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Arrivare a produrre la bottarga di cefalo del Delta del Po, partendo dal muggine di valle e impreziosendola con i sali di Cervia e delle valli di Comacchio, significa dare una nuova prospettiva a una pratica antica come la pesca valliva, oggi in cerca di strumenti per rafforzare redditività e competitività.

Di questo si è discusso a Cesenatico, presso l’allevamento ittico biologico di Luigi Ballarin, in occasione della 28ª edizione di Cancelli Aperti, l’appuntamento annuale promosso da Confagricoltura Ravenna e quest’anno dedicato alla vallicoltura. Un settore che, pur mantenendo un ruolo fondamentale nella conservazione degli ecosistemi delle zone umide, ha bisogno di innovazione per affrontare le nuove sfide economiche e ambientali.

Il progetto nasce dal dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. L’obiettivo è validare protocolli produttivi capaci di valorizzare il muggine delle valli emiliano-romagnole, trasformandolo in bottarga di qualità superiore e incrementando così il valore commerciale del prodotto. Una visione che unisce tradizione e ricerca, creando opportunità concrete per il futuro della filiera.

Con oltre 22.000 ettari di aree umide, l’Emilia-Romagna rappresenta circa il 30% del totale italiano. La regione ha quindi un potenziale unico per rilanciare la vallicoltura, come sottolineato anche da Confagricoltura Ravenna, che evidenzia la necessità di restituire redditività agli allevatori sostenendo progetti mirati alla qualificazione del prodotto finale.

La bottarga di cefalo del Delta del Po non è soltanto una specialità gastronomica, ma un simbolo della capacità del settore ittico italiano di coniugare biodiversità, tutela degli ecosistemi e innovazione di processo. La ricerca accademica, messa in dialogo con le esigenze del territorio, può diventare leva strategica per dare nuovo slancio alla pesca valliva e rafforzarne la presenza sui mercati nazionali e internazionali.

Il progetto dell’Università di Bologna sulla bottarga di cefalo del Delta del Po rappresenta un passo decisivo per rilanciare la vallicoltura emiliano-romagnola. Un’iniziativa che intreccia tradizione e ricerca, con l’obiettivo di garantire qualità, redditività e riconoscibilità a un prodotto che può diventare ambasciatore del territorio.

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L’articolo Vallicoltura e bottarga di cefalo: dal Delta del Po un progetto per il futuro proviene da Pesceinrete.

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