Categoria: Pesce In Rete Pagina 84 di 1004

Intervista a David Parreno Duque: sostenibilità e innovazione nel settore ittico europeo

 [[{“value”:”

Intervista a David Parreno Duque: sostenibilità e innovazione nel settore ittico europeo – In questa intervista esclusiva di Pesceinrete, David Parreno Duque, EU Markets Specialist per la Sustainable Fisheries Partnership (SFP), ci parla dell’approccio unico di SFP per promuovere la sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento ittico. Condividerà come l’organizzazione affronta sfide complesse, dalla trasparenza e tracciabilità alla gestione dei rischi ambientali e sociali, e come progetti innovativi come l’iniziativa Target 75 stanno guidando il settore verso un futuro più responsabile. Inoltre, esploreremo il ruolo chiave dei rivenditori, dei consumatori e delle normative europee in questa transizione.

Come noto SFP ha un approccio unico che coinvolge tutta la catena di approvvigionamento ittico per promuovere la sostenibilità sotto tutti i punti di vista. Può dirci come funziona concretamente questa strategia e quali sono gli obiettivi principali che vi guidano?

SFP adotta un approccio globale per promuovere la sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento dei prodotti ittici. Collaborando con le parti interessate a tutti i livelli della filiera, SFP promuove pratiche che favoriscono il miglioramento continuo della produzione ittica.

L’approccio di SFP si basa sulla collaborazione e sulla condivisione dei dati in tutto il settore, coinvolgendo attivamente i fornitori in questo sforzo. Stabilendo obiettivi misurabili e monitorando i progressi, SFP consente alle aziende e alle attività di pesca di identificare le aree di miglioramento e di affrontare sfide specifiche. Questa strategia è progettata non solo per migliorare le singole operazioni, ma anche per guidare un più ampio cambiamento del settore verso pratiche sostenibili, contribuendo a garantire la salute a lungo termine delle risorse marine.

In che modo il vostro lavoro si distingue da quello di organizzazioni che si concentrano esclusivamente sulle certificazioni? 

La sostenibilità è un concetto ampio che richiede un approccio olistico per affrontare le sfide che presenta. Nel settore ittico, la complessità delle catene di approvvigionamento rende la tracciabilità e la trasparenza sfide importanti per le aziende. L’opacità di alcune attività di pesca e le relative questioni di diritti umani in vari punti della catena di approvvigionamento sono problemi critici che richiedono un’attenzione immediata.

Sebbene le certificazioni siano preziose per definire gli standard, spesso si concentrano sul rispetto di criteri specifici in un singolo momento, il che può lasciare irrisolti problemi persistenti in più cicli di certificazione. È qui che interviene la Sustainable Fisheries Partnership (SFP) con un approccio più dinamico e reattivo, mettendo l’accento sul miglioramento continuo dell’intera catena di approvvigionamento. Questo approccio garantisce miglioramenti duraturi e tangibili in termini di sostenibilità, affrontando sfide che le certificazioni da sole fanno fatica a risolvere.

L’approccio basato sul rischio di SFP aiuta le aziende a pianificare e orientare le proprie strategie di acquisto valutando la sostenibilità delle attività di pesca nelle loro catene di approvvigionamento. Questo metodo proattivo consente alle aziende di identificare le attività di pesca che rischiano di perdere la certificazione o quelle che si approvvigionano da aree ad alto rischio. Integrando considerazioni sociali, tra cui un indicatore (Human Rights Risk Indicator, HRRI) che abbiamo sviluppato basato su diversi parametri legati ai diritti umani, questo approccio affronta in modo integrato sia i rischi ambientali che quelli sociali.

Recentemente avete raggiunto obiettivi che convalidano la vostra mission?

Sì, abbiamo fatto passi da gigante nel portare avanti la nostra missione. Un esempio chiave è l’iniziativa Target 75 (T75), che mira a garantire che il 75% della produzione globale dei prodotti del mare sia sostenibile o stia apportando miglioramenti misurabili e coerenti. Il nostro ultimo aggiornamento sullo stato di avanzamento dell’iniziativa T75 ha rivelato promettenti progressi nella sostenibilità in settori quali il tonno (+29.7%), i calamari (+25.9) e il salmone (+32.9%).

Questi progressi non solo rafforzano l’efficacia del nostro approccio, ma sottolineano anche il ruolo fondamentale dell’impegno costante di dettaglianti e importatori. Il loro coinvolgimento attivo nel monitoraggio delle attività di pesca da cui si riforniscono è essenziale, poiché continuano a emergere nuove sfide e rischi. Per ottenere miglioramenti duraturi nel settore della pesca è necessario un impegno costante, e la partecipazione continua è fondamentale per promuovere un cambiamento positivo.

Quali sono le sfide più grandi che il settore ittico europeo deve affrontare per diventare davvero sostenibile?

Il settore della pesca europeo deve affrontare una serie di sfide per diventare veramente sostenibile, molte delle quali sono radicate nella pesca eccessiva, nei cambiamenti climatici e nell’applicazione delle normative. La pesca eccessiva ha storicamente messo a dura prova gli stock ittici e, sebbene le politiche dell’UE come la Politica Comune della Pesca (PCP) abbiano fatto passi avanti nel limitare le catture a livelli sostenibili, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) rimane un ostacolo. Per affrontare questo problema, il settore ha bisogno di sistemi di monitoraggio più rigorosi e di catene di approvvigionamento trasparenti per garantire che i prodotti ittici che entrano nel mercato provengano da fonti sostenibili.
Il cambiamento climatico esacerba queste sfide alterando i modelli di migrazione dei pesci e le condizioni degli habitat, che possono compromettere la stabilità degli stock ittici e la prevedibilità delle stagioni di pesca. Questo aggiunge complessità alle autorità di regolamentazione e ai gestori della pesca nella definizione di quote che siano in linea con le realtà ambientali. Inoltre, l’attuazione di pratiche sostenibili comporta oneri per molti pescatori su piccola scala, che possono non avere le risorse necessarie per soddisfare i requisiti di sostenibilità. Modelli di finanziamento innovativi, incentivi e partenariati strategici sono fondamentali per sostenere queste transizioni, insieme a un impegno più forte da parte dei politici per far rispettare le normative sulla sostenibilità e fornire sostegno economico alle comunità che dipendono dalla pesca.

Secondo lei, le normative europee sono abbastanza forti per garantire una gestione sostenibile della pesca?

Le normative europee si sono evolute in modo significativo per sostenere la gestione sostenibile della pesca. Le direttive recentemente proposte dall’UE, come la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), la Green Claims (Greenwashing) Directive e la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), mirano a elevare gli standard ritenendo le aziende maggiormente responsabili del loro impatto ambientale e sociale.

Insieme, queste direttive potrebbero migliorare notevolmente la sostenibilità del settore ittico europeo, riducendo il greenwashing, imponendo un approvvigionamento responsabile e promuovendo la trasparenza.

L’approccio basato sul rischio di SFP fornisce alle aziende gli strumenti per valutare i rischi di sostenibilità e adottare misure proattive, aiutandole a soddisfare gli standard normativi e a costruire la resilienza delle loro catene di approvvigionamento per garantire la sostenibilità ambientale e sociale a lungo termine.

Alcune aziende fanno fatica a diventare sostenibili. Quali sono, a suo avviso, gli ostacoli principali che possono incontrare in questo processo di miglioramento e come SFP le supporta?

Gli strumenti di SFP creano un solido quadro di riferimento per promuovere la sostenibilità, la responsabilità e la fiducia nella catena di approvvigionamento dei prodotti ittici. Tuttavia, barriere come le carenze nella gestione e nella raccolta dei dati ostacolano ancora una più ampia adozione di pratiche responsabili.

SFP fornisce strumenti essenziali per aiutare le aziende a rispettare gli impegni ambientali e sociali. Per esempio, la nostra piattaforma Seafood Metrics e basata sui dati che consente alle aziende di valutare e gestire i rischi di sostenibilità nelle loro catene di approvvigionamento, prendere decisioni informate, e migliorare le prestazioni ambientali. Un altro strumento chiave (pubblico e gratuito), FishSource, fornisce informazioni dettagliate sugli stock ittici e sulla gestione della pesca, aiutando le aziende a identificare i rischi, a monitorare i progressi e a individuare le aree da migliorare.

Per migliorare la trasparenza, l’Ocean Disclosure Project (ODP) consente alle aziende di rivelare pubblicamente l’origine e la sostenibilità dei loro prodotti ittici, favorendo la fiducia degli stakeholder. Inoltre, il sistema FishSource ID, sviluppato in collaborazione con la FAO, standardizza gli identificatori di pesca per migliorare la trasparenza e garantire l’accuratezza dei dati sia nella pesca su piccola scala che in quella su larga scala.

Finalmente, le nostre tavole rotonde della catena di approvvigionamento (Supply Chain Roundtables) sono fondamentali per promuovere la sostenibilità nel mercato dei prodotti ittici, favorendo la collaborazione tra trasformatori, importatori e altri acquirenti diretti di specifici settori della pesca. Convocate e facilitate da SFP, queste tavole rotonde creano uno spazio pre-competitivo in cui le parti interessate possono mettere in comune le loro conoscenze, competenze e risorse per promuovere miglioramenti misurabili lungo tutta la catena di approvvigionamento. I rivenditori che si riforniscono da fornitori che partecipano attivamente a queste tavole e investono in progetti di miglioramento amplificano ulteriormente questo impatto, accelerando i progressi verso una pesca più sostenibile.

Per spingere l’intero settore verso la sostenibilità è innegabile l’importanza del ruolo dei rivenditori tanto quanto quello dei consumatori. In che modo questi attori possono fare davvero la differenza?

I rivenditori e i consumatori svolgono ciascuno un ruolo critico nel guidare l’industria ittica verso la sostenibilità, fungendo spesso da catalizzatori del cambiamento lungo tutta la catena di approvvigionamento. I rivenditori, in particolare, esercitano una notevole influenza grazie alle loro politiche di approvvigionamento e alle relazioni a lungo termine con i fornitori, che consentono loro di modellare il comportamento del settore promuovendo pratiche responsabili. La trasparenza in questi rapporti non solo crea fiducia, ma incoraggia anche i fornitori ad adottare pratiche più sostenibili, sapendo che i distributori si impegnano a offrire solo prodotti di provenienza responsabile.

I consumatori, a loro volta, svolgono un ruolo cruciale nel promuovere la sostenibilità attraverso scelte d’acquisto consapevoli e una crescente domanda di prodotti provenienti da fonti responsabili, supportati da solide politiche di approvvigionamento sostenibile.

I consumatori europei sono abbastanza consapevoli del ruolo che rivenditori e buyer giocano nella sostenibilità? Come possiamo fare per sensibilizzarli di più?

I consumatori europei sono sempre più consapevoli del ruolo che i rivenditori e gli acquirenti svolgono nel promuovere la sostenibilità dei prodotti ittici. Tuttavia, molti non hanno ancora una piena comprensione dell’impatto che questi attori hanno sulla catena di approvvigionamento. Sebbene i consumatori siano spesso alla ricerca di marchi o certificazioni sostenibili, potrebbero non rendersi conto dei notevoli sforzi che rivenditori e acquirenti compiono dietro le quinte per garantire un approvvigionamento responsabile. Questi sforzi includono il sostegno ai progetti di miglioramento della pesca (FIP), l’incoraggiamento dei fornitori ad adottare pratiche sostenibili e l’investimento in sistemi di tracciabilità per aumentare la responsabilità in tutto il settore.

Il gran numero di marchi e certificazioni ecologiche presenti sul mercato può rendere tutto questo ancora più difficile. Con così tante etichette da consultare, i consumatori possono sentirsi sopraffatti o diventare scettici, il che può erodere la fiducia e ridurre l’efficacia di queste certificazioni nel promuovere un cambiamento significativo.

Cosa spinge, oggi, le aziende del settore ittico a diventare più sostenibili? È più una questione di reputazione, di domanda dei consumatori o di regolamenti?

Oggi le aziende del settore ittico sono sempre più motivate ad adottare pratiche sostenibili a causa di un mix di pressioni normative, aspettative dei consumatori e necessità di proteggere la propria reputazione. Le normative più severe sono un potente motore, che richiede alle aziende di migliorare la trasparenza della catena di approvvigionamento e di affrontare i rischi ambientali e sociali che potrebbero influire sulle vendite e sull’immagine del marchio.

Per i rivenditori, che sono molto visibili al pubblico, allinearsi ai valori dei consumatori attraverso un approvvigionamento sostenibile è essenziale per rimanere competitivi sul mercato. Impegnandosi nella sostenibilità, le aziende non solo rafforzano la loro reputazione, ma costruiscono anche la fiducia degli stakeholder, compresi gli investitori che danno sempre più importanza ai criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).

Rispetto ad altri mercati globali, come si posiziona l’Europa nel percorso verso la sostenibilità del settore ittico?

L’UE è leader mondiale nella promozione della sostenibilità nel settore della pesca. Le recenti direttive dell’UE rafforzano ulteriormente l’impegno della regione verso elevati standard ambientali e sociali, incoraggiando le aziende ad adottare pratiche trasparenti e responsabili lungo le loro catene di approvvigionamento.

L’UE ha anche assunto un ruolo guida nell’adozione di standard di importazione più severi rispetto ad altre regioni, rendendola una forza influente nella promozione della sostenibilità al di là dei suoi confini. I fornitori globali che mirano a entrare nel mercato europeo spesso adattano le loro pratiche per soddisfare questi standard elevati. Di conseguenza, l’UE continua a essere un punto di riferimento nella sostenibilità della pesca, stabilendo parametri che influenzano standard e pratiche a livello internazionale. Tuttavia, cambiamenti nelle tendenze politiche e l’ascesa di alcuni movimenti populisti che negano l’evidenza scientifica potrebbero mettere a rischio questo impegno verso la sostenibilità.

Cosa possiamo fare, come settore e come organizzazioni come la vostra, per accelerare la transizione verso un mercato completamente sostenibile?

Per accelerare la transizione verso un mercato dei prodotti ittici pienamente sostenibile, l’industria deve adottare un approccio globale e multilivello incentrato sul rafforzamento della tracciabilità, della trasparenza e della responsabilità lungo tutta la catena di approvvigionamento. Stabilire percorsi chiari e tracciabili per i prodotti ittici dalla fonte al consumatore è essenziale per creare fiducia e garantire che le dichiarazioni di sostenibilità siano supportate da dati.

Le partnership svolgono un ruolo cruciale in questa trasformazione. Le nostre collaborazioni con organizzazioni influenti come Thai Union, Walmart, Migros o McDonald’s dimostrano il potere dell’azione collettiva nel promuovere un cambiamento a livello industriale. Molti dei nostri partner dispongono già di reti di fornitori ben consolidate, compresi i collegamenti con mercati come quello italiano, che ci permettono di sfruttare queste relazioni per promuovere ulteriormente le pratiche sostenibili.

Per espandere e accelerare questi sforzi, invitiamo nuovi partner a unirsi a noi in questa missione. Lavorando insieme, possiamo creare un effetto a catena in tutta l’industria, consentendo a un maggior numero di fornitori di adottare pratiche responsabili e rendendo un mercato ittico pienamente sostenibile una realtà condivisa.

Intervista a David Parreno Duque: sostenibilità e innovazione nel settore ittico europeo

L’articolo Intervista a David Parreno Duque: sostenibilità e innovazione nel settore ittico europeo proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca

 [[{“value”:”

Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca – Apprezziamo l’impegno del Ministro Lollobrigida e del Governo a difesa del settore ittico italiano, per scongiurare ulteriori riduzioni delle giornate di pesca nel 2025, in particolare nel Mediterraneo Occidentale. Il documento congiunto promosso dall’Italia, insieme a Francia e Spagna diventa così fondamentale per arrivare con una posizione più forte e comune al Consiglio Agrifish di dicembre che deciderà le possibilità di pesca per il prossimo anno.

Il 16 settembre, la Commissione europea ha pubblicato la sua Proposta per le possibilità di pesca 2025. Per il Mediterraneo Occidentale prevede di entrare in una “fase permanente” dopo gli ultimi anni di “fase transitoria”, che hanno visto misure per ridurre le possibilità di pesca del 40%. “Tuttavia, non si è mai parlato di un piano a due fasi, del quale non si conosce il futuro delle decisioni prese per gestire la pesca in quest’area, che potrebbe comportare ancora una riduzione dello sforzo di pesca. Un approccio intollerabile che umilia ancora una volta il nostro comparto.” dichiara Francesca Biondo, direttrice di Federpesca. “Come Federpesca, ci siamo impegnati fin da subito a sostenere questo approccio, sottoscrivendo due lettere unitarie, insieme alle rappresentanze datoriali e sindacali di Francia e Spagna, per rafforzare la posizione dell’Italia in vista del Consiglio Agrifish di fine anno e non trovare compromessi su ulteriori riduzioni delle possibilità di pesca”.

Il documento congiunto promosso dall’Italia rappresenta pertanto una volontà comune da parte di più Paesi membri nel garantire che le misure che andranno ad avere un impatto su migliaia di pescatori e famiglie vengano prese in modo equo e basate su un processo decisionale trasparente, partecipativo e efficace. Non pertanto costruito su scelte improvvisate all’ultimo momento, ma fondato su una riflessione attenta e pianificata, capace di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni a lungo termine. Diventa dunque fondamentale non prevedere ulteriori riduzioni nel 2025, per lasciare il tempo di valutare i risultati degli scorsi anni e prendere decisioni per garantire un futuro al settore, che sia sostenibile a livello economico, ambientale e sociale.

Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca

L’articolo Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%

 [[{“value”:”

AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22% – L‘Associazione Mediterranea Acquacoltori prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%: “Frutto di un vecchio retaggio culturale non aderente allo stato dei fatti” e chiede di sopprimere le parole “e ostriche” al punto 10-bis della Tabella A, Parte III, del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633.

5,5; 9 e 4,8. non sono le temperature medie autunnali, ma le aliquote IVA delle ostriche in Francia, Olanda e Irlanda. L’Italia è l’unico paese membro U.E. che rimane al 22%, quando, dati EUROSTAT alla mano, il prezzo medio alla produzione in Italia si attesta sui 7-10 €/kg, prezzi più che popolari e non certo di lusso.

“Le ostriche italiane – commenta Federico Pinza Presidente A.M.A. – sono oramai un prodotto allevato e ampiamente disponibile sui mercati e quindi vanno inserite nel gruppo dei comuni prodotti ittici e alimentari in genere, assoggettati all’aliquota IVA del 10%”.

“Un simile adeguamento – continua Alessandro Gorla Consigliere A.M.A. con delega all’ostricoltura – andrebbe a vantaggio in primis al potere di acquisto dei consumatori, e in secondo luogo sarebbe una forte motivazione a investire da parte degli agricoltori del mare, come amano chiamarsi i molluschicoltori”.

“Negli ultimi anni – conclude Eraldo Rambaldi Direttore A.M.A. – c’è stata una costante crescita della produzione nazionale di ostriche, e questo trend andrà a compensare il paventato mancato introito dovuto all’adeguamento dell’aliquota, oltre che a sostenere un segmento produttivo, quello della molluschicoltura, di recente particolarmente compromesso dai cambiamenti climatici in atto “.

AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%

L’articolo AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22% proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo”

 [[{“value”:”

Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo” – “La convergenza tra le delegazioni politiche italiana, francese e spagnola sui principali nodi inerenti la pesca in Europa e sul riconoscimento delle difficoltà che stanno affrontando le marinerie dei rispettivi Paesi è un risultato molto importante, che apre un varco per una rimodulazione della strategia di Bruxelles, che fino ad oggi ha soltanto criminalizzato questa attività, penalizzando soprattutto il made in Italy, con il rischio di aprire le porte a prodotti senza adeguate garanzie per i consumatori”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, in merito all’esito del Consiglio di Agrifish, che si è svolto ieri.

“Diamo atto – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore – del lavoro svolto dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e dal sottosegretario di Stato, senatore Patrizio Giacomo La Pietra, che fin dall’inizio del loro mandato hanno promosso il confronto con le rappresentanze del comparto, ascoltando le istanze e le criticità che venivano manifestate.
L’iniziativa rompe un isolamento nel quale si voleva costringere l’Italia, che negli ultimi tempi con coraggio aveva sollevato in sede Ue perplessità rispetto alla linea finora adottata dalla Commissione europea, senza alcuna attenzione per le ricadute economiche, sociali e occupazionali di un segmento importante della produzione alimentare di diversi Paesi, a cominciare dall’Italia stessa, e riconosce i significativi sacrifici sostenuti dal settore negli ultimi anni, che hanno portato a una contrazione delle marinerie, minacciando la capacità di garantire una produzione alimentare sostenibile. Il documento elaborato nel corso della riunione sottolinea la necessità di un approccio equilibrato, che tenga conto delle legittime esigenze di tutela ambientale e del mare, rispetto alle quali i pescatori si sono dimostrati sensibili e pronti a mettersi in gioco, riorganizzando procedure e metodiche delle attività, insieme agli altri due assi che dovrebbe caratterizzare la politica del settore, il sostegno economico alle imprese e la garanzia di equità per i produttori.
Da parte nostra, fin dall’inizio, abbiamo semplicemente chiesto, alle istituzioni nazionali e a quelle dell’Unione, un dialogo costruttivo, che si ponesse come obiettivo il riassetto razionale di un comparto, coniugando sostenibilità ambientale e sostenibilità socio-economica, evitando un clima da crociata, teso a scaricare responsabilità e costi unicamente sulla filiera ittica”.

“Questo primo significativo passo – ha concluso Scognamiglio – potrà essere condiviso anche da altri Stati membri dell’Unione, per giungere, come auspichiamo, ad una visione strategica generale più lucida e costruttiva, co l’intento di assicurare, anche con la collaborazione delle marinerie, la protezione del patrimonio naturalistico marino, la biodiversità e gli stock ittici, sapendo però che l’inquinamento delle acque, la salvaguardia delle specie e l’equilibrio ecologico possono essere raggiunti soltanto attraverso una responsabilizzazione collettiva, che investa anche le attività che si svolgono sulla terraferma. Ma allo stesso tempo occorre rilanciare le attività, valorizzando gli sforzi di imprese e lavoratori, secondo una logica di sostenibilità complessiva”.

Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo”

L’articolo Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo” proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Flotta peschereccia UE: crescita economica e sostenibilità

 [[{“value”:”

Flotta peschereccia UE: crescita economica e sostenibilità  – La relazione economica annuale 2024 sulla flotta peschereccia dell’Unione Europea, pubblicata dalla Commissione Europea, evidenzia un significativo miglioramento delle performance economiche, nonostante le sfide degli ultimi anni. Il report sottolinea come la combinazione di politiche sostenibili e innovazioni tecnologiche stia contribuendo a trasformare il settore della pesca in un esempio di resilienza e adattamento.

Incremento dei profitti e ottimizzazione dei costi

Nel 2023, la flotta peschereccia dell’UE ha registrato un incremento del margine lordo, passando al 24% rispetto agli anni precedenti. Questo miglioramento è il risultato di strategie che hanno ridotto i costi operativi, in particolare quelli energetici, grazie all’adozione di tecnologie più efficienti. I dati confermano inoltre una riduzione delle emissioni, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

Investimenti in sostenibilità

Gli investimenti in tecnologie eco-compatibili, come motori a basso impatto ambientale e sistemi avanzati di monitoraggio, sono cresciuti del 187% rispetto alla media del periodo 2013-2021. Questi interventi non solo riducono l’impatto ambientale, ma migliorano anche la redditività, rendendo la pesca più competitiva sui mercati internazionali.

Crescita della produttività

Un altro dato interessante riguarda la produttività del lavoro. Il valore aggiunto lordo per addetto (GVA) è aumentato del 19% rispetto al 2013, grazie all’automazione dei processi e a una maggiore formazione degli operatori. Questo trend sottolinea come l’innovazione e la specializzazione siano strumenti essenziali per un settore in continua evoluzione.

Sfide e opportunità

Nonostante i progressi, il settore affronta ancora sfide legate alla scarsità delle risorse ittiche e all’aumento dei costi di manutenzione. Tuttavia, l’adozione di pratiche di pesca responsabili e l’incremento delle partnership pubblico-private rappresentano opportunità concrete per garantire la sostenibilità a lungo termine.

Il report 2024 prevede un’ulteriore crescita del settore, sostenuta da programmi di finanziamento dell’UE come il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA). La promozione della pesca sostenibile e la valorizzazione dei prodotti ittici europei saranno al centro delle strategie future, consolidando il ruolo dell’Europa come leader globale nel settore.

La relazione economica annuale 2024 non solo celebra i risultati ottenuti, ma traccia anche una roadmap chiara per affrontare le sfide future. Il settore ittico europeo si conferma un pilastro fondamentale per l’economia blu, capace di coniugare innovazione, sostenibilità e competitività.

I dati del report guideranno dunque le decisioni politiche e i negoziati sui totali ammissibili di cattura (TAC) e nelle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP). Inoltre, la Commissione europea li utilizzerà per sviluppare nuove politiche e iniziative mirate a garantire la sostenibilità economica e ambientale della flotta peschereccia dell’UE nel lungo periodo.

Flotta peschereccia UE: crescita economica e sostenibilità 

 

L’articolo Flotta peschereccia UE: crescita economica e sostenibilità proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 84 di 1004

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy