Categoria: Pesce In Rete Pagina 33 di 1037

Tecnologie subacquee e formazione: l’alleanza che rafforza l’Italia del mare

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Le tecnologie subacquee nella Blue Economy guadagnano nuovo slancio grazie a un protocollo d’intesa firmato a Roma tra la Federazione del Mare e WSense, società italiana all’avanguardia nei sistemi di comunicazione subacquea wireless.

L’accordo, siglato il 5 maggio 2025 a Palazzo Colonna dal presidente della Federazione del Mare Mario Mattioli e dalla CEO di WSense Chiara Petrioli, si propone di avviare programmi e iniziative comuni con l’obiettivo di formare nuove competenze, generare occupazione qualificata e divulgare il valore strategico della Blue Economy.

Un ecosistema per innovazione, sostenibilità e conoscenza

“La conoscenza dei fondali, delle acque profonde e di tutto ciò che accade sotto la superficie del mare – ha dichiarato Mario Mattioliè essenziale per diffondere l’innovazione, la sostenibilità ambientale, la sicurezza climatica e infrastrutturale. Per questo motivo è nata la collaborazione con WSense, azienda già attiva all’interno del Cluster BIG e del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea”.

La Federazione del Mare – ha aggiunto – intende rafforzare la cooperazione tra enti pubblici e privati coinvolti nella filiera del mare, comprese le attività sottomarine, fondamentali per il futuro economico del Paese.

Tecnologie per una gestione intelligente e sostenibile

“Siamo impegnati nella creazione di un ecosistema in cui innovazione, sostenibilità e formazione si incontrano – ha affermato Chiara Petrioli –. Le nostre tecnologie possono abilitare una gestione più intelligente delle risorse marine e contribuire alla nascita di nuove competenze professionali”.

Secondo la CEO di WSense, l’accordo con la Federazione rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare il potenziale marittimo italiano e costruire un sistema competitivo, resiliente e capace di generare impatto sul lungo termine.

Verso una rete unificata dell’economia del mare

Alla cerimonia della firma hanno partecipato esponenti del cluster marittimo italiano, rappresentanti istituzionali, esperti e imprenditori. L’evento ha rappresentato un momento di forte condivisione, confermato anche dagli interventi dell’Amm. Pierpaolo Ribuffo, Capo Dipartimento delle Politiche per il Mare, e dell’Amm. Isp. Capo Pietro Covino, in rappresentanza dello Stato Maggiore della Marina.

Il presidente Mattioli ha ribadito la necessità di ascoltare l’intero comparto produttivo del mare, promuovendo una rete di collegamento efficace tra imprese, istituzioni e ricerca. Solo così sarà possibile compiere quel salto di qualità richiesto oggi dalla Blue Economy.

“La Federazione del Mare lavora da anni per rendere il mare una risorsa centrale per la ripresa economica dell’Italia – ha concluso Mattioli –. Questo accordo rappresenta un passo concreto per rafforzare il cluster marittimo nazionale, valorizzando chi opera ogni giorno nella dimensione subacquea”.

Il protocollo firmato tra Federazione del Mare e WSense segna un passaggio importante per il consolidamento dell’ecosistema nazionale della Blue Economy. Attraverso la promozione di tecnologie subacquee nella Blue Economy, il sistema Italia si dota di nuovi strumenti per valorizzare le proprie risorse marine in chiave innovativa, formativa e sostenibile.

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Due gamberi, due mondi: cosa cambia tra l’argentino e il mediterraneo

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Due storie diverse sotto il carapace. Nel vasto mondo della commercializzazione ittica, il confronto tra il gambero argentino (Pleoticus muelleri) e il gambero mediterraneo — spesso identificato con le specie Aristaeomorpha foliacea (rosso) o Aristeus antennatus (viola) — è tra i più frequenti. Sebbene condividano una collocazione simile all’interno della gamma prodotto, le differenze tra questi due crostacei sono sostanziali e riguardano tanto la provenienza quanto le modalità di pesca, le caratteristiche organolettiche e il posizionamento commerciale.

Per chi opera nella filiera, comprendere queste differenze non significa stabilire quale sia “il migliore”, ma piuttosto valutare quale sia il più adatto alle diverse esigenze di mercato, sia in termini di prezzo, disponibilità che tipologia di utilizzo.

Provenienze opposte, esigenze diverse

Il gambero argentino proviene dall’Oceano Atlantico sud-occidentale, in particolare dalle fredde acque che bagnano le coste dell’Argentina e del Brasile, nella zona FAO 41. Viene pescato in abbondanza — secondo dati FAO, è una delle specie crostacee più importanti per la regione — e il suo successo internazionale è legato anche alla possibilità di essere congelato direttamente a bordo, mantenendo buona parte delle sue caratteristiche.

Il gambero mediterraneo, invece, è pescato nelle acque profonde della zona FAO 37. Le marinerie italiane, spagnole e greche lo conoscono bene: viene catturato con reti a strascico a grande profondità, spesso tra i 400 e gli 800 metri, in fondali fangosi dove questa specie trova l’habitat ideale. Si tratta di un prodotto meno disponibile in termini quantitativi, ma dal valore simbolico e gastronomico elevatissimo, soprattutto nelle versioni locali come il celebre “gambero rosso di Mazara del Vallo”.

Colore, sapore e consistenza: il ruolo dell’origine

Al primo sguardo, il gambero argentino si distingue per la sua taglia generalmente maggiore e il colore più chiaro, rosato-aranciato. È apprezzato per la sua versatilità, il buon rapporto qualità-prezzo e la resa in cottura, motivo per cui è molto usato nel catering, nella ristorazione medio-alta e nell’industria.

Il gambero mediterraneo, invece, colpisce per la sua intensa colorazione rosso corallo o violacea e per il profumo marino che conserva anche dopo la cottura. La consistenza della carne è più compatta e il gusto tende ad essere più deciso, con una nota dolce-amara che lo rende protagonista in preparazioni gourmet. Tuttavia, va considerata la variabilità legata alla freschezza e alla modalità di conservazione: anche il gambero mediterraneo può essere congelato, ma la sua espressività organolettica si esprime al meglio nel prodotto fresco o surgelato a bordo in tempi rapidi.

Pesca e filiera: due logiche produttive

Il gambero argentino è pescato con sistemi industriali su larga scala, prevalentemente tramite reti da traino, in un’ottica di grande distribuzione. Viene subito congelato e spesso venduto decongelato al consumatore finale, garantendo continuità di fornitura durante l’anno.

Il gambero mediterraneo segue una logica più artigianale e selettiva: le battute di pesca sono legate a periodi stagionali, le quantità sono più limitate e le normative europee impongono regole stringenti per preservare gli stock. È un prodotto che spesso assume un valore identitario e territoriale, come nel caso delle denominazioni locali (Mazara, Porto Santo Spirito, Gallipoli), ma che richiede una gestione commerciale più complessa.

Due prodotti, due strategie

Chi lavora nel commercio ittico sa bene che non esiste una sovrapposizione perfetta tra questi due prodotti. Il gambero argentino offre volume, costanza e affidabilità; il gambero mediterraneo gioca sul valore aggiunto, sull’origine certificata, sulla narrazione gastronomica.

Entrambi possono convivere nelle strategie commerciali di buyer e distributori: il primo per coprire una fascia di consumo ampia e continuativa, il secondo per rafforzare la proposta premium e territoriale. Conoscerne le peculiarità aiuta a proporli in modo più coerente rispetto al target, valorizzando le differenze come elementi di scelta e non come alternative in concorrenza.

Tra il gambero argentino e quello mediterraneo non c’è un vincitore assoluto: sono due realtà distinte, entrambe rilevanti per la filiera. Capirne le differenze — in termini di origine, metodo di pesca, gusto e destinazione d’uso — è oggi una competenza strategica per chi acquista, vende o racconta il prodotto ittico.

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Seafood Expo Global 2025: Barcellona al centro del business ittico internazionale

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Da oggi all’8 maggio, la Fira de Barcelona ospita la 31ª edizione del Seafood Expo Global, il più grande evento commerciale dedicato ai prodotti ittici, con oltre 2.100 espositori da 87 paesi. Un appuntamento imperdibile per buyer, imprese e stakeholder del settore ittico.

Un hub globale per l’innovazione e il networking

Con una superficie espositiva di 51.217 metri quadrati, l’evento accoglie 2.187 aziende espositrici provenienti da 87 paesi, tra cui nuovi partecipanti come Albania, Egitto, Georgia, Groenlandia, Malta, Nigeria e Riunione. I padiglioni nazionali e regionali includono l’Agencia de Gestion Agraria y Pesquera de Andalucia, l’Agenzia brasiliana per la promozione del commercio e degli investimenti (Apex-Brasil), la Federazione giapponese delle cooperative di produttori di salsa di soia, ProEcuador, lo Sri Lanka Export Development Board, l’Instituto Valenciano de Competitividad Empresarial (IVACE) e l’Autorità per lo sviluppo del commercio del Pakistan (TDAP).

Tra gli espositori di rilievo figurano aziende come AquaChile, Balfego & Balfego, Cermaq Norway, Cooke, Denholm Seafoods Ltd, Frime, SAU, Gelazur, Godaco Seafood JCS, Grupo Profand SLU, Hilton Foods, Hofseth International, Iceland Seafood International, Lerøy Seafood Group ASA, Mowi ASA, Nueva Pescanova, Nordic Seafood A/S, Ocean Treasure World Foods Limited, Parlevliet & van der Plas Bv, Phillips Foods Inc, Regal Springs AG, Royal Greenland A/S, Salmar AS, Seafood Connection Bv, Sea Harvest Corporation (Pty) Ltd, Sea Pride LLC, Viciunai Group, Vinh Hoan Corporation, Worldwide Fishing Company SL, Unima e Zalmhuys Group.

Focus su sostenibilità e digitalizzazione

Il programma di conferenze, con oltre 20 sessioni formative condotte da più di 80 esperti internazionali, affronta temi chiave come tracciabilità, sostenibilità, decarbonizzazione, packaging sostenibile e pratiche di acquacoltura. Il 7 maggio, alle 12:15, Xavier Sala-i-Martin, professore di economia alla Columbia University, terrà un discorso programmatico intitolato “Un nuovo mondo incerto”, analizzando le incertezze economiche globali che impattano sull’industria ittica.

Premi e riconoscimenti per l’eccellenza

Il 6 maggio, alle 18:15, si svolgerà la cerimonia dei Seafood Excellence Global Awards, che premierà i migliori prodotti ittici dell’anno in diverse categorie, tra cui Miglior Prodotto per la Vendita al Dettaglio e Miglior Prodotto per Hotel/Ristoranti/Catering (HORECA), oltre a riconoscimenti speciali per innovazione, praticità, packaging per la vendita al dettaglio e linea di prodotti ittici.

Seafood Expo Global 2025 rappresenta un’occasione unica per le imprese del settore ittico di esplorare nuove opportunità di business, innovazione e networking a livello internazionale. Un evento imperdibile per chi desidera rimanere aggiornato sulle tendenze e le sfide del mercato globale.

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Tilapia: numeri, sfide e opportunità nel commercio mondiale

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Produzione mondiale di tilapia: una voce sempre più centrale nel vocabolario globale dell’acquacoltura. Con oltre 7 milioni di tonnellate stimate nel 2024, questa specie d’acqua dolce guida le dinamiche dell’offerta e della domanda, influenzando direttamente buyer, imprese e stakeholder della filiera ittica internazionale.

L’Asia guida la produzione globale

Nel 2024, l’Asia ha rappresentato oltre il 67% della produzione mondiale di tilapia, con oltre 4,7 milioni di tonnellate. La Cina mantiene il primato globale, ma è l’Indonesia a segnare il ritmo più accelerato di crescita. Il suo ruolo emergente potrebbe presto ridisegnare gli equilibri del mercato asiatico, minando la leadership cinese.

Il tasso medio di crescita globale della produzione di tilapia si attesta tra il 4% e il 6% nel triennio 2023–2025. Numeri che fotografano un segmento in costante espansione, sostenuto da investimenti pubblici e privati in infrastrutture, tecnologie e certificazioni.

Africa e Americhe: stabilità e diversificazione

L’Africa contribuisce con oltre 1,2 milioni di tonnellate, pari al 18% del totale globale. L’Egitto, in particolare, si conferma tra i primi tre produttori mondiali, nonostante una produzione sostanzialmente stabile. Il continente africano continua a investire in progetti regionali, sostenuti anche da programmi europei e multilaterali come Horizon Europe e BlueInvest.

Le Americhe totalizzano circa 800.000 tonnellate (11%). Il Brasile si distingue come player rilevante sia per la produzione domestica che per l’export, mentre negli Stati Uniti prevale il ruolo di mercato di consumo.

Tilapia in Europa e USA: consumo e certificazioni

Gli Stati Uniti restano il primo mercato di consumo mondiale di tilapia, preferendo filetti congelati low-cost, spesso provenienti da Cina, Indonesia e Brasile. Tuttavia, standard igienico-sanitari, trasparenza e certificazioni stanno diventando elementi cruciali anche nel mercato USA.

L’Unione Europea è il secondo mercato di consumo, ma con dinamiche diverse. Il focus è su qualità, sostenibilità e tracciabilità. Le forniture europee provengono in larga parte da Indonesia e Vietnam, entrambi Paesi che si sono adeguati agli standard richiesti, tra cui ASC (Aquaculture Stewardship Council) e Global GAP.

Il rispetto delle certificazioni è diventato precondizione per entrare nei circuiti distributivi europei, aprendo opportunità per operatori che vogliono differenziare le proprie offerte.

Opportunità per l’export e nuovi segmenti di mercato

La produzione mondiale di tilapia si sta adattando rapidamente a nuove richieste di mercato. Il Medio Oriente, la Corea e il Giappone offrono spazi commerciali interessanti grazie alla domanda di prodotti diversificati, come la tilapia affumicata o porzionata, destinata al retail o alla ristorazione.

Una produzione destinata a crescere ancora nei prossimi anni, con particolare attenzione all’adattamento ai mercati regolamentati come quello europeo. L’Italia, sebbene non sia un produttore significativo, può giocare un ruolo come hub logistico e commerciale per l’Europa meridionale, sfruttando competenze nella trasformazione e distribuzione.

Per buyer, distributori e stakeholder del settore ittico, comprendere le dinamiche della filiera globale della tilapia non è più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi.

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Grupo Consorcio a TuttoFood 2025

Grupo Consorcio a TuttoFood 2025

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Grupo Consorcio a TuttoFood 2025 – Grupo Consorcio, azienda spagnola leader internazionale nel segmento premium del mercato delle conserve ittiche, partecipa per la prima volta a TuttoFood, una tra le più importanti manifestazioni per il settore agroalimentare, con la sua filiale italiana Consorcio Italia [Pad. 2, stand G27].

“La nostra presenza a TuttoFood vuole ribadire e consolidare il percorso avviato lo scorso anno con la costituzione della filiale italiana e l’avvio della gestione diretta del business da parte nostra. Essere a TuttoFood ci permette di dare visibilità ai nostri prodotti, di incontrare clienti, attuali e prospect, e di consolidare relazioni utili al nostro progetto. Inoltre, anche il contatto con player internazionali può essere fonte di idee e scambi utili anche a livello locale” – afferma Valeria Piaggio, Vicepresidente di Grupo Consorcio.

“Per quanto riguarda le tendenze, nel nostro comparto notiamo un interesse sempre crescente verso le acciughe del Cantabrico, che, riconosciute per la loro altissima qualità, si stanno affermando sempre di più anche in Italia come piatto da portata e non come semplice ingrediente – dichiara Dario De Stefano, General Sales Manager Italia Grupo Consorcio. In generale, ci troviamo in un momento particolarmente complesso dal punto di vista geopolitico: i consumatori da un lato hanno mostrato una certa sensibilità al prezzo, cosa che ha influenzato notevolmente le decisioni di acquisto, dall’altro lato hanno dato sempre più importanza al valore, all’origine e alla qualità dei prodotti, con una netta preferenza per le conserve di alta qualità, ma anche una forte propensione al gusto locale, all’artigianalità delle proposte, alla praticità di un prodotto”.

Grupo Consorcio a TuttoFood 2025
Grupo Consorcio a TuttoFood 2025

In linea con questi trend, proprio le acciughe del Cantabrico saranno il prodotto di punta della manifestazione per Consorcio: uno degli obiettivi per il 2025 sarà proprio il consolidamento di questa categoria anche in Italia. In particolare, si punterà sulle tradizionali pregiate acciughe del Cantabrico, per rafforzare la posizione di produttori d’eccellenza in questo settore, ma anche sulle novità degli ultimi mesi, come le acciughe del Cantabrico in olio di girasole e in olio piccante, che hanno permesso all’azienda di ampliare l’offerta al consumatore, e sulla nuova linea di piatti pronti a base di tonno e acciughe, realizzati con tecnologia HPP pensati per il banco frigo del take-away.

Inoltre, proprio ieri, Grupo Consorcio annuncia la nomina del nuovo CEO, Jesús Gómez, che guiderà tutte le sedi dell’Azienda nel mondo: Spagna, Perù e Italia. Gómez vanta un solido background nel settore alimentare e della vendita al dettaglio, dove ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale e Amministratore Delegato in importanti aziende.

Grupo Consorcio a TuttoFood 2025

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