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La Cina apre il mercato a 37 specie ittiche brasiliane – La Cina conferma il suo ruolo di attore globale nella domanda di prodotti ittici, aprendo ufficialmente il proprio mercato a 37 specie di pesce brasiliano. Con la firma di un protocollo bilaterale avvenuta martedì 23 aprile, Pechino autorizza l’importazione sia di pesce allevato che, soprattutto, di quello proveniente dalla pesca estrattiva brasiliana.

Il via libera rappresenta un passo avanti strategico nei rapporti tra le due potenze e apre scenari inediti per l’intero comparto ittico internazionale. Tra le specie che potranno ora essere commercializzate in Cina figurano nomi chiave come il tonno, la piramutaba e il nasello, simboli di una pesca in acque marine, fluviali e lacustri che in Brasile cerca da anni un nuovo slancio sui mercati esteri.

Il negoziato, avviato nel 2016, ha richiesto quasi un decennio di lavoro da parte del Ministero dell’Agricoltura brasiliano e della relativa Camera di Settore della Pesca. Secondo quanto dichiarato dal Segretario al Commercio e alle Relazioni Internazionali, Luis Rua, l’accordo “era una richiesta di lunga data. Ora tutti i pesci di origine estrattiva che soddisfano i requisiti sanitari e qualitativi cinesi potranno entrare sul mercato più importante del mondo”.

Il timing non è casuale. Da mesi la Cina intensifica gli accordi bilaterali nel settore agroalimentare, cercando fonti diversificate per soddisfare una domanda interna in continua espansione e una popolazione sempre più esigente in termini di sicurezza alimentare e qualità.

Per il Brasile, l’intesa significa nuove opportunità di crescita per un comparto, quello della pesca estrattiva, che ha sofferto la concorrenza delle produzioni acquicole globali e le rigidità commerciali post-pandemia. L’apertura della Cina può significare nuovi investimenti, miglioramento delle infrastrutture portuali e della logistica, e un innalzamento degli standard qualitativi.

Nel contesto globale, questo accordo è anche un segnale forte per altri Paesi esportatori: la Cina continua a essere un mercato chiave, ma impone standard elevati, richiede tracciabilità e trasparenza e seleziona i partner in base a strategie geopolitiche oltre che commerciali.

Il Mediterraneo, l’Europa e i Paesi emergenti nel settore ittico dovranno guardare con attenzione a questa dinamica: il baricentro del commercio mondiale del pesce si sta spostando sempre più verso l’Asia, e chi vuole restare competitivo deve pensare in ottica multilaterale, sostenibile e altamente professionale.

La Cina apre il mercato a 37 specie ittiche brasiliane

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