Mese: Luglio 2025 Pagina 23 di 28

GS1 Italy, un anno al servizio della filiera tra dati, logistica e sostenibilità

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Nel bilancio presentato nell’Annual report 2024, GS1 Italy ha confermato il proprio ruolo di facilitatore per la filiera del largo consumo: oltre 42.500 aziende affiancate, strumenti digitali in continua evoluzione e un’impostazione strategica chiara, costruita su tre pilastri – digitalizzazione, efficienza e sostenibilità – che pongono le basi per una logistica sostenibile nel largo consumo. Un approccio concreto e operativo, in grado di offrire spunti utili anche per i comparti alimentari e ittici.

Tracciabilità e interoperabilità: il valore dei dati affidabili

Il 2024 ha segnato un’accelerazione nell’uso dei servizi digitali per la gestione e la condivisione dei dati. La piattaforma Immagino ha superato i 140 mila prodotti digitalizzati, rappresentando l’83,4% del mercato del largo consumo confezionato in Italia. Con Codifico, sono stati generati oltre 562 mila codici a barre da parte di 6.407 imprese.

Nel frattempo, oltre 1,2 milioni di prodotti sono stati inseriti nella GS1 Registry Platform, mentre strumenti come Allineo, GS1 GDSN® e Data Quality Check hanno rafforzato la qualità e l’aggiornamento continuo delle anagrafiche di prodotto, rendendo più efficiente e trasparente la comunicazione tra produttori, distributori e logistica.

La sostenibilità diventa misurabile e condivisa

Il 2024 ha visto nascere due importanti iniziative strategiche. Ecogentra, realizzata da GS1 Italy Servizi con GreenRouter, permette alle aziende di calcolare e ripartire le proprie emissioni di CO₂ equivalente lungo la filiera, in linea con gli standard europei e con la direttiva CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità.

Parallelamente, l’iniziativa Sostenibilità nelle categorie, sviluppata con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha applicato l’approccio LCA (Life Cycle Assessment) a 29 categorie merceologiche, dall’alimentare alla cura della persona, analizzandone l’impatto in tutte le fasi del ciclo di vita: design, produzione, uso e fine vita.

Si tratta di modelli replicabili anche nei settori ittico e trasformato, dove diventa sempre più urgente rendicontare dati ambientali validati e comunicabili a valle della filiera.

Logistica collaborativa e progetti sperimentali

Per migliorare l’efficienza logistica, GS1 Italy ha attivato progetti concreti con l’Academy e le università. Il corso Logistica Collaborativa, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, è stato affiancato da due progetti pilota: il primo sull’estensione delle finestre di ricevimento, il secondo sullo slot booking.

Entrambi hanno coinvolto produttori, retailer e operatori logistici, mettendo a sistema soluzioni utili per ridurre le attese, migliorare la puntualità e aumentare la fluidità della catena distributiva.

All’interno di questo percorso, strumenti come Ecologistico2 – con 18 aziende partecipanti – e Circol-UP – con 25 imprese formate su economia circolare – hanno contribuito a diffondere buone pratiche replicabili, basate su metriche ambientali, ottimizzazione dei trasporti e modelli collaborativi.

Etichettatura, passaporto digitale e interoperabilità

La transizione verso il Digital Product Passport, prevista dal Regolamento europeo ESPR, trova negli standard GS1 una base già operativa. Soluzioni come Eco-logicamente, integrata con il database CONAI, offrono una risposta concreta alle nuove esigenze normative, consentendo di comunicare informazioni ambientali attraverso QR code geolocalizzati, senza appesantire il design del packaging.

Anche strumenti come Veicolo, in fase di test con dieci imprese, e la piattaforma ONE, progettata per aggregare tutte le informazioni sui prodotti da fonti verificate, si inseriscono in un contesto in cui la gestione integrata dei dati non è più un’opzione, ma un requisito per la competitività.

Il report GS1 Italy 2024 mostra come sia possibile coniugare tecnologia, logistica e sostenibilità in modo concreto, collaborativo e scalabile. Le soluzioni presentate sono già attive, testate e supportate da dati. Per gli operatori del settore alimentare e ittico rappresentano uno strumento di lavoro, non solo un riferimento teorico.

Chi si occupa di produzione, trasformazione, distribuzione e logistica può trarre ispirazione da questi modelli e adattarli alla propria realtà operativa, contribuendo attivamente a una filiera più efficiente, trasparente e sostenibile.

Consulta l’Annual Report 2024 di GS1 Italy e approfondisci strumenti, dati e buone pratiche già a disposizione della filiera. La trasformazione parte da soluzioni condivise.

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GenDC: l’arma genetica per una pesca più sostenibile

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Comprendere la struttura delle popolazioni ittiche è da sempre la base per una gestione efficace delle risorse marine, ma integrare i dati genetici nelle valutazioni degli stock ittici rappresenta oggi una delle frontiere più promettenti della scienza della pesca. Un fronte su cui l’Unione Europea ha deciso di investire con decisione attraverso il progetto GenDC, finanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA).

Il progetto GenDC – acronimo di Genetic Data Integration for Stock Assessment and Sustainable Fisheries Management – ha scelto il merluzzo atlantico come specie modello per dimostrare come i dati genetici possano rivoluzionare le attuali pratiche di monitoraggio e gestione. Oggi, infatti, le valutazioni si basano ancora su un insieme di parametri che, seppur avanzati, non riescono a cogliere le dinamiche genetiche tra popolazioni distinte ma morfologicamente simili.

Un esempio emblematico riguarda la piattaforma settentrionale europea, dove coesistono diversi sottostock di merluzzo difficili da distinguere senza strumenti genetici. In assenza di una chiara tracciabilità dell’origine biologica degli esemplari, ogni decisione sulle quote rischia di essere approssimativa e, nel lungo periodo, dannosa tanto per l’ecosistema quanto per il settore.

GenDC interviene esattamente su questo vuoto: standardizzando i protocolli di campionamento genetico, creando una base dati condivisa e accessibile attraverso il sistema ICES, e sviluppando modelli open source per integrare queste informazioni nei sistemi di valutazione multi-stock.

Secondo Marie Storr-Paulsen, project manager di GenDC, uno dei traguardi più significativi è stato coordinare la raccolta di campioni genetici della componente meridionale del merluzzo del Mare del Nord, da tempo in forte sofferenza. “È stato un lavoro complesso e ambizioso, reso possibile da una forte collaborazione tra i Paesi europei e da una crescente sensibilità politica sul tema”, ha dichiarato.

Oltre alla robustezza scientifica, ciò che rende il progetto strategico è la sua replicabilità. Le metodologie messe a punto sono pensate per essere estese ad altre specie e contesti marini, rendendo GenDC un modello scalabile per tutta l’economia blu.

L’integrazione dei dati genetici nei processi di valutazione porta con sé vantaggi concreti: una definizione più accurata delle quote, un rafforzamento della consulenza scientifica nell’ambito della Politica Comune della Pesca e, soprattutto, una maggiore tutela della biodiversità marina, in linea con il Green Deal europeo e con la Strategia UE per la biodiversità 2030.

Per l’intera filiera ittica – dalla pesca al trasporto, dalla trasformazione alla distribuzione – si apre uno scenario in cui la sostenibilità smette di essere solo un principio guida e diventa una pratica fondata su dati certi e tracciabili. Anche sul piano economico, la capacità di dimostrare l’origine genetica di uno stock può rappresentare un valore aggiunto in termini di certificazioni, branding e accesso ai mercati internazionali.

Un ulteriore elemento chiave del progetto è l’impegno a garantire accesso aperto e interoperabilità dei dati: condizioni imprescindibili per una reale condivisione tra scienziati, istituzioni e operatori del settore. Solo così sarà possibile consolidare una gestione della pesca che sia davvero resiliente agli impatti ambientali e climatici, senza rinunciare alla produttività economica.

GenDC dimostra che integrare i dati genetici nelle valutazioni degli stock ittici non è più una visione futuristica, ma una necessità concreta per una pesca moderna, precisa e sostenibile. Il merluzzo è solo il primo passo: la strada aperta dal progetto europeo potrebbe portare benefici strutturali a tutte le risorse marine e agli operatori che ne dipendono.

In un contesto di crescente pressione sugli ecosistemi marini, approfondire l’impatto dei dati genetici nella gestione della pesca è un’opportunità concreta per innovare e rafforzare la competitività della filiera.

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Regione Siciliana, 7,8 milioni per le imprese del settore ittico

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Regione Siciliana, 7,8 milioni per le imprese del settore ittico. Pesca sostenibile, competitività e transizione ecologica. A questo punta il governo Schifani attraverso tre nuovi bandi, per complessivi 7,8 milioni di euro, pubblicati dal dipartimento regionale della Pesca mediterranea e rivolti alle imprese del comparto ittico, nell’ambito delle strategie di sviluppo sostenibile previste dalla programmazione Pn-Feampa 2021-2027.

I tre avvisi – spiega l’assessore all’Agricoltura e alla pesca mediterranea Salvatore Barbagallohanno l’obiettivo di sostenere interventi strategici per rendere la pesca siciliana più moderna, sicura, rispettosa dell’ambiente e competitiva, in coerenza con quanto previsto dal Green Deal europeo e con le specificità dell’Isola.

Nello specifico, il primo bando mira a rafforzare le attività di pesca sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, attraverso investimenti a bordo e nei porti per migliorare la qualità delle catture, ottimizzare le condizioni di sbarco delle specie non desiderate e favorire condizioni di lavoro più sicure e salubri per gli operatori. Tra le azioni ammissibili l’ammodernamento delle attrezzature, l’adeguamento degli spazi di lavorazione e la gestione dei rifiuti delle attività di pesca. La dotazione finanziaria è di 3 milioni di euro e il contributo per ciascun beneficiario può arrivare fino a un massimo di 200 mila euro.

Il secondo bando è dedicato alle imprese della piccola pesca costiera per rafforzarne la competitività, stimolando la riconversione verso pratiche a basso impatto ambientale. In linea con un approccio ecosistemico, saranno finanziati interventi orientati all’innovazione tecnologica, all’efficienza gestionale e alla diversificazione delle attività economiche, a vantaggio delle comunità locali. La dotazione finanziaria è, anche in questo caso, di 3 milioni di euro, con una spesa massima ammissibile per ciascun beneficiario di 150 mila euro.

Il terzo bando incentiva l’efficienza energetica nel settore attraverso la sostituzione o l’ammodernamento dei motori dei pescherecci fino a 24 metri di lunghezza. L’intervento consentirà la riduzione di anidride carbonica (CO2) e all’incremento delle prestazioni ambientali delle flotte, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali europei. L’intensità dell’aiuto previsto per ciascun beneficiario è fissato a 100 mila euro e la dotazione finanziaria del bando ammonta a 1.833.976 euro.

Per tutti e tre gli avvisi la scadenza per presentare le istanze è fissata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gurs.

Regione Siciliana, 7,8 milioni per le imprese del settore ittico

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I.WAI Food, filiera controllata e visione d’impresa

I.WAI Food, filiera controllata e visione d’impresa

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Nel settore dell’ittico professionale, dove la differenza si misura nella capacità di garantire continuità, tracciabilità e qualità certificata, I.WAI Food si è affermata come un punto di riferimento nazionale. Attiva dal 2013 e con sede operativa ad Assago (MI), l’azienda ha strutturato una proposta B2B costruita attorno a un principio chiave: servire la distribuzione con rigore industriale e visione imprenditoriale.
Il focus è preciso: ostriche, crostacei, frutti di mare e prodotti ittici d’eccellenza. Non un catalogo generalista, ma un assortimento costruito e selezionato per rispondere alle esigenze della GDO, dei Cash & Carry, dei grossisti e di coloro che collaborano con i professionisti della ristorazione con prodotti ad alta rotazione e qualità costante.

I.WAI Food, filiera controllata e visione d’impresaFiliera garantita e presidio operativo

Elemento distintivo dell’azienda è l’accesso quotidiano a impianti specializzati nella gestione del prodotto vivo, sviluppati in collaborazione con partner internazionali qualificati, tra cui il network francese Alliance O. Grazie a queste sinergie, I.WAI Food garantisce forniture continue di crostacei vivi, supportate da un sistema logistico consolidato che consente stoccaggi fino a 5 tonnellate.
La tracciabilità è trattata come requisito strutturale: ogni referenza è accompagnata da schede dettagliate con dati su metodo di pesca o allevamento, zona FAO, area geografica precisa, nome scientifico e commerciale. Un approccio che riflette una cultura operativa centrata sulla trasparenza.

Una crescita per coerenza, non per visibilità

L’identità dell’azienda si è consolidata nel tempo attraverso scelte misurate e investimenti selettivi. I.WAI Food ha evitato i modelli ad alta esposizione, preferendo costruire credibilità attraverso la continuità del servizio e la precisione delle forniture. Non a caso, oggi l’azienda è presente nelle principali fiere di settore con una posizione sempre più riconoscibile, ed è stata inserita tra le 100 Eccellenze Italiane da Forbes Italia nel 2025.
La struttura interna è snella, ma qualificata. Le relazioni con i clienti sono dirette, fondate sulla competenza e sulla disponibilità, non delegate a filtri impersonali. L’impresa ha mantenuto una governance coerente, basata su un impianto organizzativo solido, agile e responsabile.

Sostenibilità integrata, non dichiarata

La sostenibilità è presente come prassi gestionale, non come strumento narrativo. L’adesione a iniziative come quella di Ogyre per la raccolta dei rifiuti marini, le attività di sensibilizzazione interna e l’attenzione ai temi ambientali non vengono amplificate in ottica promozionale, ma agiscono come parte integrante di una strategia di medio periodo, non di meno I.WAI si pone come promotore e ideatore del movimento H2O “Human 2 Ocean”, che porta avanti queste idee con grande spirito.

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Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: positivo provvedimento Masaf ristori imprese molluschicoltura

Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: positivo provvedimento Masaf ristori imprese molluschicoltura

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Molluschicoltura

“Una risposta positiva e concreta alle difficoltà che sta attraversando il comparto dell’allevamento dei molluschi, a causa dei cambiamenti climatici che decimano la produzione, è venuta da parte del Ministero dell’Agricoltura, con la pubblicazione del bando per i ristori alle imprese”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“Un provvedimento che raccoglie – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – le istanze delle organizzazioni di categoria che negli scorsi mesi hanno evidenziato un problema diventato sempre più stringente per gli operatori, che lungo le coste del Mare Adriatico e del Tirreno hanno registrato perdite consistenti di fatturato, dovute alla notevole riduzione delle attività causata da eccessivo surriscaldamento delle acque marine, siccità,  proliferazione della mucillagine e ridotta ossigenazione, oltre che dalla diffusione di specie predatorie non autoctone, come il granchio blu.

Il bando, che prevede un fondo finanziario dell’importo complessivo di 5 milioni di euro, è rivolto alle imprese che hanno subito nel 2024 una perdita di fatturato superiore al 30% sulla media del triennio precedente”.

“Non possiamo che apprezzare – conclude Scognamiglio – il metodo di lavoro del ministro Lollobrigida, del sottosegretario La Pietra e dell’intera struttura basato sul confronto e sulla collaborazione con le parti sociali, tese alla verifica delle condizioni nelle quali operano le imprese, che sono spesso costrette ad affrontare grandi difficoltà, soprattutto quelle di piccole dimensioni, a causa di questioni strutturali e congiunturali, per superare le quali occorre un incisivo intervento delle istituzioni, ma anche per la valorizzazione e il rilancio di un settore che garantisce lavoro ed economia a migliaia di addetti, risorsa importante per le comunità costiere”.

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