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La sostenibilità della pesca UE è al centro della nuova comunicazione annuale della Commissione europea, che fa il punto sui progressi compiuti e sulle criticità persistenti nel quadro della Politica Comune della Pesca. La riduzione dello sfruttamento eccessivo degli stock è un dato incoraggiante, ma i cambiamenti climatici e l’assenza di accordi su alcuni stock condivisi continuano a minacciare gli equilibri ecologici e socioeconomici del settore.
Stock ittici e gestione sostenibile: un quadro disomogeneo
Secondo la valutazione aggiornata, la sostenibilità della pesca UE ha compiuto significativi passi avanti nell’Atlantico nord-orientale, dove la maggior parte degli stock si colloca oggi su livelli considerati biologicamente sostenibili. Tuttavia, restano aree critiche. Nel Mar Baltico, lo stato degli stock è ancora motivo di seria preoccupazione: alcune specie non sono più oggetto di pesca attiva, ma solo di catture accessorie.
Anche nel Mediterraneo e nel Mar Nero si registrano progressi: sette stock hanno raggiunto soglie sostenibili, ma la mortalità da pesca rimane elevata per altri. Le pressioni antropiche, unite agli effetti del cambiamento climatico, continuano a compromettere la resilienza degli ecosistemi marini.
Efficienza energetica e resilienza economica
La Commissione evidenzia una correlazione diretta tra sostenibilità della pesca UE e performance economica delle flotte. I segmenti che operano su stock gestiti in modo sostenibile e che hanno investito in efficienza energetica registrano migliori risultati finanziari e salari più alti per gli equipaggi. Questo dimostra che la tutela ambientale non è solo un imperativo etico, ma anche una leva economica.
Tuttavia, i costi dell’energia restano tra le principali voci di spesa per la flotta peschereccia dell’Unione. Per questo, è attesa una tabella di marcia per la transizione energetica nel settore, prevista entro il primo semestre 2026.
Prospettive per il 2026: partecipazione e governance
La comunicazione della Commissione avvia il percorso di consultazione pubblica per le possibilità di pesca del 2026, coinvolgendo Stati membri, consigli consultivi, imprese e cittadini. L’obiettivo è consolidare i risultati raggiunti in termini di sostenibilità della pesca UE e accelerare il recupero degli stock ancora sovrasfruttati.
Saranno tre le proposte legislative previste per ottobre e dicembre 2025, distinte per area geografica: Atlantico e Mare del Nord, Mar Baltico, Mediterraneo e Mar Nero. Le proposte includeranno adeguamenti tecnici, obblighi di sbarco e piani pluriennali per garantire una gestione sostenibile e trasparente delle risorse ittiche.
La sostenibilità della pesca UE rappresenta un obiettivo condiviso tra ambiente, economia e governance. I progressi registrati sono incoraggianti, ma il settore resta sotto pressione. Rafforzare le misure di tutela degli stock, migliorare l’efficienza energetica delle flotte e incentivare la cooperazione internazionale saranno elementi chiave per garantire la prosperità delle comunità costiere europee.
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