Categoria: Pesce In Rete Pagina 86 di 1004

Federpesca: rafforzare Italia in UE per difendere settore pesca

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Federpesca: rafforzare Italia in UE per difendere settore pesca – “In merito alle tensioni degli ultimi giorni relative alle nomine all’interno della Commissione Europea, vogliamo ribadire come sia fondamentale garantire e difendere una forte rappresentanza dell’Italia in seno alla Commissione che, soprattutto nell’ambito delle politiche agroalimentari e della pesca, potrà fare la differenza, nella tutela di un settore primario fondamentale che garantisce prodotti sostenibili e di qualità sulle tavole dei cittadini europei, nella difesa delle specificità della pesca nel Mediterraneo e assicurando che a fianco alla sostenibilità ambientale, al centro delle politiche europee, siano garantite la sostenibilità sociale ed economica di un settore che ha quanto mai bisogno di essere salvaguardato e messo nelle condizioni di lavorare in sicurezza. Per questo auspichiamo che l’Italia possa essere rappresentata tra i Vicepresidenti della Commissione Europea.”

Così in una nota la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca.

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Dove finisce il pangasio vietnamita importato in Europa?

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Dove finisce il pangasio vietnamita importato in Europa? – Il pangasio vietnamita si conferma uno dei prodotti ittici più rilevanti per il mercato europeo. I dati doganali del Vietnam relativi alla prima metà di ottobre 2024 mostrano che le esportazioni verso l’UE hanno raggiunto i 7 milioni di dollari, registrando un aumento del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tuttavia, le esportazioni cumulative fino al 15 ottobre 2024 hanno superato i 134 milioni di dollari, segnando un leggero calo dello 0,01% rispetto al 2023. Questo andamento riflette le oscillazioni del mercato e le sfide legate alla domanda e ai prezzi.

Paesi Bassi: Il cuore del consumo di pangasio in Europa

I Paesi Bassi si confermano il principale mercato europeo per il pangasio vietnamita, rappresentando un esempio di connessione tra scelte alimentari e benessere. Considerati il paese migliore al mondo per qualità e accessibilità alimentare, gli abitanti dei Paesi Bassi adottano uno stile di vita sano che include il consumo regolare di pesce, tra cui il pangasio.

Ad agosto 2024, le esportazioni verso i Paesi Bassi hanno raggiunto 4,4 milioni di dollari, segnando un aumento del 27% rispetto al mese precedente. Nel terzo trimestre del 2024, il valore delle importazioni ha toccato quasi 13 milioni di dollari, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Alla fine di settembre 2024, il totale delle esportazioni verso questo mercato ha raggiunto i 36 milioni di dollari, con un incremento del 2% rispetto al 2023.

La popolarità del pangasio nei Paesi Bassi non è casuale. Il pesce vietnamita è apprezzato per il suo equilibrio tra qualità, gusto e valore nutrizionale, che risponde perfettamente alle esigenze di un’alimentazione sana e bilanciata. Essere il maggiore importatore europeo di pangasio testimonia come questo prodotto abbia conquistato un ruolo centrale sulle tavole olandesi.

Il peso dei filetti congelati e dei prodotti a valore aggiunto

Nei primi nove mesi del 2024, i filetti di pangasio congelati hanno rappresentato il 94% del valore delle esportazioni verso l’UE, raggiungendo oltre 120 milioni di dollari, ma registrando un calo dell’1% rispetto all’anno precedente. Gli altri prodotti ittici, inclusi pesci essiccati e congelati, hanno totalizzato più di 5 milioni di dollari, segnando un aumento dell’1%. Tuttavia, i prodotti ad alto valore aggiunto a base di pangasio hanno subito una contrazione del 6%, raggiungendo 2,6 milioni di dollari.

Prezzi medi e volumi in calo

Il prezzo medio di esportazione del pangasio vietnamita verso l’UE continua a rimanere sotto i 3 USD/kg, con una crescita negativa rispetto al 2023. A settembre 2024, il prezzo medio ha toccato i 2,3 USD/kg, con una diminuzione del 13% rispetto allo stesso mese del 2023. Il mese di maggio si è confermato il periodo di punta per i prezzi, con un valore di 2,55 USD/kg, comunque in calo del 5% rispetto all’anno precedente.

Anche i volumi di esportazione hanno subito una contrazione. Nei primi nove mesi del 2024, febbraio è stato il mese peggiore con poco più di 3.000 tonnellate esportate, in calo del 34% rispetto al 2023. Sebbene settembre abbia registrato un incremento del 3% rispetto all’anno precedente, con quasi 6.000 tonnellate esportate, la tendenza generale mostra una diminuzione progressiva.

Crescite sorprendenti in altri mercati

Oltre ai Paesi Bassi, diversi mercati europei hanno registrato una crescita significativa nelle importazioni di pangasio vietnamita. Tra gennaio e settembre 2024, la Lituania ha visto un aumento del 232%, seguita dall’Irlanda con il 227%, l’Italia con il 163%, la Polonia con il 138% e la Spagna con il 133%. Anche Slovenia, Belgio e Ungheria hanno mostrato incrementi a tre cifre.

Di contro, alcuni paesi hanno ridotto le importazioni. La Finlandia ha registrato un calo drastico dell’89%, seguita dalla Lettonia (-66%), Slovacchia (-39%) e Danimarca (-28%).

Le sfide e le opportunità future

Nonostante l’andamento irregolare delle esportazioni di pangasio verso l’UE, l’ultimo trimestre dell’anno potrebbe rappresentare un’opportunità per gli esportatori vietnamiti. Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, la domanda di prodotti ittici tende ad aumentare, offrendo alle aziende la possibilità di incrementare i volumi e promuovere attivamente il prodotto nei mercati europei.

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Progetti UE per la sicurezza dei mari europei

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Progetti UE per la sicurezza dei mari europei – Dopo le due guerre mondiali, centinaia di migliaia di munizioni inesplose sono state smaltite nei mari europei. Oggi, questi ordigni, incluse munizioni chimiche, bombe e proiettili di artiglieria, giacciono sott’acqua, costituendo una seria e urgente minaccia per l’ambiente marino, la salute umana e lo sviluppo delle attività economiche in mare.

In risposta a questa emergenza, hanno preso il via due nuovi progetti finanziati dall’UE, mirati a mitigare i pericoli rappresentati dalle munizioni sommerse e ad accrescere le conoscenze su questo problema.

Il progetto MUNI-RISK (Risk assessment of sea-dumped munitions in the Baltic Sea), finanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, mira a valutare i rischi ambientali posti dalle munizioni sommerse nel Mar Baltico, a colmare le lacune di conoscenza e a identificare i fattori rilevanti per un’adeguata valutazione del rischio. Verranno inoltre individuate aree geografiche prioritarie dove adottare misure appropriate. Il progetto creerà un database esaustivo dei dati esistenti, individuerà le zone più critiche e condurrà valutazioni del rischio specifiche per i siti destinati a parchi eolici. Con un contributo UE di 1.972.191,50 euro, il progetto si protrarrà fino a ottobre 2027.

Il progetto MMinE-SwEEPER (Marine Munition in Europe – Solutions with Economic and Ecological Profits for Efficient Remediation), finanziato nell’ambito di Horizon Europe, svilupperà tecnologie avanzate per rilevare e identificare le munizioni, monitorare la contaminazione ambientale, prevedere la diffusione dei contaminanti e la corrosione, nonché creare una piattaforma sicura per la condivisione dei dati. Con un finanziamento UE totale di 5.916.095,56 euro, il progetto si concluderà a marzo 2028.

Interventi contro gli ordigni inesplosi (UXO)

Il Mar Baltico e il Mare del Nord sono le aree più colpite dagli ordigni inesplosi (UXO). Si stima che circa 300.000 tonnellate di munizioni dormano nelle acque del Mar Baltico. Affrontare questa problematica in modo tempestivo e collettivo è imperativo. Per questo motivo, il 29 settembre 2023, la Commissione Europea ha riunito gli Stati membri del Mar Baltico nella seconda edizione della Our Baltic Conference per discutere degli UXO.

Con il supporto della Commissione, Danimarca, Germania, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Finlandia e Svezia hanno concordato una serie di impegni comuni per fronteggiare la minaccia rappresentata dalle munizioni sommerse nel Mar Baltico. Gli otto paesi si sono impegnati a colmare le lacune di conoscenza, a mappare le munizioni e a condurre valutazioni approfondite dei rischi.

Fondi UE per le azioni contro gli UXO

L’Unione Europea sostiene finanziariamente le iniziative per affrontare il problema degli ordigni inesplosi:

Il bando di sovvenzioni del 2023 ha portato all’avvio dei progetti MUNI-RISK e MMinE-SwEEPER.

È attualmente aperto un invito a presentare proposte per un progetto pilota mirato a ridurre i pericoli delle munizioni sommerse nei mari europei. Questo bando, con una scadenza fissata al 21 novembre 2024, è finanziato nell’ambito dei progetti pilota dell’UE (PPPA) con un budget di 5,59 milioni di euro.

Progetti UE per la sicurezza dei mari europei

 

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Reti vecchie? Nuove corde!

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Reti vecchie? Nuove corde! – Combinando ricerca e competenze industriali da tutta Europa, il progetto SEARCULAR, finanziato dall’UE, sta sperimentando soluzioni circolari per le attrezzature da pesca, che, se ampliate, potrebbero prevenire ogni anno che migliaia di tonnellate di plastica marina finiscano nell’oceano, sostenendo al contempo una pesca sostenibile.

Guidato dall’istituto di ricerca spagnolo AZTI e coinvolgendo 13 specialisti e organizzazioni di ricerca europee, SEARCULAR collabora strettamente con l’industria della pesca per sviluppare e testare attrezzature innovative in grado di ridurre la quantità di rifiuti marini e microplastiche generate dal settore ittico europeo.

Le attrezzature da pesca sono riconosciute come una fonte significativa di rifiuti marini sia in Europa che a livello globale; diverse iniziative politiche e direttive europee correlate – inclusi il Green Deal europeo, la Direttiva sulla plastica monouso (SUP) e la Direttiva sulle strutture portuali di ricezione (PRF) – includono obiettivi per affrontare la plastica marina, comprese le attrezzature da pesca a fine vita.

Dal ponte delle navi ai porti, SEARCULAR sta sperimentando soluzioni su misura, tra cui lo sviluppo di materiali per attrezzature da pesca più sostenibili, oltre a misure portuali e per le attrezzature a fine vita per affrontare il problema alla fonte.
Se implementate su larga scala, queste soluzioni estenderebbero il ciclo di vita delle attrezzature da pesca, prevenendo ogni anno l’ingresso di quantità significative di plastica nel mare e, allo stesso tempo, generando nuovi flussi di materiali a partire da attrezzature vecchie, favorendo lo sviluppo di un’economia circolare per le attrezzature da pesca.

Quattro soluzioni innovative e pratiche di SEARCULAR per ridurre i rifiuti marini

Ogni anno, migliaia di tonnellate di reti vengono scartate perché giunte al termine della loro vita utile. Durante l’utilizzo, le attrezzature impiegate nelle operazioni di pesca subiscono un forte logoramento, diventando una fonte di microplastiche e rifiuti marini.

Poiché non esiste una soluzione valida per tutte le situazioni di pesca, SEARCULAR sta sperimentando una serie di soluzioni adattate alle esigenze specifiche di diverse attività di pesca, tipi di reti e fasi del ciclo di vita delle attrezzature.

Tra le soluzioni tecniche sviluppate, reti a circuizione a fine vita utilizzate nella pesca tropicale del tonno vengono riutilizzate per produrre corde più resistenti per le reti a strascico. Gli ambienti marini ostili e il contatto ravvicinato con il fondale fanno sì che le corde tradizionali utilizzate nelle reti a strascico si logorino facilmente, con una durata limitata. Dando nuova vita alle vecchie attrezzature, le nuove corde saranno più durevoli, riducendo la quantità di plastica marina generata in mare e il numero di reti scartate nei porti.

Le corde usate per le reti a circuizione, mirate a pesci che vivono vicino al fondale, sono anch’esse soggette a forte abrasione. SEARCULAR sta sviluppando corde “bio-seine” che saranno tre volte più resistenti rispetto ai materiali tradizionali e biodegradabili. In alternativa, dove la durabilità è problematica, vengono testati nuovi modelli di Dispositivi Aggreganti per Pesci (FAD) biodegradabili utilizzati nella pesca a circuizione del tonno, per prevenire l’accumulo di FAD a base di plastica in habitat marini sensibili.

A terra, SEARCULAR sta sviluppando soluzioni per supportare la gestione sostenibile delle attrezzature da pesca nei porti. Sebbene obbligatoria nell’UE, la gestione delle attrezzature a fine vita nei porti è spesso complicata da problemi di smistamento e logistica, portando molte attrezzature alla discarica o all’incenerimento. Per affrontare questa sfida, SEARCULAR sta sperimentando un punto blu replicabile per la raccolta, lo smistamento e il ricondizionamento delle attrezzature, che includerà linee guida per il riciclo dei materiali.

Nell’ambito del progetto triennale, pescatori, produttori di attrezzature e ricercatori stanno lavorando insieme per implementare soluzioni a fine vita per vecchie attrezzature e sviluppare materiali innovativi e pratici, adatti agli ambienti difficili in cui devono essere utilizzati.

Oihane C. Basurko di AZTI, coordinatrice del progetto SEARCULAR, ha dichiarato: “Le soluzioni di SEARCULAR faciliteranno la riduzione del contributo dell’industria della pesca ai rifiuti marini e alle microplastiche, permettendo l’implementazione di approcci innovativi e circolari per la produzione, l’uso e la gestione delle attrezzature a fine vita. Collaborare con partner industriali e stakeholder è un elemento chiave per garantire che il progetto offra soluzioni pratiche che funzionino sia per l’ambiente marino che per i pescatori di tutta Europa.”

Rune Sand, capitano della nave Fortuna, ha commentato: “Mari puliti e ambienti marini sani sono cruciali per il nostro sostentamento in mare come pescatori. È di grande importanza per noi poter passare a corde biodegradabili per le reti a circuizione, contribuendo a ridurre le microplastiche rilasciate dalle corde convenzionali. I pescatori hanno una conoscenza unica da offrire, ed è per questo che stiamo lavorando a stretto contatto con SEARCULAR per sviluppare soluzioni pratiche che possiamo adottare a bordo. Come pescatore a circuizione, sono determinato a contribuire a risolvere il problema dell’inquinamento da plastica e a mantenere competitivo il settore della pesca.”

Reti vecchie? Nuove corde!

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Unci AgroAlimentare: politica superi divisioni, con Fitto in UE avviare rilancio agricoltura e pesca

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Unci AgroAlimentare: politica superi divisioni, con Fitto in UE avviare rilancio agricoltura e pesca – “Il Paese ha bisogno di una presenza significativa in Commissione europea e la strategia di rilancio di agricoltura, pesca e di tutti i settori produttivi passa necessariamente attraverso un ruolo di primo piano a Bruxelles“. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“La politica italiana – ha proseguito il rappresentante dell’associazione di categoria – non può arrivare divisa ad appuntamenti importanti come quelli che si stanno giocando in queste ore in Unione europea. È necessario mettere da parte logiche di contrapposizione e guardare all’interesse generale. L’intero sistema Unci auspica uno sforzo di tutti i partiti per supportare in maniera unitaria la candidatura del ministro Raffaele Fitto, alla vicepresidenza dell’organo esecutivo dell’Ue. Soltanto se si mettono da parte schieramenti e fazioni, infatti, è possibile creare le condizioni per tutelare gli interessi nazionali e dare forza alla rappresentanza italiana, determinando così un adeguato equilibrio tra contesto nazionale ed europeo.

Non cogliere questa occasione, vanificarla, sarebbe un grave errore, con ricadute negative sotto il profilo economico e sociale.
Per promuovere il made in Italy, per difendere il grande patrimonio del nostro Paese, le tradizioni e l’innovazione, il sapere, le abilità, le competenze, le esperienze e le specificità delle nostre produzioni, la loro qualità e originalità, soprattutto nel settore agroalimentare, e aprire sempre nuovi mercati, occorre essere protagonisti nei processi decisionali dell’Unione europea.

È necessario portare avanti scelte importanti per la valorizzazione del lavoro e delle imprese italiane, ma che possono svolgere una funzione di stimolo e di potenziamento per l’intero continente, senza penalizzare nessuno, se maturate in una visione globale.
In particolare, per l’agricoltura e la pesca, troppo spesso finite nel mirino di decisori poco interessati alla sostenibilità sociale e occupazionale delle politiche comunitarie, e per nulla attenti alle esigenze nazionali di un Paese all’avanguardia in tali comparti, se non addirittura consapevolmente ostili, c’è bisogno di rappresentanti istituzionali che conoscano le realtà e che siano pronti ad impegnarsi per la loro crescita”.

“Alla luce di tutto ciò – conclude Scognamiglio – avvertiamo l’esigenza di lanciare un accorato appello al mondo politico nazionale e alle deputazioni europee, affinchè si superino le tensioni e gli ostcaoli, archiviando i tatticismi, e si trovi la quadra attorno al nome di Fitto, quale rappresentante di un più ampio e alto progetto di governo dei processi in sede europea”.

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