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Con la presentazione del nuovo Patto per il Mediterraneo, la Commissione europea e l’Alto rappresentante rilanciano il ruolo strategico del bacino mediterraneo. Basandosi su legami storici e culturali consolidati, il Patto per il Mediterraneo nasce con l’obiettivo di rendere quest’area un motore di sviluppo condiviso. La visione è quella di uno spazio mediterraneo più connesso, prospero e sicuro, dove le economie collaborano per affrontare le sfide comuni della transizione energetica, della sicurezza alimentare e della crescita sostenibile.

L’economia blu come chiave di sviluppo

L’economia blu è al centro della nuova strategia. Bruxelles individua nella gestione sostenibile delle risorse marine, nella digitalizzazione e nell’innovazione tecnologica gli strumenti per rilanciare la competitività dell’area. Per il comparto ittico e acquacolturale, questo significa maggiore attenzione alla qualità, alla tracciabilità e alla diversificazione produttiva. Il Mediterraneo può così diventare un laboratorio di pratiche sostenibili e un modello di equilibrio tra redditività economica e tutela ambientale.

Nuove opportunità per giovani e imprese

Il Patto guarda anche alle persone, individuando nei giovani la forza motrice del cambiamento. La Commissione punta su percorsi formativi condivisi, scambi universitari e programmi di innovazione. Le iniziative StartUp4Med e Trans-Mediterranea per le energie rinnovabili e le tecnologie pulite (T-MED) intendono sostenere le piccole e medie imprese, incluse quelle della filiera ittica, favorendo investimenti, occupazione e imprenditorialità sostenibile. L’obiettivo è trasformare la cooperazione in valore reale, creando reti solide tra le economie costiere e promuovendo una crescita inclusiva.

Sicurezza e stabilità come prerequisiti

Un’attenzione particolare è rivolta alla sicurezza. L’UE riconosce che prosperità e stabilità viaggiano insieme e che la gestione condivisa dei flussi migratori, la lotta ai traffici illeciti e la protezione delle infrastrutture marittime sono condizioni essenziali per ogni sviluppo duraturo. Rafforzare la cooperazione marittima significa anche tutelare l’ambiente, prevenire disastri ecologici e garantire continuità alle attività economiche legate al mare, dalla pesca al turismo.

Un percorso politico e operativo

L’approvazione politica del Patto per il Mediterraneo è prevista per novembre 2025, in occasione del trentesimo anniversario del Processo di Barcellona. Nei primi mesi del 2026 verrà presentato un Piano d’Azione con progetti concreti, Paesi partecipanti e priorità operative. Le istituzioni europee, insieme a governi, università e organizzazioni della società civile, saranno chiamate a trasformare la visione in risultati tangibili. La sfida sarà dare continuità e concretezza, rendendo il Mediterraneo un luogo di cooperazione stabile, crescita economica e innovazione sociale.

Un’occasione per l’area e per la pesca

Il nuovo Patto per il Mediterraneo rappresenta una grande opportunità anche per i settori legati al mare, in particolare per pesca e acquacoltura. In un contesto geopolitico complesso, la prospettiva di una cooperazione rafforzata e di investimenti condivisi può favorire una transizione concreta verso un modello economico blu, inclusivo e sostenibile. L’Europa sembra pronta a ripartire dal Mediterraneo, riaffermando la sua identità marittima e il suo ruolo nel futuro del mare comune.

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L’articolo Un nuovo Patto per il Mediterraneo: l’Europa torna a investire sul mare comune proviene da Pesceinrete.

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