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Le prospettive dell’acquacoltura nella seconda metà del 2025 si delineano in uno scenario complesso, segnato da pressioni macroeconomiche, tensioni commerciali e cambiamenti nei flussi di esportazione. A fare il punto è Rabobank, che nel suo report “Global Aquaculture Update 2H 2025” evidenzia come, nonostante l’incertezza della domanda, l’offerta globale mostri segnali di tenuta.

La produzione di salmone è in crescita, trainata dal recupero del Cile, mentre la Norvegia affronta sfide ambientali e biologiche che potrebbero limitarne la performance. Le stime indicano un aumento dell’offerta globale del 5%, con prezzi in lieve calo rispetto al picco del 2024, ma ancora superiori alla media storica.

Nel comparto dei gamberi, si profila una maggiore prudenza. In India, il caldo anomalo e l’aumento dei costi frenano la produzione, mentre in Ecuador l’export potrebbe rallentare se la domanda statunitense, sotto pressione per effetto dei nuovi dazi, dovesse indebolirsi. Il rischio di eccesso di offerta è concreto, e le strategie produttive stanno già virando verso un approccio più conservativo. I prezzi, per ora, restano stabili, contenuti anche dalla persistente debolezza del mercato cinese.

Gli analisti Rabobank sottolineano che la nuova politica tariffaria statunitense sta spingendo gli operatori globali a riorientare le rotte commerciali. L’Europa emerge come il mercato più stabile e attrattivo, pronto ad assorbire parte degli scambi in uscita da USA e Cina. Per l’industria dell’acquacoltura, questa potrebbe essere un’occasione concreta per rafforzare la propria presenza in ambito UE.

Un parziale sollievo arriva dal fronte dei mangimi. Grazie a condizioni oceaniche favorevoli, la disponibilità di acciughe in Perù è la più alta degli ultimi sette anni, garantendo abbondanti forniture di farina e olio di pesce. La domanda costante, soprattutto dal segmento salmone, potrebbe mantenere i prezzi della farina di pesce su livelli elevati, compensando in parte il calo di quelli della farina di soia. Secondo Rabobank, questa stabilità nei costi mangimistici rappresenta un elemento chiave per tutelare i margini operativi delle imprese.

In sintesi, le prospettive dell’acquacoltura nella seconda metà del 2025 restano condizionate da dinamiche globali instabili, ma si intravedono spazi di manovra: tra un’offerta che tiene, una domanda che cambia direzione e una filiera che si adatta rapidamente, chi saprà leggere i segnali e agire con lucidità potrà affrontare con maggiore sicurezza i mesi a venire.

Analizzare con attenzione i mercati e adattare le strategie produttive e commerciali sarà essenziale per trasformare le criticità in opportunità.

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L’articolo Volatilità e prospettive nell’acquacoltura globale: l’Europa resta punto fermo proviene da Pesceinrete.

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