Cresce il mercato globale del tonno

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Cresce il mercato globale del tonno – Il mercato globale del tonno si conferma un pilastro fondamentale dell’industria ittica, con previsioni di crescita che ne delineano un futuro solido e in continua espansione. Attualmente valutato a 8,6 miliardi di dollari nel 2024, il settore del tonno dovrebbe raggiungere gli 11,2 miliardi di dollari entro il 2034, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 3,4% nel periodo 2025-2034.

Questo trend positivo è spinto da diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda globale di prodotti ittici, la crescente attenzione verso il consumo di proteine sane e la spinta verso pratiche di pesca e acquacoltura più sostenibili. I consumatori, sempre più attenti all’origine e alla qualità del pesce, stanno orientando il mercato verso soluzioni certificate e filiere tracciabili.

L‘analisi delle tendenze evidenzia un incremento significativo della richiesta di tonno in scatola e fresco nei mercati asiatici ed europei, con un’espansione anche in Nord America. Il Giappone rimane tra i maggiori consumatori mondiali, seguito da Stati Uniti e Unione Europea, mentre nuovi attori emergono nei mercati mediorientali e sudamericani.

Parallelamente, la crescita dell’acquacoltura sta rivoluzionando il comparto, offrendo un’alternativa sostenibile alla pesca intensiva. Alcuni dei principali operatori di mercato stanno investendo in tecnologie innovative per migliorare la resa degli allevamenti e ridurre l’impatto ambientale, garantendo una fornitura stabile e di qualità per il futuro.

Le politiche internazionali stanno giocando un ruolo cruciale, con regolamentazioni più severe per il contrasto alla pesca illegale e un rafforzamento delle certificazioni ambientali come MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council). Questi standard si stanno imponendo come riferimento per l’intero settore, influenzando le strategie commerciali delle principali aziende attive nella lavorazione e distribuzione del tonno.

Le prospettive di crescita del mercato nei prossimi anni saranno fortemente influenzate da investimenti in ricerca e sviluppo, dall’automazione dei processi produttivi e dall’introduzione di nuovi prodotti a valore aggiunto. La tendenza verso soluzioni ready-to-eat e la sperimentazione di ricette innovative basate sul tonno stanno aprendo nuove opportunità commerciali per il settore food & beverage.

Per le aziende del comparto ittico, questa evoluzione rappresenta un’opportunità strategica da cogliere con visione e innovazione. Puntare su trasparenza, sostenibilità e digitalizzazione delle filiere potrebbe fare la differenza in un mercato sempre più competitivo e regolamentato. Il futuro del tonno è in continua trasformazione, e chi saprà adattarsi con tempestività alle nuove dinamiche globali avrà un vantaggio decisivo nella conquista di nuove quote di mercato.

Cresce il mercato globale del tonno

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Il pompano è il pesce ideale per l’acquacoltura australiana

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Il pompano è il pesce ideale per l’acquacoltura australiana – In Australia, la scelta dei prodotti ittici è spesso limitata a un ristretto numero di specie, mentre la domanda di pesce cresce esponenzialmente. Attualmente, il 62% dei prodotti ittici consumati nel paese è importato, una dipendenza che il CSIRO l’agenzia scientifica nazionale – vuole ridurre attraverso un ambizioso progetto di ricerca. L’obiettivo è individuare una nuova specie autoctona a polpa bianca, adatta all’allevamento sostenibile, per rafforzare il settore dell’acquacoltura locale e garantire una fonte di proteine a basso impatto ambientale.

Dopo anni di studi e sperimentazioni, la scelta è ricaduta sul pompano, un pesce diffuso nelle acque tropicali australiane, da Yamba nel Nuovo Galles del Sud fino a Exmouth, in Australia Occidentale. La decisione non è casuale: specie simili vengono già allevate con successo in altri paesi, e questo ha reso il pompano un candidato ideale per essere adattato alle esigenze dell’acquacoltura australiana.

Il progetto è iniziato nel 2019 con un processo di selezione rigoroso. Gli esperti del CSIRO hanno valutato diversi fattori, tra cui la velocità di crescita, la resa in filetti, la robustezza nelle vasche di allevamento e, soprattutto, la qualità del sapore. Il pompano ha superato tutti i test, rivelandosi un pesce versatile, dal gusto piacevole e con un elevato potenziale di mercato.

Nei laboratori di Bribie Island, nel Queensland, gli scienziati stanno ora perfezionando il processo di allevamento per garantire una produzione efficiente e sostenibile. Un elemento chiave del progetto è la gestione genetica della popolazione per evitare la consanguineità e migliorare progressivamente le caratteristiche della specie, ottimizzando la crescita e la resistenza alle malattie. Questo approccio innovativo sta contribuendo a “domesticare” il pompano, rendendolo sempre più adatto alla vita in cattività.

Ma un pesce d’acquacoltura non deve solo essere facile da allevare: deve anche piacere ai consumatori. Per questo, il CSIRO ha coinvolto chef e pescivendoli fin dalle prime fasi del progetto. I primi test di mercato hanno dato risultati promettenti: il pompano ha una consistenza soda, un gusto leggermente oleoso e una versatilità che lo rende adatto a numerose preparazioni, dalla griglia ai curry, fino al consumo crudo. Secondo gli esperti, potrebbe essere una valida alternativa a specie più diffuse come il salmone o il barramundi.

L’obiettivo è portare il pompano nei piatti degli australiani entro il 2030, rispondendo alla crescente domanda di proteine sostenibili. Secondo le stime del CSIRO, il fabbisogno globale di proteine raddoppierà entro il 2050, e l’acquacoltura giocherà un ruolo cruciale per colmare il divario tra il consumo e la disponibilità di pesce selvatico.

Oltre all’aspetto alimentare, il progetto ha anche un’importante valenza economica e occupazionale. Lo sviluppo di un’industria basata sul pompano potrebbe creare nuove opportunità di lavoro e consolidare l’Australia come leader nell’acquacoltura sostenibile. Il successo del programma potrebbe inoltre ispirare altri paesi a investire nella diversificazione delle specie allevate, contribuendo a una filiera ittica più resiliente e meno dipendente dalle importazioni.

Il pompano è quindi più di una semplice nuova proposta gastronomica: rappresenta il futuro dell’acquacoltura australiana, una risposta concreta alla sfida di garantire una produzione ittica sostenibile, riducendo la pressione sugli stock selvatici e offrendo ai consumatori un prodotto innovativo e di alta qualità. Se il progetto manterrà le promesse, potremmo assistere alla nascita di una nuova era per il settore ittico globale, con il pompano a fare da apripista.

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Turismo e acquacoltura per un modello di sviluppo integrato

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Turismo e acquacoltura per un modello di sviluppo integrato – Nelle regioni costiere, il turismo e l’acquacoltura rappresentano due pilastri economici fondamentali. Tuttavia, questi settori spesso si trovano in competizione per le stesse risorse, suscitando dibattiti su come bilanciare crescita economica e sostenibilità ambientale. Ma cosa accadrebbe se questi due mondi, invece di scontrarsi, si alleassero per creare un modello di sviluppo integrato e vantaggioso per tutti?

L’esempio di Oban: una sinergia possibile

Nel cuore della Scozia occidentale, la cittadina costiera di Oban sta dimostrando che il turismo e l’acquacoltura possono non solo coesistere, ma addirittura rafforzarsi a vicenda. Le acque di questa regione ospitano allevamenti di salmoni, cozze, ostriche e alghe, tutte risorse chiave per l’economia locale. Nel frattempo, le stesse acque sono meta di tour marini che attirano migliaia di visitatori interessati alla fauna selvatica e alle bellezze naturali della zona.

L’integrazione tra allevamenti ittici e turismo non è un caso: gli operatori del settore hanno capito che offrire esperienze dirette legate alla produzione di pesce può trasformare la percezione dell’acquacoltura, rendendola parte integrante del paesaggio e dell’economia locale. Le visite guidate ai siti di allevamento, ad esempio, non solo educano i visitatori sulle pratiche sostenibili, ma incentivano anche il consumo di prodotti ittici locali, rafforzando il legame tra comunità, pescatori e turisti.

Turismo esperienziale e consumo consapevole

Un recente studio, “Maricoltura in ambienti naturali: atteggiamenti dei turisti nei confronti dell’acquacoltura durante i tour marini a Oban, Scozia“, ha rivelato che l’esposizione diretta all’acquacoltura migliora la percezione dei consumatori nei confronti del pesce allevato. Tra i turisti che hanno visitato gli allevamenti di Oban, coloro che inizialmente si mostravano scettici sulla qualità del pesce d’allevamento hanno cambiato opinione dopo aver appreso i metodi sostenibili utilizzati. Il risultato? Un aumento significativo della propensione all’acquisto di pesce locale.

Le aziende del settore hanno colto questa opportunità creando pacchetti turistici che combinano escursioni in barca con visite agli allevamenti, degustazioni di pesce fresco e incontri con gli allevatori. Questo approccio offre numerosi vantaggi: aumenta il valore aggiunto del prodotto ittico, riduce la diffidenza dei consumatori e genera nuove entrate sia per l’industria turistica che per l’acquacoltura.

Un modello replicabile per il Mediterraneo

L’esperienza di Oban suggerisce che anche le comunità costiere del Mediterraneo potrebbero beneficiare di un’integrazione più stretta tra turismo e acquacoltura. In Italia, ad esempio, il pescaturismo ha già dimostrato di essere un successo, con turisti sempre più attratti da esperienze autentiche legate al mare. L’estensione di questo modello agli allevamenti ittici potrebbe aprire nuove opportunità di business, valorizzando specie locali e promuovendo pratiche sostenibili.

In Grecia, alcune aziende di acquacoltura collaborano con centri di immersione per offrire ai visitatori la possibilità di nuotare tra gli allevamenti di orate e spigole, trasformando un impianto produttivo in una vera e propria attrazione turistica. Questo tipo di iniziative non solo aumenta la consapevolezza ambientale, ma contribuisce anche a creare un modello economico più resiliente e diversificato.

Nonostante i numerosi vantaggi, l’integrazione tra turismo e acquacoltura presenta alcune sfide. La competizione per lo spazio costiero, l’impatto visivo degli allevamenti e le preoccupazioni ambientali rimangono temi sensibili. Tuttavia, soluzioni innovative come l’adozione di strutture meno invasive e l’utilizzo di pratiche agricole eco-compatibili possono mitigare questi problemi, trasformando gli allevamenti in veri e propri punti di interesse per i visitatori.

Lavorando insieme, operatori turistici e allevatori ittici possono creare esperienze educative e coinvolgenti, rendendo il pesce d’allevamento non solo una risorsa economica, ma anche un elemento chiave per la valorizzazione del territorio. Con una pianificazione attenta e un dialogo aperto tra le parti, il futuro dell’acquacoltura e del turismo costiero potrebbe essere più connesso di quanto immaginiamo.

L’esperienza di Oban dimostra che l’acquacoltura non deve essere vista come un ostacolo al turismo, ma come un’opportunità per arricchire l’offerta turistica e promuovere una maggiore sostenibilità. Il Mediterraneo potrebbe essere il prossimo a seguire questa strada, trasformando i suoi allevamenti ittici in destinazioni di valore, capaci di coniugare crescita economica, conservazione ambientale e cultura locale.

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Un nuovo alieno nei mari italiani

Un nuovo alieno nei mari italiani

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Segnalata dai pescatori la triglia tropicale del mar Rosso a Lampedusa

Ancora una volta i pescatori si dimostrano sentinelle del mare segnalando un nuovo pesce alieno: una triglia endemica del Mar Rosso e Golfo di Aden, Parupeneus forsskali. La sua presenza in Mediterraneo venne confermata la prima volta nel 2012 in Libano e la specie si è poi espansa nel Bacino del Levante fino a raggiungere la Tunisia nel 2016.

L’esemplare pescato nell’isola di Lampedusa rappresenta il primo ritrovamento della specie nei mari italiani. La triglia del mar Rosso è caratterizzata da una banda scura longitudinale nella parte superiore del corpo e da una macchia scura in prossimità della coda: i pescatori di Lampedusa, riconoscendone le caratteristiche, hanno subito individuato l’esemplare tra le triglie native che avevano catturato e hanno provveduto a congelarlo per consegnarlo ai ricercatori dell’ISPRA di Palermo, con i quali si è instaurato da decenni un proficuo rapporto di collaborazione.

La triglia del mar Rosso abita sia i fondi rocciosi che quelli mobili, anche in prossimità di praterie; può raggiungere i 30 cm di lunghezza e viene sfruttata commercialmente nei luoghi di origine ed anche nelle acque cipriote, dove la specie si è insediata con successo. Sebbene non siano stati ancora riconosciuti impatti della specie nelle località invase, è ipotizzabile una sua competizione per lo spazio e le risorse con le triglie native, come è già accaduto per altre triglie aliene insediate in Mediterraneo.

Il ritrovamento della specie a Lampedusa è un’ulteriore testimonianza della diffusione delle specie aliene nei nostri mari. I ricercatori ISPRA rinnovano l’invito a segnalare le catture e le osservazioni di organismi inusuali alla email istituzionale alien@isprambiente.it e, quando possibile, a conservare gli esemplari.

Un opuscolo sulle specie aliene nei nostri mari è consultabile e scaricabile al link https://www.isprambiente.gov.it/files2024/notizie/opuscolo-specie-aliene-2024.pdf

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Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica

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Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica – Nel cuore dell’industria ittica moderna, dove la freschezza del prodotto è sinonimo di qualità e competitività, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale. La gestione efficiente della catena del freddo non è più solo un’opzione, ma una necessità strategica per garantire il massimo rendimento economico e qualitativo. Sæplast, leader mondiale nella produzione di contenitori isolati, ha compreso questa esigenza e sviluppa soluzioni capaci di rispondere alle sfide più complesse dell’industria della pesca e dell’acquacoltura.

Un aspetto distintivo dei contenitori Sæplast è l’utilizzo di materiali altamente performanti che migliorano la conservazione del pesce e ottimizzano la logistica. Il nuovo modello 460 ECO è un esempio di come l’azienda islandese stia ridisegnando gli standard: un contenitore più leggero e robusto, con un’ottima resistenza termica e un’impronta ambientale ridotta. Questo non solo migliora la sicurezza alimentare e la gestione della qualità, ma consente anche un risparmio sui costi operativi grazie a una maggiore efficienza nei processi di stoccaggio e trasporto.

L’innovazione di Sæplast non si ferma alla progettazione dei contenitori, ma si estende all’intera logistica della filiera ittica. La scelta di materiali termoisolanti permette di mantenere temperature ottimali per un periodo più lungo, riducendo drasticamente il rischio di deterioramento del prodotto durante il trasporto. Ciò si traduce in minori sprechi, maggiore sostenibilità e una significativa riduzione delle perdite economiche, fattori determinanti per un settore in cui ogni punto percentuale di resa in più può fare la differenza.

La sicurezza alimentare resta un pilastro fondamentale della filosofia aziendale di Sæplast. Le superfici dei contenitori sono progettate per una pulizia rapida ed efficace, rispettando i più severi standard sanitari internazionali. Questo aspetto diventa ancora più cruciale considerando il crescente numero di regolamentazioni in materia di igiene e tracciabilità nella filiera alimentare, specialmente per i prodotti ittici destinati ai mercati globali.

Oltre all’efficienza operativa, Sæplast pone grande attenzione alla sostenibilità. La crescente pressione ambientale e la necessità di soluzioni più eco-friendly stanno spingendo le aziende del settore a rivedere le proprie strategie di imballaggio e stoccaggio. La gamma di contenitori di Sæplast, progettata per essere riciclabile e riutilizzabile a lungo termine, rappresenta una scelta consapevole per quelle imprese che vogliono coniugare prestazioni elevate con una responsabilità ambientale concreta.

Le imprese ittiche più avanzate stanno già adottando questi strumenti per migliorare l’efficienza logistica e ridurre le perdite lungo la filiera. Con le soluzioni Sæplast, il settore può finalmente contare su una tecnologia affidabile e all’avanguardia, capace di trasformare le sfide della conservazione in un vantaggio competitivo concreto. L’innovazione è la chiave per affrontare il futuro, e Sæplast si conferma un partner strategico per chi opera ai massimi livelli dell’industria ittica.

Sæplast. Performance elevate per l’industria ittica

In Rete” è la rubrica di Pesceinrete che racconta le aziende del settore ittico attraverso le informazioni disponibili online. Il nostro obiettivo è offrire una fotografia oggettiva delle realtà presenti sul web, con l’intento di documentare il panorama del mercato in modo trasparente e informativo.

 

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