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Secondo la FAO, intervenuta alla conferenza IFFO 2025 tenutasi a Tokyo dal 20 al 22 ottobre, la produzione globale di acquacoltura sostenibile ha superato per la prima volta la pesca di cattura, raggiungendo 91 milioni di tonnellate nel 2022. Tuttavia, per mantenere i livelli di consumo in un mondo che conterà 9,7 miliardi di persone entro il 2050, l’offerta globale di prodotti ittici dovrà aumentare di almeno il 22%.
Questo sorpasso segna un punto di svolta nella storia alimentare. Il pesce allevato non è più una risorsa complementare, ma la colonna portante della sicurezza proteica mondiale. Tuttavia, la crescita è oggi frenata da fattori strutturali che minacciano la sostenibilità a lungo termine.
L’Africa sotto pressione, l’Asia rallenta
La FAO indica che l’Africa sarà la regione più esposta alla pressione della domanda, con un fabbisogno di incremento produttivo del 74% per garantire l’autosufficienza. Nel frattempo, l’Asia – ancora oggi responsabile della quota principale di produzione globale – mostra segnali di rallentamento dovuti alla scarsità di acqua dolce, all’uso intensivo del suolo e all’aumento dei costi energetici e dei mangimi.
Molti Paesi produttori devono oggi conciliare obiettivi economici e ambientali. L’acquacoltura sostenibile diventa così una necessità, più che una scelta. Digitalizzazione, tracciabilità e innovazioni nei sistemi di alimentazione rappresentano le direttrici più concrete per affrontare il futuro.
Farina e olio di pesce restano cardini della catena alimentare
Nonostante la ricerca di ingredienti alternativi e l’interesse crescente per proteine di origine vegetale o microbica, la farina e l’olio di pesce continuano a svolgere un ruolo strategico. Alla IFFO 2025 gli esperti hanno ribadito che questi prodotti garantiscono nutrienti di alta qualità, difficilmente sostituibili nei mangimi destinati ai pesci d’allevamento.
Le sfide riguardano l’approvvigionamento responsabile delle materie prime e la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione ittica. In un sistema più circolare, ogni residuo può diventare una nuova risorsa, riducendo la pressione sugli stock selvatici e migliorando la sostenibilità complessiva della filiera.
Verso un nuovo equilibrio globale
Il settore ittico si trova davanti a un bivio. Da un lato, l’urgenza di produrre più pesce per nutrire una popolazione in crescita; dall’altro, la necessità di farlo senza compromettere gli ecosistemi marini. La FAO invita governi e industria a costruire un modello di sviluppo più equo, basato su ricerca, cooperazione e tecnologie efficienti.
L’acquacoltura sostenibile, se adeguatamente supportata da politiche mirate e investimenti pubblici e privati, potrà garantire al pesce un ruolo centrale nella sicurezza alimentare del futuro. È una sfida globale, ma anche un’opportunità per ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo risorse marine.
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