Categoria: Pesce In Rete Pagina 87 di 1004

ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo

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ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo – La Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), Europêche e COGECA, i principali partner sociali europei del settore della pesca, hanno adottato una risoluzione congiunta durante la loro recente riunione plenaria. L’obiettivo è affrontare con urgenza le sfide che minacciano la pesca nel Mediterraneo e le comunità costiere che dipendono da essa. Questo documento mette in evidenza la necessità di politiche equilibrate che supportino non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella sociale ed economica.

La risoluzione sottolinea i significativi progressi nella gestione sostenibile degli stock ittici del Mediterraneo. I tassi di sovrasfruttamento sono infatti scesi al livello più basso registrato nell’ultimo decennio. Tuttavia, questi miglioramenti non bastano a compensare l’impatto negativo sul tessuto socioeconomico delle comunità costiere. Il numero di aziende, imbarcazioni e posti di lavoro legati alla pesca continua a diminuire, mettendo in crisi un settore cruciale per molte famiglie e per l’intera economia locale.

Le richieste chiave della risoluzione

I partner sociali hanno avanzato una serie di proposte per garantire un futuro sostenibile alla pesca nel Mediterraneo:

1. Congelamento degli sforzi di pesca ai livelli del 2024: si richiede una sospensione di ulteriori restrizioni fino al 2027, per valutare gli effetti delle politiche attuali senza introdurre ulteriori pressioni sul settore.

2. Approccio integrato: è fondamentale una strategia globale che consideri congiuntamente gli aspetti ambientali, economici e sociali. Questo approccio mira a creare equilibrio tra la tutela degli ecosistemi marini e la sopravvivenza delle comunità costiere.

3. Sostegno alle comunità colpite: misure concrete come risarcimenti, programmi di formazione e incentivi economici sono essenziali per aiutare le comunità a fronteggiare la riduzione delle attività di pesca.

4. Tempistiche ambientali estese: si propone di adottare scadenze realistiche per raggiungere obiettivi come il rendimento massimo sostenibile (MSY), consentendo alle aziende di adattarsi gradualmente senza compromettere la loro sopravvivenza.

Un appello per processi legislativi equi

ETF, Europêche e COGECA hanno inoltre sottolineato l’importanza di processi legislativi trasparenti e inclusivi. Hanno esortato l’Unione Europea a rispettare le procedure stabilite, garantendo consultazioni adeguate con le parti interessate e gli Stati membri prima di implementare nuove normative.

La risoluzione congiunta rappresenta un appello unificato per un’azione politica che sostenga l’industria della pesca del Mediterraneo. I partner sociali ribadiscono il loro impegno per una pesca sostenibile che mantenga la sicurezza alimentare in Europa, protegga i posti di lavoro locali e tuteli le comunità costiere. Solo un approccio integrato e bilanciato potrà garantire un futuro prospero per questo settore cruciale.

ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo

 

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Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera

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Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera – Il granchio blu (Callinectes sapidus), specie invasiva originaria dell’Atlantico occidentale, sta mettendo a dura prova gli allevamenti di vongole e altri bivalvi in alcune regioni italiane, con gravi ripercussioni economiche e ambientali. L’emergenza ha colpito duramente il Veneto e l’Emilia Romagna, dove l’impatto devastante di questo crostaceo ha portato all’azzeramento di un indotto che, fino a poco tempo fa, generava un giro d’affari annuo di 200 milioni di euro e riforniva il 90% del prodotto nazionale.

Enrico Caterino, Commissario straordinario all’emergenza per il granchio blu, aveva già anticipato la gravità della situazione in un’intervista a Pesceinrete, ribadendo come il problema si sia aggravato al punto da richiedere un piano di intervento straordinario. Ieri, in audizione alla Camera delle Commissioni riunite di Ambiente e Agricoltura, Caterino ha sottolineato che il granchio blu ha trovato un habitat ideale nel Delta del Po, dove la combinazione di fattori ambientali favorevoli ha determinato una crescita esponenziale della sua popolazione. A differenza di altre aree colpite, come Puglia e Sardegna, i danni più ingenti sono concentrati proprio nel Nord Italia, mentre in Friuli Venezia Giulia si registrano principalmente danni alle reti dei pescatori.

La strategia messa in campo dal Commissario si concentra su un Piano di intervento mirato, con soluzioni che potrebbero essere estese anche ad altre regioni in futuro. Tra le misure adottate, spiccano le campagne di cattura selettiva, durante il periodo riproduttivo delle femmine ovigere, che possono deporre tra 700mila e 2 milioni di uova per ciclo riproduttivo, con punte fino a 7-8 milioni in base alle dimensioni. La cattura potrebbe avviene anche nel periodo di maggiore fecondazione utilizzando metodi innovativi, come l’uso di granchi maschi come esca in apposite nasse, una tecnica suggerita da esperti americani.

Nonostante l’impegno delle autorità, la complessità della situazione richiede soluzioni rapide e flessibili. Per garantire maggiore efficacia, è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico ristretto. Inoltre, sono in fase di valutazione collaborazioni con imprenditori stranieri, provenienti da Paesi come Turchia e Sri Lanka, interessati all’acquisto di granchio blu e a promuovere iniziative di prelievo controllato del granchio blu.

Questa emergenza evidenzia la necessità di una gestione integrata e sostenibile delle risorse marine, nonché di una maggiore sensibilizzazione sul fenomeno delle specie invasive. Il futuro degli allevamenti italiani dipende dall’efficacia delle strategie adottate e dalla capacità di mitigare i danni causati da questa minaccia.

Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera

 

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Pesca. Ddl bilancio, poche mosse per alleviare emergenza settore

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Pesca. Ddl bilancio, poche mosse per alleviare emergenza settore  – Sono solo sei le proposte che le Associazioni nazionali cooperative e armatoriali della pesca inviano al MASAF e al Parlamento, chiedendo attenzione, nell’iter di approvazione del Ddl bilancio 2025, per un settore colpito da diverse emergenze ambientali (granchio blu e altre specie aliene, mucillagini, morie a seguito alluvioni e riscaldamento acque) e da normative europee che ne hanno ridotto operatività e redditività:

1) Eliminazione del “ticket licenziamento” NASpI nei casi in cui lo sbarco non dipenda dalla volontà dell’armatore ma dal codice della navigazione
2) Mantenimento dell’iscrizione nei regimi previdenziali di appartenenza per i pescatori che nelle zone colpite dal granchio blu non riescono a pescare molluschi in maniera esclusiva o prevalente
3) Abbassamento dell’IVA per le ostriche (di cui l’allevamento è in crescita quale diversificazione delle produzioni di vongole e cozze colpite dal granchio blu) dal 22 al 10%
4) Sospensione dei termini tributari e contributivi per i soggetti operanti nelle zone colpite dall’emergenza granchio blu
5) Proroga DURC e DURF al 31/12/2025
6) Rifinanziamento dell’annualità del Programma Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura

“In considerazione del quadro di difficile congiuntura e con senso di responsabilità abbiamo ritenuto di avanzare, con le Associazioni armatoriali, poche proposte essenziali per fare fronte alle emergenze e mantenere le attività indispensabili dell’unico strumento di programmazione del settore” affermano AGCI Agrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare anche se la pesca italiana richiederebbe ben altri interventi di sostegno.

“Ci auguriamo – concludono le Associazioni – che Governo e Parlamento trovino le risposte giuste anche per la pesca, più volte riconosciuta negli ultimi anni quale importante componente della nostra economia, cultura ed alimentazione in tante occasioni locali e nazionali, e traducano nel concreto sia in Italia che a Bruxelles questa buona considerazione”.

Pesca. Ddl bilancio, poche mosse per alleviare emergenza settore

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Pubblicate le linee guida gratuite per la transizione dai codici a barre ai QR code GS1

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Pubblicate le linee guida gratuite per la transizione dai codici a barre ai QR code GS1 – La seconda rivoluzione del codice a barre è partita e con “Sunrise 2027” ha preso il via la road map verso il 2027, quando il barcode tradizionale lascerà il posto al QR code standard GS1, che può contenere una grande quantità di informazioni sui prodotti e renderle facilmente accessibili tramite smartphone.

Per aiutare le aziende di Produzione e di Distribuzione ad affrontare questa transizione epocale, GS1 Italy ha pubblicato la guida gratuita “GS1 Digital Link. Buone pratiche per la creazione del tuo QR code standard GS1“. Un documento agile che fornisce alle imprese tutte le informazioni necessarie per aggiornare il QR code tradizionale di un prodotto incorporandovi il GS1 Digital Link URI, ovvero un tipo speciale di URL che, oltre a fornire un punto di accesso alle informazioni digitali sulla referenza, è strutturato per consentire la lettura diretta del numero di identificazione del prodotto da uno scanner di codici a barre. Un passaggio, quello dal QR tradizionale al QR code standard GS1, che ne arricchisce le funzioni, aprendo la strada a molteplici utilizzi e abilitando una vasta gamma di potenzialità che rivoluzioneranno completamente l’esperienza dei consumatori.

Il plus dello standard GS1 Digital Link è la sua ampia flessibilità, che permette alle aziende di scegliere la soluzione migliore per creare il proprio GS1 Digital Link URI. Come viene spiegato nelle linee guida appena pubblicate che propongono cinque best practice per creare il GS1 Digital Link URI per la propria realtà azienda:

  • Utilizzare il dominio internet del brand.
  • Utilizzare un sottodominio.
  • Utilizzare il reindirizzamento.
  • Essere brevi.
  • Includere i dati per supportare i processi di business.

Ogni best practice è illustrata sia negli aspetti tecnici che attraverso i benefici ottenuti dalle aziende che le hanno già adottate.

Alle linee guida, GS1 Italy ha affiancato tre checklist – una rivolta ai produttori, una ai retailer e una ai solution provider – che forniscono indicazioni e suggerimenti specifici per pianificare e sviluppare un progetto pilota 2D, ripercorrendo gli elementi tecnici da esaminare e gli stakeholder, interni ed esterni, da allineare e coordinare.

Sul sito di GS1 Italy può scaricare le linee guida “GS1 Digital Link. Buone pratiche per la creazione del tuo QR code standard GS1” e le checklist a supporto dei piloti 2D appena pubblicate, oltre a trovare tutte le informazioni sulla transizione ai QR code standard GS1.

Pubblicate le linee guida gratuite per la transizione dai codici a barre ai QR code GS1

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Benessere della tilapia: partnership FAI e Università del Cairo

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Benessere della tilapia: partnership FAI e Università del Cairo – L’acquacoltura è un settore strategico per l’Egitto, uno dei maggiori produttori mondiali di tilapia. In questo contesto, la recente partnership tra la FAI (Fish Welfare Initiative) e l’Università del Cairo rappresenta un passo significativo verso la promozione di pratiche sostenibili e l’ottimizzazione del benessere dei pesci. Questo ambizioso progetto coinvolge anche l’Ethical Seafood Research (ESR), il Laboratorio Centrale Egiziano per la Ricerca sull’Acquacoltura (CLAR), Aquavet Egypt e la Kafr El Sheikh University, consolidando una rete di collaborazione tra accademici ed esperti del settore.

La partnership mira a trasformare il modo in cui viene allevata la tilapia, promuovendo standard etici e sostenibili che garantiscano sia la salute degli animali che la qualità delle proteine prodotte. Grazie a questa iniziativa, veterinari, studenti e allevatori saranno formati su pratiche innovative per migliorare la gestione della salute e delle malattie, contribuendo al tempo stesso alla protezione degli ecosistemi.

Focus sul benessere per una produzione sostenibile

L’importanza di prioritizzare il benessere dei pesci è al centro di questa iniziativa. Le nuove pratiche proposte non solo mirano a migliorare le condizioni di vita della tilapia, ma anche a garantire una maggiore sostenibilità delle attività di acquacoltura. In un momento in cui la domanda di pesce continua a crescere a livello globale, questo approccio è fondamentale per soddisfare le esigenze del mercato senza compromettere la salute degli ecosistemi.

La partnership si propone di sviluppare un modello personalizzato di benessere dei pesci, adatto alle condizioni specifiche dell’Egitto. Questo è particolarmente rilevante dato il ruolo del paese come leader nel settore dell’acquacoltura, che ora ha l’opportunità di posizionarsi come punto di riferimento globale per le pratiche etiche e sostenibili.

Benefici per il settore e per l’ambiente

Oltre a migliorare la qualità della vita degli animali allevati, la collaborazione tra mondo accademico e industria è destinata a portare significativi vantaggi economici. Una gestione più efficace della salute dei pesci e delle malattie, unita a una formazione mirata per i futuri veterinari e allevatori, consentirà di aumentare la produttività e la redditività delle aziende agricole. Questi miglioramenti avranno un impatto diretto sulla sicurezza alimentare e sull’economia nazionale, rendendo il settore ittico egiziano più competitivo sul mercato globale.

Verso un’acquacoltura etica e innovativa

La collaborazione tra la FAI, l’Università del Cairo e gli altri partner coinvolti segna una svolta nella gestione del benessere dei pesci in Egitto. Grazie a un approccio integrato che combina conoscenze scientifiche, innovazione tecnologica e formazione pratica, il paese è pronto a guidare una nuova era per l’acquacoltura sostenibile. Questo progetto non è solo un passo avanti per il benessere della tilapia, ma rappresenta anche un esempio di come la sinergia tra ricerca e industria possa trasformare interi settori produttivi.

Benessere della tilapia: partnership FAI e Università del Cairo

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