[[{“value”:”
Negli ultimi anni, la Spagna sta registrando un calo significativo degli stock di polpo (Octopus vulgaris), specie iconica sia per la pesca artigianale che per l’export verso i mercati europei e internazionali. Le cause di questa diminuzione sono legate principalmente alla pressione di pesca, ai cambiamenti ambientali e alla crescente domanda globale, che hanno messo sotto stress le popolazioni selvatiche.
La situazione sta alimentando un dibattito a più livelli: da un lato, pescatori e aziende devono garantire approvvigionamenti stabili; dall’altro, organizzazioni ambientaliste e ricercatori sollevano interrogativi sull’etica e sulla sostenibilità del consumo di questa specie.
Importare o allevare?
Per compensare la riduzione della disponibilità interna, la Spagna sta aumentando le importazioni di polpo da Paesi terzi, come Marocco e Mauritania. Una strategia che, se da un lato garantisce continuità all’offerta, dall’altro solleva questioni legate alla tracciabilità, alla sostenibilità delle catture e alle condizioni di lavoro nei Paesi esportatori.
Parallelamente, avanzano i progetti di acquacoltura del polpo, con il primo impianto industriale su larga scala previsto nelle Isole Canarie. L’iniziativa, tuttavia, è al centro di accese polemiche: le critiche vertono sul benessere animale — il polpo è un invertebrato dotato di sistema nervoso complesso e capacità cognitive elevate — e sull’impatto ambientale potenziale delle operazioni di allevamento intensivo.
Un caso che riguarda anche l’Italia
Il calo degli stock di polpo in Spagna non è solo un problema locale. Il polpo spagnolo rappresenta una quota rilevante delle forniture che arrivano in Italia, sia per il canale Horeca sia per la distribuzione organizzata. Un’eventuale contrazione dell’offerta o un aumento dei costi potrebbe spingere gli operatori italiani a diversificare le origini, incrementando a loro volta le importazioni da altre aree o valutando soluzioni alternative.
Scenari futuri e responsabilità di filiera
La sfida per il settore sarà trovare un equilibrio tra soddisfare la domanda e garantire la sostenibilità delle risorse. Le opzioni in campo vanno dalla riduzione dello sforzo di pesca alla definizione di quote più restrittive, dall’adozione di pratiche di acquacoltura a basso impatto fino a campagne di sensibilizzazione per un consumo più consapevole.
La domanda che emerge è netta: conviene importare o proteggere? La risposta non potrà prescindere da una governance internazionale efficace e da un impegno condiviso lungo tutta la filiera, dal mare al consumatore finale.
Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.
L’articolo Calo degli stock di polpo in Spagna: tra importazioni e acquacoltura proviene da Pesceinrete.
“}]]