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Secondo quanto reso noto dalla Regione Marche, a partire dal prossimo anno scolastico tornerà Pappafish, il progetto che porta pesce fresco locale nelle mense scolastiche e avvicina gli studenti al consumo consapevole di prodotti ittici di stagione e a filiera corta. Parallelamente, l’amministrazione ha annunciato nuove misure di gestione per il mosciolo selvatico di Portonovo, finanziate dal FEAMPA, che includono anche la possibilità di chiusura anticipata della pesca per salvaguardare gli stock.
Non si tratta di iniziative direttamente collegate, ma di due azioni distinte che rientrano nella strategia regionale per rafforzare il settore della pesca e dell’acquacoltura, agendo sia sul fronte della domanda interna sia su quello della tutela della risorsa marina.
Pappafish: educazione e filiera corta
Il programma Pappafish coinvolge pescatori, imprese di trasformazione e operatori della logistica, fornendo pesce locale certificato alle mense scolastiche e integrando il consumo con attività educative in aula. Gli studenti apprendono nozioni su stagionalità, qualità organolettiche e valore nutrizionale, mentre i fornitori locali trovano un canale stabile di commercializzazione. Questo modello, che unisce approvvigionamento diretto e formazione, è replicabile in altre regioni con adattamenti alle specie ittiche locali.
Mosciolo selvatico: gestione e tutela
Il mosciolo selvatico di Portonovo è un mollusco bivalve di grande valore identitario per il litorale anconetano, riconosciuto come prodotto tradizionale e presidio Slow Food. Le nuove misure FEAMPA mirano a preservarne la sostenibilità biologica, introducendo limiti temporali più stringenti e prevedendo, se necessario, la sospensione anticipata della pesca durante i periodi critici per la riproduzione. Questi interventi sono accompagnati da strumenti di compensazione per i pescatori, garantendo equilibrio tra conservazione e redditività.
Un approccio complementare
Il rilancio di Pappafish e la tutela del mosciolo selvatico mostrano due facce della stessa politica regionale: da un lato stimolare il consumo di prodotto locale e rafforzare la filiera interna, dall’altro salvaguardare le risorse per il futuro. Un approccio che, se integrato e replicato, può sostenere sia l’economia costiera sia la reputazione del prodotto ittico italiano sui mercati.
Educazione alimentare e gestione sostenibile, pur percorrendo strade diverse, sono elementi complementari di una strategia vincente. Le Marche dimostrano come investire in questi due ambiti possa rafforzare il legame tra comunità, filiera e risorse naturali, offrendo un esempio concreto a cui altre regioni possono guardare.
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L’articolo Marche: educazione alimentare e tutela delle risorse, doppio impegno per la filiera ittica proviene da Pesceinrete.
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