Categoria: Pesce In Rete Pagina 8 di 1036

Tecnica, resistenza e mare: il valore delle reti giuste

Tecnica, resistenza e mare: il valore delle reti giuste

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Le reti professionali per la pesca e l’acquacoltura sono oggi strumenti strategici per lavorare meglio e rispettare la risorsa marina. Nel settore ittico, ogni dettaglio operativo può influire sul rendimento complessivo. Le reti, elemento tecnico per eccellenza nella pesca e nell’acquacoltura, restano un fattore chiave spesso sottovalutato. Ma scegliere la rete giusta non è solo una questione di resistenza: è una decisione che incide su costi, sicurezza e sostenibilità.

Lo dimostra Mediterranea Reti, azienda specializzata nella produzione di reti professionali per la pesca e gabbie per l’acquacoltura. Il suo approccio parte dalla funzionalità, si adatta alle condizioni reali — ambientali e operative — e si traduce in soluzioni su misura, collaudate, documentate. Ogni rete è progettata per durare e per lavorare, non per essere sostituita in fretta.

La qualità tecnica si abbina a una selezione rigorosa dei materiali: fibre come Dyneema e nylon ad alta densità, trattamenti resistenti ai raggi UV, soluzioni leggere o ultra-tenaci in base all’impiego. L’attenzione ai dettagli non è accessoria: consente di ridurre rotture, sprechi e sostituzioni anticipate. In breve, meno rifiuti in mare, meno interruzioni operative.

Oggi la sostenibilità non è più un principio astratto: è una leva concreta per lavorare meglio. E anche un’attrezzatura apparentemente semplice può contribuire a definire buone pratiche. Una rete progettata con intelligenza non solo regge meglio lo sforzo, ma accompagna il lavoro giorno dopo giorno, senza diventare un problema.
Per chi opera in mare o gestisce impianti di acquacoltura, affidarsi a reti progettate con precisione significa ridurre gli imprevisti, contenere i costi e lavorare con maggiore controllo. È una scelta operativa, non accessoria. E può fare davvero la differenza. Meno fermi, più affidabilità, impatto ambientale più controllato.

Mediterranea Reti non reinventa la pesca, ma offre un modo intelligente per sostenerla, proponendo un modello produttivo che unisce efficienza tecnica, durabilità e adattamento operativo. Una visione concreta e utile per tutta la filiera del mare, dalla cattura all’allevamento.

Le reti non sono tutte uguali. Quelle progettate con competenza e pensate per durare aiutano la filiera a lavorare meglio, con meno sprechi e più consapevolezza. Mediterranea Reti lo dimostra ogni giorno, con scelte semplici, funzionali e sostenibili.

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Chi orienta davvero le politiche UE sulla pesca? Una radiografia dei gruppi di interesse

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Nel fitto intreccio delle decisioni che definiscono il futuro della pesca in Europa, i veri protagonisti non siedono solo nei palazzi istituzionali. Un recente studio della Fundación MarInnLeg, centro giuridico con sede a Vigo, getta luce sui gruppi di interesse nella pesca europea, offrendo una mappa dettagliata delle organizzazioni che influenzano direttamente le scelte dell’Unione in materia di pesca, trasformazione e sostenibilità.

Il focus è sui Consigli Consultivi della Commissione Europea – in particolare il MAC (Market Advisory Council) e il LDAC (Long Distance Advisory Council) – che vedono la partecipazione attiva di associazioni industriali, ONG ambientaliste e fondazioni internazionali. È lì che si confrontano interessi divergenti, si negoziano priorità e si modellano gli indirizzi normativi che ricadono su tutta la filiera ittica.

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Tra gli attori economici, il report identifica realtà strutturate come Europêche, EAPO e AIPCE-CEP, che rappresentano armatori, cooperative e aziende della trasformazione in tutta Europa, Italia compresa. Sul fronte conservazionista, emergono invece giganti come WWF European Policy Office, Oceana e la Pew Charitable Trusts, sostenuti da fondazioni americane e attivi nel definire obiettivi ambientali, spesso in chiave restrittiva rispetto all’attività di pesca.

Ciò che colpisce è la concentrazione di influenza: un numero ristretto ma altamente strutturato di organizzazioni – sia industriali che ambientalisti – riesce a occupare in modo sistematico i tavoli decisionali europei, grazie a risorse economiche, presenza tecnica e capacità di lobbying. Il report documenta anche i finanziamenti ricevuti da molte di queste organizzazioni, evidenziando come gran parte dei fondi provenga da fonti extraeuropee, con obiettivi che non sempre coincidono con le esigenze del comparto produttivo.

Per l’Italia, lo scenario descritto apre spazi di riflessione strategica. In un contesto europeo dove le decisioni si orientano anche grazie alla partecipazione tecnica e continuativa dei gruppi di interesse, rafforzare la presenza italiana nei consessi consultivi può diventare un passo decisivo per difendere e valorizzare la specificità della filiera nazionale.

La posta in gioco è alta: normative sulle quote, regole tecniche, accesso ai fondi europei, etichettatura, export. Tutti ambiti dove una rappresentanza attiva e ben strutturata può fare la differenza per la competitività del sistema Italia. Ed è proprio la capacità di anticipare queste dinamiche, anziché subirle, a determinare un posizionamento forte e lungimirante della nostra filiera.

Il report della Fundación MarInnLeg è uno strumento prezioso per comprendere chi detta davvero le regole del gioco nella pesca europea. Per la filiera italiana, non è solo un’analisi da leggere: è un invito ad agire con strategia, visione e spirito unitario.

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Eolico offshore e pesca: prima riunione tecnica al MASAF

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Ieri, presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), si è tenuta la prima riunione tecnica in tema di Eolico offshore nella PSM (Pianificazione dello Spazio Marittimo), finalizzata ad avviare le necessarie valutazioni tecniche sugli aspetti connessi agli usi della pesca nelle aree prossime a quelle interessate da eventuali progetti per impianti eolici.

Le Associazioni intervenute hanno espresso forte preoccupazione su questo tema, in quanto ritengono che la pianificazione spaziale marittima non lo affronti in maniera approfondita, limitandosi ad alcune dichiarazioni di carattere generale.

Le possibili ricadute sulla filiera ittica nazionale, senza una adeguata pianificazione, in alcuni areali potrebbero portare ad una diminuzione dell’attività di pesca di oltre il 60%. L’individuazione delle aree maggiormente vocate allo sviluppo dell’energia eolica offshore non può avvenire senza tenere in considerazione conflitti e sinergie con altri usi del mare e della costa.

Il Direttore generale Francesco Saverio Abate ha preso in seria considerazione le osservazioni del settore e ha attivato gli uffici della Direzione per redigere una mappa della intensità dello sforzo di pesca, al fine di rendere possibile le zone di sovrapposizione con le Aree Idonee e le aree di accelerazione per le rinnovabili.

Il Presidente di AGCI Pesca e Acquacoltura, Enrico Casola, ha affermato che lo sforzo da realizzare su questo tema è di contemperare le esigenze dello sviluppo degli impianti eolici offshore in relazione al Piano nazionale di transizione ecologica (PTE) e in coerenza con l’Agenda 2030 e la salvaguardia della pesca e dell’acquacoltura quale presidio per la sicurezza alimentare, la valorizzazione delle risorse marine e la promozione del Made in Italy.

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Gelatina di pesce, un mercato reale. Ma chi in Italia lo sta intercettando?

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È invisibile, ma sta conquistando mercato. La gelatina di pesce, derivata principalmente da pelle e lische, si afferma come ingrediente strategico in diversi settori: dall’alimentare al nutraceutico, dalla cosmetica ai mercati halal e kosher. Un’occasione concreta per valorizzare i sottoprodotti della lavorazione ittica, oggi spesso sottoutilizzati, e creare nuove filiere ad alto valore aggiunto.

Dagli scarti un derivato prezioso

La gelatina è una proteina naturale ottenuta per idrolisi parziale del collagene. Mentre quella suina e bovina domina il mercato mondiale, la gelatina ittica rappresenta una valida alternativa, soprattutto per usi specifici. Si ottiene principalmente da pelle, squame e ossa di pesce, impiegando tecnologie ormai consolidate e sicure. Secondo la FAO, l’uso industriale degli scarti di pesce potrebbe raddoppiare il valore complessivo della materia prima se impiegato in modo efficiente.

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Halal, kosher e pescetariani: mercati in crescita

La domanda di prodotti halal e kosher continua ad aumentare in tutto il mondo, spinta anche dalla crescita delle diete pescetariane e da esigenze di etichettatura trasparente. La gelatina di pesce, a differenza di quella suina, è compatibile con entrambe le certificazioni religiose. Il suo utilizzo è già diffuso in capsule molli farmaceutiche, caramelle gommose e integratori nei mercati del Sud-Est asiatico, Medio Oriente e Nord America.

Secondo dati Innova Market Insights, nel 2024 circa il 15% delle nuove caramelle funzionali lanciate sul mercato globale indicavano esplicitamente l’uso di gelatina ittica o alternativa non animale. In cosmetica, il collagene marino è considerato premium: ricercato per la sua elevata biodisponibilità e assenza di allergeni.

Opportunità per l’industria italiana

In Italia, la gelatina di pesce è ancora un segmento di nicchia, quasi totalmente importato dall’Asia, in particolare da Vietnam, Thailandia e Corea del Sud. Mancano produttori strutturati che sappiano sfruttare le potenzialità offerte dalla filiera nazionale. Eppure il pesce lavorato nei distretti industriali genera ogni anno centinaia di tonnellate di sottoprodotti idonei alla trasformazione.

Un’infrastruttura per la produzione di gelatina ittica, anche in forma consortile o in collaborazione con startup biotech, potrebbe innescare meccanismi virtuosi di economia circolare e aprire nuovi canali B2B. Non solo per l’export, ma anche per fornire aziende italiane di dolciumi, cosmetici e nutraceutici sempre più attente alla tracciabilità degli ingredienti.

Il segmento della gelatina di pesce è un terreno ancora inesplorato per molti operatori italiani, ma ricco di potenziale. Sostenibile, adatto a mercati religiosi e funzionali, e tecnicamente già validato da anni di uso industriale, rappresenta un’opportunità concreta per ripensare il valore del “residuo” ittico. Investire oggi in questa nicchia significa anticipare una tendenza che, altrove, ha già preso forma.

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Novafoodies: tracciabilità della filiera ittica a portata di mano, per una scelta consapevole e informata

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Il progetto europeo Novafoodies, finanziato dal programma Horizon Europe, rappresenta una delle iniziative più ambiziose per trasformare la produzione alimentare ittica in chiave sostenibile, digitale e trasparente.

Con un consorzio di 25 partner provenienti da 11 paesi, tra cui l’Italia, Novafoodies punta a sviluppare sistemi innovativi per la produzione di alimenti funzionali a partire da materie prime marine e d’acqua dolce, con particolare riferimento alle produzioni da Acquacoltura Integrata Multitrofica (IMTA).

Il caso pilota italiano: Aqua De Mâ

Tra i casi pilota, l’Italia è protagonista con Aqua De Mâ, che unisce innovazione tecnologica e tutela dell’ambiente per una filiera ittica trasparente, certificata e responsabile.

Grazie alla collaborazione con il progetto Novafoodies, Aqua De Mâ sta implementando soluzioni avanzate per garantire:
• Filiera trasparente, in grado di restituire al consumatore informazioni affidabili su origine, metodi di allevamento, alimentazione e impatto ambientale;
• Tracciabilità alimentare e logistica, monitorati con tecnologie IoT e Blockchain;
• Sviluppo locale e circolarità, con un’attenzione particolare all’economia blu, al lavoro dignitoso e al rispetto degli ecosistemi marini.

Aqua De Mâ rappresenta un modello replicabile per tutte le realtà che vogliono coniugare innovazione, etica e competitività.

e-Fish: l’innovazione nasce dalla ricerca

In e-Fish, prima ancora di sviluppare nuovi prodotti, investiamo in ricerca e sviluppo attraverso progetti internazionali come Novafoodies.

Crediamo fortemente che l’innovazione debba partire dallo studio, dal confronto e dalla sperimentazione concreta con altri attori del settore: solo così possiamo anticipare i bisogni del mercato e proporre soluzioni davvero utili e sostenibili.

Partecipare a partenariati internazionali come il consorzio Novafoodies ci consente di restare al passo con le tecnologie più avanzate, testare nuovi modelli di filiera e co-progettare il futuro della blue economy con una visione aperta, concreta e orientata all’impatto.

Scarica l’app Novafoodies: il futuro della tracciabilità è nella tua mano

Una delle innovazioni chiave del progetto è la Novafoodies Mobile App, disponibile su landing.novafoodies.eu: uno strumento pensato per restituire fiducia e trasparenza al consumatore finale.
Con un semplice QR code stampato sull’etichetta del prodotto, l’app consente di:
• Conoscere l’origine e il percorso del prodotto ittico;
• Verificare pratiche di sostenibilità, metodi di produzione, certificazioni;
• Premiare i produttori più virtuosi, facendo scelte consapevoli.

Grazie all’integrazione con dispositivi RFID, IoT, AI e Blockchain, ogni fase della filiera viene monitorata, registrata e condivisa in modo sicuro, accessibile e verificabile.

Vuoi sapere davvero cosa porti in tavola?

Scarica subito l’app Novafoodies e diventa parte attiva di una rivoluzione sostenibile!
Scopri da dove proviene il pesce che acquisti, come è stato allevato o pescato, chi lo ha lavorato e con quali standard.
Non è solo trasparenza: è fiducia, è consapevolezza, è il futuro della filiera ittica.

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