Pesce e microplastiche, un legame inquietante che minaccia la nostra salute

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Pesce e microplastiche, un legame inquietante che minaccia la nostra salute – Un recente studio sottoposto a revisione paritaria ha gettato luce su una realtà preoccupante: il 99% dei campioni di pesce analizzati contiene microplastiche. Su 182 campioni esaminati, ben 180 hanno mostrato tracce di queste minuscole particelle, rilevate in cinque diverse specie ittiche e nei gamberetti rosa della costa occidentale degli Stati Uniti. Questi dati sollevano interrogativi cruciali non solo per l’industria ittica, ma anche per i consumatori di tutto il mondo.

Le microplastiche, frammenti inferiori a 5 mm derivanti dalla degradazione di materiali plastici, si infiltrano negli ecosistemi marini attraverso diverse fonti: dalle fibre tessili rilasciate durante i lavaggi domestici, ai residui di imballaggi e prodotti industriali. Secondo i ricercatori, oltre l’80% delle microplastiche individuate nei campioni analizzati sono fibre di origine tessile, sottolineando l’impatto diretto delle nostre abitudini quotidiane sull’ambiente marino.

Particolarmente allarmanti sono i risultati relativi ai gamberetti, che presentano i livelli più alti di contaminazione. Questo fenomeno è probabilmente legato al loro regime alimentare basato sul plancton, che tende ad accumulare microplastiche nelle acque superficiali. Anche pesci come le aringhe e le giovani lamprede mostrano concentrazioni significative, mentre il salmone reale, analizzato solo nei filetti, presenta livelli più bassi.

Le implicazioni per la salute umana sono inquietanti. Le microplastiche possono trasportare sostanze chimiche tossiche come PFAS, bisfenolo e ftalati, associate a patologie gravi quali cancro, disturbi endocrini e neurotossicità. Recenti studi suggeriscono persino la capacità di queste particelle di attraversare la barriera ematoencefalica e placentare, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e complicazioni neonatali.

Nonostante la gravità della situazione, gli esperti non consigliano di eliminare i frutti di mare dalla dieta. Le microplastiche, infatti, sono presenti in numerosi altri alimenti e persino nell’acqua potabile. Tuttavia, pratiche semplici come sciacquare accuratamente il pesce possono contribuire a ridurne la presenza.

La vera sfida risiede nelle politiche ambientali e nella responsabilità collettiva. L’introduzione di filtri per microplastiche nelle lavatrici e la riduzione dell’uso della plastica monouso rappresentano passi fondamentali per contrastare questa emergenza. Non basta cambiare le abitudini alimentari: è necessario un impegno globale per ridurre la plastica all’origine.

Pesce e microplastiche, un legame inquietante che minaccia la nostra salute

 

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Mediterraneo sostenibile al centro di MEDIGREEN

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Mediterraneo sostenibile al centro di MEDIGREEN – L’Unione Europea accelera la transizione ecologica nel Mediterraneo con il progetto MEDIGREEN, un’iniziativa che punta a rivoluzionare la gestione dello spazio marittimo e a rendere i settori chiave dell’economia blu più sostenibili. Madrid ha ospitato il kick-off meeting di questo ambizioso piano, che si inserisce nel quadro del Green Deal europeo e mira a garantire uno sviluppo armonico tra pesca, acquacoltura, energie rinnovabili e tutela dell’ecosistema marino.

La pianificazione dello spazio marittimo (MSP) è al centro della strategia MEDIGREEN. Questo approccio innovativo prevede una gestione integrata delle attività economiche legate al mare, ottimizzando le risorse e riducendo i conflitti tra settori. L’obiettivo è chiaro: trovare un equilibrio tra crescita economica e conservazione della biodiversità, promuovendo una governance condivisa tra i Paesi mediterranei.

Uno degli aspetti più rilevanti del progetto è la partecipazione di nazioni sia all’interno che al di fuori dell’UE. Questa collaborazione transnazionale rappresenta un passo avanti significativo verso una gestione congiunta delle risorse marine, fondamentale in una regione caratterizzata da economie interdipendenti e da ecosistemi fragili.

Durante l’incontro di Madrid, esperti internazionali e rappresentanti istituzionali hanno delineato le linee guida operative di MEDIGREEN, ponendo l’accento sulla necessità di un dialogo costante tra i diversi attori coinvolti. La Mediterranean Maritime Spatial Planning Community of Practice (MED-MSP-CoP) avrà un ruolo chiave nel coordinare le attività e sviluppare strategie condivise per la gestione dello spazio marittimo.

Il progetto, cofinanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) e coordinato dall’Istituto Spagnolo di Oceanografia (IEO, CSIC), avrà una durata di 30 mesi e coinvolgerà 12 enti di 7 Paesi del Mediterraneo: Italia, Francia, Grecia, Algeria, Malta, Tunisia e Spagna. Tra gli obiettivi principali c’è anche l’elaborazione di un documento di raccomandazioni sull’OEM nel Mediterraneo, frutto del lavoro svolto nei workshop del MED-MSP-CoP.

L’importanza di MEDIGREEN non risiede solo nella sua capacità di promuovere la sostenibilità, ma anche nel suo potenziale di rafforzare l’economia blu della regione. La pianificazione strategica dello spazio marittimo potrebbe diventare un modello replicabile su scala globale, trasformando il Mediterraneo in un laboratorio a cielo aperto per la transizione ecologica.

Con il Mediterraneo al centro di sfide ambientali ed economiche cruciali, MEDIGREEN rappresenta una svolta per il futuro del mare nostrum. Un’iniziativa che dimostra come la cooperazione internazionale e una gestione consapevole delle risorse possano diventare leve fondamentali per uno sviluppo equo e sostenibile.

Mediterraneo sostenibile al centro di MEDIGREEN

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L’industria delle alghe tra diversificazione e crescita globale

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L’industria delle alghe tra diversificazione e crescita globale – L’industria delle alghe sta emergendo come uno dei pilastri più dinamici della blue economy globale, grazie alla sua straordinaria diversità e al potenziale economico. Comprendere questa diversità è fondamentale per analizzare le opportunità e le sfide del settore. Le alghe rappresentano una risorsa versatile, la cui coltivazione e utilizzo si stanno espandendo in modo significativo, coinvolgendo un’ampia gamma di applicazioni che vanno dalla nutrizione umana ai biostimolanti agricoli, dalle bioplastiche ai prodotti farmaceutici.

La coltivazione delle alghe varia notevolmente a seconda delle condizioni climatiche e delle caratteristiche delle aree geografiche. Le alghe tropicali, come Eucheumatoidi e Gracilaria, si distinguono per cicli di crescita rapidi, spesso completati in soli 30-45 giorni. Questo consente una produzione continua durante tutto l’anno, offrendo una maggiore flessibilità nella risposta alle variazioni del mercato e ai cambiamenti climatici. Le alghe temperate, come le kelp, seguono invece un ciclo stagionale, con semina e raccolta limitate a specifici periodi dell’anno. Ad esempio, in Giappone settentrionale, la semina avviene in autunno e la raccolta in primavera, richiedendo una pianificazione meticolosa per garantire la disponibilità del prodotto sul mercato. Questa differenza nei cicli di produzione influisce sulla gestione delle risorse, sulla logistica e sulla strategia di marketing delle aziende coinvolte.

Anche le dinamiche di sviluppo delle regioni di coltivazione presentano notevoli differenze. Le regioni con una lunga tradizione nella coltivazione delle alghe, come alcuni paesi asiatici, dispongono di infrastrutture consolidate, conoscenze avanzate e mercati ben sviluppati. In questi contesti, le pratiche agricole sono altamente ottimizzate e supportate da solide reti commerciali, che favoriscono la crescita del settore e la stabilità economica. Al contrario, le regioni emergenti stanno ancora sviluppando le loro capacità, affrontando sfide legate alla mancanza di infrastrutture, conoscenze tecniche e mercati maturi. Tuttavia, queste aree rappresentano anche un terreno fertile per l’innovazione e l’adozione di pratiche sostenibili fin dalle prime fasi di sviluppo, offrendo opportunità significative per nuovi investimenti e collaborazioni.

L’industria delle alghe non è solo un motore economico, ma anche una risorsa chiave per la sostenibilità ambientale. Le alghe contribuiscono in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO², migliorano la qualità delle acque e supportano la biodiversità marina. La loro capacità di sequestrare anidride carbonica e di filtrare nutrienti in eccesso rende la loro coltivazione un’attività ecologicamente vantaggiosa. Inoltre, la versatilità delle alghe le rende adatte a una vasta gamma di applicazioni industriali, promuovendo l’economia circolare e riducendo la dipendenza da risorse non rinnovabili.

Il futuro di questo settore dipende dalla capacità di integrare ricerca scientifica, investimenti strategici e politiche di supporto. La collaborazione tra settore pubblico e privato sarà cruciale per affrontare le sfide legate alla produzione su larga scala, alla regolamentazione e alla sensibilizzazione dei consumatori. La promozione di pratiche sostenibili, l’adozione di tecnologie innovative e la creazione di sinergie tra i diversi attori della filiera saranno fondamentali per garantire una crescita equilibrata e duratura dell’industria delle alghe.

L’industria delle alghe tra diversificazione e crescita globale

 

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AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm: crescita e successo di pubblico per il ritorno all’evento unificato

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AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm: crescita e successo di pubblico per il ritorno all’evento unificato – Si è appena conclusa con successo l’8a edizione di AquaFarm, che ha segnato il ritorno dell’evento unificato con NovelFarm e AlgaeFarm – rispettivamente giunti alla loro 6a e 4a edizione – sotto un unico appuntamento presso il quartiere fieristico di Pordenone. La scelta di riunire le tre manifestazioni ha generato un forte interesse tra operatori e pubblico, portando a un incremento significativo dell’affluenza: i visitatori sono aumentati del 30% rispetto all’edizione 2024.

L’evento ha visto la partecipazione di oltre 110 espositori (per 7mila m²) provenienti dall’Italia e dall’estero, confermando il ruolo centrale di Pordenone Fiere come punto di riferimento per i settori dell’acquacoltura, dell’innovazione nelle colture vegetali e delle alghe. Il programma convegnistico ha registrato un’adesione straordinaria, con 20 sessioni e oltre 150 relatori che hanno trattato i temi più attuali per il settore, dalla sostenibilità alla sicurezza alimentare, fino alle nuove tecnologie per la produzione e la gestione degli allevamenti.

Grazie alla collaborazione con l’Agenzia ICE, questa edizione ha accolto una delegazione di 30 top buyer internazionali provenienti da Brasile, Nord Africa, Balcani e Grecia, cui si sono aggiunte altre delegazioni, soprattutto dai Paesi Baltici.

Renato Pujatti, presidente di Pordenone Fiere ha dichiarato: “Siamo orgogliosi che anche quest’anno il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste abbia scelto di partecipare ad Aquafarm per ribadire il suo impegno nella valorizzazione del settore ittico. Il Masaf era presente in fiera con un’area espositiva dedicata, una sala convegni e un’arena show cooking per promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti ittici italiani. Convegni, incontri e approfondimenti hanno affrontato le sfide cruciali del settore: dagli effetti del cambiamento climatico al contrasto del fake seafood, fino alla gestione delle specie invasive. Aquafarm, grazie alla collaborazione di Masaf, si conferma un’occasione per gli operatori di confrontarsi su innovazione e sviluppo, e per visitatori e giovani di conoscere un settore straordinario”.

Tra i momenti di maggiore interesse per AquaFarm, spiccano le sessioni dedicata alla sostenibilità nell’acquacoltura, l’autosufficienza energetica e le soluzioni innovative per la decarbonizzazione del settore. Ricordiamo inoltre, le sessioni “Prodotti di acquacoltura e di pesca a valore aggiunto” con protagonisti i leader della filiera ittica, mentre e quella “UE – FEAMPA” sulle novità europee che impattano il settore.

NovelFarm grande richiamo di pubblico per il tema di apertura “L’indoor farming in Italia: serre tecnologiche, vertical farm, agricoltura urbana tra normative, investimenti e mercato”, in cui si sono avvicendati player di settore, consulenti ed esponenti del mondo accademico per discutere dell’evoluzione dell’agricoltura controllata in ambiente urbano.

Un altro momento di grande interesse è stato quello di ieri pomeriggio, con la chiusura di AlgaeFarm, caratterizzata dalla tavola rotonda sul futuro della filiera delle alghe, che ha esplorato le opportunità e le sfide per il settore, dal campo alimentare a quello farmaceutico.

Matteo Leonardi, presidente dell’API – Associazione Piscicoltori Italiani ha dichiarato: “Sono stati due giorni intensi e straordinari questi appena conclusisi di AquaFarm 2025. Ricchi di incontri, condivisioni, emozioni; abbiamo partecipato ai convegni, ospitato momenti di dialogo, offerto le prelibatezze dell’acquacoltura italiana, cercando di valorizzare la diversità delle specie allevate. Due momenti particolari sono stati la consegna del Premio Davide Menozzi e la presentazione del primo manuale sul benessere dei pesci in allevamento. Un enorme grazie quindi va agli associati, ai professionisti, agli amici, ai visitatori e agli organizzatori di AcquaFarm, per continuare nel percorso verso un’acquacoltura in grado di offrire un cibo sano e sostenibile per tutti”.

Durante NovelFarm è giunta dagli Stati Uniti la notizia della scomparsa di Disckson Despommier, il padre riconosciuto del concetto moderno di Vertical Farm, divulgato nel famoso libro del 2010 The Vertical Farm: Feeding the World in the 21st Century. Il libro, ristampato in numerose riedizioni, è accredito, da parte di tutti gli imprenditori e professionisti del settore, come la fonte di ispirazione che ha dato vita a un movimento culturale ed economico globale. Dickson inaugurò la prima edizione di AquaFarm, che includeva le conferenze, successivamente evolute in NovelFarm, con una presentazione memorabile che segnò un’epoca nel nostro Paese, visitato per la prima volta dal luminare americano. Il team di NovelFarm e tutta la comunità del fuori suolo italiana lo celebra e lo ricorda con riconoscenza ed affetto.

AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm si confermano quindi come un appuntamento imprescindibile per il settore, capace di attrarre sempre più operatori e pubblico grazie a un format che coniuga esposizione, aggiornamento professionale di alto livello e opportunità di business.

Sul sito ufficiale dell’evento, è possibile consultare il programma dettagliato dove saranno pubblicati a breve le presentazioni e gli atti delle sessioni convegnistiche.

L’appuntamento è per il 18 e 19 febbraio 2026, con la 9ª edizione di AquaFarm, che si terrà sempre a Pordenone Fiere, ancora in formato unificato con NovelFarm e AlgaeFarm.

AquaFarm, NovelFarm e AlgaeFarm: crescita e successo di pubblico per il ritorno all’evento unificato

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Crescita record per il salmone scozzese

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Crescita record per il salmone scozzese – Le esportazioni di salmone scozzese hanno registrato un incremento senza precedenti, raggiungendo il record di 844 milioni di sterline nel 2024. Un balzo del 45% rispetto all’anno precedente conferma il salmone scozzese come la principale esportazione alimentare del Regno Unito, superando formaggi iconici come il Cheddar e prodotti tradizionali come l’agnello e il manzo.

L’Asia si conferma un mercato strategico, con una crescita impressionante di oltre il 60% nelle esportazioni dirette verso Cina e Taiwan. La qualità del salmone scozzese, riconosciuta a livello internazionale, si traduce in una domanda in costante espansione, con il 55% delle esportazioni dirette in Francia e il 27% negli Stati Uniti.

Un’economia trainata dal salmone: occupazione e investimenti multimilionari

L’impatto economico di questo successo è tangibile: il settore impiega direttamente 2.500 persone nelle comunità costiere, mentre l’indotto genera oltre 10.000 posti di lavoro. Inoltre, gli investimenti tecnologici per migliorare il benessere animale e la sostenibilità hanno aumentato i tassi di sopravvivenza del pesce fino all’82,3%, il valore più alto degli ultimi quattro anni.

I produttori hanno implementato tecnologie all’avanguardia per garantire la qualità e la freschezza del prodotto, con il salmone scozzese che rappresenta la merce più esportata attraverso l’aeroporto di Heathrow, grazie a spedizioni rapide via voli di linea.

Il futuro del settore tra regolamentazione e crescita sostenibile

I leader del settore sottolineano la necessità di un quadro normativo efficace, che garantisca stabilità e favorisca ulteriori investimenti. Tavish Scott, amministratore delegato di Salmon Scotland, ha dichiarato: “Queste cifre dimostrano la crescente domanda globale di salmone scozzese, giustamente riconosciuto come il migliore al mondo. Con una regolamentazione più efficiente, possiamo creare ancora più posti di lavoro e crescita economica.”

Anche il governo scozzese ribadisce il suo impegno a supportare il settore, puntando su crescita sostenibile e promozione internazionale per mantenere il primato del salmone scozzese sui mercati globali.

Con numeri da record e un’industria in piena espansione, come evidenzia il recente UK overseas trade in goods statistics, il salmone scozzese si conferma protagonista assoluto del commercio ittico globale, trainando l’intero comparto e aprendo nuove prospettive per l’acquacoltura sostenibile.

Crescita record per il salmone scozzese

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