Mese: Maggio 2023 Pagina 1 di 67

Pubblicata la sesta edizione dell’EU Blue Economy Report 2023: panoramica generale e contesto economico

Pubblicata la sesta edizione dell’EU Blue Economy Report 2023: panoramica generale e contesto economico

E’ stata pubblicata la sesta edizione dell’ EU Blue Economy Report 2023 realizzato dall’European Commission Directorate General for Maritime Affairs and Fisheries, e dal Joint Research Centre (JRC).

Riportiamo dall’introduzione di VIRGINIJUS SINKEVIČIUS, EU Commissioner for Environment, Oceans and Fisheries.

“L’anno 2022 è stato caratterizzato da picchi elevati dei prezzi dell’energia. Inizialmente causati dalla ripresa economica post-pandemica, sono stati amplificati dall’invasione russa non provocata dell’Ucraina e dagli effetti della risposta globale e dai conseguenti alti tassi di inflazione.

La Commissione europea ha risposto con varie misure, tra cui il piano REPowerEU, portando avanti gli sforzi sul pacchetto “Fit for 55” e pubblicando la comunicazione sulla transizione energetica nella pesca e nell’acquacoltura dell’UE nel febbraio 2023. Inoltre, i settori dell’acquacoltura e della pesca dell’UE sono autorizzati a ricevere il sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEMFAF) e di programmi come BlueInvest e il Fondo per l’economia blu InvestEU.

Ma cambiare i tempi significa anche adattarsi a nuovi formati.

Sono lieto di annunciare una nuova caratteristica della relazione sull’economia blu dell’UE. A partire da questa edizione, questa pubblicazione annuale di punta della Direzione generale per gli affari marittimi e la pesca e il Centro comune di ricerca della Commissione europea sarà pubblicata in un formato più breve e conciso. Inoltre, sarà collegato e incorporato nel più ampio Osservatorio dell’economia blu dell’UE, che abbiamo avviato congiuntamente lo scorso anno”.

OBIETTIVO: FORNIRE SUPPORTO AI POLITICI E ALLE PARTI INTERESSATE NELLA RICERCA

In un nuovo formato, la sesta edizione dell’EU Blue Economy Report continua ad analizzare la portata e le dimensioni dell’economia blu nell’Unione europea. Il suo obiettivo principale rimane quello di fornire supporto ai responsabili politici e alle parti interessate nella ricerca di uno sviluppo sostenibile degli oceani, delle risorse costiere e, in particolare, nello sviluppo e nell’attuazione di politiche e iniziative nell’ambito del Green Deal europeo in linea con il nuovo approccio per un Blue Economy sostenibile. Attraverso le sue prove economiche, il Rapporto cerca anche di servire come fonte di ispirazione per gli investitori.

La sesta edizione del Report si concentra su un’analisi sintetica dei dati, delle tendenze e dei driver dei settori consolidati della Blue Economy (ovvero quelli che tradizionalmente contribuiscono alla Blue Economy), nonché delle Blue Biotechnology e Ocean Energy.

Questa edizione include anche una breve analisi degli impatti dell’invasione russa dell’Ucraina su alcuni settori della Blue Economy.

Il rapporto contiene anche una sezione successiva alla comunicazione sulla transizione energetica, che comprende un’analisi della transizione energetica nell’economia blu. Valuta le emissioni di gas serra prendendo in considerazione diverse specie, tecniche di pesca e le loro fasi di produzione. Il rapporto si conclude con una sezione che analizza i cambiamenti climatici e gli impatti costieri. Questa sezione riassume i risultati relativi alle dinamiche future degli impatti delle inondazioni costiere, dell’adattamento e dei servizi ecosistemici, lungo la costa dell’UE-27.

Questa edizione si avvale anche della piattaforma dell’Osservatorio Blue Economy, che fornisce aggiornamenti più tempestivi e regolari dei dati della Blue Economy. Ulteriori analisi saranno pubblicate nel corso dell’anno, non appena saranno disponibili i dati più recenti e verranno evidenziati settori o argomenti.

I settori consolidati della Blue Economy includono le risorse marine viventi, le risorse marine non viventi, le energie rinnovabili marine, le attività portuali, la costruzione e riparazione navale, il trasporto marittimo e il turismo costiero.

L’analisi di questi settori si basa sui dati raccolti dalla Commissione europea presso gli Stati membri dell’UE e il Sistema statistico europeo. I dati sulla pesca e sull’acquacoltura sono stati raccolti nell’ambito del quadro per la raccolta dei dati dell’UE (DCF). Le analisi per tutti gli altri settori consolidati si basano sui dati di Eurostat provenienti da Statistiche strutturali sulle imprese (SBS), PRODCOM, Conti nazionali e Statistiche del turismo.

I settori emergenti e innovativi della Blue Economy includono l’energia rinnovabile marina (ovvero energia oceanica, energia solare galleggiante e generazione di idrogeno offshore), biotecnologia blu, desalinizzazione, difesa marittima, sicurezza e sorveglianza, ricerca e infrastrutture (cavi sottomarini, robotica). Tuttavia, in questa edizione del Blue Economy Report forniamo solo una valutazione dei settori della biotecnologia blu e dell’energia oceanica. Questi settori offrono un potenziale significativo per la crescita economica e la sostenibilità transizione, così come la creazione di posti di lavoro. Per i settori emergenti i dati non sono completamente disponibili nel pubblico dominio. Le analisi sono fornite per l’UE-27 nel suo complesso e per settore e industria per ciascuno Stato membro (SM). La metodologia seguita nella presente relazione è dettagliata nell’Osservatorio dell’economia blu dell’UE.

129 MILIARDI DI EURO NEL 2020: IL 30% IN MENO DEL 2019

I settori consolidati dell’economia blu dell’UE hanno generato un valore aggiunto lordo (VAL) di 129 miliardi di euro nel 2020, ovvero una diminuzione del 30% rispetto al 2019, a causa degli impatti del COVID-19. Il risultato operativo lordo (utile) a 43,6 miliardi di euro è stato inferiore del 40% e il fatturato totale a 523 miliardi di euro è diminuito del 22% rispetto al 2019. dei servizi di ristorazione e delle industrie alberghiere ha colpito i diversi settori della Blue Economy, con alcuni come il turismo costiero tra i più colpiti.

Questi settori consolidati hanno impiegato direttamente quasi 3,34 milioni di persone nel 2020, con una diminuzione del 26% rispetto al 2019.

Per i settori consolidati, due settori sono particolarmente degni di nota: il turismo costiero è stato il settore più colpito con una diminuzione del 58% del VAL e del 40% dell’occupazione; tuttavia, ha continuato a generare la quota maggiore di occupazione e VAL nell’economia blu dell’UE, rispettivamente con il 51% e il 26%. Il settore dell’Eolico Offshore è l’unico che ha mostrato un aumento del VAL e dell’occupazione nel 2020, mentre Cantieristica e riparazione e Attività portuali sono aumentate solo degli occupati.

Per quanto riguarda i settori emergenti, l’energia rinnovabile oceanica e marina continuerà a svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi e traguardi del Green Deal europeo, della strategia dell’UE sull’idrogeno, della strategia per le energie rinnovabili offshore e della comunicazione REPowerEU.

PANORAMICA GENERALE E CONTESTO ECONOMICO

Il valore aggiunto lordo (VAL) dei settori consolidati della Blue Economy nel 2020 è stato di 129,1 miliardi di euro (contribuendo per l’1,1% al dell’economia dell’UE-27), un calo del 30% rispetto a 185,4 miliardi di EUR (1,5% dell’economia dell’UE-27) nel 2019. Il fatturato dell’economia blu è diminuito del 22%, passando da 671,3 miliardi di EUR nel 2019 a 523 miliardi di EUR nel 2020.

Occupazione è diminuita del 26%, passando da 4,50 milioni nel 2019 a 3,34 milioni nel 2020 (1,8% in termini di contributo all’economia dell’UE-27).

Nel 2021, la spesa delle famiglie per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’UE-27 è aumentata del 7% rispetto al 2020, proseguendo la tendenza al rialzo già registrata tra il 2019 e il 202019.

Nel 2021 si è registrata una crescita complessiva del valore totale dei flussi commerciali dell’UE nel settore della pesca e dell’acquacoltura prodotti, e ha anche avviato un periodo di ripresa economica dalla crisi pandemica del 2020. Nel febbraio 2022, il valore totale del commercio dell’UE di prodotti della pesca e dell’acquacoltura è crollato. Ciò è legato all’invasione russa non provocata dell’Ucraina, che ha influito sui prezzi del petrolio e creato colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento a livello globale. Ha anche contribuito a un’impennata dei prezzi dell’energia. Di conseguenza, una parte significativa della flotta peschereccia dell’UE non è stata in grado di coprire i propri costi operativi nel 2022, costringendo molte navi a rimanere in porto. Inoltre, con il quinto pacchetto di sanzioni (8 aprile 2022), l’UE ha vietato l’accesso ai porti dell’UE a tutte le navi russe, estendendo poi il divieto alle chiuse il 21 luglio 2022.

I sette settori consolidati dell’economia blu dell’UE hanno generato un VAL di 129 miliardi di EUR nel 2020; ovvero un calo del 30% rispetto al 2019 e del 16% rispetto al 2009. Il risultato operativo lordo (utile) a 43,6 miliardi di euro è stato inferiore del 40% e il totale fatturato a 523 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto al 2019.

Questi settori consolidati hanno impiegato direttamente quasi 3,34 milioni di persone nel 2020, con un calo del 26% rispetto al 2019.

Queste cifre mostrano l’entità dell’impatto generato dalla pandemia di COVID-19 sull’economia blu dell’UE. In particolare, il turismo costiero è stato il settore più colpito con un calo del 58% del VAL e del 40% dell’occupazione, seguito dal trasporto marittimo e dalle risorse non viventi. Solo l’energia eolica offshore ha mostrato un aumento del VAL e dell’occupazione nel 2020.

Nonostante questo calo, il turismo costiero ha continuato a generare la quota maggiore di occupazione e VAL nell’economia blu dell’UE, rispettivamente con il 51% e il 26%. Seguono il trasporto marittimo con l’11% e il 23%, le attività portuali con il 12% e il 21%, le risorse biologiche con il 16% e il 15% e la cantieristica e riparazione con il 9% e l’11%. L’energia rinnovabile marina ha generato lo 0,4% dell’occupazione e il 2% del VAL, mentre le risorse non viventi rispettivamente lo 0,3% e il 2%.

La retribuzione lorda per dipendente per i settori consolidati dell’economia blu dell’UE è aumentata costantemente dal 2009.

I settori delle risorse non viventi e delle energie rinnovabili marine hanno tendenze occupazionali piuttosto diverse. L’energia rinnovabile marina è un settore relativamente nuovo, e come tale è caratterizzato da una forte crescita. Le risorse non viventi, invece, sono un settore maturo, in declino, tra l’altro a causa delle politiche comunitarie adottate per ridurre la dipendenza da petrolio e gas.

In termini assoluti, i quattro maggiori Stati membri (Germania, Spagna, Italia e Francia) sono i maggiori contributori all’economia blu dell’UE in termini di occupazione – con un contributo combinato del 55% – e VAL – contributo combinato del 57% . La Danimarca è il quarto maggior contributore all’economia blu dell’UE in termini di VAL (11%), insieme a Italia e Spagna. Tuttavia, rappresenta solo il 3% dell’occupazione nell’economia blu dell’UE.

Nel 2020, il contributo dei settori consolidati dell’economia blu all’economia complessiva dell’UE è stato del 2,8% in termini di occupazione (in aumento rispetto al 2,3% nel 2019) e dell’1,1% in termini di VAL (in calo rispetto all’1,5% nel 2019). Il calo del contributo complessivo della Blue Economy nel 2020 in termini di VAL è trainato dal turismo costiero, le cui attività economiche sono state tra quelle più colpite dell’intera economia, con una riduzione di oltre il 58% del VAL e del 40% del VAL occupazione. Ciò indica che l’economia blu dell’UE cresce e si contrae più rapidamente dell’economia complessiva dell’UE, data la sua dipendenza dal turismo costiero, che tende a crescere più rapidamente quando l’economia è in espansione, ma anche a ridursi più rapidamente durante le recessioni.

Il contributo dell’economia blu alle economie nazionali In generale, l’economia blu fornisce un contributo più significativo e varia notevolmente tra gli Stati membri.

In termini di occupazione, la sua quota varia dall’8% in Croazia allo 0,1% in Lussemburgo; quando si parla di VAL, si va dal 5% in Danimarca a meno dello 0,1% in Lussemburgo.

In generale, la Blue Economy è un contributore più significativo al VAL nazionale e all’occupazione negli Stati membri insulari o in quelli con arcipelaghi: Danimarca, Croazia, Malta, Grecia, Cipro e Portogallo. L’Estonia è un’eccezione con la sua economia blu che contribuisce al 5% dell’occupazione totale.

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Federpesca audita alla Camera sul Piano d’Azione Marino

Federpesca audita alla Camera sul Piano d’Azione Marino

La XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha indetto il 30 maggio un’audizione dei rappresentanti delle organizzazioni di categoria del comparto pesca e delle associazioni maggiormente rappresentative del medesimo settore nell’ambito dell’esame del “Piano d’azione UE: proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente” (COM(2023) 102). La Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, è intervenuta ribadendo la posizione contraria di Federpesca, e pertanto portando la voce di migliaia di pescatori e imprese.

“Si tratta di un attacco frontale alla pesca a strascico europea basata su dati scientifici non aggiornati e senza alcuna valutazione di impatto sociale ed economico: il settore della pesca a strascico in Europa contribuisce per il 30% degli sbarchi totali di prodotti ittici e al 40% dei ricavi, con 7.000 imbarcazioni di cui circa 2.000 italiane.” – ha dichiarato la Dott.ssa Biondo – “Oltretutto, pur non essendo un atto legislativo vincolante per gli Stati membri, questo Piano d’Azione è destinato ad influenzare la futura regolamentazione della pesca, su cui già gravano indirizzi ed obiettivi di diverse direttive e strategie della politica ambientale comunitaria. Per questo auspichiamo fortemente che dal prossimo Consiglio Agrifish di fine giugno giunga un segnale forte e chiaro di opposizione all’approccio espresso dal Piano, rigettando l’ipotesi di phasing out degli attrezzi di cattura mobili di fondo (strascico e draghe) da tutte le aree Natura 2000 ed al di fuori di queste, riportando la politica di protezione dell’ambiente entro limiti di sostenibilità economica e sociale delle misure.”

“L’obiettivo della Commissione europea dovrebbe essere piuttosto quello di accompagnare il settore verso un riorientamento energetico e tecnologico tale da garantire una maggiore sostenibilità ambientale, per la quale il settore ittico si sta impegnando, senza tralasciare quella economica e sociale.” – continua la Direttrice Biondo – “E’ chiaro come la domanda di prodotto che non viene soddisfatta dal prodotto nazionale sarà ancora di più colmata da prodotto importato da Paesi esteri che molto spesso non rispettano la nostra stessa legislazione in materia di ambiente, sicurezza e lavoro. In questo senso ridurre la capacità produttiva delle nostre imprese significa mettere a repentaglio la sicurezza e l’autonomia alimentare dell’Ue, dimostrando una miopia strategica del ruolo dell’Unione Europea da parte del Commissario Sinkevičius” – ha così concluso la Dott.ssa Biondo.

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La pesca tra i protagonisti del 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum

La pesca tra i protagonisti del 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum

Il 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum, intitolato “Italia Nazione di Mare”, che si è tenuto a Gaeta dal 25 al 27 maggio, ha rappresentato per Federpesca un’occasione importante di dialogo con gli attori della blue economy italiana. La pesca è stata tra i protagonisti dell’evento, il cui valore per l’economia, la cultura e sicurezza alimentare italiana è stato segnalato nuovamente dal Ministro MASAF, On. Francesco Lollobrigida, durante il suo intervento.

La Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, è intervenuta durante la seconda giornata di lavori, per confrontarsi sulle soluzioni per “costruire insieme la nuova visione strategica dell’Italia”.

“La pesca rappresenta uno strumento e un’opportunità di cooperazione nel Mediterraneo e un settore fondamentale per riappropriarsi della marittimità del nostro Paese” ha dichiarato la Direttrice Biondo – “Puntare su rinnovo della flotta, ricambio generazionali e riqualificazione del personale, valorizzazione dei nostri prodotti sono la chiave per sostenere la competitività delle imprese. Il futuro del settore passa anche dalla creazione di sinergie con gli altri settori della blue economy, necessarie a rafforzare la competitività e supportare strategie innovative che possano garantire un futuro per le imprese ittiche italiane”.

I tre giorni di lavoro e di networking hanno visto più di 200 relatori tra rappresentanti istituzionali nazionali ed europei, numerosi esponenti del Governo e del Parlamento, autorità civili e militari, imprese e Associazioni, Università e principali centri di ricerca e innovazione.

“Abbiamo avuto uno scambio proficuo con gli attori della blue economy, con cui condividiamo l’obiettivo comune di favorire una transizione blu sostenibile dell’Italia” – continua la Direttrice Biondo durante il suo intervento. “Per questo siamo lieti di far parte del Blue Forum Italia Network e di sottoscrivere il Manifesto BLUE per un’economia del mare Sostenibile Inclusiva e Innovativa” – ha così concluso la Direttrice Biondo.

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2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum: il riassunto della seconda giornata

2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum: il riassunto della seconda giornata

Le Blue Audition per il Piano del Mare, questo il fulcro dei lavori della seconda giornata del Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum, in scena a Gaeta dal 25 al 27 maggio. In apertura, un collegamento in diretta con lo European Blue Forum Launch event della Commissione Europea, in corso contemporaneamente a Brest.

Un legame, quello tra Blue Forum Europeo e Blue Forum Italiano, che si è consolidato a Bruxelles, con le recenti interlocuzioni tra il Presidente di Assonautica, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina, Giovanni Acampora, la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, e i vertici della Direzione generale degli Affari marittimi e della pesca della Commissione Europea. Ed è proprio nell’ottica di dare continuità al dialogo con l’Europa che si sono concentrati i lavori della seconda giornata del Summit. Un vertice che rappresenta l’impegno congiunto per l’inclusione dell’economia blu nelle agende europee e nazionali. L’impegno dei principali attori del settore verso un’economia blu più sostenibile, in stretta collaborazione con l’Ue”:

Il Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Raffaele Fitto, non ha voluto far mancare il suo contributo e, in collegamento, ha affermato: “L’economia del mare rappresenta una priorità che, per la prima volta nella storia, un Governo ha messo al centro del suo operato, con una strategia di sistema coordinata, con l’intento di adeguare gli interventi per un settore che rappresenta una grande risorsa per il nostro Paese. Una strategia che va definita insieme, sfruttando al meglio le risorse esistenti. L’Italia assume così un ruolo centrale, come più volte ribadito dal Presidente Meloni, ma anche un ruolo strategico nella questione geopolitica. Siamo in una fase importante di revisione del Pnrr e l’obiettivo è il coordinamento dell’utilizzo di queste risorse con quelle del Fondo Sviluppo e Coesione, per cogliere al meglio questa grande opportunità data dal ruolo strategico che l’Italia ha. Le priorità del Governo in questa direzione si concretizzeranno in modo forte e chiaro nei prossimi mesi”.

A fare gli onori di casa, anche per la seconda giornata del Summit, il Presidente Acampora: “Il Mare come sinonimo di solidarietà. Una risorsa che unisce e che va preservata e tutelata. E per farlo bisogna costituire una ‘comunità’, che è quello che stiamo facendo in questa tre giorni. Stare insieme è un moltiplicatore economico, sociale e di rappresentatività istituzionale e mediatica. Il Summit è uno strumento di comunicazione che mettiamo a disposizione del nostro Paese. Il modo più efficace che abbiamo per comunicare è far vedere quanti siamo. Siamo davvero le onde di un mare grande e siamo qui per incontrarci, confrontarci e sostenere insieme il percorso dell’Economia del Mare alla guida dell’Italia e l’Italia alla guida dell’Europa e del Mediterraneo. Sono convinto che la parola d’ordine che emergerà in questi giorni sia “cambiamento”. E l’Italia, che è la terza economia blu in Europa, sta dimostrando una grande volontà trasformativa, perché il nostro Paese ha finalmente messo al centro la volontà di riconoscersi una Nazione di Mare”.

Hanno portato il loro contributo al dibattito, Giuseppe Tripoli – Segretario Generale Unioncamere; Antonella Polimeni – Rettrice de La Sapienza Università di Roma; Nicola Procaccini – Europarlamentare e Co-Presidente ECR; Flavio Burlizzi – Direttore Unioncamere Europa e Luca Salamone – Coordinatore della Struttura di missione per le politiche del mare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Vocazione e responsabilità”, questi i due concetti chiave emersi insieme alla necessità di uno “sguardo d’insieme” tra l’Italia e l’Europa per contribuire alla realizzazione del Piano del Mare.

Fondamentale in quest’ottica il sostegno al Summit arrivato da Charlina Vitcheva, DG della Direzione Generale degli Affari marittimi e della pesca della Commissione Europea, che, in un contributo video, ha sottolineato: “I nostri eventi non hanno in comune solo le date. Entrambi rappresentano il nostro sforzo congiunto di sensibilizzazione e di inclusione dell’economia blu nelle agende europee e nazionali. Voglio quindi ringraziarvi perché questo vertice e il vostro manifesto dimostrano l’impegno dell’Italia verso un’economia blu più sostenibile, in stretta collaborazione con l’UE e le parti interessate del settore marittimo”.

Nel confronto, prezioso è stato l’intervento di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura Sovranità alimentare e Foreste: “Per la prima volta, grazie al governo Meloni, è stato istituito un Ministero competente sul mare e sulle sue diverse declinazioni e attitudini. Turismo, pesca, filiera, biodiversità come patrimonio, itticoltura. Per garantire un’ampia visione d’insieme su tutti questi aspetti, il governo ha scelto l’unica strada percorribile, quella della pianificazione. Una regia che possa mettere ogni Ministero in condizione di remare nella stessa direzione. Controllo, messa in sicurezza, sostenibilità, infrastrutture e non solo. Stiamo lavorando su investimenti a breve e lungo termine per lo sviluppo del sistema mare italiano”. Poi Lollobrigida ha puntato sull’attuale condizione della pesca: “Dobbiamo modificare le regole per renderle più compatibili. È poco logico tagliare il nostro sforzo di pesca, mentre vediamo Paesi terzi sul Mediterraneo pescare senza regole. Si deve ragionare come Europa per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ma mettiamo delle regole che valgano per tutti, oppure applichiamo ai nostri pescatori solo le regole che riusciamo ad applicare anche fuori”.

Di grande spessore il contributo di Fabio Rampelli, Vicepresidente della Camera dei Deputati, tra i principali fautori del Ministero del Mare: “Finalmente si è scoperto che il mare non è solo bello, ma anche una fonte di ricchezza straordinaria. Una risorsa, valore aggiunto per la nostra economia e non solo. Con questi 8mila chilometri di costa, che rendono inimitabile la nostra penisola, dobbiamo puntare a far crescere l’economia del paese”. Sulla cosiddetta legge Salva-Mare l’esponente di FdI ha aggiunto: “La prossima legge di bilancio che affronteremo sarà una legge in cui si vedrà la differenza anche sul salva-mare, non trascureremo nulla per l’economia diffusa che orbita intorno alla penisola italiana. Il mare deve essere visto come un volano, il nostro obiettivo strategico sarà quello di trovare tutti gli strumenti per poter dare alla nostra Nazione la soddisfazione di essere trainante sull’economia del mare, perché il ruolo di leadership dell’Italia nel Mediterraneo e in Europa passa proprio per il mare. In quest’ottica, il governo Meloni ha linee e progettualità. Ci auguriamo di poter essere capaci nel trasformare le intenzioni in azioni”.

Simona Petrucci, Membro 8ª Commissione Senato della Repubblica, ha focalizzato il suo intervento sulla sostenibilità e sul ciclo dei rifiuti per salvaguardare il sistema mare: “Sostenibilità è una parola bellissima ma bisogna dar spazio alla concretezza più che agli spot. La sostenibilità non può più essere uno slogan, deve trasformarsi in progetti esecutivi. Troppa burocrazia non ci permette di arrivare alle azioni concrete per cui, se occorre invertire la rotta, dobbiamo sburocratizzare. Essere qui insieme in questi giorni è fondamentale in questa direzione, perché uniti si riesce ad ottenere ciò di cui necessitiamo per salvaguardare il nostro mare e impedire che venga sommerso dai rifiuti.

A chiudere le Blue Audition Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Il mare è il nostro passato ed è il nostro futuro. Occorre ottimizzare tutte le risorse che il mare ci offre salvaguardando questa immensa risorsa. Il Ministero del Mare attuato dal governo è un punto di svolta. Il primo passo per cominciare ad operare a tutela del sistema mare. Molte delle nostre imprese, chiave del Made in Italy gravitano intorno al mare, basti pensare all’export che ha numeri rilevanti per la nostra economia. In questa direzione, dobbiamo attenzionare tutte le filiere ed adottare i necessari provvedimenti per migliorare un asset strategico, lavorando su semplificazione e sburocratizzazione. Tutto questo anche in favore dei nostri giovani e del loro futuro. Le filiere che ruotano attorno al sistema mare possono offrire loro grandi opportunità e sta a noi metterli nelle condizioni di poterle cogliere, creando una rivoluzione culturale del nostro Paese”.

Filiere del Mare a confronto

Federazioni, associazioni, esperti e studiosi di tutti i settori dell’Economia del Mare insieme, per dare il proprio contributo alla definizione del Piano del Mare e alla costruzione della nuova visione strategica marittima dell’Italia. In una intensa giornata di lavoro, si sono alternati i rappresentanti delle tante filiere del mare: sicurezza, shipping, logistica, nautica, portualità turistica e commerciale, pesca e acquacoltura, ambiente, energia, innovazione e ricerca, formazione, turismo, sport e cultura.

Nel pomeriggio si sono susseguiti i Workshop “Vela latina e Vela al terzo: insieme per l’Unesco” e “Donne di mare tra storie e futuro”. In chiusura della seconda giornata, un momento conviviale: “Talk&Drink powered by Enel”, Special Guest il noto chef Max Mariola.

Domani, sabato 27, l’ultima giornata del Summit Nazionale Blue Forum che vedrà al centro dei lavori la Presentazione dell’XI Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, un documento atteso dall’intero comparto. I dati di questa edizione saranno resi noti in anteprima nazionale. Attesi, tra gli altri, gli interventi di Matteo Salvini – Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Antonio Tajani – Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Edoardo Rixi – Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Valentino Valentini – Vice Ministro delle Imprese e del Made in Italy; Claudio Durigon – Sottosegretario di Stato al Lavoro e Politiche Sociali; Renato Loiero – Consigliere del Presidente del Consiglio dei Ministri

L’intero evento è trasmesso in diretta streaming su: https://www.adnkronos.com/2-summit-nazionale-sulleconomia-del-mare-blue-forum_6qdkKnfBEAoJmbwFxcbsfi

Il programma completo è online su: https://www.blueforumitalia.org/summit-2023/

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Il saluto di Giorgia Meloni al 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum

Il saluto di Giorgia Meloni al 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum

Riportiamo di seguito la lettera che Giorgia Meloni ha fatto pervenire al Blue Forum di Gaeta, il Summit al quale era stata invitata, per ringraziare tutti del grande impegno e per dare un segno della sua presenza resa impossibile dai numerosi impegni istituzionali di queste giornate.

“Buongiorno a tutti.

Grazie per l’invito. Purtroppo i tanti impegni di questi giorni non mi hanno permesso di partecipare ma ci tenevo comunque ad essere presente con questo indirizzo di saluto.

Ringrazio la Camera di Commercio di Frosinone e Latina che ha voluto rinnovare anche quest’anno queste importanti giornate di confronto, insieme ad Informare e all’Osservatorio Nazionale che ogni anno produce l’interessantissimo rapporto sull’Economia del Mare.

“Italia Nazione di mare”, il titolo del vostro summit, rappresenta una realtà che anche il Governo ha voluto valorizzare, innanzitutto restituendo centralità all’Economia del Mare, istituendo finalmente dopo trent’anni un Ministero ad hoc, non più soltanto dedicato alla Marina mercantile ma a tutte le filiere che animano il nostro petrolio blu.

E permettetemi di ringraziare anche il Ministro del Mare e della protezione civile Nello Musumeci, insieme a tutti gli altri esponenti del governo che sono intervenuti.

Quella di istituire il Ministero del Mare non è stata una scelta simbolica ma una precisa volontà politica che riconosce nell’economia del mare un prezioso volano per l’intera nazione ed un’importante opportunità di crescita, in particolare per il Mezzogiorno.

Per lungo tempo, infatti, non siamo stati abbastanza consapevoli dell’importanza del lavoro che si sviluppa intorno al Mare: un’economia che rappresenta direttamente il 9% del PIL, vale oltre 150 miliardi di euro e attorno a cui ruotano enormi interessi economici, politici e geostrategici per la nostra Nazione.

Per anni è parso che non ci rendessimo conto di quanto l’Italia sia a tutti gli effetti una Nazione marittima e, direi di più, marinara.

Questa considerazione ci impone di dover investire sempre più sulle otto filiere che caratterizzano l’economia del mare.

La filiera Ittica, che dobbiamo preservare da alcune rigidità nelle norme comunitarie e soprattutto da attività di pirateria compiute nei nostri mari da imbarcazioni non autorizzate spesso di provenienza asiatica.

La Cantieristica e la nautica che rappresentano una vera eccellenza nazionale.

La Movimentazione di Merci e Passeggeri I Servizi di Alloggio e Ristorazione.

La Ricerca e lo sviluppo nel campo delle biotecnologie marine e delle scienze naturali e della Tutela ambientale.

Le attività turistiche così come quelle Sportive e Ricreative, attività connesse al turismo nel campo dello sport e del divertimento come porticcioli turistici, tour operator, guide e accompagnatori turistici, parchi tematici, stabilimenti balneari che sono un bene il cui valore aggiunto vogliamo tutelare.

Lo faremo sostenendo tutti questi settori che ruotano attorno alla blue economy, implementando la digitalizzazione delle infrastrutture portuali e sfruttando le grandi opportunità che il Mare ci fornisce, a partire dalle ricerche subacquee che possono aiutarci anche a vincere la sfida della transizione ecologica, liberandoci dalla dipendenza da altre Nazioni per le terre rare di cui il Mediterraneo è ricco. Allo stesso modo continueremo a lavorare sulla produzione energetica di gas nazionale così come sulle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore.

Il tutto però perseguendo sempre il giusto bilanciamento tra le esigenze economiche nazionali e la sostenibilità ambientale delle nostre acque, mettendo da parte ogni approccio ideologico.

Parlando di Mare, voglio anche ringraziare per il loro prezioso lavoro la Marina Militare, che presidia le nostre infrastrutture portuali ed energetiche, così come al Corpo delle Capitanerie di porto e alla Guardia Costiera, sempre più spesso impegnata a gestire l’immigrazione irregolare e le operazioni SAR in condizioni che spesso raggiungono l’eroismo.

Grazie al lavoro di tutti gli operatori del mare l’Italia saprà riscoprire la sua naturale vocazione di potenza regionale nel Mediterraneo, nel quale esercitiamo e sempre più dovremo esercitare un ruolo di centralità geopolitica, di stabilizzazione delle aree di crisi, di piattaforma per le forniture energetiche.

Da queste giornate, per cui ancora ci tengo a ringraziarvi, l’Italia ha tanto da imparare. Anche grazie al vostro lavoro, la nostra Nazione compie un importante passo avanti verso una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità in un ambito che troppo a lungo è stato sottovalutato.

Buona giornata e buon lavoro a tutti”.

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