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Accordo su possibilità di pesca nel Baltico per il 2025

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Accordo su possibilità di pesca nel Baltico per il 2025 – Il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un accordo politico sulle possibilità di pesca nel Mar Baltico per il 2025, a seguito della proposta della Commissione dello scorso agosto.

Il Consiglio ha adottato le proposte di catture totali ammissibili (TAC) per diversi stock chiave, tra cui lo spratto (-31%) e la platessa (rollover). Per il merluzzo orientale e il merluzzo occidentale, il Consiglio ha deciso di stabilire solo TAC per le catture accessorie, quindi la pesca rimarrà limitata alle catture accidentali, prendendo di mira altre specie. Anche l’aringa del Baltico occidentale avrà, in linea di principio, un TAC solo per le catture accessorie, ma il Consiglio ha mantenuto un’eccezione per i pescatori costieri su piccola scala. Anche le catture di salmone nel bacino principale sono limitate alle catture accessorie, tranne durante l’estate nelle zone costiere del Mare di Åland e del Golfo di Botnia. L’accordo consente notevoli aumenti nelle catture di aringa di Botnia (+21%), aringa di Riga (+10%) e aringa del Baltico centrale (+108%).

Il Consiglio ha seguito la proposta della Commissione su numerosi elementi. Tuttavia, la Commissione è preoccupata che alcuni elementi dell’accordo abbiano meno probabilità di contribuire al recupero di determinati stock rispetto alla proposta della Commissione e potrebbero non essere in linea con il quadro giuridico applicabile, incluso il piano pluriennale del Baltico. Questo è il caso delle catture totali ammissibili (TAC) per lo spratto e l’aringa occidentale, nonché della pesca commerciale mirata continuata per l’aringa del Baltico occidentale e della pesca ricreativa per il salmone del bacino principale.

Nel complesso, la situazione ambientale disastrosa del Mar Baltico rende urgente l’attuazione completa della legislazione dell’UE a tutti i livelli, in modo efficace e sistematico.

Accordo su possibilità di pesca nel Baltico per il 2025

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Conferenza IFFO: il ruolo dell’industria degli ingredienti marini

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Conferenza IFFO: il ruolo dell’industria degli ingredienti marini – Si è tenuta, come da programma, lo scorso mercoledì la conferenza annuale organizzata dalla Marine Ingredients Organization (IFFO). 530 delegati provenienti da 43 paesi si sono incontrati a Lisbona per confrontarsi e analizzare opportunità e sfide nella catena del valore degli ingredienti marini.
Quattro sessioni di lavoro in tre giornate: due dedicate alle dinamiche di mercato e altre due all’analisi delle strategie future.

Toccati temi centrali per l’industria degli ingredienti per mangimi. Particolare attenzione è stata posta alla domanda e offerta di ingredienti marini e alle prospettive dell’industria oltre i tradizionali prodotti come farina e olio di pesce. Un focus di rilievo è stato riservato al tema degli ingredienti marini nella promozione della salute umana.

Petter Johannessen, direttore generale dell’IFFO, ha dichiarato: “Tutti riconosciamo che un mangime di qualità è alla base di un cibo di qualità. Questo comporta una grande responsabilità, che include la necessità di misurare con precisione l’impatto ambientale e sociale delle nostre attività”.

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Pesca: da Alleanza Cooperative parte fronte europeo per moratoria a nuovi divieti

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Pesca: da Alleanza Cooperative parte fronte europeo per moratoria a nuovi divieti – I pescatori italiani, insieme ai colleghi croati, francesi e spagnoli e al sindacato europeo dei lavoratori ETF, chiedono ai governi dei rispettivi paesi una moratoria rispetto alle ulteriori misure tecniche e di gestione che la Commissione UE, direttamente o attraverso la CGPM, intende proporre per il prossimo anno.

Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura (Agci Agrital, Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare), promotrice di questo fronte europeo contro nuovi limiti all’attività di pesca.

“Abbiamo ascoltato le nostre marinerie, i problemi dei pescatori, che non sono solo problemi italiani e per questo abbiamo allargato anche alle altre sponde del Mediterraneo questo fronte che si oppone a nuove regole e a ulteriori sacrifici per la pesca. Una scelta condivisa e sostenuta dal ministro Lollobrigida”, sottolinea l’Alleanza.

Il negoziato è alle battute finali e l’augurio della cooperazione è che si concluda assumendo posizioni e decisioni capaci di contemperare, più di quanto non sia accaduto sin qui, le esigenze di una piena ed equilibrata sostenibilità a cominciare dalla componente sociale ed economica.

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Incontro al MASAF: nuove prospettive di partenariato sulla pesca tra Italia e Libia

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Incontro al MASAF: nuove prospettive di partenariato sulla pesca tra Italia e Libia – Ieri a Roma, presso il Masaf, si è tenuto un importante incontro, organizzato dall’On. Aldo Mattia, Presidente del Dipartimento Agricoltura del partito Fratelli d’Italia, tra il Sottosegretario Patrizio La Pietra e una nutrita delegazione italo-libica composta da Gaspare Bilardello, imprenditore e consulente internazionale sulla pesca industriale; dal già Direttore Generale della Pesca del governo libico di Tripoli, Mohamad Hamed Ali Nuttah; dal Vicepresidente del Distretto Produttivo della Pesca e rappresentante della OP Blue Sea del Gambero Rosso di Mazara del Vallo, Gaspare Asaro, e da Sergio Vitale, responsabile del CNR di Mazara del Vallo.

L’incontro segue quello tenutosi a Tripoli all’inizio dello scorso settembre, durante il quale l’OP Consorzio Blue Sea del Gambero Rosso di Mazara del Vallo ha siglato, dopo attenta discussione e sereno confronto, un memorandum d’intesa con soggetti giuridici libici, con i quali sono state elaborate di comune intesa le linee guida di un potenziale partenariato sotto forma di joint-venture. Questo avrebbe come obiettivo l’esercizio della pesca industriale nelle acque libiche, nel rispetto delle normative che prevedono una pesca responsabile e sostenibile, secondo i modelli stabiliti dalla Politica Comune della Pesca (PCP).

La delegazione congiunta ha sottoposto al Sottosegretario La Pietra la richiesta di un concreto intervento politico, finalizzato alla ricerca di soluzioni che consentano in tempi brevi l’accesso alle acque libiche con pescherecci abilitati a campagne di pesca sperimentali. Queste campagne, oltre all’attività di pesca, prevederebbero anche la raccolta di dati sulle catture, utili per lo sviluppo dei piani di gestione che nelle acque libiche (GSA21) non sono mai stati pienamente attuati.

È stato quindi richiesto un intervento politico presso la Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM), con sede a Bruxelles, della quale la Libia è membro, in quanto unica autorizzata a rilasciare le necessarie autorizzazioni.

Il Sottosegretario ha ritenuto interessante l’iniziativa e ha suggerito, assumendosene l’impegno, di inserire la pesca come obiettivo primario nel Piano Mattei per l’Africa, fortemente voluto dal governo Meloni. Ha inoltre proposto di considerare il progetto presentato dall’Organizzazione dei Produttori di Mazara del Vallo, insieme ai partner nordafricani, come progetto pilota da definire nei dettagli all’interno dello stesso programma.

Incontro al MASAF: nuove prospettive di partenariato sulla pesca tra Italia e Libia

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Permacrisi e resilienza, ma anche più efficienza:
il 2024 del largo consumo in Italia

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Permacrisi e resilienza, ma anche più efficienza:
il 2024 del largo consumo in Italia – Il 2024 sta mostrando quello che tutti gli operatori del largo consumo auspicavano: il riaccendersi della domanda, che ha determinato la ripartenza delle vendite non più solo a valore ma anche a volume. Un trend frutto di molteplici fattori: dall’aumento della pressione promozionale alla crescita della profondità degli assortimenti, passando per la maggior efficienza a scaffale, testimoniata dalla diminuzione del tasso di out-of-stock e della quota di vendite perse. Questo lo scenario delineato e approfondito durante il webinar “Navigare il futuro tra inflazione e cambiamenti nei consumi”, organizzato da GS1 Italy in ambito ECR e in collaborazione con Circana.

«Come ogni anno vogliamo fornire il nostro contributo di analisi e interpretazione dei fenomeni che stanno caratterizzando il largo consumo in Italia» commenta Carolina Gomez, ECR project manager di GS1 Italy. «In questo modo ci proponiamo di aiutare le imprese a conoscere meglio il contesto in cui operano, il livello di servizio che offrono e la capacità di soddisfare il consumatore finale, fornendo loro informazioni di valore che li aiutino nelle loro decisioni strategiche».

Durante il webinar, con Carolina Gomez, Corinna Passaro, retail director di Circana, e Alex Chiesa, retail account executive di Circana, hanno illustrato i tre fenomeni più rilevanti che caratterizzano lo scenario attuale, evidenziando gli aspetti cruciali del 2024 in confronto con gli anni precedenti.

1. Volumi di vendita in ripresa, trainati dalla ricerca di benessere

Il primo bilancio del 2024 mostra segnali di ripresa della domanda. L’analisi di GS1 Italy e Circana evidenzia una lieve, ma significativa, ripresa dei volumi dall’inizio dell’anno (+1,8%), soprattutto nelle ultime settimane: un trend comune a tutti i canali distributivi della GDO (ad eccezione di ipermercati e piccole superfici), anche a parità di rete, che si ripercuote anche sull’aumento delle vendite in valore (+2,3%).
Buone notizie arrivano poi dal rallentamento dell’inflazione (+0,3%) che si accompagna con il ritorno all’attività promozionale, riscontrato in tutti i canali (+1,7 punti percentuali). Cambia, però il vissuto delle promozioni presso gli shopper: non più occasioni per fare scorta, quanto opportunità di contenere lo scontrino della spesa senza rinunciare alle proprie esigenze, a partire da quelle incentrate sullo star bene. Salute, benessere, forma fisica e cura di sé sono infatti i valori su cui gli italiani si stanno concentrando nel 2024, come confermano i trend positivi delle vendite dei prodotti dell’area benessere, in crescita di +33,7% a volume e di +44,7% a valore nell’anno terminante a settembre 2024 rispetto all’anno solare 2019. Al suo interno, il carrello salutistico ha migliorato il giro d’affari di +41,5% e i volumi di +54,7%, mentre quello dell’alimentazione sportiva ha messo a segno +73,7% a volume e +80,5% a valore.

2. Crescita delle private label e dei primi prezzi

Il 2024 vede il consolidamento della crescita della marca privata, arrivata al 30,1% di quota nel mercato totale del largo consumo confezionato. Rispetto al 27,1% del 2019, le private label di strada ne hanno fatta, ma sono ancora distanti dal 38,9% di quota media europea, per cui hanno ancora un buon potenziale di crescita. Lo spostamento dei consumi verso la marca privata penalizza soprattutto i fornitori maggiori (i top 25) e premia la fascia di primo prezzo, la cui quota di mercato è aumentata di +2,8% in 12 mesi, arrivando al 20,1% del giro d’affari del largo consumo confezionato in GDO.

3. Più scelta e più efficienza a scaffale

Gli assortimenti nei punti vendita sono tornati ad ampliarsi (+0,8% annui) arrivando a una media di 9.428 referenze. La crescita assortimentale è guidata da superstore, supermercati e discount. Unico canale in negativo sono i petshop (-1,1%). Di pari passo è migliorato anche il livello di efficienza dello scaffale: il tasso di out-of-stock è sceso rispetto al 2023 (da 3,6% a 3,5%), mentre l’incidenza delle vendite perse è diminuita di -0,2 p.p., fermandosi a quota 4,8%. L’analisi dei trend mensili, però, rivela andamenti disomogenei, con un picco di criticità nel mese di agosto.

La diminuzione del tasso di out-of-stock è maggiore nelle superfici più grandi (-0,1% in ipermercati e grandi supermercati) e accomuna tutti i reparti, con performance sopra media per bevande, fresco e ortofrutta. Si conferma la situazione per le categorie drogheria e fresco, mentre le bevande sono l’unico reparto a peggiorare l’incidenza dell’out-of-stock (+0,1%). Rispetto invece alla diminuzione della percentuale delle vendite perse dovute alla mancanza di prodotti, i più virtuosi sono stati cura persona, ortofrutta e fresco. Guardando i trend nel complesso, è però l’ortofrutta a confermarsi il reparto con il più alto tasso di out-of-stock (10,3%) e di vendite perse (7,3%).

Infine, l’analisi per tipologia di fornitore ha fatto emergere il miglioramento dell’industria di marca in termini di out-of-stock (-0,1%), confermandone la maggiore efficienza rispetto alle private label (rispettivamente 3,4% e 3,7% di tasso di out-of-stock).

Permacrisi e resilienza, ma anche più efficienza:
il 2024 del largo consumo in Italia

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