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La Global Seafood Alliance (GSA) ha aperto una consultazione pubblica sullo Standard BAP 2.0 per molluschi, invitando operatori e stakeholder del settore a contribuire al miglioramento del protocollo. Il periodo per inviare commenti si chiuderà lunedì 15 dicembre. Le osservazioni, rese pubbliche in forma anonima, guideranno la bozza finale del documento. È un passaggio strategico per portare le esperienze della filiera mediterranea nel dibattito internazionale.
La nuova versione aggiorna risorse e collegamenti tecnici in ogni sezione. La responsabilità sociale innalza i requisiti per allinearli agli altri standard BAP attuali. Cresce l’attenzione verso condizioni di lavoro, contrattualistica e meccanismi di segnalazione. Le aziende dovranno documentare processi, formazione e controlli con maggiore rigore.
La responsabilità ambientale viene riorganizzata per chiarezza operativa. Il testo rafforza strumenti e metriche su capacità di carico e interazioni con gli ecosistemi. I gestori dovranno dimostrare coerenza tra densità di allevamento, ricambio idrico e qualità delle acque. La misurazione dei parametri diventa parte integrante delle decisioni di gestione.
L’approccio al benessere animale si allinea alla cornice BAP basata su responsabilità e tracciabilità. Le aziende dovranno codificare pratiche di manipolazione, trasporto e stabulazione. La previsione di indicatori misurabili riduce ambiguità. Il principio è semplice: procedure chiare generano risultati verificabili.
Standard più rigorosi per la filiera italiana
Per l’Italia, gli impatti toccano l’intera filiera delle vongole veraci, dei mitili e delle ostriche. Gli organismi di controllo chiedono dati più strutturati, audit trail e coerenza tra piani e registri. Le cooperative possono trarre vantaggio da protocolli condivisi e piattaforme digitali comuni. L’armonizzazione facilita le verifiche e riduce i costi nel medio periodo.
Conviene avviare fin d’ora una valutazione del divario rispetto alla versione 1.2. Le imprese possono analizzare i propri processi, individuare aree critiche e pianificare gli adeguamenti. Un programma triennale, con obiettivi graduali, consente di distribuire investimenti e formazione in modo sostenibile. Chi si muove prima otterrà un vantaggio competitivo nelle gare e nei rapporti commerciali.
La tracciabilità richiede un salto di qualità. Registri digitali, lotti univoci e integrazione con laboratori accelerano i tempi di risposta. La conformità non è solo adempimento, ma leva di reputazione nei confronti della distribuzione. I buyer cercano standard comparabili e prove documentali semplici da verificare.
Responsabilità sociale lungo tutta la filiera
Sul fronte sociale, il perimetro si estende alla catena di subfornitura. Servono clausole contrattuali chiare, controlli di due diligence e canali interni di segnalazione. La formazione periodica diventa essenziale per prevenire non conformità. Le cooperative possono centralizzare modelli e materiali per ridurre oneri.
L’ambiente resta la chiave per la licenza sociale ad operare. I consorzi dovrebbero investire in monitoraggi con cadenze stabili e metodologie replicabili. Dati coerenti nel tempo permettono di calibrare densità e cicli di raccolta. La trasparenza con le autorità facilita autorizzazioni e pianificazione delle aree.
Infine, partecipare alla consultazione conviene a tutti. I commenti pubblici indirizzano dettagli che impattano costi e controlli futuri. Portare casi reali mediterranei rende lo standard più aderente alla pratica. La competitività passa anche dalla capacità di farsi ascoltare.
Per partecipare alla consultazione è opportuno scaricare questo modulo e inviarlo via email a David Dietz all’indirizzo David.dietz@globalseafood.org.
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