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Luglio ha segnato un mese eccezionale per le esportazioni ittiche norvegesi, che hanno raggiunto i 13,9 miliardi di corone norvegesi, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che rafforza la leadership globale della Norvegia nel commercio di prodotti della pesca e dell’acquacoltura, con il salmone come punta di diamante e una strategia promozionale sempre più mirata ed efficace.
A sostenere il trend è stata una combinazione favorevole di volumi record, condizioni biologiche ottimali e un approccio di mercato estremamente dinamico, in particolare verso l’Asia. La Cina ha registrato un incremento dell’88% nel valore delle importazioni, toccando 1,3 miliardi di corone in un solo mese. Ma la performance norvegese va ben oltre i numeri: si fonda su una visione strategica di lungo termine, basata su branding, logistica avanzata e presidio commerciale nei principali mercati.
Il ruolo chiave del Norwegian Seafood Council
Alla base del successo delle esportazioni ittiche norvegesi c’è un modello di promozione istituzionale unico in Europa. Il Norwegian Seafood Council (NSC), ente pubblico-privato controllato dal Ministero del Commercio, sviluppa campagne di marketing integrate e su misura per ogni paese, con azioni rivolte sia ai consumatori finali che agli operatori della filiera.
In Italia, ad esempio, il NSC ha investito negli ultimi anni in comunicazione multicanale per rafforzare la reputazione del salmone norvegese come prodotto sano, sicuro e sostenibile. Sponsorizzazioni televisive, formazione per i retailer, collaborazioni con chef e influencer gastronomici hanno contribuito a rendere il brand “Seafood from Norway” riconoscibile anche al pubblico generalista, spingendo la domanda soprattutto nella GDO.
La presenza di filiali operative e analisti di mercato dedicati consente al NSC di adattare costantemente le strategie locali. Non si tratta solo di pubblicità: si tratta di intelligence commerciale, relazioni con la distribuzione e supporto alle aziende norvegesi che esportano. Una rete di supporto che ha permesso al salmone e agli altri prodotti ittici norvegesi di consolidarsi anche nel mercato italiano, dove l’importanza della qualità percepita è determinante.
Salmone protagonista di un’espansione globale
A guidare le esportazioni ittiche norvegesi resta il salmone, con 136.054 tonnellate esportate a luglio per un valore di 10,2 miliardi di corone. Si tratta di una crescita in volume del 28% e in valore dell’8% rispetto allo stesso mese del 2024. I principali mercati restano Polonia, Stati Uniti e Paesi Bassi, ma l’Italia, attraverso i canali di lavorazione polacchi, rappresenta una destinazione finale significativa, in particolare per i filetti freschi.
Grazie alle condizioni biologiche favorevoli dell’ultima stagione e a una gestione efficiente della produzione, i volumi disponibili hanno raggiunto livelli record. Parallelamente, il calo dei prezzi ha favorito una maggiore accessibilità anche per mercati in espansione come quello cinese, dove la quota del salmone norvegese ha raggiunto il 71% a giugno, il livello più alto degli ultimi 15 anni.
Dinamiche di mercato differenziate
Non solo salmone. Anche la trota, grazie alle medesime condizioni produttive, ha registrato un +11% in valore e +20% in volume, con Lituania, Stati Uniti e Ucraina tra i mercati principali. Allo stesso tempo, il merluzzo fresco ha visto un incremento del valore (+6%) a fronte di una riduzione dei volumi, indicando una preferenza di mercato per il prodotto norvegese nonostante la contrazione dell’offerta.
Nel segmento dei crostacei, spicca il granchio reale con +46% in valore e la grancevola artica, che ha raggiunto un valore di 112 milioni di corone a luglio. La domanda statunitense continua a trainare, anche per effetto della ripresa delle importazioni di prodotto congelato.
Luci e ombre per le specie tradizionali
Le performance non sono uniformi per tutte le specie. Il baccalà registra una flessione preoccupante: -40% in volume e -33% in valore rispetto a luglio 2024. Le cause sono legate alle quote di pesca più restrittive e all’accesso limitato alla materia prima, ma anche a un mercato che sta riconsiderando il posizionamento del prodotto in termini di prezzo e consumo.
Anche le esportazioni di sgombro e aringa hanno mostrato un calo in valore e volume, nonostante buone performance nei mesi precedenti. Si tratta di un segmento più volatile, influenzato dalle dinamiche stagionali e da richieste molto specifiche da parte dei mercati africani e dell’Europa settentrionale.
Prospettive e obiettivi di lungo termine
Con 99 miliardi di corone già raggiunti nei primi sette mesi dell’anno, la Norvegia è sulla buona strada per superare i 100 miliardi del 2018 e stabilire un nuovo record storico nel 2025. Ma il dato più significativo è la resilienza dell’intero comparto, capace di affrontare un contesto globale complesso attraverso innovazione, logistica avanzata, intelligence sui mercati e una capacità di marketing che rappresenta un benchmark per l’intero settore ittico europeo.
Il mese di luglio 2025 segna dunque un passaggio strategico per le esportazioni ittiche norvegesi: non solo numeri in crescita, ma una visione industriale integrata e un marketing territoriale efficace. La Norvegia consolida la propria leadership nei mercati globali grazie a prodotti di qualità, intelligence commerciale e una gestione strategica dell’immagine e della reputazione nei singoli paesi, Italia compresa.
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