oltre due miliardi di persone nel mondo – causando carenze di micronutrienti come ferro, calcio e vitamine essenziali – i pesci di piccola taglia si dimostrano alleati preziosi. Acciughe, sardine, aringhe, ma anche specie autoctone come il mola del Bangladesh o il punti dell’India, sono ricchi di nutrienti fondamentali che possono trasformare radicalmente la salute delle comunità vulnerabili.

Un impatto concreto sulla salute

Studi condotti in paesi a basso e medio reddito, dove la malnutrizione è più diffusa, evidenziano risultati straordinari. In Bangladesh, l’introduzione di pesci autoctoni nella dieta delle donne in gravidanza ha ridotto l’incidenza dell’anemia del 30%. In Cambogia, dove quasi il 30% dei bambini sotto i cinque anni soffre di arresto della crescita per denutrizione, la produzione di alimenti fortificati a base di pesce sta avendo un impatto positivo. Questi piccoli pesci sono consumati interi – con lische, organi e pelle – offrendo una combinazione unica di calcio biodisponibile, ferro e vitamine liposolubili come la A e la D.

Non si tratta solo di numeri: integrare questi alimenti nelle diete quotidiane significa migliorare la qualità della vita, promuovere uno sviluppo sano nei bambini e garantire gravidanze più sicure per milioni di donne.

Pesca locale, economia sostenibile

Oltre ai benefici nutrizionali, la pesca di piccola scala – che include questi pesci – rappresenta un’importante fonte di reddito per milioni di pescatori in tutto il mondo. In Africa, Asia e America Latina, questi piccoli pesci vengono raccolti, lavorati e venduti principalmente a livello locale, contribuendo alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità economica delle comunità. Promuovere il loro consumo non solo migliora la salute pubblica, ma sostiene economie locali spesso fragili.

Tuttavia, per massimizzare questi benefici è fondamentale proteggere gli habitat acquatici e gestire la pesca in modo sostenibile. Pratiche di sovrasfruttamento potrebbero mettere a rischio queste risorse preziose, riducendo la loro disponibilità per le generazioni future.

Una sfida globale

Il riconoscimento del valore dei pesci di piccola taglia dovrebbe essere una priorità nelle agende politiche globali. È necessario sviluppare politiche alimentari e programmi di sensibilizzazione che incoraggino il loro consumo, integrandoli nelle strategie per combattere la malnutrizione. Inoltre, le organizzazioni internazionali possono giocare un ruolo cruciale sostenendo i pescatori locali, migliorando le infrastrutture per la lavorazione del pesce e favorendo il commercio equo.

Anche nei paesi ad alto reddito, questi pesci possono rappresentare una scelta alimentare salutare e sostenibile, contribuendo a ridurre la dipendenza dalle proteine animali provenienti da allevamenti intensivi. La loro impronta ecologica ridotta li rende un’opzione perfettamente in linea con i principi della sostenibilità ambientale.

Una prospettiva per il futuro

Il mondo ha bisogno di soluzioni innovative e pratiche per affrontare le sfide globali legate alla salute e alla sicurezza alimentare. I pesci di piccola taglia, se valorizzati, possono trasformare il futuro di milioni di persone, garantendo diete più sane, ecosistemi protetti e comunità più resilienti.

Promuovere il consumo di queste specie non significa solo rispondere a una crisi, ma abbracciare una nuova visione del cibo, più inclusiva e rispettosa del pianeta. È il momento di guardare ai piccoli pesci con occhi nuovi, riconoscendo il loro grande potenziale.

Pesci di piccola taglia, la soluzione che nutre il pianeta

 

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Trend TikTok 2025. Il futuro della comunicazione tra innovazione e storytelling

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Trend TikTok 2025. Il futuro della comunicazione tra innovazione e storytelling  – TikTok continua a ridefinire il marketing digitale, creando tendenze che attraversano industrie e comunità. Il report “What’s Next 2025” evidenzia come la piattaforma sia diventata uno strumento essenziale per raccontare storie autentiche e creare connessioni significative con il pubblico. Anche l’industria ittica può beneficiare di queste strategie, esplorando nuovi modi per comunicare sostenibilità, tracciabilità e valore dei propri prodotti.

Trend globali e applicazioni trasversali

Tra i temi principali del report emergono concetti come Brand Fusion, che spinge le aziende a collaborare con creator per raggiungere nicchie sempre più specifiche, e Creative Catalysts, che invita all’uso di strumenti di AI per migliorare la creatività. Questi principi non si applicano solo al settore ittico ma sono rilevanti per qualsiasi industria, dimostrando che innovazione e autenticità sono fondamentali per connettersi con i consumatori.

Ad esempio, nel settore della moda sostenibile, TikTok ha mostrato come video semplici e genuini possano coinvolgere milioni di utenti, sensibilizzandoli su temi ambientali. Un parallelo perfetto per i produttori ittici che vogliono raccontare la qualità dei loro prodotti e il loro impegno per il mare.

L’industria ittica: storytelling e sostenibilità come punti di forza

TikTok rappresenta un’opportunità unica per il settore ittico di innovare la propria comunicazione. Attraverso video brevi e creativi, le aziende possono:

Raccontare la tracciabilità del prodotto, mostrando il viaggio “dal mare alla tavola”.
Educare il pubblico sull’importanza della sostenibilità ittica e delle certificazioni di qualità.
Promuovere prodotti trasformati (conserve, surgelati, ready-to-eat) in modo accattivante e contemporaneo.
Un esempio pratico potrebbe essere la realizzazione di brevi tutorial su come preparare piatti gourmet con prodotti ittici sostenibili, utilizzando creator di nicchia per raggiungere un pubblico giovane e sensibile a questi temi.

Altri settori ispirano: spunti per il mondo ittico

Guardare oltre l’industria ittica può offrire ispirazione preziosa. Brand come L’Oréal, che ha collaborato con creator scientifici per promuovere i suoi prodotti, mostrano che un approccio innovativo può rompere i tradizionali schemi di marketing. Per le aziende ittiche, questo significa osare: collaborare con chef, influencer o persino biologi marini per raccontare il proprio prodotto in modo originale.

TikTok non è solo un social, ma una piattaforma in grado di trasformare il modo in cui le aziende comunicano. Per l’industria ittica, sfruttare questi trend significa rinnovarsi e costruire un legame più forte con il pubblico, puntando su trasparenza, autenticità e creatività. Guardare ai successi trasversali di TikTok può offrire al settore una nuova prospettiva per affrontare le sfide del futuro, raccontando il mare e i suoi prodotti con un linguaggio universale e coinvolgente.

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L’Ue metta a rischio la pesca del rossetto a Manfredonia

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L’Ue metta a rischio la pesca del rossetto a Manfredonia – L’Ue metta a rischio la pesca del rossetto a Manfredonia. Lo rende noto Confcooperative Fedagripesca preoccupata per l’opposizione della DGMARE rispetto al terzo rinnovo del piano di gestione che potrebbe dare uno stop alla campagna di pesca 2025-2027. A temere sono circa 400 persone tra pescatori e indotto.

Una richiesta di rinnovo di questo tipo di pesca, partita per tempo. Il MASAF, infatti, ha proposto alla Commissione Ue a fine ottobre 2024 una nuova versione aggiornata del piano di gestione per la pesca del rossetto all’interno del compartimento marittimo di Manfredonia. Il lavoro ha avuto il parere favorevole del MEDAC, secondo la procedura in vigore.

Una proposta supportata da un’analisi accurata sul piano tecnico-scientifico elaborata da un istituto di ricerca riconosciuto dal MASAF (C.I.R.S.PE. – Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca scrl). In precedenza, la Commissione Ue ha già autorizzato questo tipo di pesca nel 2018 e nel 2022, con quest’ultimo regolamento consentiva la pesca fino alla primavera del 2024.

Per proseguire la pesca nel prossimo triennio occorre adesso una nuova decisione della Commissione europea. Ma al momento, sottolinea Fedagripesca, si registra una forte resistenza da parte della Commissione Ue a concedere il rinnovo.

“La precedente campagna si è conclusa senza alcuna criticità per quanto riguarda la salute di questa specie e la contrarietà della Commissione è del tutto immotivata. La pesca del rossetto ha da sempre avuto un particolare rilievo nella marineria di Manfredonia sia perché remunerativa, sia per l’alta radicazione culturale. La componente stagionale di questa pratica di pesca consente, inoltre, alle piccole imbarcazioni di alleggerire nei mesi invernali la pressione di pesca su altre risorse”, afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca.

“Auspichiamo che prevalga il buon senso alla luce anche del fatto che il piano di gestione 2024-2027 prevede una serie di ulteriori accorgimenti per migliorare la sostenibilità ecologica della pesca assicurando un equilibrio fra sforzo di pesca e impatto sulle risorse”, conclude Tiozzo.

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Comunicazione strategica e marketing per fare la differenza

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Comunicazione strategica e marketing per fare la differenza – La comunicazione strategica sta trasformando il modo in cui le aziende, indipendentemente dal settore, definiscono le loro strategie di marketing. Non si tratta più solo di raccontare un prodotto, ma di costruire un dialogo autentico e interdisciplinare che tenga conto della complessità del contesto e delle aspettative di un pubblico sempre più esigente.

Studi recenti, come quello condotto da Mirco Olivieri, Lala Hu e Alessia Anzivino, hanno evidenziato come questa disciplina sia cruciale per guidare le decisioni aziendali, influenzando sia la politica di prodotto che l’innovazione nelle comunicazioni di marketing. L’industria alimentare, ad esempio, ha dimostrato quanto un approccio strategico ben calibrato possa migliorare la percezione di un marchio, aumentare la fiducia del consumatore e promuovere valori come la sostenibilità.

Prendiamo il settore ittico come caso emblematico. Qui, la comunicazione strategica non si limita a presentare i prodotti, ma si concentra sulla narrazione di una filiera sostenibile, valorizzando il legame tra tradizione, qualità e rispetto per l’ambiente. Un esempio concreto è l’adozione di storytelling che unisce dati oggettivi (certificazioni, tracciabilità) ed emozioni (racconti di pescatori, storie di comunità locali).

Tuttavia, queste dinamiche non sono esclusiva dell’industria ittica. In qualsiasi settore, la capacità di integrare obiettivi di business con una visione a lungo termine della comunicazione può rappresentare il vero vantaggio competitivo. Le aziende che investono nella formazione dei propri team di comunicazione e marketing per padroneggiare strumenti digitali, dati analitici e strategie narrative innovative, ottengono risultati significativi in termini di fidelizzazione e acquisizione di nuovi mercati.

Le piattaforme digitali, in particolare, hanno rivoluzionato il panorama della comunicazione aziendale. I social media e le campagne mirate, insieme all’ottimizzazione SEO, offrono opportunità straordinarie per costruire relazioni con un pubblico sempre più segmentato e consapevole. Tuttavia, questi strumenti richiedono una gestione strategica: contenuti superficiali o non coerenti con l’identità aziendale rischiano di danneggiare la reputazione del brand.

Questo approccio è confermato dallo studio condotto dai tre autori, che ha analizzato aziende alimentari di successo, mostrando come la comunicazione strategica non solo favorisca l’innovazione, ma porti anche a un miglioramento concreto delle performance di mercato. Gli esempi vanno dalle campagne che promuovono stili di vita sostenibili alle iniziative che educano il consumatore sull’importanza di fare scelte etiche.

In definitiva, la comunicazione strategica non è più un accessorio del marketing, ma il suo cuore pulsante. Per le aziende che operano in settori complessi come quello ittico, rappresenta un ponte tra tradizione e futuro, tra prodotto e consumatore. È il momento di abbracciare questa trasformazione, costruendo messaggi che non solo vendano, ma ispirino e guidino il cambiamento.

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La pesca artigianale in Senegal. Tradizione che rischia di scomparire

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La pesca artigianale in Senegal. Tradizione che rischia di scomparire – La pesca artigianale lungo le coste dell’Africa occidentale è una delle attività economiche più antiche e vitali per le comunità costiere del continente nero, in particolare lungo la costa atlantica del Senegal.
Qui, tradizione e sopravvivenza si intrecciano, con i pescatori locali che utilizzano piroghe colorate, strumenti semplici e conoscenze tramandate da generazioni per garantire il sostentamento delle loro famiglie e alimentare le economie locali.

Uno dei luoghi più emblematici della storia della pesca artigianale in Senegal è una piccola cittadina, poco più che un villaggio, post a sud di Dakar e che risponde al nome di M’bour. Centinaia se non migliaia di piroghe ogni giorno e così ancor prima della colonizzazione europea sbarcano il pesce appena pescato, sempre meno sufficiente per la verità a sfamare le famiglie e alimentare il mercato localistico.

Oggi la pesca artigianale in Africa deve affrontare numerose sfide, tra cui la sostenibilità delle risorse marine, l’inquinamento e soprattutto la concorrenza della pesca industriale.
Quest’ultima soprattutto nell’ultimo decennio ha visto un intensificarsi del numero di barche di pesca oceanica, la maggior parte appartenenti a compagnie europee che attraverso l’uso fraudolento di bandiere africane rappresentano una grave minaccia per la sostenibilità degli oceani e per la sicurezza alimentare delle comunità costiere africane.
Questa frode coinvolge complessi meccanismi di elusione normativa, rendendo difficili il monitoraggio e la regolamentazione, ma i suoi impatti sono profondi.

Armatori europei, spesso provenienti da Paesi con una forte industria ittica, acquistano o noleggiano navi che poi registrano sotto la bandiera di Paesi africani. Questa pratica, nota come flagging out, permette alle navi di operare seguendo le regole meno rigide dei Paesi di bandiera, molti dei quali non dispongono di risorse adeguate a monitorare le attività di pesca. Inoltre, alcuni funzionari locali responsabili della gestione della pesca chiudono volutamente un occhio, o addirittura entrambi, accettando tangenti in cambio di ignorare le violazioni.

Queste navi non rispettano i confini delle zone economiche esclusive (ZEE) dei Paesi costieri e pescano illegalmente anche in aree protette o riservate alla pesca artigianale. Il pesce catturato illegalmente viene trasbordato in mare, una pratica nota come transhipment, su navi autorizzate e il gioco è fatto.

Per garantire un futuro sostenibile, è necessario affrontare le sfide legate alla gestione delle risorse marine, alla protezione dei diritti dei pescatori ma prestare anche maggiore attenzione alla pratica della pesca illegale ( illegal, unreported, and unregulated fishing) punendo severamente chi la attua.

I pescatori artigianali di M’bour non hanno voce e chi ce l’ha, come per esempio la EU, è affetta da raucedine cronica.

La pesca artigianale in Senegal. Tradizione che rischia di scomparire

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