Categoria: Pesce In Rete Pagina 19 di 1124

Innovazione, sostenibilità e mercato: l’ittico protagonista ad Anuga 2025

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Anche il comparto dell’ittico è protagonista ad Anuga 2025, la fiera mondiale del food & beverage organizzata da Koelnmesse e in corso fino all’8 ottobre a Colonia. L’evento riunisce oltre 8.000 espositori da 110 paesi e più di 140.000 visitatori professionali provenienti da tutto il mondo. In questo scenario, la filiera del pesce porta con sé un messaggio chiaro: il futuro passa attraverso sostenibilità, trasparenza e innovazione.

Una piattaforma per il futuro del food

Il tema centrale di quest’anno, Sustainable Growth, mette al centro la sfida che riguarda tutto l’agroalimentare: crescere senza compromettere l’ambiente e la coesione sociale. Un obiettivo che coinvolge pienamente anche il comparto ittico, dove il bilancio tra qualità, risorsa marina e competitività economica è sempre più complesso.

Il salone tedesco offre un’istantanea del cambiamento in atto. Accanto ai grandi player, emergono startup e imprese medie che sperimentano nuove tecnologie per la tracciabilità, materiali di imballaggio riciclati e linee di prodotto a minore impatto energetico. Nel padiglione Chilled & Fresh Food si respira la direzione del mercato: pesce sostenibile, certificato, comunicato con un linguaggio trasparente.

Proteine alternative e clean label

Anuga 2025 dedica ampio spazio anche al tema delle proteine alternative, ormai non più fenomeno di nicchia ma segmento strutturato del mercato globale. Nel nuovo Anuga Alternatives Pavilion trovano spazio prodotti ibridi a base di pesce e proteine vegetali, o soluzioni create con alghe e micoproteine. L’obiettivo non è sostituire il pescato, ma ampliare l’offerta con un occhio alla sostenibilità e all’evoluzione dei consumi.

Parallelamente cresce l’attenzione per la clean label, sinonimo di trasparenza e fiducia. Etichette più chiare, processi semplificati e ingredienti riconoscibili stanno diventando prerequisiti per la competitività, non semplici plus di marketing.

Dalla tracciabilità alla valorizzazione territoriale

Per l’ittico, la tracciabilità non è più solo una misura di controllo: è un racconto di filiera. Sempre più aziende italiane e mediterranee scelgono di comunicare il valore del territorio e delle pratiche di pesca responsabile come elemento distintivo. Un posizionamento che incontra la domanda crescente di autenticità e identità, soprattutto nei mercati europei e del Nord America.

Il pesce non è più visto solo come prodotto alimentare, ma come vettore culturale e simbolo di equilibrio tra risorsa naturale e innovazione industriale.

Le sfide ancora aperte

Resta il nodo dei costi. La filiera deve fronteggiare rincari energetici, standard ambientali sempre più stringenti e la concorrenza di produzioni extraeuropee con minori vincoli. A questo si aggiunge l’urgenza di rafforzare la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, due aree ancora fragili in molti distretti italiani.

Nonostante ciò, il messaggio che arriva da Colonia è di fiducia: l’industria ittica ha imboccato la strada della modernizzazione e non intende tornare indietro. La sostenibilità, oggi, non è più un tema da convegno, ma una condizione di sopravvivenza economica.

Un comparto in evoluzione

Anuga 2025 fotografa un settore in movimento, dove le aziende non si limitano ad adattarsi alle tendenze ma provano a guidarle. Il mare, in questo contesto, torna a essere laboratorio di innovazione: un luogo dove si sperimentano nuovi modelli produttivi, commerciali e comunicativi.
Per l’Italia, la sfida sarà continuare a presidiare la fascia alta del mercato, con prodotti di qualità certificata, filiere trasparenti e un racconto autentico del mare Mediterraneo.

Al via dallo scorso 4  ottobre anche per il Distretto della Pesca COSVAP la partecipazione con una delegazione di aziende che presentano le eccellenze del paniere agroalimentare siciliano alla Hall 5.1 – Stand A-008G, che consolida la propria presenza internazionale e il legame tra tradizione e futuro sostenibile del Mediterraneo.

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Esportazioni ittiche norvegesi: settembre in crescita tra Cina, USA ed Europa

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A settembre, le esportazioni ittiche norvegesi hanno raggiunto 17,9 miliardi di corone, segnando un aumento dell’8% rispetto allo stesso mese del 2024. A diffondere i dati è stato il Norwegian Seafood Council, che evidenzia un terzo trimestre da 45,9 miliardi di NOK, in crescita del 4% su base annua, ma segnato anche da criticità strutturali per l’industria.

Cina: la spinta del salmone e dei gamberi

La Cina ha registrato la crescita più dinamica. A settembre, le esportazioni sono aumentate del 39% in valore, pari a 393 milioni di NOK in più. Nel terzo trimestre la crescita cinese ha toccato il 54%. Il salmone norvegese ha conquistato il 65% della quota di mercato, sottraendo spazio al Cile, mentre i gamberi hanno registrato un incremento straordinario: +705% in volume e +1.050% in valore rispetto allo stesso mese del 2024. La domanda è alimentata da segmenti premium come sashimi e retail online.

Stati Uniti: dazi al 15% e diversificazione di specie

Settembre è stato il primo mese intero con dazi del 15% sui prodotti ittici norvegesi destinati agli Stati Uniti. Nonostante la barriera tariffaria, le esportazioni hanno toccato 1,3 miliardi di NOK, +9% su base annua. Granchio reale, trota e sgombro hanno trainato la crescita verso questo mercato; nel complesso di settembre lo sgombro ha segnato +32% in valore, la trota +10%, mentre il granchio reale ha mostrato un forte incremento di valore. Al contrario, il salmone accusa la pressione competitiva: -5% in valore nel trimestre, con una quota scesa al 7,6% del totale export verso gli USA. La combinazione di dollaro debole e prezzi più alti sta riducendo la domanda di salmone fresco intero.

Europa: il ruolo di Polonia, Portogallo e Svezia

L’Unione Europea resta il principale mercato. Per il salmone a settembre i mercati più grandi sono stati Polonia, Stati Uniti e Francia, mentre per l’export complessivo del mese guidano Polonia, Cina e Stati Uniti. Il Portogallo ha consolidato la sua posizione storica nel baccalà, assorbendo l’80% delle esportazioni dall’inizio dell’anno e registrando a settembre un +94% in valore. In Svezia, invece, il calo dei prezzi ha stimolato i consumi interni, con un aumento del 23% nelle importazioni di salmone, in particolare filetti congelati.

Materie prime, quote ridotte e prezzi in tensione

Lo sgombro è stato il prodotto simbolo di settembre, con una crescita di valore di 500 milioni di NOK. Tuttavia, le prospettive sono incerte: l’ICES ha raccomandato una riduzione delle quote fino al 70% per il 2026. Una dinamica simile riguarda il merluzzo, sia fresco che congelato, dove l’aumento dei prezzi all’export (+13% per il selvatico e +17% per l’allevato) riflette la contrazione delle disponibilità.

L’intera filiera deve confrontarsi con un quadro complesso: crescita del valore, ma volumi in calo per diverse specie. Il rischio è un progressivo inasprimento della competizione globale per le materie prime, con impatti diretti sulla sostenibilità economica delle imprese di trasformazione.

Il mese di settembre conferma dunque la resilienza delle esportazioni ittiche norvegesi, ma dietro i numeri positivi si celano tensioni crescenti. Cina e USA si affermano come mercati chiave, mentre in Europa il Portogallo resta pilastro del baccalà. La riduzione delle quote e i prezzi in salita impongono però un adattamento strategico a tutta la filiera internazionale.

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Power4Med, il Mediterraneo accelera verso la decarbonizzazione marittima

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Il Mediterraneo, tra le aree marittime più trafficate al mondo, è al centro di una sfida cruciale: ridurre le emissioni e favorire la decarbonizzazione marittima. Ogni anno, milioni di passeggeri e tonnellate di merci transitano sulle sue rotte, ma il costo ambientale è elevato. Le navi rilasciano gas serra e inquinanti che minacciano comunità costiere, ecosistemi marini e competitività economica.

Una transizione complessa ma urgente

Gli obiettivi internazionali fissano la neutralità climatica entro il 2050 e una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030. In questo quadro, il settore marittimo deve accelerare il percorso di transizione. Le grandi compagnie navali stanno avviando programmi di innovazione tecnologica, ma sono soprattutto i piccoli operatori – pescherecci, imbarcazioni commerciali e porti turistici – ad affrontare le difficoltà maggiori.

Qui si inserisce POWER4MED, progetto finanziato dall’UE e cofinanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA/EMFAF). Attivo dal novembre 2023 al luglio 2025, con un budget di 798.043 euro e un contributo comunitario pari all’80%, l’iniziativa ha offerto supporto tecnico, strumenti concreti e formazione mirata per guidare le PMI marittime verso carburanti a zero emissioni di carbonio e soluzioni tecnologiche sostenibili.

Dalle fasi di studio agli strumenti operativi

POWER4MED ha operato in tre direzioni. Prima ha raccolto dati sulle esigenze degli operatori e sulle opzioni energetiche disponibili. Poi ha condotto studi pilota su infrastrutture e imbarcazioni, valutando costi e normative. Infine, ha sviluppato sei toolkit pratici, strategie di transizione e un centro digitale di supporto permanente: la piattaforma ECA4Med, accessibile a chiunque voglia applicare le soluzioni testate.

Questo approccio ha permesso di coniugare ricerca, applicazioni concrete e creazione di un’eredità duratura, con materiali replicabili per il settore della pesca, dei trasporti e del turismo marittimo.

Un Mediterraneo più verde e competitivo

La portata del progetto va oltre i confini dell’UE, grazie al coinvolgimento di partner extraeuropei come Algeria, Egitto, Turchia e Libia. Secondo il coordinatore Mario Dogliani (SDG4MED), la forza di POWER4MED è stata proprio l’attenzione agli aspetti pratici e condivisi tra paesi diversi, puntando a preparare i piccoli operatori marittimi alla sfida ambientale.

In linea con il Green Deal europeo e con il pacchetto “Fit for 55”, il progetto dimostra che anche le flotte minori possono giocare un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico. Il sostegno dell’UE si è rivelato determinante per rafforzare il partenariato energetico nel settore della pesca e dell’acquacoltura, tracciando un percorso replicabile in tutto il Mediterraneo e oltre.

Una rotta condivisa

La decarbonizzazione marittima non è soltanto un obiettivo ambientale, ma anche economico. Porti e flotte più sostenibili significano maggiore competitività, attrattività per gli investitori e tutela delle comunità costiere. L’eredità di POWER4MED continuerà attraverso la struttura di supporto ECA4Med, che resterà a disposizione di operatori e policy maker per anni a venire.

Il Mediterraneo sta così costruendo un modello che coniuga innovazione, cooperazione e sostenibilità. Una trasformazione che procede nave dopo nave, porto dopo porto, comunità dopo comunità.

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Kadis incontra le marinerie siciliane

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Le marinerie siciliane hanno portato la loro voce in Europa. Una delegazione guidata dall’eurodeputato Marco Falcone ha incontrato il Commissario europeo alla Pesca, Costas Kadis, con la partecipazione del sindaco di Mazara del Vallo e presidente della Provincia di Trapani, Salvatore Quinci, dell’ex sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola e dei rappresentanti delle marinerie di Sciacca, Trapani, Marsala e Mazara.

Quinci: “Servono risorse reali per arrestare il declino”

Nel suo intervento, Salvatore Quinci ha richiamato l’attenzione su una questione centrale: il futuro stesso della pesca. Ha denunciato indicatori in declino, dall’età media dei pescatori al mancato ricambio generazionale, fino alla vetustà delle imbarcazioni. Ha sottolineato che gli stock marini rispondono a cicli naturali influenzati da più fattori, e che i modelli di rilevazione non sempre restituiscono un quadro granitico.

Quinci ha messo in evidenza tre assi fondamentali e interconnessi: il Patto per gli Oceani, la riforma della Politica Comune della Pesca in programma nel 2026 e la nuova programmazione europea 2028-2034. Ha ribadito che senza risorse destinate in maniera concreta al rinnovo della flotta sarà impossibile fermare il declino delle marinerie e restituire fiducia ai pescatori.

OP Blue Sea Mazara: quote, formazione e cooperazione

Accanto alla rappresentanza istituzionale, l’OP Blue Sea Mazara, insieme a una delegazione di rappresentanti della pesca siciliana, ha portato sul tavolo i temi centrali per il futuro della marineria di Mazara del Vallo e del Mediterraneo. Le priorità riguardano le quote sul gambero rosso e un fermo biologico coordinato, la lotta ai trasbordi illegali e alla pesca INN, la difesa dei fondi FEAMPA per innovazione e sostenibilità, la necessità di personale di bordo con programmi formativi come Blue Jobs e WestMED e un più stretto coordinamento con i Paesi amici per una gestione comune del Mediterraneo.

Kadis: “CGPM centrale e tolleranza zero alla pesca illegale”

Il Commissario Costas Kadis ha ribadito la volontà della Commissione di lavorare su soluzioni condivise, evidenziando le sfide che la pesca e l’acquacoltura affrontano in Sicilia: cambiamento climatico, deterioramento degli stock, pesca illegale da parte di Paesi terzi, mancanza di ricambio generazionale e necessità di decarbonizzare la flotta. Ha inoltre sottolineato che, di fronte alle pressioni dei Paesi vicini, occorre rafforzare il ruolo della CGPM come sede di cooperazione internazionale, applicando una linea di tolleranza zero verso la pesca illegale e riconoscendo ai pescatori siciliani il ruolo di veri guardiani del mare.

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Falcone: “Ridotta la distanza tra Ue e pescatori siciliani”

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“Ringrazio il commissario Kostas Kadis per l’invito e la straordinaria occasione di portare la Sicilia e i temi della pesca siciliana e insulare a Bruxelles. Oggi apriamo un nuovo percorso finalmente fondato sull’ascolto e sul dialogo tra i pescatori e la Commissione Europea. Primo di tutto vogliamo creare un nuovo approccio positivo, nel governo della pesca, fondato su un forte collegamento fra Bruxelles e le comunità locali. Quella distanza che prima era percepita come siderale oggi inizia a ridursi. Contiamo di avere i primi segnali nel nuovo Bilancio UE 28/34, dove ci saranno anche due miliardi in più per le priorità di pesca e acquacoltura al di fuori della dotazione organica, su cui lavoreremo in Parlamento”.

Lo ha affermato il vice capo delegazione di Forza Italia nel Gruppo PPE al Parlamento Europeo, Marco Falcone, nel corso dell’incontro odierno a Bruxelles fra una rappresentanza delle Marinerie siciliane e il Commissario europeo alla Pesca Kostas Kadis. Presenti al meeting il presidente della provincia di Trapani Salvatore Quinci e l’ex sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, Franco Catanzaro di Federcopesca, Maurizio Giacalone per l’OP Blue Sea del Gambero Rosso di Mazara del Vallo (TP), Giuseppe Tramati per la pesca del tonno con il sistema del palangaro e Stefano Soldano per le marinerie pesca pelagica a coppia di Sciacca.

“Mi sento molto vicino alla Sicilia, ai pescatori siciliani – così ha affermato il commissario Kadis, di origine cipriota, all’avvio del meeting – perché tutte le comunità del Mediterraneo sono sorelle in quanto condividono una comune identità e comuni interessi. Siamo impegnati a elaborare soluzioni sostenibili per il futuro e la resilienza della pesca siciliana. La Commissione vuole far tesoro delle vostre indicazioni per garantire lo sviluppo locale ed essere connessa alle comunità costiere. Stiamo lavorando, assieme al Commissario alla Coesione Raffaele Fitto – ha preannunciato poi Kadis – a una nuova Strategia UE di sviluppo per le comunità costiere e isolane”. 

“Abbiamo portato all’attenzione della Commissione, nel corso del proficuo incontro – sottolinea l’eurodeputato Falcone – i principali temi che minacciano la sostenibilità economica e ambientale dell’attività di marinerie storiche come Mazara del Vallo, Sciacca, Trapani, Marsala. Inoltre – aggiunge Falcone – abbiamo sollevato il problema della concorrenza sleale dei paesi rivieraschi come Tunisia e Libia: peschiamo sullo stesso mare, commerciamo lo stesso prodotto, ma abbiamo regole diverse. Kadis si è impegnato ad aumentare i controlli dell’EFCA e ribadito di voler rilanciare, con l’aiuto dei pescatori, il ruolo della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo nella cooperazione con il nord Africa. Ulteriore nuovo slancio dovranno avere, in aggiunta, i controlli sulle zone di nursery nel Canale di Sicilia. Le nostre marinerie hanno chiesto a Kadis di avviare una vera e propria indagine scientifica su quei mari, dove si registra un aumento delle specie che predano il gambero e il merluzzo. Infine, più attenzione sull’efficacia degli aiuti economici dell’Ue che devono essere sempre più mirati alle aziende che effettivamente praticano la pesca, scongiurando dispersioni“.

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