Mese: Aprile 2025 Pagina 12 di 19

Report AZTI: la rotta verso una pesca europea più sostenibile e innovativa

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Report AZTI: la rotta verso una pesca europea più sostenibile e innovativa – Il futuro della pesca europea passa per la trasformazione digitale e l’innovazione sostenibile. A certificarlo è l’ultimo report di AZTI, centro tecnologico di riferimento per il settore ittico, che ha recentemente presentato una panoramica aggiornata sulle soluzioni tecnologiche più promettenti per rendere la pesca più efficiente, tracciabile e sostenibile.

Secondo i dati più recenti, l’industria della pesca in Europa impiega direttamente quasi 120.000 persone e genera una produzione di 3,49 milioni di tonnellate di pescato, per un valore di 6,6 miliardi di euro (dato 2022). Tuttavia, sfide come il cambiamento climatico, l’aumento dei costi del carburante, l’evoluzione delle preferenze dei consumatori e la crescente pressione normativa stanno mettendo alla prova la resilienza del settore.

La digitalizzazione come leva strategica

Nel suo report, AZTI mette in evidenza il ruolo chiave dell’intelligenza artificiale nella modernizzazione della flotta europea. Grazie allo sviluppo di algoritmi predittivi dedicati a specie target come acciughe e tonni nel Golfo di Biscaglia, è oggi possibile individuare le aree con la maggiore probabilità di pesca, ottimizzando così le rotte e riducendo il consumo di carburante e le emissioni di CO₂.

Non solo. La machine vision, ovvero la visione artificiale, permette di identificare, classificare e contare automaticamente le catture direttamente a bordo dei pescherecci. Questo si traduce in una gestione più efficiente delle risorse marine, favorendo una pesca responsabile e sostenibile.

Obiettivo: ridurre l’impatto ambientale della pesca

La riduzione delle emissioni di gas serra e la decarbonizzazione della flotta peschereccia restano priorità assolute. Come sottolinea Gorka Gabiña, coordinatore di AZTI per le Tecnologie di Pesca Sostenibile, “ogni flotta è diversa e richiede strategie personalizzate: dall’ottimizzazione dei consumi all’impiego di nuovi materiali per le imbarcazioni, fino all’utilizzo di energie alternative”.

Il report esplora anche le potenzialità dell’economia circolare nella pesca, evidenziando l’importanza del recupero degli attrezzi da pesca dismessi e l’utilizzo di materiali biodegradabili o innovativi. Sebbene sia necessario investire in infrastrutture adeguate per la gestione dei rifiuti marini su larga scala, queste pratiche possono migliorare significativamente la salute degli ecosistemi e generare nuove opportunità economiche.

Tecnologie per ridurre il bycatch e tutelare la biodiversità

Una delle sfide più complesse è il contrasto alla cattura accidentale di specie non bersaglio, come pesci giovani, squali, tartarughe marine, uccelli e cetacei. AZTI propone un ventaglio di soluzioni pratiche: dai sistemi di monitoraggio elettronico con videocamere e sensori, in grado di fornire dati precisi in tempo reale, fino alle innovazioni negli attrezzi da pesca e ai dispositivi per il rilascio sicuro degli animali catturati accidentalmente.

Questi strumenti non solo supportano la conformità alle normative europee, ma rappresentano anche un passo avanti verso una pesca più selettiva e sostenibile, capace di coniugare efficienza economica e responsabilità ambientale.

Il messaggio del report AZTI è chiaro: innovare è indispensabile per garantire un futuro sostenibile al settore ittico europeo. Le tecnologie digitali e le soluzioni orientate alla sostenibilità rappresentano oggi non solo un’opportunità, ma una necessità per rispondere alle sfide globali e mantenere la competitività delle nostre flotte.

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Salumi di pesce, un segmento consolidato che continua a crescere

Salumi di pesce, un segmento consolidato che continua a crescere

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Salumi di pesce, un segmento consolidato che continua a crescere – Il segmento dei salumi e degli insaccati di mare si è ormai stabilizzato come una realtà matura all’interno della gastronomia di qualità. Non più curiosità da gourmet, ma veri e propri protagonisti delle tavole di ristoranti, gastronomie e consumatori consapevoli, alla ricerca di alternative sostenibili e innovative per il consumo di prodotti ittici trasformati.

Negli ultimi anni, il percorso di questo segmento si è arricchito di significato, unendo la maestria artigianale alla valorizzazione del pescato e incontrando la crescente domanda di soluzioni gastronomiche autentiche. Le aziende specializzate, spinte da spirito di ricerca e da una forte attenzione alla sostenibilità, hanno lavorato per perfezionare tecniche di stagionatura e affinamento, offrendo oggi un prodotto che racconta tanto la tradizione quanto la visione moderna del settore ittico.

A testimoniare questo sviluppo è anche l’esperienza di Pamela Romano, founder di Offishina, che descrive il passaggio da prodotto poco conosciuto a proposta apprezzata in contesti sempre più ampi. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione significativa”, spiega Romano, “i salumi di mare sono diventati una proposta apprezzata da un pubblico sempre più attento alla qualità, alla salute e alla sostenibilità. E oggi, anche i professionisti del settore riconoscono il valore di questi prodotti non solo per il loro gusto, ma anche come esempi di innovazione e storytelling.”

L’attenzione alla sostenibilità è, di fatto, uno degli elementi distintivi della crescita di questo segmento. Utilizzare in modo integrale il pescato, evitando sprechi, e trasformare anche le parti meno nobili del pesce in prodotti di pregio, è oggi un fattore competitivo chiave. La filiera artigianale non si limita a conservare il valore gastronomico, ma amplifica quello ambientale ed economico. “Recuperiamo i sottoprodotti del pesce, come la carne che rimane attaccata alla lisca e alle guance, per trasformarli in prodotti gourmet”, conferma Romano, raccontando come l’attenzione alla materia prima si rifletta anche nella scelta di lavorazioni manuali e a temperatura ambiente, senza l’uso di macchinari o conservanti chimici.

Le prospettive di crescita non si fermano al mercato domestico. La conferma arriva dall’interesse crescente dei mercati esteri, sempre più ricettivi verso questa categoria di prodotto. Svizzera, Francia, Belgio, Germania, Spagna e Regno Unito rappresentano oggi mercati consolidati per gli affettati di mare italiani, ma il segmento si sta spingendo anche oltre, con prime esportazioni verso gli Stati Uniti e progetti in fase di sviluppo per il mercato arabo. “Stiamo attivamente lavorando per rendere i nostri prodotti idonei anche per il mercato arabo, rispettando le normative religiose locali”, osserva Romano, indicando come l’internazionalizzazione del segmento sia già una realtà concreta e in evoluzione.

Il valore competitivo del segmento si fonda anche sulla capacità di raccontare una storia credibile e trasparente. Il consumatore moderno chiede etichette chiare, filiere tracciabili e ingredienti naturali. In questo contesto, la scelta di affidarsi a processi naturali di fermentazione e stagionatura, che favoriscono la presenza di batteri probiotici e prolungano la conservazione senza la necessità di additivi, rappresenta un vantaggio distintivo. “Le muffe nobili che si formano durante la stagionatura contribuiscono non solo alla conservazione, ma anche alla creazione di sapori complessi e di un profilo organolettico ricco”, precisa Romano, sottolineando come la pazienza e il rispetto dei tempi naturali siano fattori imprescindibili nella produzione degli affettati di mare.

Il successo del segmento si misura anche nei riconoscimenti ottenuti a livello internazionale. Concorsi gastronomici di prestigio, con degustazioni alla cieca, hanno premiato la qualità e l’originalità di questi prodotti, spesso prima ancora del loro ingresso sul mercato. Questo contribuisce a rafforzare la reputazione del salume di pesce come una categoria autonoma, non assimilabile ai salumi tradizionali ma portatrice di una propria identità gastronomica.

Il quadro che emerge è quello di un segmento solido, che ha saputo maturare senza fretta e oggi guarda con fiducia al futuro. Grazie a un mix di artigianalità, attenzione all’ambiente, innovazione di prodotto e apertura ai mercati internazionali, i salumi di mare rappresentano una delle espressioni più avanzate e sostenibili della trasformazione ittica contemporanea. Non è più questione di moda o di tendenza passeggera: è un modello di filiera che ha trovato il suo spazio, e continua a costruire nuove opportunità per il comparto ittico italiano.

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Il futuro della pesca al centro dell’incontro tra Europêche e gli Stati membri

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Il futuro della pesca al centro dell’incontro tra Europêche e gli Stati membri – Il settore della pesca europea alza la voce e lo fa con decisione, chiedendo all’Europa meno promesse e più risultati concreti. A guidare questa richiesta è Europêche, che ha convocato una riunione strategica con gli Stati membri per fare il punto sui primi mesi di lavoro della nuova Commissione e mettere sul tavolo priorità non più rinviabili. L’urgenza è palpabile: servono scelte rapide, coraggiose e finalmente efficaci per evitare che la competitività del settore venga soffocata sotto il peso di norme rigide e una burocrazia sempre più asfissiante.

Europêche ha riconosciuto il rinnovato slancio politico dato dalla Commissione europea, ma ha sottolineato come le buone intenzioni non bastino. L’organizzazione ha ribadito la necessità di trasformare le parole in azioni tangibili, a partire dalla revisione di una legislazione ormai incapace di rispondere alle vere esigenze dei pescatori. La richiesta è chiara: semplificare le regole, tagliare la burocrazia e garantire una reale sostenibilità che tenga conto della dimensione economica e sociale del settore.

Durante la discussione, grande attenzione è stata dedicata al Patto per gli Oceani, una proposta che, pur ambiziosa, solleva interrogativi importanti. Europêche teme che l’iniziativa possa evolversi in un quadro legislativo troppo stringente, rischiando di marginalizzare la pesca all’interno delle politiche marittime. Il messaggio è forte e diretto: la pesca deve rimanere un pilastro centrale, con una strategia autonoma e rispettosa delle competenze degli Stati membri.

Altro tema caldo è l’attuazione del nuovo Regolamento sul controllo della pesca. Europêche ha lanciato l’allarme su bozze di atti di attuazione che rischiano di superare il mandato legale originario, imponendo carichi amministrativi sproporzionati. Il settore chiede una regolamentazione snella e davvero utile, capace di sostenere chi lavora in mare ogni giorno, anziché ostacolarlo con complicazioni inutili.

Il dialogo con la Norvegia è un ulteriore fronte aperto. Europêche sollecita chiarezza sui diritti di pesca e l’accesso alle quote, sottolineando la necessità di un nuovo partenariato equo tra UE e Norvegia, capace di garantire un trattamento giusto per la flotta europea e fermare pratiche non sostenibili nell’Atlantico nord-orientale.

Sul piano finanziario, il settore chiede più coraggio. Aumentare i fondi disponibili, rendere i criteri di accesso più inclusivi e pianificare il rinnovamento della flotta sono passi indispensabili per assicurare al comparto la stabilità necessaria a guardare con fiducia al futuro. Europêche ha accolto positivamente l’impegno della Commissione a ridurre del 25% gli oneri amministrativi, ma ha avvertito che serve ben altro: un processo di consultazione reale e inclusivo che superi la sola revisione della politica comune della pesca.

La posta in gioco è alta. Se l’Europa vuole mantenere viva la sua pesca, deve intervenire subito sulle questioni più urgenti, dalla revisione dei piani pluriennali alle chiusure ingiustificate di zone di pesca, fino all’applicazione di deroghe già previste dalla normativa esistente. Ogni giorno di inattività pesa sulla tenuta economica e sociale delle comunità costiere e degli operatori che rappresentano il cuore pulsante della blue economy europea.

Europêche lancia un appello forte e chiaro: Bruxelles deve cambiare passo. Il futuro della pesca europea non può aspettare oltre.

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Question Time alla Camera: il Ministro ricorda l’intesa europea che salva il settore ittico italiano

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Question Time alla Camera: il Ministro ricorda l’intesa europea che salva il settore ittico italiano – Durante il Question Time di ieri, alla Camera dei Deputati, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha illustrato le misure adottate dal Governo per sostenere il comparto agroalimentare italiano di fronte alla crisi dei dazi.
Nel suo intervento, sebbene il focus principale fosse rivolto alle eccellenze agricole e vitivinicole, non è mancato un importante riferimento al settore della pesca, che merita di essere evidenziato.

Il Ministro ha infatti confermato che, grazie all’azione negoziale portata avanti nelle sedi europee, è stato scongiurato il previsto taglio del 38% dello sforzo di pesca per le imprese italiane.
Una misura che, se applicata, avrebbe avuto conseguenze pesantissime per la filiera ittica nazionale, mettendo a rischio centinaia di aziende e compromettendo la tenuta economica di interi territori costieri.

“Abbiamo portato due volte in Italia il Commissario all’Agricoltura Hansen e il Commissario alla Pesca Kadis, reduce dalla trattativa con noi conclusasi con l’azzeramento della proposta di taglio del 38% dello sforzo di pesca per le imprese italiane, che avrebbe messo in ginocchio l’intero settore”, ha dichiarato Lollobrigida davanti all’Aula.

Questo risultato rappresenta un punto di svolta, non solo per la pesca italiana, ma anche per il più ampio scenario europeo, considerando l’impatto che le politiche comunitarie hanno sull’equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica del settore.

Il Ministro ha ribadito l’importanza di mantenere un approccio costruttivo nelle relazioni internazionali, specie con gli Stati Uniti, e ha annunciato che il Governo continuerà a monitorare gli effetti dei dazi sulle produzioni italiane, compresi i prodotti ittici, valutando eventuali misure compensative in sinergia con l’Unione europea.

Il settore ittico, dunque, torna al centro dell’agenda politica, con una rinnovata attenzione alle dinamiche europee e alla necessità di difendere il lavoro delle imprese italiane del mare. In un contesto globale sempre più competitivo e complesso, la difesa della filiera rappresenta una priorità strategica.

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È online il primo numero di “Ittico Guida Buyer”

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È online il primo numero di “Ittico Guida Buyer” – È ufficialmente disponibile il primo numero di “Ittico Guida Buyer“, il trimestrale digitale pensato per supportare concretamente aziende, buyer e operatori della filiera ittica nazionale e internazionale. Una guida agile, gratuita e scaricabile, che si pone l’obiettivo di offrire contenuti selezionati, analisi di mercato, approfondimenti strategici e panoramiche utili per orientarsi in un settore in continua evoluzione.

Lanciata da In Rete S.r.l., editore di Pesceinrete, la Guida Buyer è un progetto editoriale che nasce con l’intenzione di affiancare l’attività quotidiana di chi opera nella commercializzazione di prodotti ittici, mettendo in connessione produttori, distributori e fornitori di servizi in un’unica piattaforma editoriale.

Uno strumento per chi compra e per chi vende

Dalle interviste istituzionali ai focus di prodotto, dalle tendenze di mercato alle tecnologie innovative, ogni pagina è pensata per aiutare i professionisti a prendere decisioni informate, anticipando le sfide e cogliendo le opportunità del comparto. In questo primo numero, spazio all’analisi sull’evoluzione del segmento “bastoncini di pesce”, alla crescita dell’export norvegese verso l’Italia, alle prospettive dell’acquacoltura italiana e a un’intervista esclusiva al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che offre una visione chiara sulla direzione della politica nazionale in tema di pesca e sovranità alimentare.

Buyer, produttori, distributori: tutti protagonisti

“Ittico Guida Buyer” è anche una vetrina per le aziende protagoniste del mercato, con una sezione dedicata interamente alle schede di referenze e ai contatti utili, per agevolare l’incontro tra domanda e offerta. Spazio, inoltre, agli appuntamenti fieristici più rilevanti per il settore, con un calendario aggiornato e preziosi spunti per programmare la propria presenza alle manifestazioni internazionali.

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Il primo numero è già disponibile e può essere scaricato gratuitamente. La distribuzione è digitale, per garantire la massima diffusione e accessibilità ai contenuti, in linea con una visione moderna e sostenibile dell’editoria di settore.

Con “Ittico Guida Buyer” si apre una nuova stagione per l’informazione specializzata: un ponte tra aziende e mercato, pensato per accompagnare il business ittico nelle sue sfide quotidiane.

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