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Il fermo pesca e le perturbazioni meteo delle ultime settimane stanno modificando in modo significativo l’andamento dei prezzi del pesce all’ingrosso, creando nuove tensioni nei mercati italiani. A darne conto è l’ultima analisi della Borsa Merci Telematica Italiana (Bmti), che ha monitorato le dinamiche nei principali centri della Rete Italmercati.

Nonostante una domanda tradizionalmente più contenuta nei centri urbani durante il periodo estivo, i rincari toccano punte record in prossimità del Ferragosto, soprattutto lungo le coste, dove la pressione commerciale resta elevata. A subire gli effetti più evidenti sono le specie più richieste, ma l’impennata riguarda anche varietà generalmente meno sensibili alla stagionalità.

Il caso più eclatante è quello delle cozze, che registrano un incremento del 70% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un prezzo medio all’ingrosso passato da 3,20 a 5 euro al chilo. Ma non si tratta di un fenomeno isolato. Le alici, storicamente considerate tra i pesci “popolari” per eccellenza, scarseggiano visibilmente e toccano un +27% rispetto all’anno scorso.

Merluzzi, polpi e totani: aumenti a doppia cifra

Se per le alici si segnala una contrazione evidente dell’offerta, dovuta in parte al mare mosso che ha ostacolato le attività di pesca in più aree italiane, la stessa dinamica si riflette anche su altre specie. I merluzzi, ad esempio, aumentano tra il 10% e il 20%, con un passaggio di prezzo da 12 a 15 euro al chilo.

Il polpo, sempre molto ricercato nella stagione estiva, sale da 15 a 19 euro/kg, segnando un +15%, mentre il totano balza da 8 a 15 euro/kg, quasi raddoppiando il proprio valore. Anche i gamberi, tra i protagonisti della tavola di Ferragosto, fanno segnare un +10%.

Questi dati confermano che i prezzi del pesce all’ingrosso stanno seguendo una curva ascendente spinta non solo dalla scarsità di prodotto, ma anche da una previsione di crescita della domanda nelle zone turistiche, proprio in concomitanza con le festività.

Il fermo pesca estivo pesa sulla disponibilità

Il 31 luglio ha preso il via il fermo pesca lungo l’Adriatico, da Trieste ad Ancona, e a partire dal 15 agosto interesserà l’intero versante. Questo blocco delle attività ha già ridotto in maniera consistente la disponibilità di prodotto fresco proveniente dall’area, amplificando l’effetto del maltempo. Il doppio freno – naturale e normativo – sta condizionando pesantemente le dinamiche di approvvigionamento e sta producendo un effetto domino sui listini.

In queste condizioni, l’industria della trasformazione e la distribuzione devono confrontarsi con listini sempre più volatili, mentre i consumatori finali si trovano di fronte a prezzi più elevati anche nei mercati al dettaglio.

La congiuntura tra fermo pesca e condizioni meteo avverse sta facendo lievitare i prezzi del pesce all’ingrosso su scala nazionale. I rincari, in alcuni casi eccezionali come per le cozze, sono la manifestazione di un sistema vulnerabile agli shock esterni e all’assenza di misure di compensazione immediate. Con l’avvicinarsi di Ferragosto, la pressione sulla filiera è destinata ad aumentare ulteriormente.

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L’articolo Fermo pesca e maltempo agitano i listini: volano i prezzi del pesce proviene da Pesceinrete.

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