La FAO aggiorna il quadro mondiale sugli stock ittici marini

 [[{“value”:”

Secondo un rapporto presentato alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), alcune delle attività di pesca marittima, a livello globale, si stanno riprendendo grazie a una gestione rigorosa e scientifica, ma molte altre rimangono sotto pressione. Il rapporto dimostra quanto lontano possa arrivare una governance efficace e quanto urgentemente sia necessario replicare questi progressi.

La Revisione dello stato delle risorse ittiche marine mondiali – 2025 riporta la sostenibilità biologica di 2.570 singoli stock ittici, un aumento significativo rispetto alle precedenti edizioni del rapporto. Basato sul contributo di oltre 650 esperti provenienti da oltre 200 istituzioni e più di 90 Paesi, questo rapporto partecipativo e inclusivo analizza le tendenze in tutte le aree di pesca marittima della FAO e offre il quadro più chiaro ad oggi sull’andamento della pesca marittima globale.

Il rapporto conferma che il 64,5% di tutti gli stock ittici è sfruttato entro livelli biologicamente sostenibili, mentre il 35,5% degli stock è classificato come sovrasfruttato. Se ponderato in base ai livelli di produzione, il 77,2% degli sbarchi ittici a livello globale proviene da stock biologicamente sostenibili.

Nelle zone di pesca marittima sottoposte a un’efficace gestione della pesca, i tassi di sostenibilità superano di gran lunga la media globale. Nel Pacifico nord-orientale, ad esempio, il 92,7% degli stock ittici è pescato in modo sostenibile.

“Una gestione efficace rimane lo strumento più potente per la conservazione delle risorse ittiche. Questa analisi fornisce una comprensione senza precedenti, consentendo un processo decisionale più informato e basato sui dati”, ha affermato QU Dongyu, Direttore Generale della FAO. “Questo rapporto fornisce ai governi le prove necessarie per definire le politiche e coordinarle in modo coerente”.

Approfondimenti regionali: dove la gestione funziona, gli stock ittici prosperano

Quasi due terzi degli stock marini a livello globale vengono sfruttati entro livelli biologicamente sostenibili e, negli ultimi anni, la pesca eccessiva è aumentata in media di circa l’1% all’anno. Inoltre, il divario tra aree ben gestite e aree con scarse performance rimane evidente.

Nel Pacifico nord-orientale (Area 67) e nel Pacifico sud-occidentale (Area 81), gli investimenti a lungo termine e i solidi quadri di gestione stanno dando i loro frutti. I tassi di sostenibilità di tutti i singoli stock raggiungono rispettivamente il 92,7% e l’85%, e questi stock sono responsabili di circa il 99% e il 95,7% degli sbarchi del 2021 in queste regioni.

In Antartide (Aree 48, 58 e 88), il 100% degli stock valutati viene pescato in modo sostenibile. È la prima volta che questa regione viene inclusa in questo rapporto e, sebbene di piccole dimensioni, queste attività di pesca dimostrano cosa sia possibile ottenere con una gestione basata sugli ecosistemi e la cooperazione internazionale.

“Risultati positivi come quelli per l’Antartide, il Pacifico nord-orientale e il Pacifico sud-occidentale riflettono i benefici per la gestione sostenibile della pesca derivanti da istituzioni solide, un monitoraggio coerente e completo, l’integrazione di prove scientifiche nelle decisioni di gestione e l’attuazione di approcci precauzionali e basati sugli ecosistemi”, ha affermato David Agnew, segretario esecutivo della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell’Antartide, che ha contribuito alla revisione.

Il Mediterraneo e il Mar Nero (Area 37) mostrano i primi segnali di ripresa. Sebbene solo il 35,1% degli stock sia pescato in modo sostenibile, la pressione di pesca è diminuita del 30% e la biomassa è aumentata del 15% dal 2013. Ciò dimostra che la cooperazione regionale e gli sforzi nazionali stanno iniziando a fare la differenza.

Non tutti i settori sono sulla buona strada. Mentre alcuni mostrano progressi concreti, altri rimangono sotto forte pressione.

Nel Pacifico sud-orientale (Area 87), solo il 46% degli stock ittici è pescato in modo sostenibile, mentre nell’Atlantico centro-orientale (Area 34) la percentuale si attesta al 47,4%. Queste regioni includono Paesi in cui la pesca è fondamentale per la sicurezza alimentare e la nutrizione, l’occupazione e la riduzione della povertà, in particolare attraverso attività su piccola scala e artigianali. Tuttavia, con una capacità istituzionale limitata, una governance frammentata e notevoli lacune nei dati, queste aree si trovano ad affrontare compromessi più netti e vincoli più stringenti.

Risultati a livello di specie: il tonno si distingue, le specie di acque profonde sono sotto pressione

Tra le 10 specie marine più sbarcate, tra cui l’acciuga, il merluzzo d’Alaska, il tonnetto striato e l’aringa atlantica, il 60% degli stock valutati è sostenibile. Se ponderato in base al volume di produzione, si stima che l’85,8% degli sbarchi provenga da stock biologicamente sostenibili.

Spiccano i tonni e le specie simili, con l’87% degli stock valutati come sostenibili e il 99% degli sbarchi provenienti da fonti sostenibili.

In queste aree, l’impegno verso una gestione efficace della pesca, ovvero l’applicazione di politiche basate sulla scienza, misure normative e sistemi di conformità, ha garantito la sostenibilità della pesca marittima e i benefici che essa offre.

Ma non tutte le specie se la passano altrettanto bene. Le specie di acque profonde rimangono vulnerabili, con solo il 29% degli stock sfruttati in modo sostenibile. Il rapporto segnala anche preoccupazione per gli squali altamente migratori, spesso catturati accidentalmente durante la pesca del tonno. Sebbene il 57% degli stock valutati sia sostenibile, la mancanza di una gestione internazionale coerente continua a ostacolare gli sforzi di recupero.

Colmare le lacune: trasformare la scienza in azione

Nonostante i notevoli progressi nella copertura dei dati, persistono lacune, soprattutto nella pesca su piccola scala, dove una copertura insufficiente dei siti di sbarco aumenta le incertezze di valutazione. La FAO esorta i Paesi a investire in sistemi di raccolta e gestione dei dati e in approcci basati sulla scienza, nonché a colmare le lacune in termini di capacità e ad allineare gli obiettivi di sostenibilità, per mantenere la pesca sulla buona strada.

“Ora abbiamo il quadro più chiaro di sempre sullo stato della pesca marittima. I dati mostrano cosa funziona e dove siamo carenti”, ha affermato Qu. “Il prossimo passo è chiaro: i governi devono potenziare ciò che funziona e agire con urgenza per garantire che la pesca marittima sia vantaggiosa per le persone e per il pianeta. Questa è l’essenza della Trasformazione Blu della FAO, un appello a costruire sistemi alimentari acquatici più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili, per aumentare il loro contributo alla sicurezza alimentare globale, soddisfare i requisiti nutrizionali e migliorare i mezzi di sussistenza di una popolazione in crescita”.

L’articolo La FAO aggiorna il quadro mondiale sugli stock ittici marini proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Al via due bandi per potenziare filiera ittica con 21 milioni di euro

 [[{“value”:”

Potenziare la filiera ittica nazionale, puntando al miglioramento degli impianti e all’acquisto di attrezzature, favorendo l’innovazione e garantendo la sicurezza sul lavoro. È questo l’obiettivo dei due bandi pubblicati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste dedicati alle attività della pesca e dell’acquacoltura relativi al Programma Nazionale FEAMPA 2021-2027. La dotazione complessiva è di 21 milioni di euro.

“Sosteniamo con forza la filiera ittica, parte importante della nostra economia e della nostra identità nazionale. Investire sull’innovazione è un’azione strategica per potenziare le nostre aziende, puntando all’efficientamento del sistema, alla sicurezza sul lavoro e alla sostenibilità ambientale e socioeconomica. I nostri pescatori rappresentano una filiera produttiva importante per la Nazione, ma sono anche custodi delle nostre risorse naturali e delle nostre tradizioni. Per questo il G7 di Siracusa è stato anche della Pesca. L’Italia ha il dovere e l’orgoglio di valorizzare il proprio mare e chi lo vive ogni giorno”. Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità nazionale e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Proseguono le iniziative del Masaf nel solco della valorizzazione del comparto della pesca italiana. L’attenzione del ministro Lollobrigida e di tutto il governo Meloni nei confronti del settore è rivolta alla crescita nel suo complesso dell’intera filiera, che finalmente torna ad essere centrale nell’attività politica. Il rafforzamento delle organizzazioni di produttori, la maggiore competitività e la sicurezza dei lavoratori sono le nostre priorità e queste misure sono la conferma della linea intrapresa dal ministero”. Lo dichiara il Sottosegretario al Masaf sen. Patrizio La Pietra.

Il primo bando, con una dotazione di 12 milioni di euro, finanzia investimenti per l’ammodernamento o la costruzione degli impianti, il miglioramento delle condizioni di lavoro e della sicurezza e l’innovazione produttiva e tecnologica. L’obiettivo è promuovere la competitività e la sicurezza delle attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura.

Possono partecipare gli operatori del settore con sede legale o operativa sul territorio nazionale, con una spesa ammissibile compresa tra 150.000 e 3.000.000 di euro e una percentuale di contributo pubblico dal 50% al 100%. Le domande potranno essere presentate entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’Avviso nella Gazzetta Ufficiale.

Il secondo bando, che mira a potenziare l’azione delle forme di aggregazione, è dedicato in particolare a sostenere la preparazione e l’attuazione dei Piani di Produzione e Commercializzazione (PPC) da parte delle Organizzazioni di Produttori nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Con una dotazione di 9 milioni di euro, si potranno finanziare interventi come l’acquisto di attrezzature, l’adozione di sistemi innovativi di commercializzazione, nonché delle iniziative di comunicazione, formazione, consulenza e promozione.

L’obiettivo è migliorare l’organizzazione del mercato, accrescere il potere contrattuale e incentivare l’adozione di pratiche sostenibili e innovative. Particolare attenzione è riservata alle OP che integrano principi di sostenibilità ambientale, parità di genere, inclusione sociale e valorizzazione delle produzioni locali. Le domande di partecipazione potranno essere inviate entro 45 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

L’articolo Al via due bandi per potenziare filiera ittica con 21 milioni di euro proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Salmone norvegese, 40 anni di sushi

 [[{“value”:”

Non era affatto scontato, quarant’anni fa, che i giapponesi accettassero il salmone norvegese nel loro piatto più iconico. Oggi, invece, è difficile immaginare un sushi bar nel mondo senza la caratteristica sfumatura aranciata del salmone norvegese. Con l’avvicinarsi della Giornata Internazionale del Sushi, il 18 giugno, si celebra non solo una ricorrenza gastronomica, ma anche una storia di lungimiranza, ostinazione e scambio culturale.

Il Progetto Giappone: quando l’export diventa cultura

Era il 1985 quando un gruppo di imprenditori e rappresentanti norvegesi partì per Tokyo con un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: convincere il mercato giapponese ad accettare il salmone norvegese crudo come ingrediente per il sushi. Nasceva così il Progetto Giappone, coordinato dal Ministero della Pesca norvegese. Non fu un successo immediato, ma l’impegno decennale, fatto di degustazioni, ambasciate aperte ai cuochi locali e piccoli investimenti mirati, diede i suoi frutti.

Dalle due tonnellate esportate nel 1980 si è passati alle oltre 45.000 tonnellate annue vent’anni dopo. Un salto epocale, reso possibile da fiducia, persistenza e qualità del prodotto.

Il salmone crudo conquista il mondo

L’adozione del salmone crudo nel sushi giapponese ha segnato un punto di svolta. Da Tokyo a New York, da Parigi a Milano, oggi il sushi di salmone norvegese è diventato un simbolo della globalizzazione del gusto. Un gusto che unisce la tradizione giapponese all’eccellenza norvegese nella produzione ittica. Secondo i dati del Norwegian Seafood Council, circa il 30% del salmone norvegese viene consumato crudo sotto forma di sushi, sashimi o poke bowl.

La tendenza è confermata anche dai numeri: la Norvegia esporta oggi salmone in 113 paesi e detiene circa il 53% del mercato globale. In Giappone, il 59% dei consumatori dichiara di preferire il salmone crudo rispetto ad altre preparazioni, rendendolo il pesce più amato anche fuori dal Paese di origine.

Sushi, diplomazia e innovazione

Dietro a un semplice nigiri con salmone c’è molto più di quanto appaia. C’è una diplomazia commerciale che ha saputo ascoltare, un’iniziativa che ha avuto il coraggio di presentare qualcosa di nuovo a una cultura gastronomica rigidamente codificata. Il sushi di salmone è la prova concreta che le innovazioni più durature nascono spesso dalla pazienza e dalla cooperazione.

Christian Chramer, CEO del Norwegian Seafood Council, sottolinea come “senza il sushi, il salmone norvegese non sarebbe diventato ciò che è oggi nel mondo”. Parole che confermano l’impatto duraturo di una scelta strategica trasformata in fenomeno culturale e commerciale.

Un’icona della cucina internazionale

Oggi, il sushi di salmone norvegese è più di una moda: è una consuetudine, un ingrediente essenziale nei ristoranti di tutto il mondo e una base per nuove interpretazioni gastronomiche. La sua affermazione riflette la capacità del settore ittico norvegese di interpretare i cambiamenti della domanda globale, proponendo un prodotto sicuro, controllato e gustoso, che continua a guadagnare terreno anche nelle nuove generazioni.

Quarant’anni dopo quell’azzardo commerciale, il sushi di salmone norvegese è ormai una presenza stabile sulle tavole di tutto il mondo. Un esempio perfetto di come la tradizione possa incontrare l’innovazione e diventare futuro. Il 18 giugno, più che una giornata dedicata al sushi, sarà un’occasione per ricordare quanto può essere potente un’idea ben realizzata.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Salmone norvegese, 40 anni di sushi proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Il sistema dei controlli agroalimentari si rafforza: anche il settore ittico sotto la lente dell’ICQRF

 [[{“value”:”

Nel 2024 il comparto agroalimentare italiano ha consolidato il proprio ruolo di ambasciatore del Made in Italy, sostenuto da un sistema di controlli sempre più capillare e tecnologicamente avanzato. L’attività dell’ICQRFIspettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari – ha interessato oltre 28.500 operatori e 54.000 prodotti, generando oltre 6.000 sanzioni amministrative e 2.381 ordinanze di ingiunzione. Sequestrati quasi 13 milioni di kg di merce per un valore superiore ai 22 milioni di euro.

Il settore ittico, pur non essendo esplicitamente separato nelle tabelle del report, è direttamente coinvolto. I controlli riguardano l’intera filiera agroalimentare, compresi i prodotti della pesca e dell’acquacoltura, soprattutto in riferimento a etichettatura, tracciabilità, certificazioni e corrette relazioni contrattuali tra imprese.

Etichette, contratti, trasparenza: focus sulle pratiche sleali

Una delle azioni più incisive messe in campo nel 2024 ha riguardato il contrasto alle pratiche commerciali sleali. L’ICQRF ha effettuato 809 controlli mirati (il doppio rispetto al 2023), toccando trasversalmente tutte le filiere, compresa quella ittica. I casi più frequenti hanno riguardato la modifica unilaterale dei contratti (41,5%), i ritardi nei pagamenti (28,8%) e la mancata stipula contrattuale prima della consegna. Una dinamica che penalizza soprattutto i piccoli produttori, spina dorsale anche dell’economia ittica artigianale.

Questi interventi rafforzano la posizione dei fornitori nelle fasi negoziali con la distribuzione organizzata e con gli acquirenti industriali, in un contesto di concorrenza sempre più aggressiva, anche nei settori della trasformazione e conservazione dei prodotti della pesca.

Sistema di controlli post-import, vigilanza nei porti e Cabina di Regia

Il Report sottolinea l’intensificarsi delle verifiche nei porti, alle frontiere e nei centri logistici post-importazione. Qui si innesta il ruolo attivo della Capitaneria di Porto, parte integrante della Cabina di Regia istituita dal MASAF per il coordinamento delle ispezioni, assieme a Guardia di Finanza, NAS, Carabinieri per la tutela agroalimentare e forestale, AGEA, Agenzia delle Dogane, Polizia Stradale e Vigili del Fuoco.

Questo assetto garantisce un presidio capillare anche sulle importazioni di prodotti ittici da Paesi terzi, contrastando le frodi e le etichettature ingannevoli, a tutela dei produttori italiani che rispettano le normative comunitarie.

Il futuro della vigilanza: AI, sostenibilità e trasparenza

Per il 2025 l’ICQRF prevede l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio online delle frodi e nella gestione predittiva dei controlli. Al tempo stesso, si rafforzeranno le attività legate alla sostenibilità delle produzioni e alla trasparenza informativa lungo tutta la filiera.

Per il comparto ittico, ciò significa una maggiore protezione contro pratiche scorrette e una spinta ulteriore verso l’adozione di standard certificati e comunicazioni corrette nei confronti del consumatore finale.

Il Report ICQRF 2024 fotografa un sistema ispettivo in costante evoluzione, a presidio della legalità e della qualità che definiscono il Made in Italy. Anche il settore ittico beneficia di questa architettura di controlli, che non solo protegge il valore dei prodotti ma garantisce equità nei rapporti di filiera, sostenendo i piccoli operatori e la concorrenza leale. In un mercato sempre più globale, la vigilanza diventa un vantaggio competitivo per chi produce secondo le regole.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Il sistema dei controlli agroalimentari si rafforza: anche il settore ittico sotto la lente dell’ICQRF proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Educazione alimentare nelle scuole, al via la proposta di legge popolare


 [[{“value”:”

È stata ufficialmente depositata presso la Corte Suprema di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Comitato Longaevitas, che mira a introdurre l’insegnamento obbligatorio dell’educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani in tutte le scuole italiane, dagli asili nido all’università, nonché nei centri di formazione delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e del soccorso pubblico.

Con il deposito della proposta, prende il via la raccolta firme su tutto il territorio nazionale, coordinata da una rete di referenti locali e nazionali. I cittadini potranno sottoscrivere l’iniziativa tramite la piattaforma digitale del Ministero della Giustizia, presso gli uffici comunali e durante eventi pubblici dedicati.

La proposta nasce dalla necessità di contrastare fenomeni in costante crescita come l’obesità infantile, i disturbi del comportamento alimentare, la sedentarietà e le patologie croniche generative. L’obiettivo è quello di promuovere uno stile di vita sano e consapevole, valorizzando la dieta mediterranea, le produzioni agroalimentari italiane, la cultura del consumo responsabile e la sostenibilità ambientale.

«Questa proposta segna un cambio di paradigma – ha dichiarato Salvo Latino, presidente del Comitato Longaevitas –: vogliamo fare dell’educazione alimentare un diritto di cittadinanza e uno strumento concreto di prevenzione e consapevolezza. È un investimento nella salute pubblica, nella sostenibilità ambientale e nel capitale umano del Paese. Promuoviamo un modello che tuteli il sistema agroalimentare, la sovranità alimentare, la biodiversità, l’agricoltore custode e i mercati locali, valorizzando il cibo come bene comune e leva culturale ed economica. Chiediamo ai cittadini di sostenerci con una firma per costruire insieme una cultura della vita lunga, sana e sostenibile.»

La direzione scientifica del Comitato è affidata al professor Giorgio Calabrese, esperto in nutrizione e presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute.

In qualità di Segretario del Comitato Scientifico, il professor Pasquale Sasso ha dichiarato: «Oggi più che mai è necessario un approccio sistemico all’educazione alimentare. Non si tratta soltanto di trasmettere nozioni nutrizionali, ma di attivare una cittadinanza consapevole, capace di compiere scelte responsabili per la propria salute e per l’ambiente. Questa proposta rappresenta un’opportunità storica per integrare nei percorsi educativi contenuti fondamentali per il benessere individuale e collettivo. È un’iniziativa che valorizza la conoscenza come fattore di prevenzione e la scuola come presidio di salute pubblica.
Mangiare è un atto politico: ogni giorno scegliamo quale modello vogliamo sostenere.»

La proposta ha già ricevuto il sostegno di numerose realtà scientifiche e professionali, tra cui il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e il Consiglio dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari.

Link per firmare: https://rebrand.ly/Firmaperlasalute
Sito ufficiale: www.longaevitas.it

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Educazione alimentare nelle scuole, al via la proposta di legge popolare
 proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 2 di 1540

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy