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Le acque poco salate del Mar Baltico non sono l’habitat più facile per la molluschicoltura, eppure è proprio da lì che nasce Baltic MUPPETS, un progetto europeo che punta a trasformare i mitili del Mar Baltico in risorsa per il pet-food e la bioeconomia. Un’iniziativa concreta, fondata su dati scientifici e collaborazione tra istituzioni, aziende e centri di ricerca, che merita attenzione anche da parte della filiera ittica mediterranea.

Con oltre 13 partner da cinque Paesi, Baltic MUPPETS è un modello di co-innovazione: raccoglie mitili piccoli (1–3 cm), troppo piccoli per l’alimentazione umana ma numerosi e a crescita rapida, per trasformarli in materia prima destinata alla nutrizione animale. L’obiettivo? Creare un sistema circolare che riduca l’eutrofizzazione, favorisca la sostenibilità ambientale e generi nuova economia in aree costiere a basso impatto industriale.

La scelta dei mitili del Mar Baltico non è casuale: crescono in condizioni ambientali complesse, assorbono nutrienti in eccesso e si adattano bene a sistemi a basso input energetico. Ma ciò che rende il progetto particolarmente interessante è il focus sulla filiera: non si limita alla sola produzione, ma integra lavorazione, conservazione, logistica e mercato, con un occhio attento alla replicabilità in altri contesti marini.

Per rendere operativa questa visione, Baltic MUPPETS ha sviluppato un sistema decisionale digitale (ODSS – Operational Decision Support System), utile per la pianificazione delle attività acquicole nei siti migliori. Uno strumento open access, pensato per facilitare lo sviluppo di impianti sostenibili in aree simili al Baltico, ma che potrebbe ispirare soluzioni analoghe anche in bacini più ricchi come il Tirreno o l’Adriatico.

Il valore aggiunto del progetto è anche nella capacità di attivare strumenti di trasferimento tecnologico: call per start-up, matchmaking tra imprese, supporto all’innovazione di prodotto e processo. Baltic MUPPETS non si limita a produrre mitili, ma costruisce reti operative, competenze e modelli imprenditoriali. In questo senso, rappresenta una visione dell’acquacoltura non solo come attività produttiva, ma come infrastruttura territoriale e culturale.

Per le realtà dell’Europa meridionale, dove l’acquacoltura ha potenzialità spesso frenate da limiti strutturali o normativi, Baltic MUPPETS è un esempio da analizzare con attenzione. La valorizzazione di sottoprodotti, la sinergia tra pubblico e privato e la visione a lungo termine dell’economia blu possono rappresentare una direzione concreta per le politiche future.

L’auspicio è che, a partire dai mitili del Mar Baltico, si apra un dialogo costruttivo tra le diverse aree d’Europa affacciate sul mare. Perché l’innovazione, quando si nutre di collaborazione e conoscenza, è una corrente che può attraversare mari molto diversi.

Baltic MUPPETS dimostra come anche specie considerate minori, in contesti ambientali difficili, possano diventare leve strategiche per la sostenibilità e l’industria. Il progetto è un esempio virtuoso per tutta la filiera ittica europea, compresa quella mediterranea.

Scoprire, condividere, adattare: è questa la sfida dell’economia blu europea. E ogni buona pratica è un seme di futuro.

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L’articolo Mitili baltici per l’industria pet-food: un progetto europeo che parla anche al Mediterraneo proviene da Pesceinrete.

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