Mese: Maggio 2025 Pagina 4 di 19

OHissa: quando il mare parla il linguaggio della natura

OHissa: quando il mare parla il linguaggio della natura

 [[{“value”:”

In un mercato sempre più affollato di proposte, la differenza si gioca sulla sostanza. Su ciò che resta sul palato, nella memoria e, soprattutto, nella coscienza e nell’organismo di chi quei prodotti li consuma. È qui che si inserisce OHissa, una realtà che ha scelto di percorrere una strada precisa: quella del pesce ibernato a -60°C al cuore entro un’ora dalla cattura per offrire un prodotto “più fresco del fresco”, senza additivi o conservanti, lavorato con metodi artigianali e pensato per chi considera la qualità un valore imprescindibile, non un optional.

Un ritorno alle origini, con lo sguardo al futuro

OHissa nasce da un’idea tanto semplice quanto radicale: restituire al mare la sua autenticità. L’azienda ha scelto di impegnarsi sulla trasparenza, sulla salute e sulla qualità delle materie prime. Il risultato è una linea di prodotti ittici senza additivi, coloranti o conservanti, in grado di raccontare il mare nella sua forma più pura.

«Abbiamo voluto creare una proposta diversa da ciò che si trova abitualmente sul mercato», spiega il titolare Maurizio Manno. «Niente scorciatoie, niente compromessi: solo materia prima selezionata, lavorazioni manuali e cura per la qualità».

100% al naturale significa 100% autentico

L’offerta OHissa comprende filoni di Tonno, Alalunga, Salmone e altri prodotti del mare, nessun additivo, nessuna sofisticazione. Ogni confezione, ogni scelta, è la sintesi di una filosofia che mette al centro la salute del consumatore e la valorizzazione del singolo pesce per quello che è, senza mascherarlo.
Una scelta che oggi assume un significato ancora più forte, alla luce della sempre crescente attenzione verso ciò che portiamo in tavola. In un’epoca in cui il benessere passa anche — e soprattutto — da ciò che mangiamo, offrire prodotti semplici, naturali e nutrienti non è solo un’opportunità di mercato, è una responsabilità, che OHissa si assume in pieno.

Artigianalità, dalla materia prima al rapporto umano

Nel processo produttivo di OHissa l’approccio è artigianale: i filoni vengono selezionati e lavorati a mano, con attenzione sartoriale. Questo garantisce non solo un’elevata qualità visiva e gustativa del prodotto finito, ma anche la possibilità di valorizzare pienamente la materia prima. Il pesce, in quanto risorsa preziosa e non infinita, merita di essere trattato con rispetto.
Questo approccio si traduce anche in rispetto e cura dei clienti (buyer, distributori, grossisti), che all’azienda piace definire partner, per sottolineare il valore che viene dato alle persone e ai rapporti costruiti nel tempo. Anche con loro l’approccio è trasparente e sartoriale, per dare tutto il supporto necessario e crescere insieme.

Un prodotto che racconta una storia vera

OHissa si rivolge a un pubblico professionale che cerca qualcosa in più: non un prodotto come un altro, ma un racconto da proporre ai propri clienti. I prodotti OHissa si inseriscono in un’offerta premium, pensata per chi sceglie con consapevolezza e vuole distinguersi facendo assaporare al cliente finale il gusto autentico di ogni pesce.

Il Tonno OHissa: l’essenza del mare con il freddo come alleato

Tra le referenze che meglio rappresentano la filosofia del marchio, spicca il Tonno OHissa, disponibile in diversi tagli, a partire dal più pregiato “Quore di Tonno”. Un prodotto semplice non solo in apparenza, frutto di una lavorazione artigianale rigorosa e di una profonda conoscenza: la gestione attenta e rigorosa delle temperature permette il miglior risultato visivo – filoni di Tonno dal colore rosso vivo, che vengono selezionati e tagliati a mano.

“Il freddo –  spiegano – è il nostro alleato”. Nessun conservante. Nessun additivo. Nessun compromesso.
Il risultato è un Tonno compatto, dal colore rosso vivo e dal sapore naturale. Una referenza che non solo risponde alle nuove esigenze di benessere e trasparenza, ma alza l’asticella del segmento, portando in tavola un prodotto naturale, buono e contemporaneo.
Una proposta per chi vuole distinguersi
OHissa è oggi pronta a crescere con chi condivide la stessa visione: proporre al mercato un’alimentazione più sana, più rispettosa, più vera.

CONTATTI
Linkedin: @Ohissa https://www.linkedin.com/company/ohissa
Facebook: @Ohissa – For Professionals https://www.facebook.com/people/Ohissa-For-Professionals/61555854496101/
Sito: www.ohissa.it
Email: informazioni@ohissa.it

ADVERTORIAL

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

 

L’articolo OHissa: quando il mare parla il linguaggio della natura proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

La Norvegia accelera: Vevelstad pronta a rafforzare la filiera del salmone

 [[{“value”:”

La produzione di avannotti di salmone a Vevelstad si inserisce in una fase cruciale per il settore: la domanda di salmone d’allevamento continua a crescere e le filiere norvegesi devono rispondere con infrastrutture adeguate. È in questo contesto che la Norvegia ha autorizzato la realizzazione di un nuovo incubatoio terrestre nel comune di Vevelstad, nel Nordland, promosso da Vevelstad Settefisk.

Con il via libera dell’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare e l’autorizzazione ambientale già ottenuta nei mesi scorsi, il progetto è ora pronto a ricevere l’approvazione finale dal Consiglio della contea.

Una risposta concreta alle esigenze produttive norvegesi

Il nuovo impianto è progettato per allevare ogni anno tra i 15 e i 20 milioni di giovani salmoni, con pezzature comprese tra i 150 grammi e 1 chilogrammo. Un investimento da oltre un miliardo di corone norvegesi (circa 86 milioni di euro), che punta a rafforzare la disponibilità di materia viva per l’allevamento su scala industriale.

“Costruiremo un incubatoio rivoluzionario, proprio nel cuore del Nordland”, ha dichiarato Knut Bråthen, direttore generale di Vevelstad Settefisk. La struttura rappresenta una delle iniziative più ambiziose nel panorama dell’acquacoltura norvegese su terraferma.

Innovazione, occupazione e sviluppo locale

Il sito si estende su oltre 100 acri già destinati ad uso acquacolturale e verrà attrezzato con le più moderne tecnologie per il controllo ambientale, la biosicurezza e la gestione sostenibile dell’acqua.

L’impatto sul territorio sarà significativo: si prevede la creazione di 20–30 posti di lavoro diretti in un comune che conta meno di 500 abitanti. L’intera comunità di Vevelstad potrà beneficiare di ricadute economiche, formative e infrastrutturali.

“La nostra iniziativa rafforza la posizione di Vevelstad come attore innovativo – ha aggiunto Bråthen – e offrirà un impulso economico concreto alla regione”.

Il supporto di Torghatten Aqua e la visione industriale

Vevelstad Settefisk è controllata da Aquaculture Innovation, società a sua volta di proprietà di Torghatten Aqua, gruppo norvegese con sede a Brønnøysund. La strategia industriale punta sullo sviluppo di impianti a terra, considerati più sicuri, prevedibili e meno impattanti rispetto agli allevamenti in mare aperto.

La produzione di avannotti salmone Vevelstad contribuirà a migliorare la stabilità della filiera, riducendo la pressione sulle avannotterie esistenti e sostenendo la crescita del comparto norvegese. L’avvio dei lavori è previsto entro l’anno.

Con l’approvazione definitiva ormai imminente, l’incubatoio di Vevelstad si prepara a diventare un punto di riferimento per la prima fase della filiera del salmone norvegese. In un mercato in continua espansione, strutture tecnologicamente avanzate e integrate nel territorio sono essenziali per garantire competitività, sostenibilità e qualità.

Continua a seguire Pesceinrete per aggiornamenti strategici sull’acquacoltura europea e sull’evoluzione della filiera salmonicola.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo La Norvegia accelera: Vevelstad pronta a rafforzare la filiera del salmone proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Nuovo Patto per gli Oceani, Cisint: servono investimenti

 [[{“value”:”

In occasione dei lavori della Commissione pesca del Parlamento europeo, sono state illustrate le raccomandazioni del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) sul nuovo Patto per gli Oceani. Si tratta di – spiega l’europarlamentare Anna Maria Cisint (Lega – Patriots for Europe), membro della Commissione PECH – “obiettivi ambiziosi, che si prefiggono di inserire la pesca al centro della strategia, con una serie di azioni di supporto, che vanno dalla riduzione del 25% degli oneri burocratici per i pescatori, allo stanziamento di risorse dedicate per la transizione energetica delle imbarcazioni e per l’ammodernamento della flotta.”

“Tuttavia – avverte Cisintdifficile credere alle buone intenzioni di una Commissione che, negli ultimi anni, non ha saputo fare di meglio che vessare i pescatori in ogni modo, aumentando a dismisura vincoli, limitazioni alle giornate e agli attrezzi da pesca. La Commissione europea, ci ha da tempo abituati ai buoni propositi, senza poi di fatto risolvere concretamente le diverse criticitá che attanagliano il settore. Inutile inoltre, fare proselitismo senza conti alla mano. L’esperienza maturata nella gestione dei bilanci pubblici mi insegna che solo attraverso stanziamenti concreti e procedure chiare possiamo misurare l’effettiva ricaduta sulle imprese della pesca. Servono risorse vere, non annunci.”

Si parla di un rafforzamento del FEAMPA, dell’esenzione del settore pesca dal sistema ETS e della possibilità di valutare i fermi pesca caso per caso e su base regionale, anche nelle aree marine protette. “Tutte misure ancora una volta tardive – prosegue Cisint – mentre il nostro settore continua a pagare un prezzo altissimo: dall’impennata dei costi del carburante in seguito alla guerra in Ucraina, alla moltitudine di penalizzazioni legate al Green Deal.”

“Nel frattempo – conclude – l’import di prodotto ittico da Paesi terzi ha raggiunto il 70%. È il momento di abbandonare definitivamente il vecchio approccio ideologico e cogliere l’occasione per definire una nuova, rivoluzionata, Politica Comune sulla Pesca.”

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Nuovo Patto per gli Oceani, Cisint: servono investimenti proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Quick commerce ittico: il tempo diventa valore per la filiera del pesce fresco

 [[{“value”:”

Il quick commerce, il commercio elettronico basato sulla consegna ultrarapida, si sta lentamente affacciando anche nel settore ittico. Una rivoluzione silenziosa ma potenzialmente dirompente, in cui tecnologia, logistica refrigerata e consumo urbano si intrecciano per ridefinire tempi e modi dell’acquisto di pesce fresco.

A differenza di altri settori alimentari, dove il quick commerce si è consolidato in pochi anni grazie alla semplicità di stoccaggio e distribuzione, il pesce presenta sfide molto più complesse: deperibilità estrema, necessità di refrigerazione costante e rispetto rigoroso delle normative igienico-sanitarie. Tuttavia, è proprio in questa complessità che si cela un’opportunità per i player più innovativi.

Il concetto è semplice: portare il pesce fresco dal porto o dal mercato locale al consumatore urbano nel giro di 30-60 minuti. Il tutto passando attraverso micro-magazzini refrigerati, noti come dark store, e piattaforme digitali dedicate che permettano di ordinare con pochi clic, magari suggerendo anche ricette o modalità di conservazione.

I potenziali benefici sono evidenti: per il consumatore, la possibilità di acquistare pesce fresco all’ultimo minuto senza rinunciare alla qualità. Per i produttori, la chance di accorciare drasticamente la filiera e trattenere maggiore valore sul prezzo finale. Per il territorio, un’occasione di valorizzazione delle risorse locali in chiave sostenibile.

Ma servono investimenti mirati: tecnologia, tracciabilità in tempo reale, logistica refrigerata capillare e un’educazione continua al consumo consapevole. Servono anche alleanze tra produttori, startup logistiche e piattaforme digitali. E serve, soprattutto, un cambio di mentalità: il pesce fresco non è solo un prodotto da banco, può diventare un servizio veloce, affidabile e ad alto valore aggiunto.

In questo scenario, le cooperative di pesca, i mercati ittici all’ingrosso e le aziende dell’acquacoltura sostenibile possono giocare un ruolo centrale, trasformando il quick commerce da semplice trend in una leva strategica per il futuro del settore.

Il quick commerce ittico non è un esercizio di stile. È una possibilità concreta per ripensare la distribuzione urbana del pesce fresco, ridurre gli sprechi e migliorare la redditività lungo la filiera. Il tempo è l’ingrediente più prezioso: per chi compra e per chi produce.

Pesceinrete continuerà a monitorare e raccontare le evoluzioni di questo trend.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Quick commerce ittico: il tempo diventa valore per la filiera del pesce fresco proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Sonar e selettività: nuove frontiere per la stima acustica della taglia del pesce

 [[{“value”:”

La stima acustica della taglia del pesce prima della cattura rappresenta una priorità strategica per migliorare la selettività della pesca e massimizzare il valore economico del pescato. È quanto emerge dal progetto norvegese “Acoustic Estimation of Fish Size during Pre-catch in Commercial Fishing of Pelagic Species“, condotto dall’Institute of Marine Research (IMR) e finanziato dal Fisheries and Aquaculture Industry Research Fund (FHF). L’iniziativa ha testato la possibilità di impiegare ecoscandagli a banda larga per ottenere stime affidabili delle dimensioni dei pesci prima dell’operazione di cattura.

Obiettivo: migliorare selettività ed efficienza

Nel contesto della pesca pelagica commerciale, conoscere la dimensione del pesce prima dell’immissione delle reti può evitare catture indesiderate e garantire il rispetto dei limiti normativi. Per questo, il progetto ha previsto l’installazione a bordo del peschereccio FV Libas di un ecoscandaglio EK80 dotato di trasduttore direzionale da 3° e frequenza operativa tra 160–260 kHz. Il dispositivo, posizionato sotto la chiglia retrattile, ha consentito di rilevare singoli esemplari di sgombro fino a 120 metri di distanza durante la pesca nelle acque britanniche nel 2024, senza interferire con le normali operazioni.

Tecnologie avanzate, risultati da consolidare

Il metodo originario per stimare la taglia, basato sull’individuazione di due picchi distinti nel segnale acustico a banda larga, non ha fornito i risultati sperati a causa della complessità della risposta acustica reale dei pesci. In alternativa, i ricercatori hanno adottato un approccio basato sulla Target Strength (TS) e sull’angolo di incidenza del pesce rispetto al fascio acustico. I dati hanno mostrato una buona corrispondenza tra il massimo TS e la lunghezza stimata, con uno scarto medio di circa 45 mm rispetto ai campioni biologici reali.

Il progetto ha inoltre confermato la validità dell’approccio teorico tramite modellazione FEM (Finite Element Method), simulando la struttura fisica del pesce, incluso lo scheletro. Tuttavia, restano da sviluppare algoritmi di tracciamento automatico e metodologie standardizzate per l’analisi del TS in banda larga, oggi non ancora universalmente adottate dalla comunità scientifica.

Prospettive operative e sviluppi futuri

Oltre ai risultati sperimentali, il progetto ha evidenziato importanti ricadute pratiche per l’industria. Disporre di uno strumento affidabile per stimare la taglia del pesce in tempo reale può trasformarsi in un vantaggio competitivo per l’intero settore: migliorando la qualità del pescato, riducendo le catture indesiderate e rendendo l’attività più sostenibile.

I ricercatori propongono di continuare i test in ambienti controllati, come le gabbie di allevamento o le aree costiere frequentate da sgombri liberi, per affinare ulteriormente i modelli di stima e facilitare la raccolta di dati confrontabili con i risultati in mare aperto. Un passaggio fondamentale per trasformare la ricerca in un prodotto operativo destinato alla flotta commerciale.

Il progetto norvegese dimostra che le tecnologie acustiche avanzate rappresentano una delle strade più promettenti per l’evoluzione verso una pesca selettiva, efficiente e sostenibile. Le sfide non mancano, ma i risultati già ottenuti aprono nuove possibilità operative e industriali per le flotte europee e internazionali.

Continua a seguire Pesceinrete per restare aggiornato sui progressi tecnologici che stanno trasformando la pesca commerciale.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Sonar e selettività: nuove frontiere per la stima acustica della taglia del pesce proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 4 di 19

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy