Vaccinazione orale nei pesci: l’acquacoltura verso una nuova era

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L’acquacoltura globale si trova di fronte a un potenziale cambio di paradigma: la vaccinazione orale nei pesci sta emergendo come alternativa concreta alle tradizionali iniezioni, con la promessa di rendere gli allevamenti più sostenibili, etici ed efficienti.

Le iniezioni, da decenni impiegate per la profilassi delle malattie, hanno mostrato limiti significativi: procedure costose, stress per gli animali e impossibilità di applicazione su larve e piccoli individui. La ricerca internazionale sta invece puntando su soluzioni meno invasive, capaci di raggiungere ampie popolazioni di pesci già nelle fasi precoci del ciclo vitale.

Un recente studio condotto da Universiti Putra Malaysia, Universiti Kebangsaan Malaysia e Agro-BioTech ha messo a punto un sistema basato sulla bioincapsulazione: microalghe geneticamente modificate del genere Nannochloropsis, in grado di produrre una proteina del batterio Vibrio harveyi, vengono somministrate ad Artemia, alimento naturale per i pesci. Una volta ingerite, queste ultime trasmettono il vaccino agli animali allevati, attivando una risposta immunitaria senza necessità di iniezioni.

I risultati ottenuti sono dirompenti: nei test di laboratorio, i pesci zebra trattati hanno mostrato una sopravvivenza del 100% contro la vibriosi, rispetto al 40% dei non immunizzati. Dati che, se confermati su scala industriale, potrebbero ridurre drasticamente le perdite economiche legate a una delle malattie più gravi dell’acquacoltura intensiva.

La vaccinazione orale nei pesci non porta solo benefici sanitari. Inserita direttamente nei mangimi, permette di semplificare le operazioni di allevamento, ridurre la sofferenza degli animali e limitare l’uso di antibiotici, tema centrale nelle politiche europee e internazionali sulla sicurezza alimentare e la resistenza antimicrobica.

Restano tuttavia alcune sfide. La produzione delle microalghe modificate e la coltivazione delle Artemia comportano costi significativi e non è ancora chiaro se l’assunzione del vaccino sarà uniforme nelle diverse condizioni di allevamento. Inoltre, la normativa dovrà definire regole precise per l’impiego di organismi geneticamente modificati nella filiera.

Malgrado queste incognite, l’approccio segna un passo importante verso un modello di acquacoltura in cui salute animale e sostenibilità economica procedono insieme. Una prospettiva che potrebbe rafforzare la competitività delle imprese e garantire una produzione più sicura e responsabile.

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Legacoop Agroalimentare, necessari fondi dedicati per agricoltura e pesca

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Legacoop Agroalimentare accoglie con favore e sostiene le posizioni espresse dai ministri europei, che chiedono una Politica Agricola Comune (Pac) separata e indipendente, dotata di un budget adeguato e di fondi specifici per i settori dell’agricoltura e della pesca. Lo ha dichiarato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti nel commentare i recenti dibattiti in seno al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca.

“Esprimo tutto il nostro sostegno alle posizioni espresse dai ministri sulla necessità di fondi dedicati per pesca e agricoltura”, ha affermato il presidente Maretti. “Riteniamo che una dotazione finanziaria adeguata sia essenziale per garantire la sicurezza alimentare, sostenere la competitività delle nostre imprese e promuovere la transizione verde in modo equo e sostenibile”.

Le dichiarazioni di Maretti giungono in un momento cruciale, per il futuro quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il quale la Commissione ha presentato le proprie proposte per la futura politica agricola e tra queste un regolamento sulla Pac post-2027, nonché proposte di modifica dell’organizzazione comune dei mercati. I ministri hanno espresso preoccupazione per l’ammontare limitato dei fondi e la complessità delle norme, posizioni che trovano pieno accordo in Legacoop Agroalimentare.

Tra le richieste dei ministri europei, quella di favorire i giovani agricoltori, creare incentivi per la transizione verde, garantire la sicurezza alimentare, adottare soluzioni innovative e, non da ultimo, semplificare. Molti ministri dell’Agricoltura ritengono che i finanziamenti per l’agricoltura previsti nella proposta della Commissione non siano sufficienti, mentre alcuni hanno espresso preoccupazione per la complessità delle norme proposte.

“Valutiamo positivamente il lavoro che la Commissione compie per trovare alternative sui mercati internazionali per le nostre esportazioni”, ha aggiunto Maretti. “Tuttavia, chiediamo molta attenzione alle nostre produzioni di qualità e alle modalità produttive che le contraddistinguono. L’obiettivo deve essere quello di valorizzare l’eccellenza del made in Italy, e al tempo stesso garantire che le nuove politiche non compromettano i nostri standard di alta qualità, riconosciuti a livello mondiale”.

Per quanto riguarda il settore della Pesca e la sua politica comune (PCP), se da una parte c’è sintonia con la semplificazione e la flessibilità del quadro proposto, le preoccupazioni riguardano l’ importo limitato stanziato per la politica nel periodo 2028-2034 e l’integrazione della PCP nel più ampio quadro di finanziamento che fa temere che ciò possa potenzialmente distorcere la parità di condizioni.

Ecco che, dunque, Legacoop Agroalimentare sottolinea l’importanza di una politica agricola e della pesca che sia non solo a prova di futuro, ma che riconosca e incentivi le peculiarità del modello cooperativo, fondato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. La cooperazione rappresenta un fattore chiave per affrontare le sfide del ricambio generazionale, della semplificazione normativa e dell’innovazione, garantendo un futuro solido e prospero per i settori primari in Europa.

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Necessari fondi dedicati per agricoltura e pesca con attenzione alle produzioni di qualità

Necessari fondi dedicati per agricoltura e pesca con attenzione alle produzioni di qualità

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Pac post-2027

Legacoop Agroalimentare accoglie con favore e sostiene le posizioni espresse dai ministri europei, che chiedono una Politica Agricola Comune (Pac) separata e indipendente, dotata di un budget adeguato e di fondi specifici per i settori dell’agricoltura e della pesca. Lo ha dichiarato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti nel commentare i recenti dibattiti in seno al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca.

«Esprimo tutto il nostro sostegno alle posizioni espresse dai ministri sulla necessità di fondi dedicati per pesca e agricoltura», ha affermato il presidente Maretti. «Riteniamo che una dotazione finanziaria adeguata sia essenziale per garantire la sicurezza alimentare, sostenere la competitività delle nostre imprese e promuovere la transizione verde in modo equo e sostenibile».

Le dichiarazioni di Maretti giungono in un momento cruciale, per il futuro quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il quale la Commissione ha presentato le proprie proposte per la futura politica agricola e tra queste un regolamento sulla Pac post-2027, nonché proposte di modifica dell’organizzazione comune dei mercati. I ministri hanno espresso preoccupazione per l’ammontare limitato dei fondi e la complessità delle norme, posizioni che trovano pieno accordo in Legacoop Agroalimentare.

Tra le richieste dei ministri europei, quella di favorire i giovani agricoltori, creare incentivi per la transizione verde, garantire la sicurezza alimentare, adottare soluzioni innovative e, non da ultimo, semplificare. Molti ministri dell’Agricoltura ritengono che i finanziamenti per l’agricoltura previsti nella proposta della Commissione non siano sufficienti, mentre alcuni hanno espresso preoccupazione per la complessità delle norme proposte.

«Valutiamo positivamente il lavoro che la Commissione compie per trovare alternative sui mercati internazionali per le nostre esportazioni», ha aggiunto Maretti. «Tuttavia, chiediamo molta attenzione alle nostre produzioni di qualità e alle modalità produttive che le contraddistinguono. L’obiettivo deve essere quello di valorizzare l’eccellenza del made in Italy, e al tempo stesso garantire che le nuove politiche non compromettano i nostri standard di alta qualità, riconosciuti a livello mondiale».

Per quanto riguarda il settore della Pesca e la sua politica comune (Pcp), se da una parte c’è sintonia con la semplificazione e la flessibilità del quadro proposto, le preoccupazioni riguardano l’ importo limitato stanziato per la politica nel periodo 2028-2034 e l’integrazione della Pcp nel più ampio quadro di finanziamento che fa temere che ciò possa potenzialmente distorcere la parità di condizioni.

Ecco che, dunque, Legacoop Agroalimentare sottolinea l’importanza di una politica agricola e della pesca che sia non solo a prova di futuro, ma che riconosca e incentivi le peculiarità del modello cooperativo, fondato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. La cooperazione rappresenta un fattore chiave per affrontare le sfide del ricambio generazionale, della semplificazione normativa e dell’innovazione, garantendo un futuro solido e prospero per i settori primari in Europa.

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Coldiretti Pesca brings Mediterranean issues to Brussels

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In Brussels, a crucial meeting took place for the future of European fisheries. A Coldiretti delegation led by President Ettore Prandini, joined by Daniela Borriello, National Head of Coldiretti Pesca, presented EU Fisheries Commissioner Costas Kadis with a ten-point action plan to address the mounting challenges facing the sector.

Mediterranean fisheries under pressure

Mediterranean fisheries must balance three interconnected pillars: environmental sustainability, economic competitiveness, and the social resilience of coastal communities. These challenges are further compounded by the proposed cuts in the EU’s new Multiannual Financial Framework, which would slash funding from over €6 billion to just around €2 billion.

Coldiretti’s proposals in Brussels

Among the key measures put forward: supporting generational renewal, creating “blue corridors” to simplify access to maritime professions, renewing and decarbonizing the fleet, revising the West Med plan with realistic scientific and economic data, and developing Made in Italy bluefin tuna farms to bring back to Italy a strategic phase of the supply chain currently outsourced abroad.

Borriello on priorities for the sector

Borriello stressed that dialogue with Kadis was constructive, with the Commissioner expressing openness to further meetings and appreciating the fact that Coldiretti paired critical issues with concrete proposals. Both sides agreed to continue working on shared solutions for the most urgent challenges in fisheries and aquaculture.

Generational renewal and workforce

To attract young Europeans to the sector, bureaucracy must be reduced and new training pathways introduced at school level. At the same time, opening regulated entry corridors for already trained workers from North Africa could provide immediate relief for vessels struggling to complete their crews.

A new approach to the West Med plan

Uniform rules for the entire Mediterranean are considered unrealistic. Coldiretti advocates a regional approach, moving away from “per segment” calculations of fishing days, and counting workdays from the actual start of fishing rather than departure from port—an adjustment that would give Italian fleets valuable working time back.

Made in Italy bluefin tuna farms

Developing advanced, low-impact tuna farms in the Mediterranean would create jobs, enhance traceability, and produce a tuna tailored to Italian and European tastes—diversifying markets beyond Japan and strengthening the bond between sustainability, production, and employment.

EU budget cuts: a looming threat

Cutting the fisheries budget from €6 billion to €2 billion would be devastating. While cohesion funds may partially cover gaps, these are also allocated to other strategic sectors. Coldiretti is mobilizing at all institutional levels to secure at least the current FEAMPA funding, essential for competitiveness and growth.

A pragmatic and forward-looking vision

Borriello’s words reveal a pragmatic vision: Mediterranean fisheries require EU policies tailored to their specificities, effective tools to drive generational renewal, and adequate resources to guide fleets towards sustainability. This is not only a battle for fishers, but for the survival of entire coastal economies and cultures.

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Emilia-Romagna, granchio blu: confermata la linea di sostegno per il 2026

Emilia-Romagna, granchio blu: confermata la linea di sostegno per il 2026

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Nella Prefettura di Ferrara si è tenuta una riunione con il commissario straordinario Enrico Caterino, i rappresentanti dei comuni costieri e le associazioni del settore per fare il punto sull’emergenza del granchio blu. In quell’occasione è stato ribadito che il sostegno alle imprese di pesca colpite dal granchio blu non sarà limitato al triennio già finanziato, ma proseguirà anche nel 2026 con risorse regionali dedicate.

Ad oggi la Regione ha liquidato oltre 3,1 milioni di euro a 282 imprese per i danni subiti nel 2023, utilizzando fondi del commissario (2,9 milioni) e contributi del Ministero delle Politiche Agricole (circa 198.000 €). È rimasto un residuo di 447.691 € non ancora versato, in attesa del trasferimento dei fondi ministeriali.

La delibera regionale approvata a marzo 2025 ha definito la delimitazione dei danni per il periodo fino al 31 marzo 2025, permettendo l’accesso agli indennizzi nazionali per il 2024 e il primo trimestre 2025, una volta che sarà pubblicato il decreto ministeriale di riconoscimento della calamità.

Alessio Mammi

Durante l’incontro, l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi ha spiegato che, nonostante una lenta ripresa delle attività di commercializzazione del granchio blu, le imprese hanno urgente bisogno di sostegni per coprire costi di protezione ambientale, acquisto del seme di vongola e gestione dei sistemi di semina. Ha confermato che il bilancio 2026 includerà misure dedicate, da definire assieme agli operatori del settore.

Il contesto rimane difficile: secondo le stime, i danni complessivi ammontano a circa 16,8 milioni di euro in Emilia-Romagna per effetto della riduzione delle raccolte e del novellame asportato dal granchio blu.

La svolta strutturale

La vera sfida è avviare una svolta strutturale, che trasformi l’emergenza in opportunità di valorizzazione, innovazione e gestione ambientale condivisa. Il sostegno alle imprese di pesca colpite dal granchio blu non deve restare un provvedimento emergenziale, bensì diventare il pilastro di un progetto di rilancio duraturo del comparto costiero del Delta del Po.

Le misure adottate confermano che la Regione Emilia-Romagna non intende abbandonare il settore ittico costiero: con 3,1 milioni già liquidati e l’impegno a proseguire i fondi fino al 2026, è chiaro che la risposta istituzionale si evolve. Ora spetta alle imprese, alle associazioni e alle istituzioni locali partecipare attivamente alla definizione delle modalità d’intervento per un rilancio sostenibile.

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