Pesca delle vongole: via libera alla deroga fino al 2030

Pesca delle vongole: via libera alla deroga fino al 2030

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Pesca delle vongole

«Con una maggioranza chiara la Commissione Pesca del Parlamento europeo ha confermato oggi la deroga che permetterà per altri quattro anni la pesca delle vongole sotto taglia nell’Adriatico. Un impegno mantenuto da Forza Italia e un risultato di grande valore politico, a tutela di un settore strategico per il Paese, che conta quasi 800 imbarcazioni e un fatturato da 54 milioni di euro, fondamentale per le nostre marinerie e per il reddito di centinaia di famiglie e imprese del Nord Est e del Centro Italia».

Lo dichiara l’eurodeputato Marco Falcone, vice capo delegazione di Forza Italia nel Gruppo PPE a Bruxelles e Strasburgo, nonché membro sostituto della Commissione Pesca, che ha coordinato la votazione decisiva per respingere l’obiezione presentata da alcuni parlamentari spagnoli volta a cancellare la deroga sulla pesca delle vongole dell’Adriatico (Venus spp.) con taglia minima di 22 millimetri.

La misura, prevista dal Regolamento delegato (UE) 2022/2587 e sostenuta con convinzione da Forza Italia, consentirà ai pescatori italiani – dal 1° gennaio 2026 al 2030 – di continuare a pescare i molluschi tipici dell’Adriatico in via eccezionale rispetto al limite dei 25 millimetri fissato per il resto d’Europa. La deroga, concessa dalla Commissione Europea con il parere positivo del CSTEP, si fonda su precise valutazioni scientifiche. Il settore nel 2024 ha rappresentato l’8,6 per cento del fatturato totale della pesca in Italia, garantendo un numero di occupato di 1500 operatori. 

La delegazione italiana nel PPE ha garantito la presenza al voto di tre suoi membri – Falcone, Giusi Princi ed Herbert Dorfmann – assicurando così la bocciatura dell’obiezione spagnola e ottenendo il sostegno della maggioranza degli eurodeputati del PPE e di altri gruppi politici.

«La deroga sulle vongole non è un privilegio – sottolinea Falcone – ma un atto di buon senso che riconosce la specificità dell’Adriatico e la professionalità delle marinerie italiane. Raccogliendo l’appello del collega azzurro Flavio Tosi, abbiamo difeso il diritto dei nostri pescatori a proseguire un’attività sostenibile, monitorata e pienamente compatibile con la tutela ambientale, nonostante l’opposizione di alcuni colleghi spagnoli del nostro stesso gruppo. Ringrazio tutti gli eurodeputati che hanno sostenuto l’iniziativa. Stiamo lavorando a Bruxelles e Strasburgo – conclude Falcone – per riportare l’Europa al fianco di chi vive di mare, garantendo regole eque, proporzionate e rispettose delle realtà nazionali».

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Falcone: “Confermata la deroga UE sulla pesca delle vongole”

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“Con una maggioranza chiara la Commissione Pesca del Parlamento europeo ha confermato oggi la deroga che permetterà per altri quattro anni la pesca delle vongole sotto taglia nell’Adriatico. Un impegno mantenuto da Forza Italia e un risultato di grande valore politico, a tutela di un settore strategico per il Paese, che conta quasi 800 imbarcazioni e un fatturato da 54 milioni di euro, fondamentale per le nostre marinerie e per il reddito di centinaia di famiglie e imprese del Nord Est e del Centro Italia”.

Lo dichiara l’eurodeputato Marco Falcone, vice capo delegazione di Forza Italia nel Gruppo PPE a Bruxelles e Strasburgo, nonché membro sostituto della Commissione Pesca, che ha coordinato la votazione decisiva per respingere l’obiezione presentata da alcuni parlamentari spagnoli volta a cancellare la deroga sulla pesca delle vongole dell’Adriatico (Venus spp.) con taglia minima di 22 millimetri.

La misura, prevista dal Regolamento delegato (UE) 2022/2587 e sostenuta con convinzione da Forza Italia, consentirà ai pescatori italiani – dal 1° gennaio 2026 al 2030 – di continuare a pescare i molluschi tipici dell’Adriatico in via eccezionale rispetto al limite dei 25 millimetri fissato per il resto d’Europa. La deroga, concessa dalla Commissione Europea con il parere positivo del CSTEP, si fonda su precise valutazioni scientifiche. Il settore nel 2024 ha rappresentato l’8,6 per cento del fatturato totale della pesca in Italia, garantendo un numero di occupato di 1500 operatori.

La delegazione italiana nel PPE ha garantito la presenza al voto di tre suoi membri – Falcone, Giusi Princi ed Herbert Dorfmann – assicurando così la bocciatura dell’obiezione spagnola e ottenendo il sostegno della maggioranza degli eurodeputati del PPE e di altri gruppi politici.

“La deroga sulle vongole non è un privilegio – sottolinea Falcone – ma un atto di buon senso che riconosce la specificità dell’Adriatico e la professionalità delle marinerie italiane. Raccogliendo l’appello del collega azzurro Flavio Tosi, abbiamo difeso il diritto dei nostri pescatori a proseguire un’attività sostenibile, monitorata e pienamente compatibile con la tutela ambientale, nonostante l’opposizione di alcuni colleghi spagnoli del nostro stesso gruppo. Ringrazio tutti gli eurodeputati che hanno sostenuto l’iniziativa. Stiamo lavorando a Bruxelles e Strasburgo – conclude Falcone – per riportare l’Europa al fianco di chi vive di mare, garantendo regole eque, proporzionate e rispettose delle realtà nazionali”.

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Federpesca: servono vere politiche industriali per il futuro della pesca italiana

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Tutela delle comunità marittime, necessità di una nuova politica nazionale ed europea in materia di pesca e concorrenza sleale. Questi i temi centrali del convegno “I Custodi del Mare: per una nuova politica della pesca sostenibile – Pescatori, istituzioni e territori a confronto”, tenutosi martedì 14 ottobre presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.
L’iniziativa, promossa dall’on. Giandiego Gatta, responsabile del Dipartimento Pesca e Acquacoltura di Forza Italia, ha riunito rappresentanti del mondo politico, istituzionale e produttivo per avviare un confronto costruttivo sul futuro del settore ittico.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Tra gli interventi, quello della direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, che ha espresso forte preoccupazione per la proposta di Fondo Unico Europeo, sottolineando come essa rischi di sacrificare ulteriormente il comparto della pesca, già sottoposto a pesanti restrizioni e sfide economiche.

Biondo ha richiamato l’attenzione anche sui problemi di concorrenza sleale nel Mediterraneo e le difficoltà legate all’assenza di marittimi.

“La pesca è un settore produttivo strategico per l’economia italiana, che necessita di vere politiche industriali e del lavoro, capaci di sostenere la competitività, l’innovazione, la sostenibilità e la sicurezza – ha dichiarato – Tutti obiettivi richiamati in teoria dal Feampa, ma che nei fatti non sono supportati da un reale contributo agli investimenti”.

L’on. Giandiego Gatta, promotore dell’evento, ha infine ribadito l’impegno di Forza Italia a favore di una politica della pesca che valorizzi le professionalità del settore e promuova la sostenibilità ambientale. L’obiettivo, però, rimane quello di non compromettere la sopravvivenza economica delle imprese e garantire un dialogo costante tra istituzioni, pescatori e territori.

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Il salmone e il carbonaro dell’Alaska tra gli eventi di Host

Il salmone e il carbonaro dell’Alaska tra gli eventi di Host

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Salmone o carbonaro? Entrambi, naturalmente. Infatti, saranno loro i grandi protagonisti di gusto a Host, presso Milano Fiera Rho, fiera che aprirà i battenti il 17 ottobre e per cinque giorni, vedrà ai fornelli i più prestigiosi cuochi italiani.
Ma non solo! In un panorama di eccellenze, queste due fantastiche specie dell’Alaska rappresenteranno il meglio dei prodotti ittici del Pacifico, dove, in acque incontaminate, il pescato offre straordinarie peculiarità nutrizionali e naturalistiche. Ad esaltarne le caratteristiche e la versatilità saranno proprio i cuochi dell’APCI, l’Associazione Professionale Cuochi Italiani che prepareranno creative ricette dedicate a tre momenti del quotidiano: colazione, smart taste e happy hour con tre appuntamenti giornalieri ad hoc, 10.30 – 13.00 e 16.00.

Al Padiglione 2, Stand T47 U48, nell’ambito degli eventi organizzati dall’Associazione, il salmone selvaggio e il carbonato dell’Alaska si faranno conoscere e apprezzare attraverso tante e diverse proposte accattivanti sapientemente e appositamente studiate per valorizzarne le carni sode e saporite.

Selvaggio, naturale e sostenibile. Tre parole che racchiudono tutta l’autenticità del salmone dell’Alaska, sano e ricco di salute non solo per l’organismo ma anche per l’ambiente. A fare la differenza è prima di tutto la naturalità. Infatti, il salmone selvaggio dell’Alaska nasce e cresce libero nelle acque incontaminate dell’Oceano Pacifico e si nutre esclusivamente di ciò che offre il suo habitat, senza alcun intervento umano. Questo incide notevolmente sui nutrienti, a partire da una significativa presenza di omega 3 oltre a vitamine e minerali importanti, veri alleati della salute.

Il carbonaro è il pesce bianco dei ristoranti stellati. Anche per lui il plus valore è la naturalità ma a renderlo gastronomicamente pregiato sono le sue carni bianchissime e morbide, tanto da essere conosciuto con il nome di butterfish, pesce burro, perché talmente delicato che quasi si sfoglia pur mantenendo una consistenza piacevolissima. Oggi, il carbonaro è considerato un pesce prelibato, un autentico simbolo dell’alta ristorazione.

Come per tutti i pesci dell’Alaska importante è il concetto della loro sostenibilità, fondamentale per garantire la continuità e la sopravvivenza delle varie specie ittiche, specie che offrono una garanzia certificata e tracciata. Tutto questo si deve a una legge dello Stato che risale al 1959 che detta una rigida regolamentazione della pesca che fa sì che non ci siano sprechi dovuti a un pescato eccessivo.

In cucina, il salmone selvaggio e il carbonaro dell’Alaska sono particolarmente versatili grazie sia nelle preparazioni più semplici sia in quelle più creative. In particolare, il salmone, se usato a crudo, è considerato il top in quanto viene abbattuto dopo la pesca e perfettamente conservato fino al suo arrivo agli stabilimenti di trasformazione. Non è un caso che sia il prediletto tra i più prestigiosi cuochi internazionali.

Oltre alle ricette, nello stand, sarà presente personale qualificato pronto a dare informazioni sui prodotti dell’Alaska e a soddisfare le curiosità dei visitatori.

Per chi ancora non conosce il salmone selvaggio e il carbonaro dell’Alaska, l’evento di Host rappresenta un’occasione importante per entrare in un mondo non solo di sapori straordinari ma anche di benessere, per la propria salute e per quella dell’ambiente.

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Il granchio blu diventa pet food: un nuovo orizzonte per la filiera ittica

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Nel dibattito sul futuro della filiera ittica, il pet food emerge come una delle frontiere più promettenti per creare valore da ciò che, fino a pochi anni fa, veniva considerato scarto.
La trasformazione del pesce e dei crostacei in alimenti per animali domestici non è più un segmento marginale: oggi rappresenta un mercato in crescita, fondato su qualità, tracciabilità e sostenibilità. Le aziende del settore puntano su ingredienti di origine marina, riconosciuti per il loro apporto nutrizionale, la digeribilità e il contenuto naturale di omega-3.

Nel segmento premium, il pet food valorizza materie prime provenienti da sottoprodotti della lavorazione ittica – teste, pelli, lische e ritagli carnosi – perfettamente idonei dal punto di vista igienico-sanitario e adatti alla trasformazione in farine proteiche o alimenti completi.
Questa integrazione tra industria ittica e produzione di mangimi di alta gamma sta diventando un modello di economia circolare, capace di ridurre gli sprechi e garantire maggiore redditività alle imprese del comparto.

Fil Blu

In questo contesto si inserisce Fil Blu, progetto promosso dal Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine con il sostegno di Confcooperative Fedagripesca. L’iniziativa, nata da un’intuizione condivisa tra Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, e Paolo Manicin, presidente del consorzio polesano, trasforma il granchio blu – specie invasiva che ha messo in crisi la molluschicoltura del Delta del Po – in materia prima per la produzione di pet food.

Nel 2024, in Veneto, sono state pescate 1.894 tonnellate di granchio blu, ma solo il 38% è stato venduto. Fil Blu offre una risposta concreta a questo squilibrio, coinvolgendo le Università di Milano e Padova, la startup Feed From Food, l’azienda Sanypet – produttrice del marchio Forza10 – e la catena L’Isola dei Tesori.
Grazie a una tecnologia di lavorazione sviluppata con il supporto accademico, il granchio blu viene trasformato in farina proteica, ingrediente chiave per la produzione di alimenti per animali. Nello stabilimento Sanypet è nato un paté umido per gatti, distribuito in edizione speciale nei 400 punti vendita de L’Isola dei Tesori.
I ricavi netti delle vendite saranno destinati al consorzio dei pescatori per l’acquisto di un macchinario che permetterà di proseguire la produzione e rendere il modello economicamente sostenibile.

Sri Lanka e Messico

Parallelamente, il consorzio ha avviato un canale di esportazione verso Sri Lanka e Messico in collaborazione con Granchio Blu Trading, filiale italiana della multinazionale Taprobane Seafood. A Scardovari, un ex impianto per la lavorazione di vongole è stato riconvertito per il trattamento e la conservazione del granchio blu destinato all’estero, aprendo nuove opportunità economiche in un territorio colpito dal crollo delle produzioni tradizionali.

In Toscana, intanto, la Cooperativa Pescatori di Orbetello e Fedagripesca Toscana segnalano una presenza crescente del crostaceo e valutano strategie di contenimento basate su fermi biologici mirati e gestione a rotazione delle aree di ripopolamento.
Si tratta di un approccio in linea con la filosofia di Fil Blu: affrontare il problema attraverso innovazione e cooperazione, non solo con misure di emergenza.

La trasformazione del granchio blu in pet food rappresenta oggi un esempio concreto di bioeconomia applicata, capace di coniugare sostenibilità ambientale e sviluppo economico.
Per la filiera ittica mediterranea, è la dimostrazione che anche da una crisi può nascere valore, se si scommette su conoscenza, tecnologia e sinergia tra ricerca e imprese.

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