Categoria: Pesce In Rete Pagina 85 di 1042

Pianificazione Spaziale Marina: una nuova frontiera per la sostenibilità

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Pianificazione Spaziale Marina: una nuova frontiera per la sostenibilità – La gestione degli spazi marini si evolve con un nuovo strumento capace di integrare la sostenibilità ambientale con le esigenze delle attività economiche. L’Ecosystem-Based Marine Spatial Planning Assessment Tool (EB-MSP Assessment Tool), sviluppato da un team internazionale guidato dall’AZTI Technology Centre, rappresenta una svolta per la pianificazione spaziale marina (MSP), un settore cruciale per il futuro degli oceani.

Questo strumento offre un quadro standardizzato per la gestione delle attività marittime, basato sui principi della gestione ecosistemica. L’obiettivo è duplice: promuovere uno sviluppo economico sostenibile e garantire la conservazione della biodiversità marina, elementi oggi più che mai interconnessi. Il suo impatto è stato già validato da uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment, rivista del gruppo Nature.

La forza dell’EB-MSP Assessment Tool risiede nella capacità di adattarsi a diversi contesti geografici, rendendolo uno strumento flessibile e applicabile a livello globale. Non si tratta di una semplice guida teorica: consente di valutare concretamente se i piani di gestione marina includano azioni misurabili e adattabili nel tempo. Questo aspetto è fondamentale in un’epoca in cui la domanda di risorse marine cresce esponenzialmente, tra energie rinnovabili, acquacoltura e turismo marittimo.

Il tool è stato testato con successo nella regione transfrontaliera del Golfo di Biscaglia, sotto la giurisdizione di Francia e Spagna. Lì ha evidenziato la necessità di migliorare la partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali e di allineare meglio gli obiettivi ambientali e socio-economici. In Spagna, ad esempio, si è riscontrata l’urgenza di rafforzare i processi partecipativi e la rappresentanza dei settori minoritari, mentre in Francia l’attenzione si è concentrata sull’identificazione di aree prioritarie per la conservazione e sull’integrazione di nuovi dati scientifici.

Secondo Ibon Galparsoro, coordinatore del progetto, “questo strumento consente di superare il rischio che i piani di gestione marina restino solo sulla carta, favorendo invece un approccio dinamico e basato su evidenze scientifiche”. La metodologia proposta, parte integrante del progetto europeo MarinePlan, sta già ricevendo un’ottima accoglienza nella comunità scientifica e tra i professionisti della pianificazione marina.

Il valore aggiunto dell’EB-MSP Assessment Tool non si limita agli aspetti ambientali. Esso promuove anche la resilienza socio-economica, supportando politiche in grado di bilanciare lo sviluppo economico con la protezione degli ecosistemi marini. In un mondo dove il cambiamento climatico impone nuove sfide, strumenti come questo diventano indispensabili per gestire le risorse marine in modo responsabile e lungimirante.

La strada verso una gestione sostenibile degli oceani passa anche attraverso l’adozione di tecnologie innovative e metodologie condivise. L’EB-MSP Assessment Tool rappresenta un passo concreto in questa direzione, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per le politiche di pianificazione marina a livello globale.

Pianificazione Spaziale Marina: una nuova frontiera per la sostenibilità

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Il caviale che fa bene al pianeta è firmato Caviar de Neuvic

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Il caviale che fa bene al pianeta è firmato Caviar de Neuvic – Quando si pensa al caviale, l’immaginario collettivo lo associa spesso a un simbolo di lusso esclusivo. Oggi, però, questo prezioso alimento diventa anche emblema di sostenibilità grazie all’impegno di Caviar de Neuvic, pioniera nella produzione responsabile su scala mondiale. L’azienda francese, situata nel cuore verde della Dordogna, ha recentemente ottenuto la prestigiosa certificazione Friend of the Sea, confermando il suo ruolo di leader nell’acquacoltura sostenibile.

La certificazione Friend of the Sea non è solo un marchio di qualità, ma un attestato concreto delle pratiche virtuose adottate da Caviar de Neuvic. Il segreto del successo? Un ecosistema produttivo basato su risorse rinnovabili, gestione attenta degli habitat acquatici e una filiera interamente tracciabile. L’acqua, costantemente rinnovata e monitorata, e l’uso esclusivo di mangimi biologici assicurano condizioni ottimali per gli storioni, allevati in spazi ampi per ridurre lo stress e migliorare la qualità del prodotto finale.

Tra le eccellenze ci sono il Caviale Baeri Signature, ottenuto dallo storione Acipenser Baeri, e il raffinato Caviale Signature Osciètre, simbolo di una lavorazione che rispetta i cicli naturali delle specie. A completare l’offerta, lo storione affumicato, realizzato con metodi artigianali che ne esaltano il sapore autentico.

Ma l’impegno di Caviar de Neuvic va oltre la certificazione ambientale. L’azienda è il primo produttore di caviale al mondo a ottenere la certificazione B Corp, riconoscimento che premia le imprese capaci di coniugare performance economiche e responsabilità sociale. Un traguardo che riflette una visione olistica, dove la sostenibilità non è un obiettivo da raggiungere, ma un principio guida che orienta ogni scelta aziendale.

La dedizione verso la conservazione della biodiversità si concretizza anche attraverso il supporto alla World Sturgeon Conservation Society (WSCS) e un comitato interno che monitora costantemente l’impatto ambientale delle attività produttive. In questo modo, Caviar de Neuvic non si limita a produrre caviale: costruisce un modello di business capace di ispirare l’intero settore dell’acquacoltura.

In un mondo dove la domanda di alimenti di lusso cresce di pari passo con la consapevolezza ambientale, Caviar de Neuvic rappresenta la prova tangibile che qualità e responsabilità possono coesistere. Il caviale del futuro è già qui: sostenibile, etico e straordinariamente buono.

Il caviale che fa bene al pianeta è firmato Caviar de Neuvic

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A Roma un evento per rafforzare il commercio ittico con il Canada

A Roma un evento per rafforzare il commercio ittico con il Canada

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A Roma un evento per rafforzare il commercio ittico con il Canada – Si è svolto con successo l’evento Atlantic Canada Seafood Export Cafè, un momento di conoscenza e approfondimento commerciale per il rafforzamento dei rapporti economici tra Italia e il Canada Atlantico, nel settore ittico.

L’iniziativa del Lobster Council of Canada, finanziata dai Governi Federali e Provinciali, in collaborazione con l’Ambasciata del Canada in Italia e con il supporto di Euromed Group S.r.l, la Canadian Chamber in Italy e Assoittica Italia ha visto la partecipazione dell’Ambasciatrice del Canada in Italia, Elissa Golberg, e del Ministro della Pesca e dell’Acquacoltura della Nuova Scozia, Kent Smith, oltre che ad una nutrita delegazione di aziende canadesi ed italiane del settore ittico.

I saluti di benvenuto sono stati a cura di Elissa Golberg, Ambasciatrice del Canada in Italia. Successivamente sono intervenuti Geoff Irvine, Direttore Esecutivo del Lobster Council of Canada; Anna Sacco, Trade Commissioner Assistant dell’Ambasciata del Canada; il Ministro Kent Smith, del Dipartimento della Pesca e dell’Acquacoltura della Provincia della Nova Scotia; Christine Qin Yang, Manager dello sviluppo del mercato del Dipartimento della Pesca canadese e Giuseppe Palma, Segretario Generale di Assoittica Italia.

Il ministro Kent Smith ha avuto inoltre l’opportunità di incontrare una delegazione dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le relazioni anche con la Campania e il suo tessuto imprenditoriale. L’evento, si è concluso con una degustazione di piatti a base di prodotti ittici canadesi abbinati alla tradizione mediterranea e con una sessione B2B tra le aziende canadesi e i numerosi distributori e importatori italiani presenti all’incontro.

Particolarmente interessante la presentazione dei servizi di Assoittica Italia per le imprese ittiche. Giuseppe Palma, segretario di Assoittica Italia, ha rimarcato l’importanza di alcuni settori per la vendita e l’export: l’area igiene e sicurezza alimentare; l’area etichettatura e tracciabilità; l’area aspetti salutistici e nutrizione e l’area dogane. Assoittica Italia rappresenta, a livello nazionale, oltre 130 aziende, con un fatturato totale superiore ai 10 miliardi ed oltre 10.000 impiegati.

Nel 2023, l’import italiano di prodotti ittici dal Canada ha superato i 120 milioni di euro, con un particolare interesse per astici, capesante e altre specie ittiche d’acqua fredda. L’accordo commerciale del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Canada e Unione Europea, ha facilitato gli scambi commerciali eliminando la maggior parte dei dazi doganali e semplificando le procedure di esportazione, nel rispetto dei requisiti europei ed italiani. Il mercato europeo rappresenta solo il primo passo: nei prossimi anni, il settore ittico canadese punta a espandersi ulteriormente verso l’Asia e il Medio Oriente, rispondendo alla crescente domanda globale di prodotti ittici di alta qualità.

Tra le priorità delle istituzioni e delle imprese ittiche del Canada ritroviamo anche la promozione delle migliori pratiche canadesi in tema di sostenibilità ambientale e tutela dell’oceano, con la presentazione di prodotti ittici certificati secondo autorevoli standard internazionali. Le certificazioni come MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council) sono diventate un punto di riferimento per i consumatori, poiché garantiscono che i prodotti provengano da pesca responsabile o da allevamenti sostenibili.

Le sessioni di incontri B2B hanno registrato un’ampia partecipazione, con il coinvolgimento di 30 aziende italiane e oltre 90 appuntamenti con delegazioni di rappresentanza. Le aziende canadesi hanno così avuto l’opportunità di confrontarsi e stringere collaborazioni con le loro controparti italiane, favorendo nuove occasioni di business e rafforzando i legami commerciali tra i due Paesi.

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Unci AgroAlimentare: in Puglia piccole barche e comunità pescatori affamati dall’UE

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Unci AgroAlimentare: in Puglia piccole barche e comunità pescatori affamati dall’UE – La pesca del rossetto nel Golfo di Manfredonia sta subendo l’ennesima azione di dumping sociale da parte della Direzione Generale Mare della Commissione europea con un’opposizione serrata al terzo rinnovo del piano di gestione, per la campagna di pesca 2025-2027.
La richiesta di rinnovo è stata inoltrata tempestivamente ed il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha proposto alla Commissione Ue, a fine ottobre 2024, una nuova versione aggiornata del piano di gestione per la pesca del rossetto all’interno del compartimento marittimo di Manfredonia, ricevendo il parere favorevole da parte del Consiglio consultivo regionale del Medac – Mediterranean Advisory Council, organismo composto da organizzazioni della pesca, associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori.

Nulla è stato lasciato al caso da parte dell’ente di ricerca Cirspe – Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca scrl, istituto riconosciuto dal ministero, nell’elaborazione delle docuentazioni a supporto dell’istanza presentata a Bruxelles. Una proposta supportata anche dall’autorizzazione ricevuta in precedenza dalla stessa Commissione Ue per la campagna di sperimentazione pesca del 2018 e del 2022, che con l’ultimo provvedimento consentiva la pesca fino alla primavera del 2024.

Oggi per il prosieguo delle attività nel prossimo triennio è necessaria una nuova decisione della Commissione europea, ma Unci AgroAlimentare non può che prendere atto che c’è una forte resistenza da parte dell’Esecutivo Ue a concedere il rinnovo.
Ci corre l’obbligo di sottolineare che la pesca al rossetto autorizzata nella precedente campagna, effettuata con tutti gli accorgimenti scientifici possibili, non ha registrato alcuna criticità per il benessere di questa specie (Aphia minuta). Ancora una volta ribadiamo che i pescatori e le comunità costiere basano la loro redditività anche su attività tradizionali e questa è una tipologia di pesca storica nel Golfo di Manfredonia, effettuata soltanto stagionalmente. I pescatori hanno a cuore la tenuta della risorsa ittica, che consentirà loro una sostenibilità economica ed ambientale nel tempo, grazie anche al Piano di gestione, che ha rispettato i parametri richiesti dal Regolamento. Alla luce di tutto ciò, risulta incomprensibile la posizione della Commissione.

“Auspichiamo che da Bruxelles – ha dichiarato Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentaregiunga un segnale positivo, con la presa d’atto della Commissione e il via libera a mantenere viva una tradizione e un’importante opportunità per i piccoli pescatori del comprensorio, con un piano di gestione che coniuga l’attenzione per la sostenibilità ecologica alla tutela del lavoro e del reddito dei pescatori e delle loro famiglie”.

Unci AgroAlimentare: in Puglia piccole barche e comunità pescatori affamati dall’UE

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Per la prima volta pubblicate le statistiche su TAC e giorni in mare in UE

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Per la prima volta pubblicate le statistiche su TAC e giorni in mare in UE – La Commissione europea ha compiuto un passo decisivo verso una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse ittiche pubblicando, per la prima volta, le statistiche ufficiali sulle catture totali ammissibili (TAC) e sui giorni di pesca in mare relativi al 2023. Questo nuovo strumento informativo, che sarà aggiornato annualmente, rappresenta un punto di svolta nella Politica Comune della Pesca (PCP), offrendo una visione chiara delle dinamiche che regolano la sostenibilità degli stock ittici dell’Unione Europea.

I TAC, ovvero i limiti di cattura stabiliti per la maggior parte degli stock ittici commerciali, costituiscono uno dei principali meccanismi di gestione della pesca nell’UE. Definiti annualmente sulla base di rigorosi pareri scientifici, i TAC sono il risultato di complesse negoziazioni tra i Paesi membri e, per gli stock condivisi, con le Organizzazioni Regionali di Gestione della Pesca (RFMO) e Paesi extra-UE. Ogni TAC è specifico per una determinata specie o gruppo di specie in precise aree geografiche, monitorando in modo puntuale le attività di pesca per garantire la conservazione delle risorse marine.

Accanto ai TAC, il regime di sforzo di pesca regola il numero di giorni in cui le imbarcazioni possono operare in mare, misurando l’intensità dell’attività di pesca anche in termini di kilowatt-giorno. Questo sistema permette di controllare non solo la quantità di pesce prelevato, ma anche la pressione esercitata sugli ecosistemi marini, favorendo una gestione più equilibrata delle risorse.

La raccolta e la segnalazione dei dati sono affidate ai singoli Stati membri, che inviano le proprie statistiche alla Commissione Europea per finalità di controllo e conformità agli accordi internazionali. Tali informazioni vengono poi condivise con le ORGP e i Paesi extra-UE nell’ambito di accordi bilaterali, rafforzando la cooperazione globale nella tutela degli oceani.

Le nuove statistiche, consultabili sul sito ufficiale della Commissione europea nella sezione dedicata alle quote di pesca, integrano i dati di Eurostat, offrendo una panoramica completa e dettagliata sull’andamento delle attività di pesca nell’UE. In caso di superamento dei limiti stabiliti, le misure previste includono la chiusura immediata della pesca, una decisione che viene registrata come “arresto della pesca” nelle tabelle statistiche.

Questo livello di dettaglio e trasparenza non solo contribuisce a una gestione più efficace delle risorse ittiche, ma rappresenta anche un’importante opportunità per i professionisti del settore e per il pubblico interessato, favorendo una maggiore consapevolezza sull’importanza di pratiche di pesca sostenibili.

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