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Se immaginiamo un futuro in cui le mense scolastiche servano piatti preparati con bastoncini di pesce sostenibili, realizzati con specie locali poco valorizzate, forniti da piccoli pescherecci artigianali e progettati insieme ai bambini, potremmo pensare a un’utopia. Eppure, è esattamente ciò che sta accadendo nella città di Plymouth, nel sud-ovest del Regno Unito.
Qui, un progetto pilota ha saputo ribaltare la logica della filiera industriale, dimostrando che un prodotto apparentemente banale come il bastoncino di pesce può diventare il simbolo di un nuovo modello alimentare. Inclusivo, partecipativo, sostenibile.
Il progetto si chiama Plymouth Fish Finger, e nasce dall’incontro tra la ricerca universitaria, il mondo della pesca artigianale, la rete delle mense scolastiche e la comunità locale. Al centro dell’iniziativa ci sono pesci “accantonati” dal mercato – come merlano, merluzzo e palombo – che tornano a essere risorsa grazie a un’idea semplice: trasformarli in un alimento sano e gradito ai bambini.
La filiera coinvolta è corta, concreta e giusta: i pescatori locali vengono pagati equamente per ciò che normalmente ha scarso valore commerciale, il prodotto finale è nutriente, facilmente replicabile e progettato ascoltando i bisogni reali della comunità. Gli studenti del Sir John Hunt Community College hanno preso parte attiva alla fase di degustazione e sviluppo del prodotto, scegliendo impanature, forme e consistenze.
La regia del progetto è condivisa tra Università di Plymouth, Sole of Discretion CIC, Plymouth Fishing & Seafood Association e CATERed, che fornisce i pasti scolastici. Il progetto rientra nel programma nazionale FoodSEqual, pensato per migliorare l’accesso al cibo sano nel Regno Unito, ma il modello Plymouth va oltre la sperimentazione accademica: è un laboratorio di innovazione sociale in cui tutti i soggetti della catena alimentare agiscono come una comunità.
Oggi il progetto affronta una nuova sfida: produrre 36.000 bastoncini di pesce per garantire la copertura del fabbisogno scolastico cittadino. Per riuscirci, è necessario un salto di scala che mantenga intatta la coerenza del modello, senza sacrificare la qualità e la partecipazione. Sono in corso investimenti per la meccanizzazione del processo produttivo, e si lavora per ottenere le certificazioni di sostenibilità riconosciute a livello nazionale.
Il caso Plymouth suscita inevitabilmente riflessioni anche nel contesto italiano. Nel nostro Paese, numerose specie locali restano sottoutilizzate, spesso escluse dalle grandi dinamiche commerciali. Il consumo di pesce tra i più giovani resta basso, e le mense scolastiche faticano a introdurre prodotti ittici di qualità. Eppure, con visione, coordinamento e coinvolgimento attivo della comunità, è possibile scrivere un’altra storia.
Conosci progetti simili in Italia? Raccontaceli: dare voce a queste esperienze può aiutare l’intera filiera a costruire nuove strade.
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L’articolo I bastoncini di pesce cambiano volto: il caso Plymouth fa scuola proviene da Pesceinrete.
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