Mese: Luglio 2025 Pagina 8 di 28

Cisint alla Commissione UE: “Ripristinare i fondi per pesca e acquacoltura”

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L’europarlamentare Anna Cisint (Lega-Patrioti per l’Europa) membro della commissione Pesca al Parlamento europeo, ha interrogato in data odierna la Commissione europea chiedendo il ripristino delle risorse per la pesca e l’acquacoltura, in seguito ai tagli, previsti dal nuovo bilancio europeo, che per il settore risultano addirittura più drammatici rispetto a quelli del comparto agricolo.

“La proposta di bilancio 2028–2034 dell’UE ha previsto un taglio drastico delle risorse per la pesca e per l’acquacoltura, riducendole da 6,1 a poco più di 2 miliardi, con una perdita del 67%. Una decisione assurda, che penalizza duramente un settore già provato da sacrifici imposti dalla UE, che nel tempo hanno causato la riduzione di flotte e posti di lavoro. Inoltre, per l’Italia, negli ultimi 40 anni, la dipendenza per l’approvvigionamento di pesce da paesi terzi è salita dal 30% all’85%, favorendo la concorrenza sleale di Paesi extra UE, nei quali non vige alcuna regola sullo sfruttamento delle risorse marine. Inconcepibile cha pesca e l’acquacoltura, risorse strategiche per la sovranità alimentare e la dieta mediterranea, vengono ora marginalizzate. L’accorpamento in un fondo unico e l’inclusione nel Patto per gli Oceani rischiano di diluire ulteriormente sostegni specifici come quello sul rinnovo della flotta, che ho chiesto urgentemente di ripristinare, visti anche gli incidenti sempre piú frequenti, a causa delle imbarcazioni vetuste che navigano nei nostri mari. Assurdo che l’UE continui a non valorizzare l’impatto sociale, economico e ambientale del settore. Una cosa peró é finalmente chiara a tutti: tutto quello che noi della Lega abbiamo sempre sostenuto su come la pensasse Von der Leyen, si é per l’ennesima volta palesato, purtroppo a discapito degli anelli piú deboli della catena di interessi su cui gravitano Ursula e compagni.”

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Prysmian joins AERO: boost for Italy’s offshore wind

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Prysmian joins AERO: boost for Italy’s offshore wind – It is now official: Prysmian has joined AERO, the Italian Offshore Renewable Energy Association. This milestone marks a turning point in building a strong and strategic Italian supply chain for marine renewables. The direct involvement of an industrial group with over €17 billion in revenue, 107 plants worldwide, and a recognized leadership in submarine interconnections represents far more than a symbolic act. It is a clear signal of the maturity of Italy’s offshore ecosystem, with important implications for adjacent sectors such as fisheries and the broader blue economy.

The entry of Prysmian into AERO brings with it crucial industrial expertise in the design and installation of high-voltage submarine cables—essential components for connecting large offshore wind farms to electricity grids. This not only accelerates the energy transition, but also strengthens the infrastructure needed to sustainably harness marine resources. If managed effectively, this evolution can become an opportunity for the entire Italian coastal sector—from shipbuilding to aquaculture, from artisanal fishing to port logistics.

According to Fulvio Mamone Capria, President of AERO, Prysmian’s contribution goes beyond industrial strength:

“Prysmian provides a significant technological and industrial boost to develop a dedicated offshore renewables supply chain. Its membership sends a strong signal to Italy’s offshore sector, which is rapidly becoming strategic for national and European decarbonization and energy security.”

In this context, the Italian fishing industry must also reconsider its position. The expansion of offshore energy production is already reshaping marine space usage, introducing new constraints—but also new opportunities. Across other European contexts like the North Sea, we are seeing early-stage integration of aquaculture within wind farms, with synergies ranging from reduced environmental impact to diversified income sources for local fishing communities.

Prysmian’s entry into AERO enhances the possibility of replicating these hybrid models in Italy, where the sea can become a place of convergence rather than conflict—bringing together sustainability, energy production, and traditional marine sectors. For fisheries, this means having the chance to contribute—rather than merely adapt—to the shaping of Italy’s energy future.

“We are proud to welcome a global player like Prysmian into our network,” added Mamone Capria. “Their know-how strengthens the entire Italian marine renewables value chain and fosters new synergies to speed up the development of offshore wind infrastructure. With Prysmian, our national platform gains an industrial voice capable of engaging institutions, research, and local communities.”

Prysmian joins AERO: boost for Italy’s offshore wind

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Prysmian entra in AERO: nuova spinta all’offshore e ricadute per la filiera blu

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È dunque ufficiale l’ingresso di Prysmian in AERO, l’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore. Un passo che segna un punto di svolta nella costruzione di una filiera italiana solida e strategica per le rinnovabili marine. Il coinvolgimento diretto di un gruppo industriale da oltre 17 miliardi di euro di fatturato, con 107 stabilimenti nel mondo e una posizione di leadership riconosciuta nelle interconnessioni sottomarine, rappresenta molto più di un’adesione simbolica. È un segnale chiaro di maturazione dell’ecosistema offshore nazionale, con implicazioni rilevanti anche per settori adiacenti come la pesca e l’economia blu.

L’ingresso di Prysmian in AERO porta in dote un know-how industriale cruciale nella progettazione e installazione di cavi sottomarini ad alta tensione, elementi essenziali per collegare i grandi parchi eolici offshore alle reti elettriche. Questo non solo accelera la transizione energetica, ma rafforza anche le basi infrastrutturali necessarie per valorizzare in modo sostenibile le risorse del mare. Un’evoluzione che, se ben gestita, può rappresentare un’opportunità per tutto il comparto costiero italiano, dalla cantieristica all’itticoltura, fino alla pesca artigianale e alla logistica portuale.

Secondo Fulvio Mamone Capria, Presidente di AERO, il contributo di Prysmian non si limita alla forza produttiva: “Prysmian ci offre un importante contributo industriale e tecnologico per sviluppare la supply chain dedicata alle rinnovabili dal mare. Il suo ingresso rappresenta un segnale forte per il settore offshore in Italia, che sta rapidamente evolvendo verso un ruolo strategico nella decarbonizzazione e nella sicurezza energetica nazionale ed europea”.

In questo scenario, anche la filiera ittica è chiamata a interrogarsi su come posizionarsi. L’espansione della produzione energetica offshore sta già modificando l’uso degli spazi marini, introducendo nuovi vincoli ma anche possibilità inedite. In altri contesti europei, come il Mare del Nord, si sperimenta la coesistenza tra allevamenti ittici e pale eoliche, con sinergie che vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale alla diversificazione delle fonti di reddito per le marinerie locali.

L’ingresso di Prysmian in AERO rafforza la possibilità di replicare anche in Italia questi modelli ibridi, in cui il mare non è più solo teatro di conflitti tra usi concorrenti, ma luogo di convergenza tra sostenibilità ambientale, produzione energetica e filiere produttive tradizionali. Per la pesca, questo significa poter contribuire — e non solo subire — alla costruzione del futuro energetico nazionale.

“Siamo orgogliosi di accogliere nel nostro network un player globale come Prysmian — ha dichiarato ancora Mamone Capria —. Il loro know-how rafforza l’intera filiera italiana delle rinnovabili marine e offre nuove sinergie per accelerare lo sviluppo degli impianti eolici offshore. Con Prysmian, la nostra piattaforma nazionale guadagna una voce industriale capace di dialogare con le istituzioni, la ricerca e i territori”.

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Amar Seafood punta sul pesce lupo: sostenibilità, gusto e mercato premium

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È nel cuore dell’Isola del Principe Edoardo, in Canada, che Amar Seafood ha dato vita a un progetto di acquacoltura ambizioso e radicalmente innovativo. La società norvegese ha completato l’espansione di un ex incubatoio trasformandolo in un allevamento a terra di nuova generazione, incentrato sull’allevamento di pesce lupo maculato e halibut atlantico. Un impianto sostenibile, ad alto contenuto tecnologico, che promette di ridefinire gli standard produttivi del settore in Nord America.

Unico nel continente a vantare una popolazione riproduttiva adulta di entrambe le specie, Amar Seafood ha dichiarato di voler proseguire la fornitura di halibut, ma con uno sguardo sempre più deciso verso il pesce lupo. “Continueremo a fornire halibut, ma la nostra attenzione è rivolta al pesce lupo”, ha affermato il presidente Knut Trellevik. Una scelta strategica fondata su tre pilastri: differenziazione, sostenibilità e valore gastronomico.

A oggi, la produzione globale di pesce lupo maculato allevato si attesta a meno di 100 tonnellate metriche, quasi interamente in Norvegia. Amar è dunque il primo player a portare questo prodotto unico nel mercato nordamericano, affiancandosi all’altra sola azienda al mondo attiva su scala significativa: Aminor, anch’essa norvegese.

Una scommessa ragionata

Il piano di sviluppo di Amar è graduale. Si parte da 8 tonnellate prodotte nel 2025, con l’obiettivo di raddoppiare nel 2026 e triplicare nel 2027. Più che volumi, ciò che interessa all’azienda è la coerenza del posizionamento: fornire piccoli lotti a ristoranti selezionati di Toronto, Montreal, Vancouver e Halifax, oltre a clienti in Corea del Sud e, a breve, negli Stati Uniti.

“I migliori chef non hanno bisogno di essere informati su questo pesce. È grasso, sodo, facile da cucinare e tollera bene il piccante. Lo adorano”, ha dichiarato Trellevik. La scarsità sul mercato, unita al divieto di pesca della specie in Canada e Stati Uniti, ne fanno un’opportunità esclusiva per la ristorazione di alta gamma.

Perché puntare sul pesce lupo

L’allevamento di pesce lupo maculato presenta vantaggi tecnici e commerciali notevoli. Si tratta di una specie demersale rustica, adatta a vivere in grandi gruppi, con tassi di mortalità contenuti e un ciclo produttivo di 3–4 anni. Non soffre di patologie note, ha un’elevata resa in filetto (tra il 48 e il 55%) e una carne compatta, adatta a molteplici interpretazioni culinarie.

Dal punto di vista ambientale, il sistema RAS (recirculating aquaculture system) adottato da Amar permette il controllo costante di ossigenazione, temperatura, qualità dell’acqua e condizioni delle vasche, assicurando il benessere animale e riducendo l’impatto sull’ecosistema. L’attenzione ai fattori nutrizionali del mangime completa un processo che coniuga innovazione, efficienza e rispetto per la vita degli animali.

Sostenibilità e visione

La scelta di Amar è coraggiosa ma coerente con un trend ormai irreversibile: il bisogno di diversificare l’offerta di pesci bianchi pregiati attraverso modelli produttivi compatibili con le sfide climatiche e le esigenze del mercato globale. In un comparto dominato da poche specie e minacciato dalla sovrapesca, l’allevamento di pesce lupo maculato rappresenta una frontiera concreta per l’acquacoltura sostenibile.

La sua introduzione in Nord America, con un approccio misurato e orientato alla qualità, potrebbe segnare una svolta per l’intero comparto. Amar Seafood non si limita a immettere un nuovo prodotto sul mercato: costruisce una narrazione credibile fatta di ricerca, trasparenza e concretezza. Ed è proprio questa la direzione che la filiera ittica dovrà abbracciare per garantire crescita, reputazione e resilienza nel lungo periodo.

L’investimento di Amar Seafood nell’allevamento di pesce lupo maculato si inserisce nel solco di un’acquacoltura moderna, sostenibile e differenziata. La produzione mirata, il rispetto per il benessere animale e la valorizzazione gastronomica aprono scenari promettenti per l’intera filiera.

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Sostegni alla pesca in Emilia-Romagna contro la mucillagine

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Esattamente un anno fa sui social network comparivano video e testimonianze dell’eccezionale ed intenso fenomeno naturale della mucillagine che ha interessato, durante l’estate scorsa, le coste del medio ed alto Adriatico. Il grido d’allarme dei pescatori è stato immediatamente recepito dall’Alleanza delle Cooperative Italiane (rappresentata da Legacoop Agroalimentare, AGCI/Agrital e Confcooperative/Fedagri Pesca) che si sono attivate su più fronti interessando il Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare, i Governatori delle regioni adriatiche dal Friuli Venezia-Giulia fino alla Puglia ma anche le Agenzie Regionali per la protezione ambientale, il Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), chiedendo l’attivazione immediata di ristori e misure di tutela sociale per i lavoratori di tutti i mestieri di pesca colpiti, valutando altresì anche l’anticipazione del fermo pesca 2024 per individuare le diverse e più idonee soluzioni finalizzate ad arginare gli effetti causati dalla mucillagine (aumento dei consumi di carburanti e relativi costi, danni agli attrezzi, danni alla produzione in quanto non commercializzabili, ecc.) a favore di tutti i sistemi di pesca (strascico, draghe idrauliche, reti da posta, ecc.) cui si aggiungono la mitilicoltura e venericoltura che sono una componente importante in Emilia-Romagna.

La richiesta di aiuto fu inoltrata anche all’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Alessio Mammi che ha subito dato riscontro all’Alleanza delle Cooperative della Pesca dell’Emilia-Romagna mettendo a disposizione fondi regionali mirati a ristorare le imprese ittiche (includendo tutti i mestieri: strascico, vongolare e attrezzi da posta fissa/piccola pesca costiera locale).

“Ringraziamo il Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale ed in particolare l’Assessore Alessio Mammi per l’intervento attivato – dichiara Franco Michelini, Presidente Legacoop Agroalimentare Nord Italia – confermando, con questa azione concreta, la vicinanza e l’attenzione riservata ad un settore che sta vivendo un periodo di forti preoccupazioni ed una profonda crisi. Il bando appena pubblicato – prosegue Michelini – è una boccata di ossigeno per i nostri pescatori che con il loro onorevole lavoro garantiscono un approvvigionamento alimentare con prodotti ittici salubri, sicuri e di qualità di cui ne andiamo orgogliosi e fieri”.

La misura è prevista dall’articolo 25 della Legge regionale n. 3/2025 e sostiene Cooperative, PMI e microimprese di pesca dell’Emilia-Romagna fortemente danneggiate dalla proliferazione della mucillagine lungo la costa adriatica e dall’aumento dei costi energetici. Per coloro che presenteranno richiesta entro i termini previsti dall’Avviso pubblico (scadenza 25 agosto) potrà essere riconosciuto un contributo una tantum con limite minimo di 1.000€ fino ad un limite massimo di 40.000€ su base triennale (in regime “de minimis”, ai sensi del Reg. UE n. 717/2014).

“Siamo soddisfatti del risultato ottenuto grazie anche al dialogo constante e permanente con gli uffici competenti regionali – dichiara Massimo Bellavista, Responsabile Pesca e Acquacoltura dell’Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare – a conferma degli impegni presi dall’Assessore Mammi sin dall’inizio in cui è emerso il problema della mucillagine. Grazie all’Assessore Mammi e al suo staff che con questo bando dimostra concretamente il sostegno alle marinerie emiliano-romagnole. Gli alti costi energetici, l’inquinamento marino ma anche cambiamenti climatici e innalzamento delle temperature sono solo alcune delle sfide che i nostri pescatori si trovano ad affrontare – prosegue Bellavista – ma se aggiungiamo anche la prossima riforma della Politica Comune della Pesca Europea in discussione a Bruxelles il futuro è sempre meno blu e sempre più nero perché – incalza ancora Bellavista – diventa difficile garantire la sopravvivenza delle imprese ittiche e, quindi, un reddito per i pescatori e le loro famiglie. Continueremo comunque senza se e senza ma – rilancia il Responsabile pesca di Legacoop ER – a difendere con le unghie e con i denti il lavoro dei tanti pescatori che esercitano la pesca a strascico; un mestiere che di fatto sorregge i 5 mercati ittici regionali, da Goro a Cattolica”.

Gli fa eco il Presidente Nazionale di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti “Con un taglio del 67% ai fondi per il settore ittico, rilevato dalla proposta di Bilancio Ue 2028-2034 presentato la scorsa settimana a Bruxelles, la Commissione Europea disconosce così facendo l’importanza strategica della Pesca europea. La pesca è un asset strategico per la Ue – prosegue Maretti – e penalizzarla significa rinunciare ad un canale fondamentale per il miglioramento della sovranità alimentare europea visto il già elevatissimo livello di importazioni di pesce. Quello che non va nella proposta di bilancio – conclude il Presidente di Legacoop Agroalimentare – è l’accorpamento dei finanziamenti in un fondo unico che mette insieme pesca e acquacoltura con agricoltura ma anche con la coesione e lo sviluppo regionale. Soprattutto non si tiene per niente di conto dell’importanza strategica della pesca, omessa incredibilmente anche dal titolo del nuovo fondo. Le marinerie dell’Emilia-Romagna ed in particolare le cooperative di pesca della regione rappresentano un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo e sono detentori di un Patrimonio storico, sociale, cultura ed economico che va tutelato e salvaguardato. Inoltre, la pesca è fonte di proteine nobili, i blue food sono elemento cardine della Dieta Mediterranea, per la quale Legacoop Agroalimentare ha presentato un Manifesto per la sua valorizzazione rappresentando, di fatto, un’opportunità strategica per affrontare le pressanti sfide dell’Europa in materia di sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute pubblica».

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