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È stato completato con successo il primo raccolto nella North Sea Farm 1, un impianto innovativo di coltivazione di alghe tra le turbine eoliche situato nel parco offshore Hollandse Kust Zuid, nel Mare del Nord. A soli 18 chilometri dalla costa dei Paesi Bassi, questo progetto segna un momento storico nella gestione sostenibile dello spazio marittimo e apre una riflessione concreta sulle sinergie possibili anche per la filiera ittica.
Frutto della collaborazione tra l’organizzazione no-profit North Sea Farmers e il Plymouth Marine Laboratory (PML), con il supporto di Amazon attraverso il Right Now Climate Fund, la North Sea Farm 1 dimostra che le coltivazioni algali possono non solo coesistere con la produzione energetica offshore, ma valorizzarne le infrastrutture, offrendo un doppio ritorno: ambientale ed economico.
Il raccolto, avvenuto a meno di un anno dalla semina (ottobre 2024), è stato possibile grazie a una tecnologia che prevede reti di coltivazione ancorate tra le turbine e una nave equipaggiata per la raccolta selettiva. Le alghe raccolte – destinate ai settori alimentare, tessile e cosmetico – sono solo l’inizio: l’obiettivo principale è capire fino a che punto la coltivazione di alghe tra le turbine eoliche possa essere scalabile, efficiente e climaticamente vantaggiosa.
Il ruolo del Plymouth Marine Laboratory è cruciale. Con l’utilizzo di eDNA, rilievi satellitari e monitoraggi diretti, i ricercatori studieranno la capacità delle alghe di assorbire carbonio, il loro impatto sulla biodiversità marina e la resilienza degli habitat. Un patrimonio scientifico che potrebbe influenzare l’adozione su larga scala di impianti analoghi, anche in bacini come il Mediterraneo, dove le pressioni ambientali e la necessità di innovazione nella filiera ittica si fanno sempre più evidenti.
L’integrazione tra acquacoltura e energie rinnovabili è una delle strade più promettenti per valorizzare l’economia blu senza consumare nuovo spazio marino. I cinque ettari su cui si estende la North Sea Farm 1 rappresentano un utilizzo intelligente e sostenibile di un’area altrimenti interdetta alla navigazione commerciale. Per gli operatori del settore ittico, questa esperienza offre uno spunto concreto: ripensare il mare non solo come spazio di prelievo, ma come luogo di co-produzione integrata.
Il consorzio che guida l’esperimento comprende anche Deltares, Silvestrum Climate Associates, Algaia, Simply Blue Group e i contractor marittimi Van Oord e Doggerland Offshore. Una rete di competenze tecniche e scientifiche che potrebbe ispirare nuove alleanze anche in Italia, dove l’avanzata dell’eolico offshore solleva interrogativi ma offre anche opportunità.
La North Sea Farm 1 dimostra che la coltivazione di alghe tra le turbine eoliche non è solo possibile, ma già realtà. Per la filiera ittica europea, osservare con attenzione questo progetto significa cogliere in anticipo una trasformazione di paradigma che potrebbe ridefinire l’uso degli spazi marini e stimolare nuovi modelli di business integrati.
Approfondire questi scenari oggi può fare la differenza domani. La filiera ittica ha l’occasione di sedersi al tavolo dell’innovazione, non solo come spettatrice.
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L’articolo Alghe tra le turbine: la sfida vinta nel Mare del Nord proviene da Pesceinrete.
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