Potenziali terapeutici delle microalghe sul diabete mellito – Il diabete mellito, una condizione metabolica caratterizzata da alti livelli di zucchero nel sangue, è diventato un’enorme preoccupazione per la salute globale. Gli esperti prevedono un aumento costante dei casi di diabete: nel 2019, circa 463 milioni di persone tra i 20 e i 79 anni ne erano affette, un numero destinato a salire a 578 milioni entro il 2030 e 700 milioni entro il 2045. Si tratta di un’emergenza che richiede soluzioni innovative.

In questo contesto emergono le microalghe come potenziali alleate. Le microalghe e i cianobatteri, organismi unicellulari fotosintetici, stanno attirando l’attenzione della ricerca scientifica per le loro proprietà bioattive. Le evidenze suggeriscono che le microalghe possano migliorare la sensibilità all’insulina, un ormone cruciale per la regolazione dei livelli di zucchero nel sangue, grazie alle loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive per le cellule pancreatiche produttrici di insulina.

Sebbene esistano farmaci antidiabetici tradizionali, molti cercano alternative naturali per evitare gli effetti collaterali. Le microalghe potrebbero rispondere a questa esigenza. Non solo vengono utilizzate in alimentazione e integratori, ma dimostrano anche potenziali terapeutici nei laboratori e negli studi sull’uomo.

Nonostante le prove promettenti, manca una panoramica completa delle loro potenzialità. Una ricerca pubblicata su MDPI ha colmato questa lacuna, sintetizzando i risultati di vari studi e analizzando il modo in cui le microalghe affrontano il diabete e i meccanismi coinvolti.

La Spirulina

La Spirulina, una microalga posta sotto la lente di ingrandimento, sembra promettente. Recenti studi indicano che può influenzare positivamente i livelli di zucchero nel sangue e la sensibilità all’insulina grazie alla sua composizione ricca di proteine, acidi grassi essenziali, minerali, vitamine e antiossidanti come la ficocianina.

La Clorella

La Clorella, un’altra microalga, offre spunti interessanti per il metabolismo del glucosio e la resistenza all’insulina.

Specie come la Nannocloropsis oculata e la Porphyridium purpureum dimostrano potenziale nell’inibire gli enzimi legati al diabete e nel contrastare lo stress ossidativo, fattore che contribuisce alla progressione della malattia.

Una scoperta chiave è che gli estratti di microalghe inibiscono un enzima chiamato α-amilasi, che favorisce l’assorbimento degli zuccheri. L’inibizione di questo enzima aiuta a ridurre i picchi glicemici postprandiali.

Bisogna comunque considerare che ogni specie di microalga agisce con modalità differenti, anche se le proprietà antiossidanti sono comuni. Le microalghe offrono potenziali promettenti per ulteriori ricerche e applicazioni nel trattamento del diabete, ma rimane necessario un lavoro approfondito.

Mentre risultati preliminari sono positivi, ulteriori studi clinici sull’uomo sono indispensabili per comprendere appieno il potenziale delle microalghe. La variazione individuale nella risposta al loro consumo è rilevante, pertanto la consultazione con un operatore sanitario è fondamentale prima di adottare integratori.

La ricerca futura potrebbe sfruttare la tecnologia omica per individuare biomarcatori, bersagli terapeutici e vie di regolazione chiave. Mentre l’attuale comprensione suggerisce che le microalghe attenuino il diabete attraverso le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ulteriori studi e ottimizzazione delle condizioni di coltura sono necessari per tradurre questo potenziale in benefici concreti.

Potenziali terapeutici delle microalghe sul diabete mellito

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