Mese: Maggio 2025 Pagina 8 di 19

Europêche accoglie positivamente l’accordo pesca UE-UK

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Europêche accoglie positivamente l’accordo raggiunto tra Unione Europea e Regno Unito, che prevede l’estensione dell’accesso reciproco alla pesca nelle rispettive acque fino al 2038. L’intesa, che sarà formalizzata a Londra dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal Primo Ministro britannico Keir Starmer, rappresenta un passo costruttivo verso la stabilizzazione delle relazioni post-Brexit e il rafforzamento della cooperazione a lungo termine nella gestione delle risorse marine condivise.

Sebbene il testo definitivo e le condizioni operative non siano ancora stati pubblicati, l’accordo dimostra un intento comune a favore della prevedibilità, del vantaggio reciproco e di una più stretta collaborazione tra le due sponde della Manica.

L’intesa sostituirà le attuali disposizioni in scadenza nel giugno 2026, offrendo quella certezza tanto attesa dalle comunità di pescatori europee che dipendono dall’accesso alle acque britanniche. In cambio, UE e Regno Unito hanno convenuto misure per attenuare le tensioni commerciali, tra cui l’adozione di controlli sanitari e fitosanitari più snelli, con effetti positivi tanto per gli esportatori quanto per i consumatori.

Le clausole sulla pesca fanno parte di un pacchetto più ampio, volto a rafforzare la cooperazione tra UE e Regno Unito anche nei settori dell’energia e della difesa, segnando l’inizio di una rinnovata alleanza strategica. Europêche ricorda che l’Accordo di Commercio e Cooperazione del 2020, seppur politicamente necessario, ha avuto un impatto negativo sul settore ittico europeo: una riduzione del 25% del valore degli sbarchi nelle acque britanniche, la dismissione di parte della flotta dell’UE e la conseguente perdita di posti di lavoro in diversi Stati membri.

L’associazione esprime apprezzamento per la leadership dimostrata dalla Commissione europea, dagli Stati membri e dal Parlamento europeo, che hanno lavorato in sinergia per concludere l’accordo con ampio anticipo rispetto alla scadenza del 2026. Uno sforzo congiunto che ha inviato un messaggio chiaro di unità e di dedizione alla sostenibilità a lungo termine del settore ittico europeo.

“Si tratta di un accordo lungimirante che assicura sostenibilità e benefici condivisi”, ha dichiarato Daniel Voces, Direttore Generale di Europêche. “L’estensione dell’accesso alla pesca fino al 2038 garantisce stabilità per la nostra flotta e le comunità costiere, mentre la riduzione delle barriere commerciali favorisce sia l’accesso al mercato dell’UE sia l’accessibilità dei prodotti alimentari nel Regno Unito. È la dimostrazione concreta di ciò che una cooperazione pragmatica può realizzare”.

Europêche sottolinea infine l’importanza di una cooperazione continua e prevedibile per una gestione sostenibile della pesca, affinché i prodotti ittici rimangano una fonte alimentare competitiva, sicura e accessibile per i cittadini europei e britannici. L’associazione auspica che il nuovo accordo, fondato sul pieno accesso reciproco, apra un nuovo capitolo nelle relazioni UE-Regno Unito in materia di pesca, contribuendo anche al rilancio dell’accesso alla pesca del cicerello e alla promozione di una gestione condivisa e costruttiva delle risorse marine.

Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Europeo António Costa: “Guardiamo avanti, non indietro”.

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Biodegradabilità e pesca: un orizzonte ancora in costruzione

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Attrezzi da pesca biodegradabili, questa è una soluzione che potrebbe ridurre l’inquinamento marino e contrastare il fenomeno della pesca fantasma. È il cuore del progetto PE.S.PLA, che ha coinvolto imprese, ricercatori, istituzioni e operatori della pesca artigianale nel tentativo di conciliare produttività, sostenibilità e innovazione. Ma i risultati, seppur incoraggianti, evidenziano ostacoli tecnologici e normativi ancora da superare.

Un problema ambientale sotto la superficie

Ogni anno, circa 12.000 tonnellate di attrezzature da pesca si aggiungono alle 550.000 tonnellate già presenti nelle acque dello Spazio Economico Europeo. Nasse, reti, palangari abbandonati o persi diventano attrezzi “fantasma”, capaci di continuare a pescare per mesi, danneggiando in modo silenzioso l’ecosistema marino e sottraendo risorse al settore produttivo.

La regione Puglia, con la sua consolidata tradizione di pesca artigianale costiera, è una delle aree in cui questo problema si manifesta con maggiore evidenza. Come spiega Roberto D’Ambra dell’Associazione Agricola, “la perdita di attrezzi realizzati in materiali sintetici come nylon e polipropilene ha un impatto prolungato e difficile da arginare”. Uno studio condotto in Toscana ha dimostrato che una rete a tramaglio smarrita può catturare fino a 14 kg di pesce al giorno per cinque mesi, senza controllo né selettività.

L’approccio del progetto PE.S.PLA

Partendo da questa criticità, il progetto Fishing Without Plastic (PE.S.PLA) ha promosso un’azione congiunta tra enti scientifici, produttori di filati, cooperative di pescatori e amministrazioni pubbliche. L’obiettivo: progettare attrezzi da pesca biodegradabili pensati per l’uso artigianale, capaci di degradarsi in ambiente marino senza lasciare tracce persistenti.

Finanziato con fondi europei, PE.S.PLA ha dato vita a prototipi di reti e nasse realizzati con materiali innovativi, e ha avviato test sperimentali per verificarne la resistenza, la durata e il comportamento in mare. È stato uno sforzo concreto verso la progettazione sostenibile, in linea con gli obiettivi UE su riduzione delle microplastiche e transizione ecologica della pesca.

Tuttavia, i primi risultati hanno messo in luce limiti strutturali dei filati biodegradabili: fragilità meccanica, scarsa tenuta e durata ancora insufficiente per un utilizzo pratico. Allo stesso tempo, la mancanza di standard normativi condivisi sulla biodegradabilità in mare ha complicato la fase di valutazione dei materiali.

Uno scenario ancora in divenire

La ricerca svolta da PE.S.PLA ha evidenziato una reluttanza da parte delle aziende a investire in soluzioni non ancora pronte per la produzione su larga scala. Senza un quadro normativo chiaro, incentivi strutturali e supporto tecnico, la transizione verso attrezzi da pesca biodegradabili rischia di rimanere confinata a livello sperimentale.

Progetti paralleli come INdIGO si stanno concentrando sullo sviluppo di attrezzature statiche a ridotto impatto ambientale, ma anche in questo caso il cammino è lungo e condizionato da variabili ambientali difficili da standardizzare, come temperatura dell’acqua, salinità e luce.

Verso un nuovo paradigma della pesca artigianale

Nonostante le difficoltà, il progetto PE.S.PLA rappresenta un passo fondamentale verso un futuro in cui la sostenibilità degli attrezzi da pesca diventi parte integrante della progettazione e della produzione. Serve però una visione condivisa che coinvolga tutti gli attori della filiera: istituzioni, mondo produttivo, comunità di pescatori.

Il nodo centrale resta la necessità di creare standard tecnici riconosciuti a livello europeo per i materiali biodegradabili utilizzati in mare. Solo così sarà possibile stimolare la ricerca, rafforzare il mercato e assicurare che l’innovazione si trasformi in cambiamento concreto.

La sfida degli attrezzi da pesca biodegradabili è ancora aperta. Progetti come PE.S.PLA hanno dimostrato la volontà e il potenziale del settore, ma è necessario un cambio di passo in termini di investimenti, politiche e collaborazione tra pubblico e privato. Pesceinrete continuerà a monitorare questi sviluppi, con l’obiettivo di offrire a buyer e stakeholder contenuti tecnici e aggiornati sul futuro della pesca sostenibile.

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Foto: Roberto D’Ambra

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Italian Oyster Fest, AMA: bene l’annuncio su IVA ostriche

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“AMA – Associazione Mediterranea Acquacoltori desidera esprimere i propri più sentiti complimenti alla Camera di Commercio delle Riviere Liguri, all’O.P. Mitilicoltori Spezzini e a Legacoop Liguria per l’eccellente riuscita della terza edizione dell’Italian Oyster Fest, svoltasi a La Spezia dal 16 al 18 maggio.

Alla manifestazione hanno partecipato 16 ostricoltori italiani, in gran parte aderenti alla nostra Associazione, che da tempo, o più recentemente, hanno intrapreso con passione l’attività di ostricoltura.

AMA è da sempre al fianco dei propri associati e conta oggi oltre 1.100 acquacoltori distribuiti su tutto il territorio nazionale, impegnati nella valorizzazione delle produzioni ittiche e nello sviluppo sostenibile del settore. Un sentito ringraziamento va al Vicepresidente della Regione Liguria e Assessore competente per il settore pesca e acquacoltura, Alessandro Piana, per la sua attenzione all’evento e la costante disponibilità verso le nuove realtà produttive. Desideriamo inoltre ringraziare il Presidente della Camera di Commercio delle Riviere di Liguria, Enrico Lupi, per la sua partecipazione attiva, anche in qualità di Presidente del GAL Fish Liguria, organismo che ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione della manifestazione.

Graditissima la visita del Senatore Patrizio La Pietra, Sottosegretario al MASAF, che ha voluto testimoniare la vicinanza e il sostegno del Ministro Francesco Lollobrigida. Accompagnato dall’Onorevole Maria Grazia Frijia, il Senatore ha annunciato pubblicamente, davanti a tutti i presenti, che il Governo è prossimo a varare una proposta di adeguamento dell’aliquota IVA sulla commercializzazione delle ostriche, riducendola dal 22% al 10%, in linea con quanto già avviene negli altri Paesi dell’Unione Europea.

AMA – Associazione Mediterranea Acquacoltori accoglie con grande favore questa notizia, che rappresenta una risposta concreta a una richiesta che la nostra Associazione avanza da anni, ritenendola essenziale per il rilancio di un settore strategico per tutto il comparto acquacoltura.

AMA da sempre vicina al Festival Italiano dell’Ostrica, sin dalla sua prima edizione, si impegnerà con rinnovato slancio e determinazione nella riuscita della prossima edizione , in programma nel 2026 .

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Skretting è il primo mangimificio in Italia certificato ASC Feed Standard

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Lo scorso febbraio, Skretting Italia ha affrontato con successo tre intensi giorni di audit condotti dall’ente di certificazione DNV, al termine dei quali ha ottenuto un risultato storico: è il primo mangimificio in Italia ad aver conseguito la certificazione ASC Feed Standard, riconoscimento che la posiziona all’avanguardia nella produzione responsabile di mangimi per l’acquacoltura.

Un traguardo importante, sottolineato dalle parole dell’Amministratore Delegato Giovanni Serrini, che evidenzia: “Per Skretting Italia la certificazione ASC è un importante elemento che si va a sommare a tutte le iniziative in atto per garantire un futuro alla nostra azienda. Con ASC ci impegniamo una volta di più a perseguire la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale nel nostro operato quotidiano.”

La consegna ufficiale della certificazione è avvenuta durante il Seafood Expo Global, svoltosi a Barcellona dal 6 all’8 maggio, dove Skretting è stata premiata per il risultato ottenuto.

Questo importante riconoscimento è stato conferito ai siti produttivi di Italia, Spagna e Giappone, a conferma dell’impegno condiviso a livello internazionale da tutto il gruppo.

Sergio Alanis, Amministratore Delegato della Business Unit Southern Europe di Skretting, che ha ritirato il riconoscimento, afferma: “In Skretting, il nostro impegno a fornire mangimi sostenibili inizia con un approvvigionamento responsabile. L’ASC Feed Standard fornisce una metodologia solida per identificare e mitigare meglio i rischi legali, ambientali e sociali associati alle materie prime che utilizziamo. È importante notare che lo standard affronta sia gli impatti ambientali sia quelli sociali e offre un solido quadro di riferimento per il rispetto dei diritti umani.”

Con questo traguardo, Skretting conferma la propria posizione di leadership e continua a nutrire il futuro in modo sicuro, responsabile e sostenibile.

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Brand ittico irresistibile? Una questione di strategia

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Il brand irresistibile nel settore ittico non è un’illusione, ma una strategia misurabile. Secondo NielsenIQ, oggi non basta offrire un prodotto di qualità: serve costruire un’identità di marca capace di attrarre, coinvolgere e generare valore. Per l’industria ittica, questo significa uscire dalla logica del prezzo e iniziare a ragionare in termini di percezione, posizionamento e differenziazione.

Un brand irresistibile è quello che il consumatore riconosce, ricorda, sceglie e, soprattutto, è disposto a pagare di più. È un brand che diventa parte dell’identità del consumatore, trasmettendo valori e fiducia. In un settore come quello ittico, dove il prodotto rischia spesso di apparire anonimo, la costruzione della marca può fare la differenza tra competere per il centesimo o governare la fascia premium.

NielsenIQ identifica tre dimensioni fondamentali da misurare:

  1. Brand Choice, cioè la propensione del consumatore ad acquistare
  2. Brand Premium, ovvero la disponibilità a pagare un prezzo superiore
  3. Brand Strength, l’equilibrio tra ampiezza e intensità dell’appeal di marca

Applicare questi concetti al mondo ittico significa porsi domande concrete:
La tua linea di conserve comunica davvero qualità e origine? Il tuo salume di pesce è percepito come un prodotto unico o solo curioso? I tuoi clienti ti cercano per fiducia o per abitudine?

Inoltre, secondo il report analizzato, ogni brand può essere classificato come Power, Mainstream, Exclusive o Small. Un’azienda che ambisce alla fascia alta (Exclusive) dovrà puntare su storytelling, packaging, valori etici, distribuzione selettiva e contenuti coerenti, mentre un brand mainstream potrà lavorare più sull’ampiezza dell’assortimento e sulla convenienza percepita.

Infine, NIQ propone di attivare la forza del brand lavorando sulle 4P:

  • Product: l’innovazione nel mondo ittico è decisiva, dai filetti ready-to-eat alle ricette gourmet
  • Place: occorre presidiare i canali strategici, dalla GDO al food service
  • Price: evitare guerre di prezzo, valorizzare l’identità
  • Promotion: raccontare il proprio mondo, non solo i benefici

Per le imprese del settore ittico che vogliono crescere, il branding non è un abbellimento. È una leva di business concreta, che può determinare la capacità di vendere meglio, più a lungo e a un pubblico più fidelizzato.

Costruire un brand irresistibile nel settore ittico significa puntare su valore, reputazione e strategia. I dati NielsenIQ lo confermano: non vince chi costa meno, ma chi comunica meglio. E oggi, comunicare bene è un vantaggio competitivo che si può misurare.

Se anche tu operi nel settore ittico e vuoi rafforzare il tuo brand, approfondire questi concetti può fare la differenza. Su Pesceinrete continueremo a seguire l’evoluzione strategica del comparto.

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