Mese: Giugno 2023 Pagina 95 di 96

Riscaldamento globale: i pesci migrano in acque più fredde

 

Riscaldamento globale: i pesci migrano in acque più fredde  – Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Glasgow ha rivelato che la maggior parte delle popolazioni ittiche si sta spostando verso i poli nord e sud, o verso acque più profonde rispetto ai loro habitat naturali, al fine di sfuggire alle temperature marine che sono in costante aumento. L’importanza della temperatura dell’acqua per la vita marina è cruciale. Questo elemento ambientale ha un impatto significativo sul metabolismo, la crescita e la riproduzione delle specie marine.

Molte specie ittiche hanno finestre di temperature molto ristrette in cui possono sopravvivere, quindi anche una piccola variazione può rendere il loro habitat inospitale, lo spostamento verso nuovi territori marini rimane l’unica opzione disponibile.

Questo fenomeno di migrazione è stato osservato come causa del declino delle popolazioni ittiche in tutto il mondo, e in alcune regioni, alcune specie ittiche sono persino scomparse completamente. Gli scienziati hanno rilevato che i cambiamenti nell’ecosistema marino si stanno verificando fino a sette volte più velocemente rispetto ai cambiamenti che avvengono sulla terraferma.

La ricerca, che ha coinvolto 115 diverse specie di pesci da tutti e sette gli oceani del mondo, rappresenta il primo studio su scala globale di questo tipo.

Secondo Carolin Dahms, autrice principale dello studio, le popolazioni ittiche si stanno spostando principalmente dalle zone in cui le temperature aumentano più rapidamente. “Potrebbe essere che il tasso di riscaldamento in alcune regioni sia così elevato da impedire ai pesci di adattarsi, e quindi la migrazione potrebbe essere la loro strategia migliore per far fronte a questa situazione”, ha affermato.

Il professor Shaun Killen, autore senior dello studio, ha evidenziato l’incertezza riguardo alle conseguenze che questi spostamenti comporteranno sulle catene alimentari e sugli ecosistemi marini. “Se le prede di queste specie non si spostano insieme a loro, o se queste specie si trasformano in una specie invasiva nelle nuove aree, potrebbero verificarsi gravi ripercussioni nel lungo periodo”, ha spiegato.

Le popolazioni ittiche stanno affrontando un cambiamento significativo nei loro habitat a causa dell’aumento delle temperature del mare, e ciò potrebbe avere importanti implicazioni per l’equilibrio degli ecosistemi marini e delle catene alimentari.

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Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea

 

Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea – “È stato un confronto lungo e franco quello di stamane a Bruxelles con la direttrice generale della pesca Charlina Vitcheva e con il suo staff. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha ribadito la propria contrarietà rispetto alle proposte contenute nel Piano d’Azione lanciato dalla Commissione europea lo scorso 21 febbraio nel quale si annunciano misure rigide contro la pesca nelle aree natura 2000. Abbiamo ribadito anche il nostro no a qualunque forma di tassazione sul carburante che metterebbe sul lastrico le nostre imprese, faticosamente uscite dall’emergenza Covid e dalla crisi energetica”.

Così l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura al termine dell’incontro a Bruxelles con la direttrice generale della DGMARE Vitcheva.

Durante il confronto è stato consegnato dalla cooperazione alla direttrice generale uno studio che dimostra le lacune del piano d’azione ed i motivi del dissenso delle marinerie non solo italiane; è stata inoltre ribadita l’intenzione delle marinerie di lavorare al fine di trovare soluzioni in grado di bilanciare la tutela della biodiversità con la difesa dei posti lavoro.

“Le distanze con Bruxelles rimangono forti sul piano delle misure da adottare per raggiungere la sostenibilità ambientale che non deve mai dimenticare quella sociale ed economica”, sottolinea l’Allenza.

Nel corso dell’incontro la Commissione ha ribadito la natura non vincolante delle linee contenute nel Piano d’Azione che vuole indicare una traiettoria la cui attuazione è nella responsabilità principale degli Stati membri. Stati membri cui spetta l’organizzazione anche delle campagne di raccolta dati sulla cui base si gestisce la pesca evitando il ricorso al principio di precauzione.

Per questo la Commissione ha chiesto la collaborazione di tutti per cercare soluzioni in grado di dare un futuro ai nostri pescatori. “L’unico futuro che vediamo con questa politica – ha concluso, però, l’Alleanza – è la chiusura di moltissime imprese ed il pensionamento anticipato dei nostri pescatori.”

Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea

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Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea

 

Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea – “È stato un confronto lungo e franco quello di stamane a Bruxelles con la direttrice generale della pesca Charlina Vitcheva e con il suo staff. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha ribadito la propria contrarietà rispetto alle proposte contenute nel Piano d’Azione lanciato dalla Commissione europea lo scorso 21 febbraio nel quale si annunciano misure rigide contro la pesca nelle aree natura 2000. Abbiamo ribadito anche il nostro no a qualunque forma di tassazione sul carburante che metterebbe sul lastrico le nostre imprese, faticosamente uscite dall’emergenza Covid e dalla crisi energetica”.

Così l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura al termine dell’incontro a Bruxelles con la direttrice generale della DGMARE Vitcheva.

Durante il confronto è stato consegnato dalla cooperazione alla direttrice generale uno studio che dimostra le lacune del piano d’azione ed i motivi del dissenso delle marinerie non solo italiane; è stata inoltre ribadita l’intenzione delle marinerie di lavorare al fine di trovare soluzioni in grado di bilanciare la tutela della biodiversità con la difesa dei posti lavoro.

“Le distanze con Bruxelles rimangono forti sul piano delle misure da adottare per raggiungere la sostenibilità ambientale che non deve mai dimenticare quella sociale ed economica”, sottolinea l’Allenza.

Nel corso dell’incontro la Commissione ha ribadito la natura non vincolante delle linee contenute nel Piano d’Azione che vuole indicare una traiettoria la cui attuazione è nella responsabilità principale degli Stati membri. Stati membri cui spetta l’organizzazione anche delle campagne di raccolta dati sulla cui base si gestisce la pesca evitando il ricorso al principio di precauzione.

Per questo la Commissione ha chiesto la collaborazione di tutti per cercare soluzioni in grado di dare un futuro ai nostri pescatori. “L’unico futuro che vediamo con questa politica – ha concluso, però, l’Alleanza – è la chiusura di moltissime imprese ed il pensionamento anticipato dei nostri pescatori.”

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Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea – “È stato un confronto lungo e franco quello di stamane a Bruxelles con la direttrice generale della pesca Charlina Vitcheva e con il suo staff. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha ribadito la propria contrarietà rispetto alle proposte contenute nel Piano d’Azione lanciato dalla Commissione europea lo scorso 21 febbraio nel quale si annunciano misure rigide contro la pesca nelle aree natura 2000. Abbiamo ribadito anche il nostro no a qualunque forma di tassazione sul carburante che metterebbe sul lastrico le nostre imprese, faticosamente uscite dall’emergenza Covid e dalla crisi energetica”.

Così l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura al termine dell’incontro a Bruxelles con la direttrice generale della DGMARE Vitcheva.

Durante il confronto è stato consegnato dalla cooperazione alla direttrice generale uno studio che dimostra le lacune del piano d’azione ed i motivi del dissenso delle marinerie non solo italiane; è stata inoltre ribadita l’intenzione delle marinerie di lavorare al fine di trovare soluzioni in grado di bilanciare la tutela della biodiversità con la difesa dei posti lavoro.

“Le distanze con Bruxelles rimangono forti sul piano delle misure da adottare per raggiungere la sostenibilità ambientale che non deve mai dimenticare quella sociale ed economica”, sottolinea l’Allenza.

Nel corso dell’incontro la Commissione ha ribadito la natura non vincolante delle linee contenute nel Piano d’Azione che vuole indicare una traiettoria la cui attuazione è nella responsabilità principale degli Stati membri. Stati membri cui spetta l’organizzazione anche delle campagne di raccolta dati sulla cui base si gestisce la pesca evitando il ricorso al principio di precauzione.

Per questo la Commissione ha chiesto la collaborazione di tutti per cercare soluzioni in grado di dare un futuro ai nostri pescatori. “L’unico futuro che vediamo con questa politica – ha concluso, però, l’Alleanza – è la chiusura di moltissime imprese ed il pensionamento anticipato dei nostri pescatori.”

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Piano di Azione: Alleanza Cooperative pesca ribadisce il no alla Commissione europea – “È stato un confronto lungo e franco quello di stamane a Bruxelles con la direttrice generale della pesca Charlina Vitcheva e con il suo staff. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha ribadito la propria contrarietà rispetto alle proposte contenute nel Piano d’Azione lanciato dalla Commissione europea lo scorso 21 febbraio nel quale si annunciano misure rigide contro la pesca nelle aree natura 2000. Abbiamo ribadito anche il nostro no a qualunque forma di tassazione sul carburante che metterebbe sul lastrico le nostre imprese, faticosamente uscite dall’emergenza Covid e dalla crisi energetica”.

Così l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura al termine dell’incontro a Bruxelles con la direttrice generale della DGMARE Vitcheva.

Durante il confronto è stato consegnato dalla cooperazione alla direttrice generale uno studio che dimostra le lacune del piano d’azione ed i motivi del dissenso delle marinerie non solo italiane; è stata inoltre ribadita l’intenzione delle marinerie di lavorare al fine di trovare soluzioni in grado di bilanciare la tutela della biodiversità con la difesa dei posti lavoro.

“Le distanze con Bruxelles rimangono forti sul piano delle misure da adottare per raggiungere la sostenibilità ambientale che non deve mai dimenticare quella sociale ed economica”, sottolinea l’Allenza.

Nel corso dell’incontro la Commissione ha ribadito la natura non vincolante delle linee contenute nel Piano d’Azione che vuole indicare una traiettoria la cui attuazione è nella responsabilità principale degli Stati membri. Stati membri cui spetta l’organizzazione anche delle campagne di raccolta dati sulla cui base si gestisce la pesca evitando il ricorso al principio di precauzione.

Per questo la Commissione ha chiesto la collaborazione di tutti per cercare soluzioni in grado di dare un futuro ai nostri pescatori. “L’unico futuro che vediamo con questa politica – ha concluso, però, l’Alleanza – è la chiusura di moltissime imprese ed il pensionamento anticipato dei nostri pescatori.”

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