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Ruolo delle comunità locali e partecipazione pubblica

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Ruolo delle comunità locali e partecipazione pubblica – Lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile, come l’eolico offshore, non può prescindere dal coinvolgimento delle comunità locali. In Sicilia, una regione con una lunga tradizione marittima e una forte identità locale, il ruolo delle comunità costiere è fondamentale per il successo dei progetti di energia eolica offshore. Il coinvolgimento attivo delle popolazioni locali non solo può garantire una maggiore accettazione dei progetti, ma può anche creare opportunità economiche, educative e sociali per le comunità stesse.

 

L’importanza del consenso locale

Il consenso delle comunità locali è un elemento cruciale per il successo dei progetti di energia rinnovabile. La costruzione di parchi eolici offshore può generare preoccupazioni tra la popolazione, legate all’impatto visivo, alla possibile interferenza con le attività economiche tradizionali (come la pesca) e all’effetto sull’ambiente marino. Senza un dialogo aperto e trasparente, queste preoccupazioni possono trasformarsi in una forte opposizione ai progetti, rallentandone o addirittura bloccandone lo sviluppo.
In questo contesto, la partecipazione pubblica gioca un ruolo fondamentale. Coinvolgere le comunità locali fin dalle prime fasi di progettazione consente di creare un dialogo costruttivo e di affrontare le preoccupazioni in modo tempestivo. Le consultazioni pubbliche, i forum aperti e i processi partecipativi possono aiutare a costruire un consenso intorno ai benefici dell’eolico offshore, evidenziando i vantaggi ambientali, economici e sociali dei progetti.

Opportunità economiche per le comunità locali

Lo sviluppo dell’eolico offshore offre numerose opportunità economiche per le comunità locali. La costruzione, l’installazione e la manutenzione delle turbine offshore richiedono una forza lavoro qualificata, e questo può tradursi in nuove opportunità di occupazione per i residenti delle aree costiere. Le comunità locali possono beneficiare anche della creazione di nuove imprese che forniscono servizi correlati, come la logistica, la manutenzione o la fornitura di materiali.
Inoltre, l’energia eolica offshore può generare entrate fiscali per le amministrazioni locali, che possono essere reinvestite in servizi pubblici e infrastrutture per migliorare il benessere della popolazione. Le partnership pubblico-private possono contribuire a garantire che una parte dei profitti derivanti dai progetti eolici offshore venga reinvestita nelle comunità locali, attraverso la creazione di fondi per lo sviluppo comunitario o iniziative di formazione professionale.

Progetti educativi e sensibilizzazione ambientale

Un altro aspetto importante del coinvolgimento delle comunità locali riguarda l’educazione e la sensibilizzazione ambientale. I progetti di energia eolica offshore offrono un’opportunità unica per promuovere la consapevolezza sulle questioni ambientali e sui benefici delle energie rinnovabili. Le scuole, le università e i centri di formazione locali possono integrare nei loro programmi didattici tematiche legate all’eolico offshore, formando una nuova generazione di cittadini consapevoli e professionisti qualificati.
In particolare, le comunità costiere siciliane, che hanno una lunga storia di interazione con il mare, possono essere coinvolte in iniziative educative che sottolineano il valore della sostenibilità e della protezione dell’ambiente marino. La creazione di programmi di educazione ambientale per bambini e giovani potrebbe rafforzare il legame tra le comunità locali e il mare, promuovendo al contempo una maggiore accettazione dei progetti di energia eolica offshore.
Le visite guidate ai parchi eolici offshore o la creazione di centri didattici interattivi dedicati all’energia rinnovabile potrebbero diventare strumenti efficaci per sensibilizzare la popolazione e i turisti sui benefici ambientali ed economici dell’eolico offshore.

Il dialogo tra settori economici: pesca, turismo e energia

Il coinvolgimento delle comunità locali non può prescindere dal dialogo tra i diversi settori economici che operano nelle aree costiere. In particolare, il settore della pesca e quello del turismo rivestono un’importanza cruciale per l’economia siciliana, e lo sviluppo dell’eolico offshore deve essere compatibile con le esigenze di questi settori.
La pesca è una delle principali attività economiche delle comunità costiere siciliane, e qualsiasi progetto di sviluppo offshore deve tenere conto delle esigenze dei pescatori locali. Il dialogo tra gli sviluppatori dei progetti e i rappresentanti del settore ittico è essenziale per identificare soluzioni che consentano di minimizzare l’impatto delle turbine sulle aree di pesca. In alcuni casi, le aree intorno ai parchi eolici offshore possono essere designate come zone di pesca protetta, favorendo il ripopolamento ittico e creando nuove opportunità per i pescatori locali.
Anche il settore turistico può beneficiare dello sviluppo dell’eolico offshore. Sempre più turisti sono interessati a visitare destinazioni che dimostrano un impegno concreto per la sostenibilità ambientale. Le turbine eoliche offshore potrebbero essere percepite come un simbolo di innovazione e sostenibilità, attirando visitatori interessati a scoprire come la Sicilia sta contribuendo alla transizione energetica. Inoltre, le aree costiere attorno ai parchi eolici potrebbero essere valorizzate attraverso la creazione di percorsi turistici o attività ricreative, come escursioni in barca o snorkeling, che combinano l’esperienza turistica con l’educazione ambientale.

Il ruolo delle istituzioni locali nel garantire la partecipazione pubblica

Le istituzioni locali hanno un ruolo chiave nel garantire il successo della partecipazione pubblica nei progetti di eolico offshore. Le amministrazioni comunali e regionali devono essere proattive nel promuovere il dialogo tra le comunità locali e gli sviluppatori dei progetti, garantendo che i cittadini abbiano l’opportunità di esprimere le loro opinioni e di partecipare ai processi decisionali.
In particolare, le istituzioni locali possono facilitare la creazione di tavoli di confronto tra i diversi attori coinvolti, inclusi i rappresentanti del settore ittico, turistico e energetico. Questi tavoli di confronto possono diventare luoghi di dialogo e cooperazione, dove le parti possono discutere delle potenziali problematiche e identificare soluzioni condivise.
Le amministrazioni locali devono anche garantire che i benefici economici derivanti dallo sviluppo dell’eolico offshore siano equamente distribuiti tra le comunità. Questo può essere realizzato attraverso la creazione di fondi per lo sviluppo comunitario, che utilizzano una parte dei profitti generati dall’energia eolica per finanziare progetti locali, come la costruzione di infrastrutture, la creazione di centri educativi o il sostegno a iniziative di sviluppo economico sostenibile.

Promuovere una visione condivisa di sostenibilità

Uno degli obiettivi principali del coinvolgimento delle comunità locali deve essere la promozione di una visione condivisa di sostenibilità. L’eolico offshore rappresenta una straordinaria opportunità per dimostrare come l’innovazione tecnologica e la protezione dell’ambiente possano andare di pari passo. Le comunità locali possono essere partner attivi in questa transizione, contribuendo a definire strategie di sviluppo sostenibile che tengano conto delle specificità culturali, sociali ed economiche del territorio.
Le consultazioni pubbliche non devono limitarsi a fornire informazioni sui progetti, ma devono essere un’opportunità per raccogliere suggerimenti e proposte dalla popolazione. Le comunità locali possono offrire una prospettiva unica su come integrare l’eolico offshore con le attività tradizionali, contribuendo a rendere i progetti più inclusivi e sostenibili.

Il successo dello sviluppo dell’energia eolica offshore in Sicilia dipende in larga misura dal coinvolgimento delle comunità locali. Un dialogo aperto e trasparente, basato sulla partecipazione attiva delle popolazioni costiere, è essenziale per garantire una transizione energetica equa e sostenibile. Le comunità locali, se adeguatamente coinvolte, possono diventare protagoniste di questo processo, beneficiando delle opportunità economiche, educative e sociali offerte dall’eolico offshore. Con il giusto approccio, la Sicilia può trasformare l’energia eolica offshore in un motore di sviluppo sostenibile per le generazioni future.

Fonte: Offshore Wind Outlook 2019 – IEA​(IEA)
World Economic Forum – Offshore Wind and Communities​(World Economic Forum)

Ruolo delle comunità locali e partecipazione pubblica

Attraverso il bando regionale “Sicilia che Piace”, promosso dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana, In Rete SRL ha sviluppato il progetto “Eolico Offshore Sicilia: energia e sviluppo”, un’iniziativa articolata e innovativa che esplora l’energia rinnovabile, con un focus sull’eolico offshore in Sicilia. Questo progetto multidimensionale è strutturato per informare e sensibilizzare il pubblico sui vantaggi delle energie sostenibili, attraverso un approccio multimediale che integra articoli, documentari, e piattaforme online.

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Entro il 30 novembre è possibile presentare la candidatura per il STECF

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Entro il 30 novembre è possibile presentare la candidatura per il STECF – C’è tempo fino al 30 novembre per presentare la candidatura per diventare uno dei nuovi membri del Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (STECF), l’organismo che offre alla Commissione europea consulenze scientifiche e socioeconomiche sulle politiche di pesca, acquacoltura e sugli aspetti correlati. I membri, che saranno nominati per un periodo di tre anni, contribuiranno con il loro supporto alla definizione delle proposte legislative e alla supervisione della politica comune della pesca (PCP).

La Commissione cerca professionisti con competenze a livello europeo o internazionale, incluse le regioni ultraperiferiche, in vari ambiti: dalla biologia marina applicata alla conservazione, all’approccio ecosistemico nella gestione della pesca, alla gestione di ecosistemi marini, aree protette e alla gestione delle catture accessorie di specie sensibili. Saranno particolarmente apprezzate le competenze tecniche nelle attrezzature di pesca, nell’acquisizione di dati scientifici utili alla PCP, nella valutazione dei piani di gestione a lungo termine, e nelle analisi economiche e sociali per i settori della pesca e dell’acquacoltura.

Gli interessati devono poter partecipare attivamente alle tre riunioni annuali del comitato, contribuendo alle discussioni, preparandosi in anticipo e rivedendo i documenti di lavoro. Qui tutte le informazioni.

Entro il 30 novembre è possibile presentare la candidatura per il STECF

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Sfide e soluzioni per l’eolico offshore in Sicilia

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Sfide e soluzioni per l’eolico offshore in Sicilia – L’energia eolica offshore offre numerosi vantaggi, ma non è priva di sfide. Lo sviluppo di parchi eolici offshore richiede investimenti ingenti, infrastrutture avanzate e competenze tecniche specializzate. Inoltre, ci sono barriere normative, problematiche legate alla protezione dell’ambiente marino e possibili conflitti con altri settori economici, come la pesca o il turismo. Tuttavia, con il giusto approccio, queste sfide possono essere superate. La Sicilia, grazie alle sue risorse naturali e al supporto delle politiche pubbliche europee, è in una posizione privilegiata per affrontare questi ostacoli e sfruttare appieno il potenziale dell’eolico offshore.

 Investimenti iniziali e infrastrutture necessarie

Uno degli ostacoli principali allo sviluppo dell’eolico offshore è rappresentato dagli elevati costi di investimento iniziale. La costruzione di un parco eolico offshore richiede una quantità significativa di capitale, in quanto le turbine devono essere installate in mare aperto, con costi superiori rispetto agli impianti terrestri. A questi si aggiungono i costi di manutenzione, che, sebbene ridotti grazie all’automazione e all’innovazione tecnologica, restano più elevati rispetto a quelli delle turbine onshore.
Inoltre, la Sicilia deve affrontare sfide legate alle infrastrutture. Gli impianti eolici offshore richiedono porti adeguatamente attrezzati per gestire le operazioni di assemblaggio e trasporto delle turbine. Attualmente, molti porti siciliani non dispongono delle infrastrutture necessarie per supportare le operazioni su larga scala che caratterizzano l’eolico offshore. Questo richiede investimenti significativi per modernizzare i porti e adattarli alle esigenze di questo settore in crescita.
Tuttavia, esistono soluzioni a queste sfide. Le partnership pubblico-private possono giocare un ruolo cruciale nel garantire i finanziamenti necessari per lo sviluppo delle infrastrutture. Inoltre, la Sicilia può beneficiare dei fondi stanziati dall’Unione Europea nell’ambito del Green Deal europeo e del Next Generation EU, che destinano risorse significative allo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture sostenibili.

Barriere normative e iter autorizzativi complessi

Lo sviluppo di parchi eolici offshore è spesso rallentato da barriere normative e da processi autorizzativi complessi. In Italia, la regolamentazione relativa alle installazioni offshore è ancora frammentata e manca di una chiara definizione delle competenze tra governo centrale e autorità locali. Questo crea incertezza per gli investitori, che possono incontrare difficoltà nel navigare tra le normative locali, regionali e nazionali.
Inoltre, l’iter autorizzativo per l’installazione di un parco eolico offshore può richiedere anni, a causa della necessità di condurre studi di impatto ambientale, ottenere permessi di costruzione e coordinarsi con vari enti regolatori. Questi processi complessi possono scoraggiare gli investimenti e ritardare lo sviluppo del settore.
Per superare queste sfide, è essenziale che le autorità locali, regionali e nazionali collaborino per semplificare le normative e accelerare i processi autorizzativi. La creazione di sportelli unici per il rilascio delle autorizzazioni potrebbe facilitare il dialogo tra le aziende e le istituzioni, riducendo i tempi di approvazione dei progetti. Inoltre, il governo italiano potrebbe introdurre incentivi fiscali o agevolazioni per gli investitori che desiderano sviluppare progetti di eolico offshore, rendendo il settore più attraente e competitivo.

Sfide ambientali e protezione dell’ecosistema marino

Un’altra sfida significativa riguarda l’impatto ambientale dell’eolico offshore, in particolare sugli ecosistemi marini. L’installazione di turbine eoliche in mare aperto può interferire con la fauna marina, alterando gli habitat naturali e disturbando le rotte migratorie di pesci e mammiferi marini. Inoltre, le operazioni di costruzione possono provocare inquinamento acustico sottomarino, che può avere effetti negativi sulla vita marina.
Tuttavia, molte di queste preoccupazioni possono essere mitigate grazie all’adozione di tecnologie avanzate e di pratiche sostenibili. Le fondazioni galleggianti, ad esempio, riducono l’impatto sul fondale marino rispetto alle fondazioni fisse tradizionali. Inoltre, l’uso di sensori acustici per monitorare l’attività marina durante le fasi di costruzione e funzionamento può aiutare a prevenire danni alla fauna marina.
In alcuni casi, i parchi eolici offshore possono persino avere effetti positivi sugli ecosistemi marini. Le turbine offshore possono fungere da barriere artificiali che favoriscono lo sviluppo di nuove comunità marine, creando habitat per pesci e altre forme di vita marina. Alcuni studi hanno dimostrato che le zone intorno ai parchi eolici offshore possono diventare riserve protette non ufficiali, contribuendo alla biodiversità marina.

Conflitti con altri settori economici: pesca e turismo

Lo sviluppo dell’eolico offshore può entrare in conflitto con altri settori economici, come la pesca e il turismo. Le comunità di pescatori locali possono vedere nelle turbine offshore una minaccia alla loro attività, temendo che l’installazione di questi impianti possa ridurre l’accesso alle aree di pesca o disturbare le risorse ittiche. Anche il turismo, che è una delle principali fonti di reddito per la Sicilia, potrebbe risentire della percezione negativa dell’impatto visivo delle turbine.
Per affrontare questi conflitti, è fondamentale coinvolgere le comunità locali fin dalle prime fasi di sviluppo dei progetti. Le consultazioni pubbliche e i dialoghi con i pescatori e gli operatori turistici possono aiutare a trovare soluzioni che bilancino gli interessi di tutti gli attori coinvolti. Ad esempio, le aree intorno ai parchi eolici offshore potrebbero essere designate come zone di pesca protette, favorendo la crescita delle risorse ittiche e creando nuove opportunità per i pescatori locali.
Nel settore turistico, invece, è possibile promuovere il ruolo dell’eolico offshore come simbolo di sostenibilità ambientale. Molti turisti sono sempre più attratti da destinazioni che dimostrano un impegno per la sostenibilità, e la presenza di parchi eolici offshore potrebbe rafforzare l’immagine della Sicilia come meta eco-sostenibile.

Soluzioni tecnologiche e politiche pubbliche favorevoli

Le sfide legate allo sviluppo dell’eolico offshore non sono insormontabili. Le soluzioni tecnologiche stanno già emergendo per affrontare molte delle problematiche legate all’installazione e alla gestione degli impianti. Le turbine di nuova generazione, più grandi e più efficienti, stanno riducendo i costi per megawatt, rendendo l’eolico offshore sempre più competitivo. Le fondazioni galleggianti permettono di installare impianti in acque profonde, superando i limiti delle fondazioni tradizionali.
Anche le politiche pubbliche possono fare la differenza. Gli incentivi economici, come i sussidi per la costruzione di infrastrutture o le agevolazioni fiscali per gli investitori, possono stimolare la crescita del settore. A livello europeo, il Green Deal rappresenta un’opportunità unica per la Sicilia di accedere ai fondi necessari per sviluppare le infrastrutture eoliche offshore. Inoltre, la cooperazione tra il settore pubblico e privato è fondamentale per superare le barriere normative e attrarre gli investimenti necessari.

Lo sviluppo dell’eolico offshore in Sicilia presenta sfide significative, ma esistono soluzioni pratiche e tecnologiche che possono contribuire a superarle. Con il giusto supporto politico, la Sicilia ha l’opportunità di diventare un leader nel settore dell’energia eolica offshore, sfruttando le sue risorse naturali e contribuendo alla transizione energetica sostenibile dell’Italia. L’adozione di pratiche innovative, il coinvolgimento delle comunità locali e la creazione di partnership pubblico-private sono essenziali per garantire il successo di questo ambizioso progetto.

Fonte: IEA – Offshore Wind Technology​(IEA)
World Economic Forum – Offshore Wind Challenges​(World Economic Forum)

Sfide e soluzioni per l’eolico offshore in Sicilia

Attraverso il bando regionale “Sicilia che Piace”, promosso dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana, In Rete SRL ha sviluppato il progetto “Eolico Offshore Sicilia”, un’iniziativa articolata e innovativa che esplora l’energia rinnovabile, con un focus sull’eolico offshore in Sicilia. Questo progetto multidimensionale è strutturato per informare e sensibilizzare il pubblico sui vantaggi delle energie sostenibili, attraverso un approccio multimediale che integra articoli, documentari, e piattaforme online.

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Ecomondo. La Blue Economy si espande con un padiglione dedicato alla crescita blu

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Ecomondo. La Blue Economy si espande con un padiglione dedicato alla crescita blu – Con oltre 7.500 km di costa, l’Italia ha il potenziale per essere un leader globale nella Blue Economy, che contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e impiega oltre 400.000 persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto UE. Questo settore valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, offrendo materie prime, energia, seafood con importanti valori nutrizionali e turismo, contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla prevenzione dei rischi naturali.

La città di Rimini torna a ospitare ECOMONDO in programma da ieri, 5 novembre, fino all’8  presso il Quartiere fieristico. Presenti oltre 1.620 brand espositori (di cui 16% esteri) su 166.000 metri quadrati espositivi, 650 buyer ospitati e delegazioni ufficiali da 65 paesi, in particolare da Nord Africa, Europa, Nord America e America Latina. Oltre 250 eventi tra conferenze, convegni e workshop dal taglio scientifico, economico, tecnico e di scenario.

Tra i distretti espositivi presenti in questa ventisettesima edizione, prende spazio la Blue Economy o Economia del Mare, quest’anno con un intero padiglione (B8). Legacoop Agroalimentare, con il Presidente Cristian Maretti assieme a Elena Ghezzi, Responsabile pesca e acquacoltura, Antonio Gottardo, Responsabile Agroalimentare di Legacoop Veneto e con Massimo Bellavista, Responsabile pesca e acquacoltura per l’Emilia-Romagna, conferma il proprio impegno anche in seno al Comitato Tecnico Scientifico, con cui cura l’organizzazione di sei conferenze nazionali e internazionali. Primo appuntamento, targato Alleanza delle Cooperative della pesca dell’Emilia-Romagna, è fissato per oggi, alle ore 10, presso l’Agorà Blue Economy Community (Pad. B8) con il Workshop “Ripristino dell’Habitat deltizio e marino, contrasto alla proliferazione del granchio blu, incentivarne l’utilizzo e il consumo“, cui parteciperanno la DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, la Direttrice Generale di ISPRA, il Commissario Straordinario per l’emergenza sul Granchio Blu, i rappresentanti delle Istituzioni Regionali del Veneto e dell’Emilia-Romagna, i Sindaci di Porto Tolle e di Goro, le Università di Padova, Bologna e Ferrara, le Associazioni di categoria (oltre a Legacoop Agroalimentare, Confcooperative/Fedagri Pesca e AGCI/Agrital) ed i rappresentanti dei Consorzi e delle Cooperative di Goro e Scardovari.

Nel pomeriggio di oggi, alle ore 14,30, presso la Sala Girasole, appuntamento dedicato al Fondo Europeo per le Attività Marittime, la Pesca e l’Acquacoltura, in particolare alla priorità 3 del FEAMPA a sostegno delle comunità costiere nello sviluppo di strategie partecipative per la Blue Economy, organizzato dal FLAG/GALPA Costa dell’Emilia-Romagna e che vedrà la partecipazione e il coinvolgimento di 7 Gruppi di Azione Locale della Pesca e Acquacoltura dell’Adriatico e del Mar Tirreno, nella condivisione delle diverse strategie di sviluppo e con la partecipazione di FAMENET, la Rete Europea di tutti i FLAG/GALPA istituiti per questi sei anni di programmazione comunitaria.

Si prosegue giovedì 7 alle ore 14 con la conferenza internazionale “Algocoltura per la raccolta e la vita“, presso l’Agorà Augusto, che intende esplorare le opportunità legate alla coltivazione e consumo delle alghe, la cui versatilità è spendibile in campo alimentare, nella cosmetica, nella mangimistica ma anche biogas, come dimostra la start up Cooperativa ITACA con Ulisse l’Alga Italiana.

Gli eventi convegnistici proseguiranno nell’ultima giornata di Ecomondo venerdì 8 novembre: alle ore 10 la conferenza transnazionale “Riduzione e gestione dei rifiuti nei porti di pesca per promuovere una pesca sostenibile”, presso la Sala Ravezzi 2, che vede coinvolte l’Università di Padova assieme alla Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini e la Cooperativa MARE di Cattolica nel progetto di Cooperazione Italia/Croazia #FishNoWaste che mira a sperimentare e validare modelli virtuosi nella raccolta dei rifiuti pescati in mare, in special modo plastica, ma anche nella gestione e riutilizzo dei rifiuti prodotti nei porti di pesca.

Sempre venerdì 8 ma alle ore 11, presso l’Agorà Blue Economy, la conferenza “Competenze blu e sviluppo dell’occupazione: strategie e buone pratiche per la crescita blu” cui parteciperà la Commissione Europea – DG MARE assieme a delegazioni transnazionali di Spagna , Portogallo, Grecia e Italia unitamente a Europêche, l’Associazione Europea delle organizzazioni nazionali delle imprese di pesca dell’UE – per condividere esperienze e discutere strategie di sviluppo per le professioni del mare. Globalmente, la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa, genera circa 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell’UE, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura.

“La Blue Economy – dichiara Cristian Maretti, Presidente Legacoop Agroalimentare –  è vitale per un futuro sostenibile e per gli investimenti in tecnologie, oltre alla gestione sostenibile delle risorse marine che sono cruciali per mantenere e ampliare il suo impatto positivo. Da anni perseguiamo il percorso di filiera ittica sostenibile e siamo orgogliosi del lavoro portato avanti dalle nostre cooperative associate”.

Quest’anno a Ecomondo sarà possibile degustare i prodotti delle Start Up Itaca Cooperativa e Mariscadoras Società benefit con un corner aperto al pubblico (posizionato nell’area esterna piscine davanti al Padiglione B3) per la degustazione dell’alga fritta, novel food di tendenza tra le giovani generazioni ma anche hamburger e polpette di granchio blu e la lasagna di mare 3.0 con sfoglia alle alghe e ragù Adriatico. Sempre a Ecomondo, prodotti ittici a miglio zero anche nella ristorazione curata da Summertrade, presso il Ristorante Riviera (Hall Sud) che, in collaborazione con la Cooperativa Casa del Pescatore di Cattolica, per tale occasione offre spazio, nel proprio menù, alla tradizione marinara romagnola con le specialità gastronomiche locali della filiera ittica sostenibile. Oltre 70 speaker nazionali ed internazionali parteciperanno alle conferenze che vedono protagonista la pesca e l’acquacoltura durante la manifestazione fieristica dedicata alla transizione ecologica. “Le conferenze che abbiamo proposto e successivamente approvate dal Comitato Tecnico Scientifico – dichiara Massimo Bellavista, Legacoop Pesca e Acquacoltura per l’Emilia-Romagna – affrontano temi attuali, dettati dalle emergenze e dalle necessità di carattere ambientale ma con uno sguardo verso l’innovazione, la diversificazione e lo sviluppo della filiera ittica sostenibile oltre che l’impegno verso la formazione di una nuova generazione di professionisti del mare consapevoli”.

A chiudere le giornate fieristiche di Ecomondo, nel pomeriggio del venerdì alle ore 14, presso l’Agorà Blue Economy, l’evento “BlueWay: il mare inizia in montagna”, condotto da Marco Ardemagni, conduttore RAI, che dialogherà con gli ospiti, portatori di esperienze e proposte ad alto valore innovativo. Presenzierà all’evento Fabrizio Spada, Responsabile Relazioni Istituzionali Parlamento Europeo in Italia. Blue Way è un’immersione in esperienze virtuose che localmente alimentano una visione globale di cura nei confronti del pianeta: idrosfera, acque interne e costiere, underwater, processi di circolarità e sostenibilità, multifunzionalità delle attività costiere e del mare, alfabetizzazione blu e promozione dei talenti, in ottica di condivisione, scambio e crescita complessiva di consapevolezza e attenzione. Qui per visionare il programma completo degli eventi dedicati all’Acqua & Blue Economy.

Ecomondo. La Blue Economy si espande con un padiglione dedicato alla crescita blu

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Unione di intenti per una pesca sostenibile: l’ELDFA si unisce a Europêche

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Unione di intenti per una pesca sostenibile: l’ELDFA si unisce a Europêche – Per un settore della pesca più forte e coeso, è fondamentale unire le voci e consolidare le esigenze comuni: una maggiore rappresentanza consente di ottenere risultati più incisivi nei tavoli decisionali europei e internazionali. In questo contesto, Europêche, l’organismo rappresentativo principale dell’industria della pesca dell’Unione Europea, annuncia con soddisfazione l’ingresso dell’Estonian Long Distance Fisheries Association (ELDFA) tra i suoi membri. L’ingresso è stato accolto con favore all’unanimità dall’Assemblea Generale di Europêche, segnando un passo importante per rafforzare la voce collettiva dei pescatori europei.

ELDFA rappresenta una delle organizzazioni più influenti della pesca estone, includendo molteplici interessi e aziende del settore. La sua attività si concentra principalmente su specie come il gambero settentrionale, il merluzzo atlantico e l’halibut della Groenlandia, in zone di pesca internazionali regolamentate dalla North Atlantic Fisheries Organization (NAFO) e dalla Northeast Atlantic Fisheries Commission (NEAFC). Le aree principali di operatività si trovano nel Mare di Barents e nelle acque vicine alla Groenlandia.

L’associazione estone si impegna per promuovere una pesca sostenibile e innovativa, migliorare la sicurezza in mare e combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN). Aderendo a Europêche, l’Estonian LDFA mira a collaborare con altre organizzazioni europee per favorire lo sviluppo sostenibile e proteggere i diritti di pesca dell’UE.

L’adesione di ELDFA rappresenta un arricchimento per Europêche, che potrà beneficiare delle competenze e dell’esperienza dell’organizzazione nella pesca a lunga distanza nel Nord Atlantico. Con un approccio comune, l’industria della pesca europea sarà in grado di rafforzare la propria posizione e affrontare al meglio le sfide future, garantendo una gestione equa delle risorse ittiche e supportando le comunità costiere e i lavoratori del settore.

Unione di intenti per una pesca sostenibile: l’ELDFA si unisce a Europêche

 

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