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Alla conferenza annuale dell’IFFO, conclusasi il 22 ottobre a Tokyo, il settore degli ingredienti marini ha riaffermato il proprio ruolo chiave nella sostenibilità dell’acquacoltura globale. La sostenibilità del settore è stata filo conduttore di tre giorni di dibattiti, dati e visioni condivise. Leader industriali e scienziati hanno analizzato l’evoluzione di un comparto che oggi si muove tra tensioni geopolitiche, incertezza climatica e nuove dinamiche commerciali.

L’approccio comune emerso è chiaro: le decisioni strategiche devono fondarsi su prove concrete e misurabili, superando le semplificazioni che per anni hanno diviso gli ingredienti in categorie “buone” o “cattive”.

Dalla retorica all’approvvigionamento responsabile

A Tokyo è emersa una consapevolezza matura: non basta più parlare genericamente di origine marina o vegetale. Il nuovo criterio guida è l’approvvigionamento responsabile. La sostenibilità, in questa visione, non è un’etichetta ma un processo continuo, verificabile e documentato lungo l’intera catena del valore.

Questo cambio di paradigma segna un punto di svolta per l’intero ecosistema produttivo. Il valore degli ingredienti non si misura più soltanto per la loro provenienza, ma per l’impatto reale che generano su ambiente, risorse e redditività. In questo contesto, la collaborazione tra industria e ricerca scientifica assume un ruolo decisivo per garantire trasparenza e credibilità.

La valutazione del ciclo di vita come standard operativo

Secondo l’IFFO, la valutazione del ciclo di vita (LCA) rappresenta oggi la metodologia di riferimento per analizzare gli impatti ambientali del settore. Questo approccio olistico consente di misurare le emissioni, il consumo energetico e l’uso delle risorse in ogni fase del processo produttivo, dall’origine delle materie prime alla trasformazione industriale.

Il LCA diventa quindi uno strumento di gestione e non solo di rendicontazione. Permette alle aziende di individuare margini di miglioramento, ridurre gli sprechi e rafforzare la propria posizione nei mercati globali. Per il settore degli ingredienti marini, ciò significa integrare la sostenibilità non come obbligo, ma come vantaggio competitivo.

Tokyo 2025 segna una svolta culturale

Il principale risultato della conferenza di Tokyo è culturale prima ancora che tecnico. Il settore sembra aver raggiunto una nuova maturità: meno narrativa, più sostanza. La sostenibilità del settore degli ingredienti marini viene interpretata come un equilibrio dinamico tra efficienza produttiva, etica ambientale e responsabilità economica.

Questo orientamento potrebbe orientare anche le politiche pubbliche, favorendo un dialogo più coerente tra istituzioni, scienza e industria. Nel frattempo, l’IFFO ha annunciato che la prossima conferenza annuale si terrà a Buenos Aires nel 2026, un nuovo appuntamento per misurare i progressi di un comparto sempre più strategico per l’alimentazione mondiale.

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L’articolo IFFO Tokyo 2025: sostenibilità e realismo per gli ingredienti marini proviene da Pesceinrete.

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