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Con l’avvicinarsi delle festività di fine anno, il consumo di pesce in Italia si conferma un segno distintivo della cultura gastronomica nazionale. Come riportato da ANSA, sulla base di una ricerca condotta da Marine Stewardship Council (MSC) in collaborazione con NielsenIQ, l’87% delle famiglie italiane porterà piatti di mare sulle proprie tavole.
Il dato, in linea con le tendenze degli ultimi anni, mostra però un cambio di prospettiva. Cresce l’attenzione verso la provenienza sostenibile dei prodotti ittici, che oggi figura tra i principali criteri di scelta per oltre un consumatore su cinque. È un segnale chiaro: il mare resta protagonista delle feste, ma non più soltanto per gusto o abitudine, bensì per una rinnovata sensibilità ambientale e culturale.
Lo studio
Dallo studio emerge che il 70% delle famiglie italiane servirà piatti di mare a Capodanno, mentre il 63% lo farà alla Vigilia di Natale. Il consumo scende al 40% durante il pranzo del 25 dicembre e si riduce drasticamente all’Epifania, con solo il 14% di italiani che porterà pesce a tavola.
Le preferenze restano fedeli alla tradizione: crostacei e molluschi in testa, con gamberi, mazzancolle e gamberetti scelti dal 48% degli intervistati, seguiti da salmone (41%) e vongole (30%). Gli spaghetti alle vongole si confermano il piatto simbolo delle festività, seguiti da insalata di mare e frittura mista. In un’Italia che cambia, il gusto del mare rimane un rito collettivo che unisce famiglie e territori.
La sostenibilità come nuovo valore
La freschezza del prodotto è ancora il primo criterio di scelta (63%), seguita dal prezzo (45%) e dalle certificazioni di qualità (33%). Tuttavia, la provenienza sostenibile del pesce guadagna posizioni e diventa un segno di fiducia.
Il consumatore non si accontenta più della bontà del prodotto: vuole sapere da dove proviene, come è stato pescato e quali garanzie offre chi lo mette in commercio. Per la filiera ittica, questo rappresenta una svolta strategica. Chi investe in tracciabilità e trasparenza conquista non solo reputazione, ma anche un vantaggio competitivo concreto.
Specie a rischio e nuove scelte di consumo
La ricerca MSC-NielsenIQ, riportata da ANSA, offre un quadro interessante anche sul fronte della responsabilità. Se il pesce servito a Natale fosse a rischio di estinzione, il 36% degli italiani ne ridurrebbe il consumo, il 28% continuerebbe a portarlo in tavola scegliendo solo fonti sostenibili, mentre il 22% smetterebbe di acquistarlo del tutto.
Si tratta di percentuali che mostrano una maturazione profonda. Gli italiani non rifiutano la tradizione, ma la reinterpretano in chiave moderna, dimostrando di comprendere che la sostenibilità è la condizione stessa per continuare a godere delle risorse del mare.
Una sfida per la filiera, un’opportunità per il futuro
Il quadro delineato dallo studio rappresenta molto più di una fotografia stagionale. È un segnale che riguarda tutta la filiera ittica italiana, chiamata a coniugare tradizione, competitività e rispetto per l’ambiente. L’aumento della domanda di prodotti certificati e tracciabili impone un salto di qualità nella comunicazione e nella valorizzazione del lavoro quotidiano di pescatori, allevatori e trasformatori.
Le festività 2025 si preannunciano, dunque, come un momento di conferma e di sfida. Il mare continuerà a unire le famiglie italiane, ma anche a misurare la capacità del settore di rinnovarsi senza perdere le proprie radici.
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