Mese: Luglio 2025 Pagina 16 di 28

Federpesca all’Economia del mare “Investiamo nei giovani”

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La pesca ha bisogno di azioni concrete e coordinate a livello istituzionale”. Questa è la sintesi del presidente di Federpesca Giovanni Azzone, intervenuto oggi all’evento “Economia del Mare: il motore blu della competitività italiana” presso la sede di Confindustria a Roma. Al centro dell’incontro, il ruolo strategico dell’Economia del Mare per uno sviluppo sostenibile e industriale del Paese.

Particolare attenzione è stata rivolta al settore pesca, di cui il Presidente ha sottolineato le criticità durante la Tavola Rotonda “Mare di Competenze: formazione, innovazione, occupazione“.

“Rischiamo che la mancanza di risorse umane di qualità metta in crisi completamente un settore strategico” ha dichiarato il Presidente “La pesca è una professione vocazionale che rischia di essere sacrificata: sempre meno giovani scelgono di intraprendere questo mestiere. Per questo servono percorsi formativi pratici e condivisi con le imprese e le marinerie.”

Fondamentale anche la formazione nei Paesi di origine dei marittimi stranieri, per selezionare forza lavoro regolare e motivata, necessaria per le marinerie italiane.

“Chiediamo dunque la semplificazione delle procedure burocratiche per l’imbarco dei marittimi stranieri e un supporto all’imprenditoria giovane sui temi dell’innovazione, come l’accesso al Feampa, per rilanciare un settore strategico per l’Italia” ha concluso Giovanni Azzone.

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Federpesca all’Economia del Mare: “Investiamo nei giovani”

Federpesca all’Economia del Mare: “Investiamo nei giovani”

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Federpesca

“La pesca ha bisogno di azioni concrete e coordinate a livello istituzionale”. E’ la sintesi del presidente di Federpesca Giovanni Azzone, intervenuto oggi all’evento “Economia del Mare: il motore blu della competitività italiana” presso la sede di Confindustria a Roma. Al centro dell’incontro, il ruolo strategico dell’Economia del Mare per uno sviluppo sostenibile e industriale del Paese.

Particolare attenzione è stata rivolta al settore pesca, di cui il Presidente ha sottolineato le criticità durante la Tavola Rotonda “Mare di Competenze: formazione, innovazione, occupazione”.

“Rischiamo che la mancanza di risorse umane di qualità metta in crisi completamente un settore strategico” ha dichiarato il Presidente “La pesca è una professione vocazionale che rischia di essere sacrificata: sempre meno giovani scelgono di intraprendere questo mestiere. Per questo servono percorsi formativi pratici e condivisi con le imprese e le marinerie.”

Fondamentale anche la formazione nei Paesi di origine dei marittimi stranieri, per selezionare forza lavoro regolare e motivata, necessaria per le marinerie italiane.

“Chiediamo dunque la semplificazione delle procedure burocratiche per l’imbarco dei marittimi stranieri e un supporto all’imprenditoria giovane sui temi dell’innovazione, come l’accesso al Feampa, per rilanciare un settore strategico per l’Italia” ha concluso Giovanni Azzone.

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Federpesca ad Ancona per la Blue Economy dell’Adriatico

Federpesca ad Ancona per la Blue Economy dell’Adriatico

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Federpesca

“Un altro passo avanti verso una gestione condivisa”. Francesca Biondo, direttrice di Federpesca, ha così sintetizzato la mattinata di lavori ad Ancona su “Sostenibilità, innovazione e cooperazione nella Blue Economy per il mare Adriatico”. L’incontro alla Loggia dei Mercanti di Ancona, ha visto protagonisti i ministri di Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia, insieme al ministro Francesco Lollobrigida e al sottosegretario Patrizio La Pietra.

“Il prodotto ittico Adriatico va protetto – ha spiegato il sottosegretario al Masef, Patrizio La Pietra – È importante la collaborazione con la scienza e con i paesi europei affinché ci siano delle regolamentazioni condivise. Ma è necessaria una gestione più flessibile, il recupero degli stock ittici non può avvenire solo attraverso la riduzione dei giorni di pesca e riduzione delle aree di pesca. Bisogna trovare il modo di gestirla in maniera efficace salvaguardando il ruolo dei pescatori”.

E la giornata di Ancona ha significato un nuovo momento per valorizzare e rafforzare la cooperazione con i paesi dell’altra sponda dell’Adriatico. “L’obiettivo è sempre lo stesso – ha concluso Francesca Biondo – Rimettere al centro delle nostre economie il ruolo dei pescatori e la sostenibilità sociale ed economica di un comparto primario fondamentale per la sicurezza alimentare del paese e dell’Europa”.

Nelle conclusioni il ministro Lollobrigida ha ribadito come la cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo sia fondamentale per difendere e rilanciare il settore ittico contrastando politiche europee che hanno portato negli ultimi 20 anni ad una desertificazione della flotta italiana ed europea a vantaggio di altri. “L’impegno del governo – ha ricordato il Ministro – è volto a sostenere la competitività delle imprese attraverso semplificazione dell’imbarco dei marittimi stranieri, la formazione per contrastare la carenza di personale e la modernizzazione della flotta peschereccia. Senza dimenticare il ruolo dell’acquacoltura per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei”.

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Governance comune per l’Adriatico: l’appello di La Pietra

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La sostenibilità della pesca nell’Adriatico non è solo una questione ambientale. È una sfida economica, sociale e culturale. A ribadirlo con forza è stato il Sottosegretario al MASAF, Patrizio La Pietra, durante il vertice internazionale sulla Blue Economy svoltosi ad Ancona, alla presenza di ministri e rappresentanti di Italia, Croazia, Slovenia, Albania e Montenegro.

Un incontro che ha rinnovato, in perfetta continuità con quanto avviato a Mazara del Vallo il 30 maggio scorso, il percorso di cooperazione tra i Paesi affacciati sull’Adriatico. Con un obiettivo preciso: costruire regole condivise, superare le rigidità e garantire un futuro alla pesca e all’acquacoltura, motori storici delle economie marittime del Mediterraneo.

“Se non diamo un giusto reddito ai pescatori, non ce la faremo. Il rischio non è solo che manchi il pesce, ma che non ci siano più pescatori in grado di portarcelo”, ha detto La Pietra.

L’Adriatico: un mare fragile, un’identità da salvare

Per La Pietra, l’Adriatico non è solo un bacino marino: è un ecosistema fragile, una fonte insostituibile di approvvigionamento alimentare, ma soprattutto un elemento identitario per le comunità costiere. “La pesca e l’acquacoltura rappresentano attività millenarie, che oggi rischiano di essere marginalizzate da normative cieche alle dinamiche socioeconomiche.”

Il Sottosegretario ha puntato il dito contro misure restrittive imposte a livello comunitario che, pur nate con finalità conservazioniste, si sono rivelate inadeguate o addirittura controproducenti. “Ridurre le giornate di pesca in modo lineare, comprimere le imprese, chiudere nuove aree senza gestire quelle esistenti: tutto questo sta desertificando il settore.”

Piccoli pelagici, grandi responsabilità

Entrando nel merito tecnico, La Pietra ha citato la situazione di acciughe e sardine nell’Adriatico, evidenziando che le marinerie italiane già pescano al di sotto delle quote. “Le cause della contrazione degli stock sono complesse: cambiamenti climatici, innalzamento della temperatura, comparsa di specie aliene. Non possiamo continuare ad addossare tutta la colpa allo sforzo di pesca.”

Da qui l’appello: serve una gestione più flessibile degli stock, che includa il trasferimento delle quote tra i Paesi contraenti e il riutilizzo delle quote inutilizzate negli anni successivi. “Il campo da gioco deve essere equo per tutti. È l’unico modo per garantire una sostenibilità vera, non solo biologica, ma anche economica e sociale.”

Acquacoltura e climate change: le nuove priorità

Altro tema centrale è quello dell’acquacoltura, che La Pietra definisce strategica per l’Italia e per tutti i Paesi rivieraschi. Tuttavia, le difficoltà legate al cambiamento climatico sono sempre più evidenti. “Ondate di calore, eventi estremi, aumento del livello del mare: tutto questo sta mettendo in ginocchio le produzioni. E l’acquacoltura, oltre a garantire cibo, ha un ruolo cruciale nel ciclo del carbonio e nella sicurezza alimentare.”

Il riferimento al granchio blu, ormai presente in quasi tutti i mari italiani, non è mancato. “Abbiamo agito con decisione, ma serve una strategia comune e a lungo termine, non interventi emergenziali scollegati.”

Un appello al Mediterraneo: stesso mare, stessa responsabilità

Concludendo, La Pietra ha rilanciato la necessità di un impegno politico condiviso a livello euromediterraneo. “Parliamo lingue diverse, abbiamo orizzonti diversi, ma lo stesso mare. Dobbiamo costruire alleanze vere, durature, capaci di difendere la nostra pesca come risorsa, ma anche come cultura.”

Il messaggio è chiaro: la sostenibilità della pesca nell’Adriatico non può più essere affrontata con strumenti obsoleti e visioni settoriali. Serve una governance multilaterale, partecipata, scientificamente aggiornata e profondamente ancorata alle realtà locali.

“Difendere i pescatori significa difendere la civiltà del mare. Questo deve diventare il principio guida delle politiche europee e nazionali.”

Al vertice di Ancona, il Sottosegretario La Pietra ha lanciato un appello forte e determinato: la pesca nell’Adriatico è a rischio non per mancanza di risorsa, ma per mancanza di visione. Occorre costruire subito un sistema equo e flessibile, che dia dignità e reddito a chi garantisce il futuro del nostro mare.

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Blue Economy: ad Ancona il vertice internazionale sull’Adriatico

Blue Economy: ad Ancona il vertice internazionale sull’Adriatico

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Blue Economy: ad Ancona il vertice internazionale sull’Adriatico – Si è svolto oggi ad Ancona, presso la Loggia dei Mercanti, l’incontro tra i ministri con competenza sulla pesca dell’Adriatico dal titolo “Sostenibilità, Innovazione e Cooperazione nella Blue Economy per il mare Adriatico”, Promosso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste su iniziativa del Ministro, Francesco Lollobrigida, al convegno hanno partecipato i ministri dell’Agricoltura della Croazia, David Vlajcic e della Slovenia Mateja Calusic, il sottosegretario generale dell’Albania Dritan Palnikaj e del Montenegro Salih Gjonbalaj, oltre al Sottosegretario Patrizio La Pietra, il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Mirco Carloni.

L’obiettivo è quello di migliorare il coordinamento tra i Paesi dell’Adriatico per incidere con maggiore forza nei negoziati europei e internazionali per salvaguardare il settore della pesca senza dimenticare l’obiettivo della sostenibilità intesa come sostenibilità ambientale, economica e sociale.
L’ambizione è fare di questo bacino un modello virtuoso di cooperazione e sostenibilità da replicare nelle zone pesca su cui si affaccia l’Italia, come peraltro già avvenuto a maggio a Mazara del Vallo con le Nazioni che si affacciano sul canale di Sicilia.

Durante il vertice, il ministro Lollobrigida ha evidenziato la necessità di avviare una strategia comune e individuare soluzioni politiche condivise. Ha sottolineato anche la necessità di superare le attuali rigidità tecnico-burocratiche che, di fatto, rischiano di compromettere lo sviluppo del settore e il l futuro dell’economia blu nell’Adriatico, un bacino strategico dove coesistono interessi di Paesi UE e non UE.

“Ci siamo riuniti per trovare motivi di unità sostanziale che vadano ben oltre le codificazioni regolatorie dell’Unione Europea o di altra natura. Serve una visione strategica da costruire in sinergia con i corpi intermedi, il mondo associativo e quello della rappresentanza, per comprendere ciò che può fare l’Italia, ciò che possono fare le nazioni amiche che condividono lo stesso bacino e ciò che può fare l’Europa”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida parlando della necessità di costruire un piano di gioco dove le regole siano uguali per tutti e vengano applicate per tutti allo stesso modo.

“Abbiamo riunito le nazioni che si affacciano sull’Adriatico: quelle che fanno parte dell’Unione Europea e quelle che, pur appartenendo al continente europeo, ne sono al di fuori. Con tutte intendiamo dialogare per crescere insieme. Questa conferenza è un momento di dialogo e amicizia con Croazia, Slovenia, Montenegro e Albania per individuare regole comuni e opportunità di interscambio tra le nostre imprese, con l’obiettivo di lavorare insieme all’interno di un quadro di sviluppo economico che renda queste nazioni sempre più competitive”, ha concluso il Ministro.

“Le sfide economiche e ambientali che attendono il futuro del comparto nel mare Adriatico devono essere affrontate in maniera unitaria, consapevoli che la sostenibilità ambientale va di pari passo con quella economica e sociale, perché non dobbiamo correre il rischio, nei prossimi anni, di non avere pesce sulle nostre tavole, non per mancanza di risorsa, ma perché non ci saranno più pescatori”, ha evidenziato il Sottosegretario Patrizio La Pietra.

Durante la ministeriale è emersa con forza la volontà di superare le attuali restrizioni allo sforzo di pesca, considerate penalizzanti per le economie costiere, puntando su modelli di gestione integrati che tengano conto dei cambiamenti climatici e dell’impatto socio-economico. Particolare attenzione è stata dedicata all’acquacoltura, una pratica, anch’essa, che necessita di una visione e di misure coordinate.

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