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I finanziamenti UE per il settore alghe hanno sostenuto 219 progetti tra il 2014 e il 2023, con un investimento complessivo di 559,1 milioni di euro. È quanto emerge dall’analisi della Commissione Europea, che offre una visione d’insieme dettagliata su dieci anni di progettualità nell’ambito della blue economy. Un documento strategico per buyer, imprese, associazioni e stakeholder del settore ittico e acquacolturale, che sempre più si confrontano con le potenzialità industriali e ambientali delle alghe.

Una filiera in fermento tra ricerca, innovazione e mercato

Il 47% dei progetti ha riguardato le microalghe, mentre la quota di iniziative dedicate alle macroalghe è salita al 32%, riflettendo l’interesse crescente della Commissione verso queste specie. La maggior parte delle attività ha avuto luogo in Spagna, Francia, Italia e Germania, con un focus su produzione sostenibile, ricerca applicata, test in mare, biotecnologie e valorizzazione industriale.

Tra i risultati più significativi: la creazione di 72 posti di lavoro, lo sviluppo di 9 nuovi prodotti, il trattamento di 90 tonnellate di alghe e la messa in coltivazione di oltre 25 km di linee algali. Progetti emblematici come KELP-EU e ALGAEDEMO hanno raggiunto livelli di maturità tecnologica molto avanzati (TRL 9), pronti per il mercato.

Barriere strutturali e raccomandazioni strategiche

La crescita del settore si scontra ancora con barriere di tipo tecnico, normativo e finanziario. L’accesso ai capitali, i costi elevati di produzione, la limitata accettazione da parte dei consumatori e la carenza di regolamenti armonizzati restano ostacoli importanti. La Commissione suggerisce di:

  • Standardizzare i processi autorizzativi (licensing) per le colture marine;
  • Integrare le alghe nei meccanismi di credito di carbonio;
  • Rafforzare la ricerca fondamentale su fisiologia, metabolismo e impatti ambientali;
  • Promuovere investimenti in biotecnologie, bioraffinerie e sistemi produttivi avanzati;
  • Incentivare l’interazione tra imprese, università, enti pubblici e stakeholder.

Il ruolo di piattaforme come BlueInvest e EU4Algae è stato determinante nel connettere aziende e finanziatori, promuovendo casi di successo con oltre 30 milioni di euro raccolti da startup e PMI algali.

Un’occasione per l’ittico europeo

Il comparto ittico può trarre vantaggio diretto da queste traiettorie: alimentazione, mangimistica, nutraceutica e cosmetica sono settori già coinvolti. Tuttavia, è nella simbiosi industriale che emergono le opportunità più interessanti: effluenti acquicoli per la crescita algale, impieghi nei sistemi offshore, valorizzazione dei sottoprodotti e integrazione in catene del valore circolari. La selezione di ceppi ad alta produttività, l’automazione delle coltivazioni e la standardizzazione dei processi sono leve decisive per scalare il mercato.

Verso un ecosistema europeo delle alghe

Il report evidenzia la necessità di continuare a finanziare azioni di R&D e supportare la transizione del settore dalle fasi sperimentali a quelle pre-commerciali. L’obiettivo è costruire un ecosistema industriale delle alghe europeo integrato, competitivo e sostenibile.

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