Categoria: Pesce In Rete Pagina 21 di 1039

Cooperazione Congo-Italia, Amoroso: la pesca artigianale come leva di sviluppo sostenibile

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Durante il Business Forum Congo-Italia che si è tenuto a Brazzavile (Congo) il 26 e 27 maggio, è stato sottoscritto un protocollo di intenti, “PROJET DE MEMORANDUM D’ENTENTE”, tra il Ministro Paul Valentin NGOBO, Ministre de l’Agriculture, de l’Elevage et de la Pêche del Congo, il Presidente dell’Associazione AIC Pesca Natale Amoroso ed Otto Bitjoka Presidente di UCAI (UNION DES COMMUNAUTES AFRICAINES D’ITALIE), per suggellare la collaborazione tra l’AIC Pesca, UCAI ed il Congo per lo sviluppo economico e la promozione della pesca e delle iniziative turistiche, ed avrà una durata di 5 anni.

In particolare l’accordo prevede:

– Identificazione di buone pratiche;

– Formazione della comunità di pescatori alla pesca e al turismo sostenibili;

– Identificazione e valorizzazione dei prodotti ittici tipici del territorio;

– Cooperazione tra attività di pesca marittima e pesca fluviale;

– Formazione degli attori locali verso un modello di economia permanente e verso progetti di interessi comuni.

Affinche il protocollo non resti sulla carta, il governo del Congo, AIC Pesca e UCAI si impegnano a sostenere e garantire tutte le attività necessarie a definire una collaborazione stabile e duratura per il raggiungimento degli obiettivi, nel rispetto della valorizzazione di una pesca ed un turismo sostenibili nel paese africano.

Dal suo canto il Ministero del Congo si impegna ad effettuare tutte le azioni necessarie a facilitare l’utilizzo di buone pratiche in materia di pescaturismo con lo scopo di supportare il reddito dei pescatori e l’ittiturismo, il cosiddetto “turismo esperienziale”, dove l’ospite si immerge nella vita locale, al fine di mettere in pratica misure atte al controllo della qualità e sicurezza alimentare dei prodotti della pesca.

“Il Congo è un paese ricco di risorse, ma le importazioni di prodotto ittico sono superiori alla produzione interna – dichiara Natale Amoroso, presidente AIC Pesca – per questo la nostra Associazione si è resa disponibile a fornire in Congo la propria esperienza imprenditoriale in materia di pesca, pescaturismo ed ittiturismo”.

“Vogliamo essere protagonisti ed in linea con quanto auspicato dal governo Italiano con il Piano Mattei che individua diversi percorsi di sviluppo economici di alcuni stati africani, e tra questi il Congo, per la valorizzazione della pesca locale ed artigianale, la cultura culinaria locale come fonte di sinergia tra attività di prelievo, ristorazione e turismo – sottolinea Amoroso – poiché la nostra associazione presenta eccellenze importanti che possono offrire una formazione qualificata ai pescatori locali anche con percorsi condivisi e di scambio interculturale tra i due paesi”.

A sostegno dell’accordo si è espresso con favore il Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC), Giuseppino Santoianni, all’interno della cui organizzazione è nata proprio AIC Pesca, ed ha dichiarato:

“Lo sviluppo sostenibile della pesca rappresenta oggi una frontiera strategica per garantire sicurezza alimentare, inclusione economica e valorizzazione del territorio. Come Associazione del settore primario, non possiamo che guardare con favore a ogni iniziativa che, come questa, promuove un approccio integrato tra risorse naturali, saperi locali e formazione delle comunità. La pesca, come l’agricoltura familiare, è un presidio di vita e lavoro: sostenere i pescatori significa rafforzare le radici di un’economia locale solida, durevole e giusta”.

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Oceani oltre confine: l’Europa accelera sulla governance globale

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La ratifica del Trattato sull’alto mare da parte dell’Unione Europea rappresenta un punto di svolta nella governance delle aree marine oltre la giurisdizione nazionale. Con questo atto, l’UE consolida il proprio ruolo di leadership nel rafforzare le misure di conservazione della biodiversità oceanica, tracciando un percorso chiaro in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC) che si terrà a Nizza nel giugno 2025.

Il testo dell’accordo, adottato formalmente nel giugno 2023 presso le Nazioni Unite, entrerà in vigore al raggiungimento di 60 ratifiche. Grazie al recente sostegno di sei Stati membri – Cipro, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Portogallo e Slovenia – e alla precedente adesione di Francia e Spagna, l’UE ha raggiunto un totale di 29 ratifiche. Si tratta della più ampia ratifica congiunta mai effettuata da un blocco regionale.

Un quadro vincolante per aree senza confini

Il Trattato sull’alto mare, noto anche come BBNJ (Biodiversity Beyond National Jurisdiction), si applica a due terzi degli oceani del pianeta. Queste zone, attualmente protette solo per l’1% della loro estensione, saranno soggette a nuove misure che includono la possibilità di istituire aree marine protette e di valutare l’impatto ambientale delle attività antropiche.

Per il comparto ittico, l’impatto sarà duplice. Da un lato, si prevede un rafforzamento degli strumenti di monitoraggio e controllo delle attività di pesca in alto mare. Dall’altro, la creazione di nuove AMP potrà portare a una maggiore sostenibilità a lungo termine delle risorse alieutiche, contribuendo agli obiettivi di sicurezza alimentare.

L’UE come motore di cooperazione internazionale

Attraverso il contributo di 40 milioni di euro al programma Global Ocean Programme, l’UE si posiziona come principale donatore a sostegno della ratifica e dell’implementazione del trattato nei paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Un impegno coerente con la strategia blu dell’Unione, che promuove una gestione integrata e sostenibile degli oceani.

L’integrazione del BBNJ nel diritto europeo è già oggetto di una proposta legislativa presentata lo scorso aprile dalla Commissione europea, con l’obiettivo di garantire una piena armonizzazione normativa fra gli Stati membri. Questa iniziativa sarà cruciale per le imprese della pesca, dell’acquacoltura e della trasformazione che operano su scala internazionale.

Verso la UNOC 2025: un appello alla coesione

La prossima Conferenza ONU sugli oceani sarà il banco di prova dell’efficacia diplomatica europea. L’UE ha invitato tutti gli Stati che non hanno ancora ratificato l’accordo a farlo senza indugi, per permetterne l’entrata in vigore prima dell’evento di Nizza. In parallelo, insieme a Palau e Seychelles, l’Europa guida la High Ambition Coalition for BBNJ, un’alleanza politica per l’ambiente marino che punta alla protezione del 30% del pianeta entro il 2030.

La ratifica del Trattato sull’alto mare non è solo un atto formale. È un segnale politico forte che risponde a urgenze ambientali, pressioni socioeconomiche e alla crescente richiesta di trasparenza e tracciabilità da parte del consumatore globale. Le aree al di fuori della giurisdizione nazionale ospitano ecosistemi chiave, con un valore ecologico, alimentare e commerciale inestimabile, oggi più che mai da proteggere.

Con la ratifica del Trattato sull’alto mare, l’UE si conferma leader nella gestione sostenibile degli oceani, offrendo nuove prospettive di governance per l’intera filiera ittica. Un’opportunità che richiede ora consapevolezza, partecipazione e adattamento anche da parte del settore privato.

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Il Mar Nero al centro della nuova strategia UE per pesca e sviluppo

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La nuova strategia UE per il Mar Nero pone la pesca sostenibile e lo sviluppo della Blue Economy tra i pilastri della cooperazione regionale, aprendo nuove opportunità di interscambio anche con l’area mediterranea.

Con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza geopolitica, l’Unione Europea ha presentato un articolato piano strategico per il Mar Nero. Si tratta di una visione integrata fondata su tre pilastri: sicurezza marittima, crescita economica sostenibile e resilienza ambientale. All’interno di questo quadro, la pesca e le filiere alimentari connesse assumono un ruolo chiave, non solo per la sicurezza alimentare della regione, ma anche come leve di stabilizzazione, innovazione e collaborazione internazionale.

Il Mar Nero viene così riconosciuto come crocevia tra Europa, Caucaso meridionale, Asia centrale e Mediterraneo orientale. La sua funzione di corridoio commerciale, energetico e alimentare è oggi più strategica che mai, soprattutto alla luce delle tensioni belliche e dell’instabilità geopolitica causata dalla guerra in Ucraina.

Filiera ittica e infrastrutture: priorità comuni

La strategia prevede una serie di iniziative operative, tra cui la creazione di un hub per la sicurezza marittima, il potenziamento della connettività tra porti e mercati e lo sviluppo di un agenda condivisa per la pesca e l’acquacoltura sostenibili. Particolare attenzione è riservata alla protezione delle infrastrutture critiche, alla lotta contro la pesca illegale e al rafforzamento dei meccanismi di tracciabilità e controllo lungo la filiera.

Per i Paesi partner – come Ucraina, Moldova, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Turchia – la pesca rappresenta un asset produttivo fondamentale. L’approccio UE punta ad accelerare i processi di allineamento normativo e tecnico con il sistema europeo, facilitando l’accesso al mercato unico per prodotti ittici trasformati e grezzi, ma anche promuovendo investimenti infrastrutturali lungo le coste.

Rischi ambientali e adattamento climatico

Uno degli aspetti più rilevanti della nuova strategia UE per il Mar Nero riguarda il rafforzamento della resilienza ambientale. La regione è particolarmente vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico, all’inquinamento e ai conflitti armati. Il documento propone azioni per migliorare la preparazione delle comunità costiere e dei settori legati alla Blue Economy, con misure dedicate alla protezione degli habitat marini, al ripristino degli stock ittici e alla gestione integrata delle zone costiere.

La cooperazione con le istituzioni scientifiche locali sarà potenziata attraverso la Common Maritime Agenda e la Strategic Research and Innovation Agenda, già attive dal 2007 nell’ambito della Black Sea Synergy. L’obiettivo è attivare sinergie efficaci tra ricerca, governance e industria, sulla scia del modello europeo della pesca responsabile.

Connessioni con il Mediterraneo e ruolo dell’Italia

Sebbene focalizzata sul Mar Nero, la strategia UE ha implicazioni dirette anche per il Mediterraneo e per l’Italia. Il rafforzamento dei corridoi logistici ed energetici tra Mar Nero, Mar Adriatico e Mar Tirreno rappresenta una leva concreta per facilitare gli scambi commerciali, inclusi quelli legati alla filiera ittica. L’Italia, per vocazione geografica e capacità industriale, può assumere un ruolo centrale in questa nuova rete interregionale, soprattutto nella trasformazione del pescato, nella tecnologia per l’acquacoltura e nel packaging sostenibile.

L’approccio Team Europe, che unisce istituzioni UE, Stati membri e partner finanziari, si propone di catalizzare investimenti coerenti con la strategia Global Gateway, il piano dell’UE per connettere in modo smart, green e sicuro le economie globali. In questo contesto, le imprese italiane della Blue Economy sono chiamate a esplorare opportunità concrete di collaborazione e crescita.

La nuova strategia UE per il Mar Nero segna un passaggio cruciale nella ridefinizione della cooperazione marittima in chiave sostenibile. La pesca, da sempre termometro della salute geopolitica e ambientale di una regione, torna al centro delle politiche europee come motore di sviluppo, stabilità e integrazione. Un’occasione da cogliere anche per il sistema ittico italiano.

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Un robot tra le cozze: la Nuova Zelanda riscrive le regole dell’acquacoltura

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L’innovazione tecnologica in acquacoltura prende corpo nelle acque della Nuova Zelanda, dove un robot subacqueo autonomo osserva la crescita delle cozze e fornisce dati utili per programmare la raccolta con maggiore precisione.

Sembra fantascienza, ma è realtà grazie a un progetto nato all’interno dell’Università di Canterbury, oggi diventato una vera e propria startup con ambizioni globali. Un’iniziativa che coniuga automazione, intelligenza artificiale e sostenibilità, offrendo nuove prospettive alla filiera molluschicola.

Un sistema intelligente che guarda sott’acqua

Il cuore del progetto è un AUV – Autonomous Underwater Vehicle – ideato per muoversi tra le corde degli allevamenti e misurare la dimensione delle cozze in tempo reale.

Dotato di sensori ottici e software di visione artificiale, il robot raccoglie dati utili alla pianificazione delle attività di raccolta e alla previsione delle rese. Un’operazione che normalmente richiede lavoro manuale e tempi lunghi, oggi viene svolta con efficienza, continuità e precisione.

“Vogliamo offrire agli allevatori uno strumento concreto per ridurre i margini di errore e aumentare il controllo sulla produzione”, ha spiegato Tim Rensen, ingegnere e dottorando all’Università di Canterbury, ideatore del sistema.

Dalla ricerca al mercato: una startup nata per innovare

Grazie al supporto dei programmi Kiwinet, Callaghan Innovation e Sprout Accelerator, il progetto ha lasciato i confini accademici per entrare nella fase di validazione industriale.

Rensen oggi è CTO della startup che sta industrializzando il robot. La sua squadra collabora con aziende pilota per adattare il sistema alle esigenze reali della produzione. L’obiettivo: rendere questa innovazione tecnologica in acquacoltura accessibile, affidabile e scalabile.

Il vantaggio è duplice: da un lato, la possibilità di ridurre l’incertezza nei cicli produttivi; dall’altro, un risparmio su risorse, personale e investimenti in attrezzature per il monitoraggio.

Un modello replicabile per l’acquacoltura globale

La Nuova Zelanda punta a triplicare il valore delle esportazioni ittiche nei prossimi dieci anni, anche grazie a condizioni geografiche favorevoli all’acquacoltura offshore. Le cozze, in particolare, giocano un ruolo cruciale: oltre ad avere un impatto ambientale molto basso, sequestrano carbonio nei gusci e rappresentano una fonte proteica sostenibile.

L’esperienza neozelandese dimostra come l’innovazione tecnologica in acquacoltura possa essere la chiave per aumentare la resilienza e la competitività delle produzioni marine, senza rinunciare alla sostenibilità.

Per i paesi del Mediterraneo, l’approccio sviluppato da Rensen e dal suo team potrebbe rappresentare una fonte d’ispirazione concreta: integrare tecnologia e visione strategica può fare la differenza, specialmente in contesti soggetti a pressione ambientale e mercati in rapida evoluzione.

Il caso neozelandese rappresenta un esempio virtuoso di trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca all’industria. L’innovazione tecnologica in acquacoltura, se accompagnata da investimenti mirati e politiche di sostegno, può contribuire a rendere il settore più sostenibile, automatizzato e pronto alle sfide future.

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Il futuro della pesca nel Mediterraneo parte da Mazara

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Mazara del Vallo torna al centro del dibattito strategico sulla pesca nel bacino del Mediterraneo. Venerdì 30 maggio, dalle ore 10:00 alle 12:30, la Sala Consiliare del Comune ospiterà l’incontro ministeriale “Rafforzare l’approvvigionamento ittico nel Mediterraneo”, appuntamento di punta della rassegna internazionale Tesori dal Blu, promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

La riunione, ad altissimo livello istituzionale, vedrà la partecipazione del ministro Francesco Lollobrigida, del sottosegretario Patrizio La Pietra, del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e dell’assessore regionale Salvatore Barbagallo.

Oltre alla presenza italiana, l’incontro si apre al dialogo con i partner del Mediterraneo, segnando un momento concreto di diplomazia blu: saranno infatti presenti Anton Refalo, ministro della Pesca di Malta, Adel Sultan, ministro libico delle Risorse Marine, e Ben Cheikh, ministro tunisino dell’Agricoltura, delle Risorse Idriche e della Pesca.

“Questa manifestazione non è soltanto una celebrazione del mare e delle sue risorse, ma un’occasione operativa per rafforzare la cooperazione, promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività legate alla pesca e consolidare il ruolo dell’Italia quale attore guida nel rilancio dell’economia blu” ha dichiarato il sottosegretario Patrizio La Pietra, che introdurrà i lavori.

La visione condivisa guarda a un settore ittico capace di rispondere a sfide complesse come sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e competitività economica, puntando su politiche integrate, alleanze internazionali e innovazione tecnologica.

Sessione tecnica: esperti e imprese a confronto

La seconda parte dell’incontro si concentrerà su un panel tecnico di alto profilo, in cui saranno affrontati i nodi più operativi legati all’approvvigionamento, alla trasformazione, alla sicurezza e alla valorizzazione del prodotto ittico mediterraneo.

Giuseppe Palma, segretario generale di Assoittica Italia, affronterà il tema del trasferimento del know-how nella trasformazione dei prodotti, sottolineando l’importanza di diffondere competenze e tecnologie nei Paesi dell’area.

Alberico Simioli, esperto di pesca e acquacoltura, parlerà della centralità delle filiere per la valorizzazione e la competitività, mentre Mauro Colarossi, della Direzione Generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura, tratterà le normative europee su sicurezza alimentare e tracciabilità.

Chiuderà la sessione Valentina Tepedino, direttrice di Eurofishmarket, con un focus sulla promozione internazionale del prodotto ittico mediterraneo, sempre più percepito come elemento distintivo per l’export e per le strategie di branding dei territori.

Una visione condivisa per l’economia blu

L’incontro a Mazara del Vallo non si limita alla dimensione simbolica: rappresenta un momento concreto di elaborazione politica e operativa, che intende rafforzare la posizione dell’Italia come leader del dialogo mediterraneo in materia di pesca e risorse marine.

Per il mondo della trasformazione, della distribuzione e per tutti gli operatori della filiera, sarà anche l’occasione per aggiornarsi sulle strategie istituzionali in atto, favorendo nuove sinergie tra pubblico e privato, tra innovazione e tradizione, tra scala locale e cooperazione internazionale.

Mazara del Vallo diventa laboratorio e crocevia per il futuro della pesca mediterranea. Segui Pesceinrete per tutti gli aggiornamenti su “Tesori dal Blu” e le strategie che guideranno la nuova economia blu del Mediterraneo.

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