[[{“value”:”

Tra le specialità più raffinate del Mediterraneo, la bottarga di muggine e tonno rappresenta un patrimonio autentico della trasformazione ittica artigianale. Prodotta secondo metodi antichi e rigorosi, si colloca oggi tra le eccellenze a più alto valore aggiunto del comparto, unendo semplicità produttiva, profondità sensoriale e versatilità commerciale.

La sua composizione è essenziale: sacche ovariche femminili, sale marino, aria e tempo. Il processo, però, è tutt’altro che banale. Ogni fase richiede esperienza: dalla selezione del pesce alla salatura calibrata, dalla pressatura alla stagionatura lenta, spesso in ambienti naturali o semi-controllati. Il risultato è un alimento trasformato, stabile, a lunga conservazione, che mantiene intatte le caratteristiche organolettiche del mare.

Le due principali varianti italiane – quella di muggine e quella di tonno rosso – raccontano identità territoriali distinte ma complementari. La prima è simbolo della Sardegna, in particolare di Cabras, Oristano e Tortolì. La seconda affonda le radici nella Sicilia occidentale, tra Trapani, Favignana e Marzamemi, dove la tradizione delle tonnare ha lasciato un’impronta ancora viva nella trasformazione. Entrambe esprimono un alto grado di artigianalità e una cultura del “tempo lungo” che raramente si riscontra nella moderna trasformazione ittica.

Ciò che rende la bottarga un prodotto strategico per la filiera è la sua capacità di occupare più segmenti di mercato: dalla ristorazione gourmet alla distribuzione selezionata, fino all’export di fascia alta. È stabile fuori frigo, facilmente trasportabile, tagliabile, grattugiabile, pronta all’uso. Caratteristiche che la rendono compatibile con le esigenze della distribuzione moderna senza sacrificare il suo valore artigianale.

Nel mondo, prodotti analoghi alla bottarga – come il karasumi giapponese – hanno trovato spazio come simboli gastronomici nazionali. In Italia, il percorso è ancora in fase di piena espressione. E proprio per questo, oggi più che mai, la bottarga rappresenta un’opportunità concreta per esaltare la qualità della filiera ittica mediterranea attraverso un prodotto che ha tutti i requisiti per dialogare con i mercati più esigenti.

Non serve reinventarla. Serve accompagnarne la crescita, sostenere i produttori nella standardizzazione dei processi senza intaccarne l’autenticità, costruire narrazioni moderne che parlino di manualità, di valore, di radici. La bottarga è un alimento integro, che si offre al consumatore nella sua forma piena. Valorizzarla non è solo una scelta economica: è un atto strategico per il futuro del settore.

E non solo muggine e tonno

Sebbene le versioni più note e consolidate siano quelle di muggine e tonno rosso, la cultura della bottarga abbraccia anche altre specie, meno diffuse ma oggetto di interesse crescente in ambito gastronomico e sperimentale.

In alcune regioni italiane si trovano micro-produzioni di bottarga di pesce spada, ricciola o cernia, con caratteristiche organolettiche differenti e potenziale ancora tutto da esplorare. All’estero, nel Nord Europa, si lavorano uova di merluzzo (cod roe), spesso affumicate più che essiccate, mentre in Corea e Cina esistono derivati simili da pesci d’acqua dolce.

Particolare è il caso giapponese del karasumi, bottarga di muggine trasformata secondo pratiche locali, altamente selezionata e posizionata come prodotto di lusso. Queste varianti, pur non rientrando nella definizione canonica di bottarga mediterranea, dimostrano l’estrema versatilità e attrattività commerciale delle uova di pesce trasformate, aprendo scenari interessanti per l’innovazione gastronomica, anche in Italia.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Bottarga di muggine e tonno: un’eccellenza da valorizzare nella sua interezza proviene da Pesceinrete.

“}]] ​