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Innovare ed evolvere per salvaguardare un settore vitale e assicurare un futuro professionale alle nuove generazioni. L’equilibrio tra la sostenibilità delle risorse e la prosperità economica è oggi più che mai cruciale, e la risposta risiede nella capacità di abbracciare il cambiamento, adottare tecnologie all’avanguardia e ripensare i modelli tradizionali. L’obiettivo non è solo preservare un’antica tradizione, ma trasformarla in un motore di sviluppo sostenibile, offrendo opportunità concrete e prospettive di lavoro durature a chi desidera dedicare la propria vita al mare.
Se n’è discusso a Lipari, nel convegno promosso da Unci Sicilia e moderato dal direttore regionale Luisa Tosto, alla presenza del presidente nazionale Andrea Amico, del referente territoriale Unci, Carmelo Di Marco. Ed ancora, del presidente di Unci Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio, della vicesegretaria nazionale di Confsal Pesca, Flaminia Mariani e del consulente Unci, Vincenzo D’Amico.
I lavori sono stati aperti dal Sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, il quale ha annunciato che alle Eolie si stanno per definire interventi per 12 milioni di euro alle strutture portuali, utili anche per la categoria, e dal nuovo comandante di porto, T.V. Gianmaria Arangio.
“La parola d’ordine è evoluzione” – ha dichiarato il presidente di Unci Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio, a sintesi di quanto emerso nella discussione alla quale hanno partecipato con passione e speranza diversi pescatori locali preoccupati dal problema delfini e vermocane. “In un’Europa – ha spiegato – in cui si sta cercando di porre molti paletti, la piccola pesca sarà sempre più tutelata con aiuti di maggiori dimensioni, quasi tutti finanziati attraverso il FEAMP. Ma occorre essere chiari. Il mestiere del pescatore è cambiato: non è più colui che va a prelevare una risorsa, ma è una figura che deve avere una coscienza, che deve conoscere il proprio mestiere, che deve sapere parlare di mare e di futuro. Ed è proprio qui che i Centri di Assistenza Tecnica (CAT), messi in campo grazie alla legge regionale 4/2023, assumono un’importanza strategica. Questi centri servono a educare i pescatori ad una nuova vita professionale, fungendo da sportello amico sempre pronto a dare risposte concrete e ad incoraggiare il lavoratore ad approcciarsi a nuove opportunità.”
Scognamiglio ha poi concluso: “Il pescatore deve innovarsi perché la pesca oggi ha un’evoluzione legata all’attività tecnologica, al sistema barca e alle attività collaterali. Si pensi alle potenzialità dell’ittiturismo, alla ricerca di motori elettrici e ibridi per non sentire più l’odore della nafta a bordo, alla tecnologia applicata ad una pesca sempre più selettiva e reale anche mediante l’impiego di droni ecc.”
In questo contesto di trasformazione, i CAT (come quello di Sant’Agata di Militello per la provincia di Messina) si configurano come il perno fondamentale per l’implementazione di tali innovazioni, supportando i pescatori nell’accesso ai finanziamenti, nella formazione e nell’adozione delle migliori pratiche.
Il futuro della pesca non è un destino predefinito, ma una traiettoria da plasmare. Attraverso l’innovazione audace, la sostenibilità rigorosa e un impegno congiunto di tutti gli attori del settore, supportati in modo proattivo e continuo dai Centri di Assistenza Tecnica, le sfide attuali si possono trasformare in opportunità, garantendo che le nostre acque continuino a essere una fonte di vita, di lavoro e di prosperità per le generazioni a venire.
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L’articolo Il Convegno UNCI a Lipari ribadisce il ruolo cruciale dei CAT per le marinerie proviene da Pesceinrete.
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