Il retail italiano cambia e l’ittico entra in una nuova fase

Il retail italiano cambia e l’ittico entra in una nuova fase

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L’evoluzione dei consumi italiani nel settore ittico è oggi più che mai intrecciata alle trasformazioni del retail moderno. Il Forum della Distribuzione Moderna 2025, ospitato a Milano e organizzato da Federdistribuzione, ha offerto uno spaccato lucido di come sta mutando il rapporto tra cittadini, punti vendita e prodotti alimentari. Un quadro ampio, certo, ma che riguarda da vicino anche la filiera del pesce, sempre più influenzata da scelte di valore, sostenibilità e nuove tecnologie.

Pur privo di riferimenti diretti al comparto ittico, l’appuntamento ha restituito un messaggio trasversale: la distribuzione moderna non è soltanto l’ultimo anello della filiera, ma il luogo dove si definisce ciò che il consumatore è disposto a scegliere, premiare e fidelizzare. E in un Paese che acquista pesce principalmente tramite la GDO, ogni mutamento del retail diventa un segnale strategico per l’intero settore.

L’Italia che compra meno, ma meglio: un’opportunità per il seafood

La ricerca presentata dal Censis ha tracciato un orizzonte preciso. Gli italiani si muovono con cautela in un clima di incertezza economica, ma scelgono con sempre maggiore consapevolezza. Cresce il peso della qualità, dell’origine, della coerenza tra acquisto e valori personali.

Si afferma una logica che penalizza l’estemporaneo e premia ciò che comunica fiducia, sicurezza e integrità. Per il pesce significa un rinnovato interesse verso prodotti trasformati ad alto contenuto di servizio, verso referenze certificabili lungo la filiera e verso packaging che esplicitano informazioni comprensibili e credibili.

In un mercato dove l’83,9% dei consumatori privilegia prodotti allineati ai propri valori e il 75,5% orienta l’acquisto sulla sostenibilità, il settore ittico ha il potenziale per ritagliarsi uno spazio ancora più solido, a condizione di presentarsi con standard chiari e verificabili.

Single, anziani, microfamiglie: un Paese che rimodella gli scaffali

L’Italia che cambia demografia impone una trasformazione altrettanto significativa nelle categorie alimentari. L’aumento delle persone sole, dei nuclei di una o due persone e di una popolazione sempre più anziana dirige la domanda verso prodotti che richiedono meno tempo, meno manualità, meno sprechi.

Nel pesce questo si traduce in monoporzioni, tagli calibrati, ricette pronte, prodotti refrigerati e surgelati con shelf-life controllata. Le aziende della trasformazione che sapranno coniugare praticità, sicurezza alimentare e qualità potrebbero essere le prime a beneficiare di questo scenario.

Il punto vendita come luogo di fiducia: un segnale per il banco del pesce

Uno dei temi più rilevanti emersi dal Forum riguarda il ruolo del negozio fisico. Nonostante la crescita dell’e-commerce e della digitalizzazione, gli italiani continuano a vivere il punto vendita come uno spazio di relazione e rassicurazione.

Il personale preparato, la chiarezza dell’esposizione, la possibilità di chiedere consiglio: sono elementi centrali nelle scelte alimentari. Per l’ittico questo significa che il banco assistito rimane un presidio strategico, e che la professionalità di chi serve può fare la differenza tra un acquisto mancato e una preferenza consolidata.

Parallelamente, il libero servizio dovrà evolvere con packaging più leggibili, schede nutrizionali dirette e sistemi di tracciabilità immediati.

Tecnologie e IA cambiano catene del valore, logistica e decisioni

Il Forum ha affrontato il tema della tecnologia come motore di una trasformazione sistemica. Le imprese del retail stanno investendo in intelligenza artificiale per prevedere flussi, ottimizzare logistica e ridurre errori nelle previsioni di acquisto.

Per il pesce, categoria delicata per natura, l’impatto può essere ancora più rilevante.
L’IA può diventare uno strumento determinante per:

  • garantire continuità nella catena del freddo,
  • anticipare la domanda stagionale,
  • ridurre sprechi e resi,
  • monitorare qualità e conformità,
  • migliorare l’esposizione in base a dati reali e non intuizioni.

In un settore dove un errore logistico può generare costi elevati, la tecnologia non è più solo un’opzione: è la nuova infrastruttura competitiva.

Cosa deve leggere il settore ittico dentro questo Forum

Il Forum della Distribuzione Moderna 2025 non parla direttamente di mare, flotte o acquacoltura, ma parla molto del contesto in cui il pesce arriva al consumatore finale. E questo basta a renderlo un appuntamento strategico.

Tre riflessioni restano sul tavolo:

  • Il valore percepito guiderà più della quantità. Chi opera nell’ittico dovrà investire su contenuti certificabili, trasparenza e qualità tangibile.
  • La sostenibilità diventa mainstream. È un criterio che orienta l’intera spesa alimentare e coinvolge anche chi acquista pesce trasformato o surgelato.
  • La tecnologia ridisegnerà il settore. Dalla logistica alla relazione tra GDO e fornitori, l’IA sarà determinante per rendere la filiera più efficiente e più competitiva.

Il 2026 si aprirà con un mercato in cui non vincerà la referenza più economica, ma quella più coerente con le esigenze di una società che vuole nutrirsi bene, fidarsi di ciò che sceglie e trovare in ogni prodotto una storia verificabile.

Il Forum di Milano ha offerto una lente preziosa per capire dove si muove il consumatore italiano e cosa si aspetterà dal prodotto ittico che porta in tavola. La filiera ittico-alimentare è chiamata a leggere questo cambiamento senza ritardi: qualità, servizio, sostenibilità e tecnologia non sono più tendenze, ma le nuove regole del gioco.

 

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Sopralluogo del ministro Lollobrigida nelle lagune dell’Adriatico

Sopralluogo del ministro Lollobrigida nelle lagune dell’Adriatico

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La gestione del granchio blu a Goro e Scardovari sta producendo risultati concreti, confermati direttamente dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, durante il sopralluogo svolto, lo scorso fine settimana, nelle marinerie dell’Alto Adriatico. Nel corso degli incontri con pescatori e acquacoltori, il ministro ha potuto constatare come la raccolta delle vongole sia tornata a crescere dopo mesi particolarmente critici per la molluschicoltura locale.

Lollobrigida ha evidenziato che, nelle due marinerie, quella di Goro e quella di Scardovari, l’insieme delle misure adottate – dal contenimento mirato alla valorizzazione economica del granchio blu – sta contribuendo a riportare equilibrio nelle lagune e a rafforzare la tenuta socioeconomica del comparto. Ha ricordato inoltre che, per sostenere il settore, il Governo ha messo in campo risorse straordinarie: 50 milioni di euro destinati alla protezione e alla semina delle vongole e ulteriori 10 milioni affidati al Commissario Enrico Caterino per coordinare e accelerare gli interventi operativi.

Durante la visita, il ministro ha sottolineato che il MASAF considera pescatori e acquacoltori un presidio fondamentale per la vitalità dell’intero territorio e continuerà a sostenerli anche nelle prossime fasi di gestione dell’emergenza. A Caterino, Lollobrigida ha riconosciuto l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi, ritenuto determinante per mettere in sicurezza gli impianti e per favorire il recupero produttivo.

Le testimonianze raccolte dagli operatori locali, unite alle evidenze osservate nel corso del sopralluogo, indicano una direzione positiva: le azioni messe in campo stanno funzionando, e la ripresa della raccolta delle vongole rappresenta un segnale di stabilità economica e ambientale per le comunità lagunari.

La rinascita di Goro e Scardovari conferma che una gestione strutturata del fenomeno, sostenuta da risorse adeguate e da un coordinamento istituzionale solido, può restituire prospettiva a territori fragili ma capaci di reagire con forza quando dotati degli strumenti necessari.

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Parliamo di mare: a Pozzallo si apre il confronto nazionale su pesca, acquacoltura e ricerca

Parliamo di mare: a Pozzallo si apre il confronto nazionale su pesca, acquacoltura e ricerca

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Il ciclo “Parliamo di mare: la pesca, l’acquacoltura e il coraggio di scommettere”, promosso dal Dipartimento per le Politiche del Mare della Presidenza del Consiglio in collaborazione con il MASAF, ha preso avvio, sabato 22 novembre, a Pozzallo con un incontro che ha riunito istituzioni, mondo della cooperazione, rappresentanti delle marinerie e ricercatori impegnati nello studio degli ecosistemi marini.

L’appuntamento, molto partecipato, ha offerto una lettura ampia dei cambiamenti in atto nel Mediterraneo e del ruolo che l’Italia intende assumere nei prossimi anni.
Il ministro Francesco Lollobrigida, il cui intervento era inizialmente previsto in programma, ha dovuto concentrare la propria presenza su altri impegni istituzionali, lasciando al sottosegretario Patrizio La Pietra il compito di rappresentare il MASAF nel dibattito.
Tra i numerosi interventi, si sono distinti quelli del ministro Nello Musumeci, di Gilberto Ferrari per Confcooperative, di Daniela Borriello per Coldiretti Pesca e dello stesso La Pietra, che ha chiuso i lavori.

Musumeci: più ricerca e una strategia nazionale più solida

Nello Musumeci ha aperto la discussione soffermandosi su un punto spesso trascurato nel dibattito pubblico: la conoscenza incompleta dei fondali marini italiani. Una parte consistente del territorio sommerso non è ancora adeguatamente mappata, e questo limita la capacità del Paese di programmare con precisione la gestione dello spazio marittimo, la tutela degli ecosistemi e le attività produttive.

Il ministro ha poi richiamato l’attenzione sul ricambio generazionale, oggi insufficiente in molte marinerie, con un impatto diretto sulla continuità delle imprese e sulla trasmissione delle competenze.
In questo quadro, Musumeci ha definito l’acquacoltura una componente sempre più strategica, ricordando che nei mesi scorsi sono stati destinati 116 milioni di euro allo sviluppo e all’ammodernamento degli impianti, con una particolare attenzione alla Sicilia.

Ferrari (Responsabile nazionale per la pesca e l’acquacoltura Confcooperative): un settore che cambia volto

Gilberto Ferrari ha offerto una lettura di ampio respiro dell’ultimo decennio della pesca italiana. Il settore ha attraversato trasformazioni profonde, dovute all’evoluzione del mercato, alle nuove abitudini dei consumatori e a un quadro normativo europeo sempre più orientato agli obiettivi di sostenibilità.

Ferrari ha sottolineato come molte imprese abbiano risposto a queste sfide modificando assetti, metodi di lavoro e investendo in attività complementari come il pescaturismo, che in diverse marinerie è ormai parte stabile dell’offerta economica.
Il suo intervento ha restituito l’immagine di un comparto che, pur inserito in un contesto complesso, dimostra una capacità di adattamento maggiore di quanto spesso si percepisca dall’esterno.

Borriello (Responsabile nazionale di Coldiretti Pesca): la pesca come presidio economico e osservatorio ambientale

Daniela Borriello, in rappresentanza di Coldiretti Pesca, ha evidenziato il ruolo dei pescatori come componente essenziale tanto sul piano economico quanto su quello ambientale. Ha ricordato che le dinamiche della biodiversità marina sono influenzate da fattori diversi dallo sforzo di pesca, come cambiamenti climatici, inquinamento e pressioni antropiche provenienti da terra, elementi che incidono sempre più sulle condizioni degli ecosistemi.

Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di garantire al settore un coinvolgimento nelle fasi preliminari della pianificazione dello spazio marittimo. Borriello ha osservato che decisioni prese senza un confronto preventivo possono compromettere aree di pesca significative per molte marinerie, generando difficoltà operative ed economiche.
La richiesta, ha spiegato, non riguarda un’esclusione delle altre attività in mare, ma una gestione che riconosca il valore produttivo e territoriale della pesca professionale.

La Pietra: Mediterraneo condiviso, formazione e identità del prodotto

Nell’intervento conclusivo, Patrizio La Pietra ha riportato il dibattito sul piano internazionale, ricordando che il Mediterraneo può essere gestito in modo efficace solo attraverso regole condivise e applicate da tutti i Paesi che vi si affacciano, incluse le flotte extra UE.
Le politiche di conservazione, ha osservato, non reggono se l’applicazione degli obblighi rimane sbilanciata.

Il sottosegretario ha poi sottolineato l’importanza di costruire un modello italiano di pesca da presentare con chiarezza nei tavoli europei, mettendo al centro formazione, raccolta dati scientifici e partecipazione degli operatori.
Ha inoltre ricordato che la recente rottamazione ha interessato prioritariamente le imbarcazioni più obsolete e ha annunciato l’arrivo del marchio “Pescato Italiano”, destinato a riconoscere il pescato delle flotte nazionali che operano nel pieno rispetto delle regole.

Un percorso che si estenderà in tutta Italia

L’incontro di Pozzallo è il primo passo di un percorso che proseguirà in altre regioni italiane. L’iniziativa punta a raccogliere contributi direttamente dai territori, dalla ricerca e dalle marinerie, per definire una visione nazionale capace di integrare tutela ambientale, sostenibilità economica e competitività internazionale.
Il confronto di Pozzallo ha mostrato un settore consapevole delle sfide, ma anche delle opportunità che la transizione in corso può aprire, purché affrontata con strumenti adeguati e con il coinvolgimento dell’intera filiera.

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The Rise of Food Delivery: How Seafood Is Redefining Italy’s New Eating Ritual

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A phone on the table, an easy conversation bouncing between different cravings, the menu scrolling on the screen and that almost solemn moment when someone clicks “order”. Food delivery is no longer a last-minute solution nor a fallback for those who come home late. With an average of 1.5 orders per week, delivery has entered Italian life as a new daily ritual—something as natural as going out for dinner or inviting friends over. And within this new ritual, seafood—especially in its contemporary formats—has found a privileged space.

Delivery as a mirror of everyday life

The latest Just Eat Observatory, conducted with Toluna on a representative sample of 1,000 Italians, outlines a clear picture: ordering at home is no longer a matter of convenience—it’s an act of identity.
Some choose a poke bowl to feel light and aligned with personal wellbeing. Some pick sushi as a symbol of openness to the world. Others, with full honesty, simply choose what makes them feel good.

Delivery becomes a lens that magnifies emotions, social dynamics, family interactions and small personal pleasures.

A striking 92% of orders happen in company: couples, families, groups of friends. For Gen Z, it’s almost a collective ritual—often with different restaurants in a single order to satisfy everyone. Gen X, on the other hand, tends to remain loyal to their favourite spots. In all cases, delivery has become a way of carving out time: shared when possible, solitary when needed.

Inside the decision: taste, mood, and aesthetics

Taste remains the dominant driver—but not the only one.
Cravings, plate aesthetics and even mood shape the final choice. A rapidly growing phenomenon is the search for a complete sensory experience, involving sight, touch and—above all—sound.

The ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response) trend has exploded in recent years. Italians show increasing interest in the sounds of food, capable of triggering an almost physical pleasure:
the snap of tempura, the crunch of a fish taco, the clean slice of a perfectly sharpened sashimi knife, or the soft rustle of rice pressed by a chef’s hands.

This is far from a niche trend. Today, nearly 20% of Italians pay attention to textures, and over 20% are influenced by the visual and acoustic aesthetics of a dish. Seafood—between crunchy crustaceans, light fried bites and delicate tartare—is naturally suited to this new way of experiencing food.

Pragmatic factors also count: delivery speed, fees and price. While Gen X is still comfortable calling to order, Millennials and Gen Z consider apps the only acceptable channel.

The seafood wave: sushi, poke and new habits

If one segment has thrived thanks to delivery, it’s seafood.
Sushi is now a stable presence among Italy’s most ordered cuisines—not a passing trend, but a consumption style that has reshaped the country’s urban food culture. Add to this the rise of poke bowls, ready-to-eat chilled seafood dishes, tartare, low-temperature cooked fillets and premium smoked fish.

Seafood has become a symbol of eating habits perceived as healthy, modern and sustainable. Delivery has played a decisive role in making these dishes accessible, even to those who, just a few years ago, would have considered ordering marinated salmon or perfectly crafted nigiri at home unthinkable.

At the same time, cloud kitchens have enabled restaurateurs and seafood entrepreneurs to test new concepts with minimal risk—dedicated delivery kitchens designed to ensure fish dishes arrive in perfect condition.

When delivery becomes a performance

Not everyone plays delivery openly.
Nearly four out of ten Italians admit to passing off a delivery dish as their own home creation at least once. Lasagna and baked pasta are the most frequent disguises—credible but laborious dishes. If someone asks for the recipe, a diversion strategy begins: a smile, a dramatic pause, a quick change of subject. The aroma filling the kitchen does the rest.

Seafood enters this territory too, especially in “wow-effect” plates: a flawless tartare, a silky salmon cream, a beautifully balanced tuna taco. Dishes requiring technique—ideal for gastronomic camouflage.

A fully mature ecosystem

The research confirms a trend that mirrors the broader seafood universe: delivery is no longer a service—it is a cultural, emotional and economic ecosystem, where:

  • advanced technology and logistics

  • new forms of consumption and social interaction

  • increasingly conscious food choices

  • and a constantly growing market

all converge.

According to Grand View Research, the global delivery market is expected to grow from $1.3 billion in 2024 to $1.8 billion in 2030. Seafood travels perfectly within this transformation. It conveys a lifestyle, supports experimentation, aligns with sustainability and is now part of a weekly ritual millions of Italians live without any sense of exceptionality.

Today, delivery is exactly this: a simple, ordinary—and profoundly human—way to put on the table what represents us, even when we are not the ones cooking it.

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Immagino si arricchisce di nuove funzionalità e soluzioni salva tempo

Immagino si arricchisce di nuove funzionalità e soluzioni salva tempo

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Nuove funzionalità e procedure per Immagino, la piattaforma di GS1 Italy Servizi che crea il gemello digitale dei prodotti del mass market, già utilizzata in Italia da oltre 2 mila aziende di produzione e 60 distributori per un totale di oltre 140 mila prodotti attivi e 1 milione di immagini disponibili.

Grazie a questi interventi, Immagino si presenta come la soluzione “disegnata” per assecondare l’evoluzione del canale e-commerce, che richiede sempre maggiori informazioni e contenuti di qualità.

Per potenziare la visibilità e la capacità di conversione dei prodotti caricati su Immagino, sono stati aggiunti due nuovi add-on esclusivi: Immagino Extra, che permette di aggiungere fino a 5 foto “esperienziali” (ad esempio con il prodotto in azione o con i dettagli del packaging) e Immagino Premium, che offre servizi di post-produzione e gestione avanzata delle immagini per valorizzare al meglio ogni prodotto.

L’introduzione dei nuovi processi di Immagino può contribuire a ridurre costi e impatti ambientali, offrendo agli utilizzatori la possibilità di evitare l’invio dei prodotti fisici presso i set di Immagino. Ora, infatti, con Immagino Self è possibile inviare direttamente le immagini digitali. Sarà poi il team di Immagino a convalidarle, integrale nella piattaforma e distribuirle ai partner. In alternativa, possono avvalersi di Immagino Create, il servizio che elabora i rendering digitali realistici dei prodotti a partire dall’artwork e fornisce immagini ottimizzate, con il supporto del data entry “chiavi in mano” disponibile per entrambe le modalità.

Non solo “digital twin”: Immagino offre molto di più, come la possibilità di realizzare planogrammi in modo semplice, veloce e accurato. Grazie al tool aggiuntivo Immagino Mex, si possono ricercare i contenuti digitali in base a diversi criteri (come classificazione merceologica, GTIN, descrizione, date) e ottenere immagini accurate e aggiornate di tutti i prodotti. Così diventa più facile calcolare la space allocation e condividere i planogrammi con clienti e fornitori per supportare il category management.

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