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Nel dibattito europeo, le importazioni di spigola e orata dalla Turchia sono il punto da cui parte Anna Maria Cisint, che afferma la necessità di condizioni concorrenziali eque per gli allevatori europei. L’argomento è chiaro: se il mercato UE assorbe una quota strutturale di queste specie, la partita si gioca sulla parità delle regole, sulla trasparenza dei sostegni e su una corretta definizione dei prodotti scambiati.
Cisint sottolinea tre aspetti. In vent’anni, la produzione turca sarebbe passata da 61.163 tonnellate a oltre 547.500 nel 2023, un salto indicato come “+800%”. Conferma inoltre che spigola, orata e trota iridea coprono la gran parte dell’acquacoltura nazionale, segnalando il traino della trota “salmonata”. Infine, afferma che nel 2023 la trota in Turchia sia cresciuta del 31%, con import UE +20% e una perdita del 10% della produzione europea; da qui la richiesta di misure specifiche su spigole, orate e trote, con attenzione alle taglie oltre 1,5 kg collegate a sostegni pubblici nel Paese d’origine.
La verifica essenziale non smentisce il quadro generale. I dati più recenti mostrano che l’acquacoltura turca ha consolidato i volumi nel 2024, con spigola, orata e trota come pilastri dell’offerta. Nell’interscambio con l’Unione, l’origine turca è preponderante sull’orata e molto elevata sulla spigola, fattori che incidono su prezzi, assortimenti e programmazione commerciale in GDO e foodservice.
Sul dossier trota iridea il confronto è soprattutto regolatorio. Dopo le decisioni del 2025, Bruxelles ha riaperto l’istruttoria e mantiene alta l’attenzione. Un punto va chiarito: nelle misure europee storiche, il prodotto oggetto di provvedimenti è la trota iridea fino a 1,2 kg; la soglia “>1,5 kg” resta una sottolineatura politica di Cisint legata al tema dei sostegni nazionali, che merita monitoraggio ma non coincide con l’ambito tecnico delle norme UE.
In conclusione, la domanda di parità delle condizioni che Cisint conferma intercetta un’esigenza reale della filiera. La Turchia è oggi un fornitore-chiave per l’UE su spigola e orata, mentre sulla trota si gioca una partita ancora aperta. Alle istituzioni spetta garantire il campo di gioco—controlli coerenti, norme chiare, tempi certi—; alle imprese conviene puntare su posizionamento di valore: tracciabilità credibile, benessere animale misurabile, pezzature stabili, prossimità ai mercati. È qui che si costruisce la competitività, giorno dopo giorno.
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L’articolo Cisint: “Serve parità sulle importazioni dalla Turchia” proviene da Pesceinrete.
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