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La recente analisi EUMOFA sull’acciuga conservata offre una fotografia nitida di come la tradizione continui a influenzare la filiera ittica europea. Il confronto tra Italia, Spagna e Croazia mostra percorsi differenti, ma uniti dalla stessa esigenza: trasformare un prodotto povero del Mediterraneo in risorsa economica e identitaria.

Italia: l’artigianalità come segno distintivo

Nel contesto italiano, l’acciuga conservata mantiene un legame profondo con la manualità. Salatura, maturazione e filettatura manuale sono pratiche ancora centrali, capaci di garantire una percezione di autenticità che il mercato premia. Anche l’evoluzione dei contenitori, dal legno e dalla terracotta fino al vetro e alla latta, riflette un equilibrio tra innovazione e continuità. Per le imprese italiane, l’acciuga conservata è più di un prodotto: è un marchio culturale che rafforza il posizionamento della pesca mediterranea.

Spagna: tradizione e industria in sinergia

La Spagna ha costruito un modello diverso, in cui la tradizione artigianale convive con una filiera industriale di grande scala. La salatura e la filettatura manuale restano punti di partenza, ma sono inserite in un processo produttivo capace di sostenere mercati esteri e distribuzione globale. È un approccio che dimostra come la valorizzazione culturale possa integrarsi con la logica industriale, generando competitività internazionale senza disperdere le radici gastronomiche.

Croazia: identità adriatica e resilienza

In Croazia, l’acciuga conservata è legata soprattutto all’Adriatico e alle necessità storiche di sussistenza delle comunità costiere. La salatura e la stagionatura nascono come risposta alla scarsità di risorse, ma nel tempo si sono trasformate in tratti distintivi di un’identità nazionale. Oggi queste pratiche rappresentano un capitale culturale che, pur in un contesto produttivo più ridotto rispetto a Italia e Spagna, contribuisce a differenziare l’offerta nel mercato europeo.

Un filo rosso europeo

Dal confronto emerge un punto chiave: l’acciuga conservata non è solo un prodotto alimentare, ma un veicolo di memoria collettiva e un fattore strategico per la filiera. In Italia l’accento è sulla manualità, in Spagna sull’integrazione industriale, in Croazia sulla resilienza culturale. Tre modelli diversi che, letti insieme, raccontano come il Mediterraneo riesca a unire pratiche locali e prospettive comunitarie.

Per EUMOFA, l’interesse va oltre la tradizione. Analizzare prodotti come l’acciuga conservata significa comprendere come la filiera possa coniugare identità, competitività e innovazione. Nel contesto europeo, dove la domanda di tracciabilità e autenticità cresce, queste specificità diventano leve strategiche per rafforzare il valore dei prodotti ittici mediterranei.

Lo studio EUMOFA dimostra che l’acciuga conservata è un caso emblematico di come la filiera mediterranea sappia tenere insieme memoria culturale e capacità di mercato. Italia, Spagna e Croazia offrono modelli diversi, ma complementari, che evidenziano le potenzialità di una strategia europea basata sulla valorizzazione delle identità locali.

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L’articolo EUMOFA: acciuga conservata, specchio della filiera mediterranea proviene da Pesceinrete.

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